Le donne disegnate dall’artista afroamericano Matt Baker (1921-1959) rappresentano l’essenza dello stile “Good Girl Art”. L’espressione Good Girl Art è stato coniato da David T. Alexander, consulente della prestigiosa Comic Book Price Guide, che lo inserì nei listini di vendita dei fumetti per evidenziare la presenza di specifiche illustrazioni con donne sexy. Da quel momento in poi l’espressione fu ampiamente utilizzata dai collezionisti di fumetti per indicare uno stile artistico in cui personaggi femminili attraenti sono ritratti in modo sensuale e provocatorio. La Good Girl Art nasce negli anni della Seconda guerra mondiale, quando molte donne americane entrarono nel mondo del lavoro per sostituire il personale maschile impegnato al fronte. Queste donne si dimostrano decise, intraprendenti e laboriose, dando così origine a una nuova immagine femminile autonoma che si impone anche nel fumetto dando origine ad una serie di eroine capaci di coniugare l’esotico con l’erotico. Matt Baker, che si firmava con diversi pseudonimi, è unanimemente riconosciuto come il campione della Good Girl Art e in molti sostengono che le sue sono le donne più belle della storia del fumetto. Abbiamo scritto questo articolo per capire se questa affermazione corrisponda a verità. Sheena Ne abbiamo già parlato come anticipatrice del sottogenere delle Jungle Girl, ed ebbene si, c’è il solito Will Eisner dietro alla nascita di Sheena, la prima eroina dei fumetti ad avere una testata tutta sua. Nata nel nel 1937, Sheena, la regina della Jungla, è disegnata inizialmente da Mort Meskin e in seguito da Bob Powell fino al 1944 quando viene affidata a Matt Baker. Il lavoro di Baker su Sheena è subito apprezzato per la grazia del tratto e la narrazione dinamica. Baker si rivela un maestro nel disegnare le donne, soprattutto in situazioni drammatiche e ricche d’azione, spesso mostra Sheena in pose dinamiche che ne mettono in risalto le forme sinuose e la sensualità. Le sue illustrazioni sono ricche di pennellate fluide e ariose che esaltano la forza e la femminilità della regina della gungla. Il suo lavoro su Sheena ha fissato uno standard elevato per i fumettisti successivi. Sky Girl Dopo Sheena, la Fiction House affida a Matt Baker un altro personaggio femminile: Ginger (“Ginge”) Maguire, una aviatrice dai capelli rossi e dalle lunghissime gambe. Aveva debuttato nel 1944 sul n. 68 di Jumbo Comics, Matt Baker inizia a disegnarla dal n. 69. Disegnava Sky Girl con uno stile che mescolava eleganza, sensualità e un tocco di umorismo visivo. Sky Girl veniva spesso ritratta in pose espressive, a volte ironiche o volutamente provocanti, ma sempre con un senso di leggerezza e dinamismo. A differenza di altre eroine, Sky Girl non era semplicemente “una bella ragazza”, aveva un corpo allenato da pin-up sportiva, con curve molto accentuate: un equilibrio tra forza e femminilità. Indossava abiti attillati da aviatore, spesso con minigonne o pantaloncini, stivali e occhiali da pilota. Baker curava ogni piega del tessuto, ogni dettaglio dell’equipaggiamento, sempre con una raffinatezza estetica che elevava il personaggio. Tiger Girl La Fiction House aveva compreso che le donnine scollacciate assicuravano vendite importanti e non si fece scrupoli nello sfruttare al massimo il filone facendo debuttare nel 1944 su Fight Comics n. 32 Tiger Girl, una ennesima Jungle Girl. Matt Baker esordisce su Fight Comics n. 40 disegnando una Tiger Girl slanciata, atletica e aggraziata. Non ipermuscolosa ma dotata di una forza sottile, ben suggerita dalle pose dinamiche e dai muscoli appena accennati. Tiger Girl indossava un costume da giungla, spesso tipo bikini o body in pelle di tigre, ma Baker lo trattava con raffinatezza, mai con volgarità. Il suo tratto era morbido, vellutato, fluido. Si vedeva che Baker lavorava con il pennello, non solo con il pennino. Matt Baker non si limitava a “disegnare bene”, lui stilizzava con gusto, eleganza e carica narrativa. Quando disegnava Tiger Girl, combinava il fascino esotico del personaggio con una potenza visiva tutta sua. Camilla Camilla è la regina di un impero perduto nel cuore dell’Africa. La sua gente discende da un gruppo di vichinghi che aveva raggiunto la giungla ai tempi delle crociate. Camilla esce per la prima volta sul numero 1 di Jungle Comics della Fiction House, nel gennaio 1940. I primi episodi sono realizzati da un non meglio identificato C.A. Winter, con il quarto episodio testo e disegni passano al bravo Bob Powell. Matt Baker disegna per la prima volta Camilla nel 1945 su Jungle Comics n. 69. Camilla indossa il classico outfit da eroina pulp: un bikini leopardato o un costume fatto di pelli, aderente e corto, che lascia scoperte le gambe e parte del busto. Ma con Baker, ogni piega, ogni curva era gestita con grazia, senza mai sembrare eccessiva o caricaturale. La schiena arcuata di Camilla, la rotazione dei fianchi, i gesti delle mani, tutto dava un senso di femminilità in azione. Aveva occhi da diva hollywoodiana, grandi, espressivi, vivi. La sensualità passava anche dallo sguardo. South Sea Girl Nel 1946 su Seven Seas Comics n.1 Matt Baker dà vita all’ennesima pin up della Golden Age: l’esotica South Sea Girl (“la ragazza dei mari del Sud”), il cui vero nome è Alani. Alani Indossava spesso un sarong ispirato ai film con Dorothy Lamour, o altri abiti polinesiani, che lasciavano scoperte le gambe e le spalle. Ma Baker non cercava il voyeurismo: usava il vestiario per evocare un’atmosfera esotica e romantica, non per esporre in modo gratuito Alani era rappresentata con un corpo proporzionato, morbido ma anche tonico, con curve ben definite, ma mai eccessive. Le pose erano spesso dinamiche, ma con movimenti che accentuavano la grazia del corpo femminile, come in una danza naturale. Il vero segreto era il tratto a pennello di Matt Baker, fatto di linee morbide, leggere sfumature, ombre che accarezzavano la pelle. Questo dava ai personaggi una fisicità tattile, quasi viva. Rulah Rulah, Jungle Goddess, è una delle Jungle Girl più spettacolari e sfacciate del fumetto della Golden Age. Forse non famosa quanto Sheena, è comunque una delle più amate dagli appassionati, soprattutto per il suo stile graficamente audace e le avventure cariche di azione, con animali feroci e nemici folli. Esordisce su Zoot Comics n. 7 (giugno 1947) disegnata fin da subito da Matt Baker. Rulah è forse tra le eroine jungle di Matt Baker quella più audacemente erotica, pur essendo sempre realizzata con quel suo stile controllato che rendeva tutto visivamente raffinato. Rulah indossava un bikini fatto con pelle di giraffa, un outfit rivelatore anche per gli standard delle jungle girl dell’epoca. Il costume lasciava scoperti busto, gambe e spesso anche gran parte della schiena. Baker ne curava ogni dettaglio: le pieghe del tessuto, la tensione delle fasce, il modo in cui il corpo si muoveva dentro quel costume. Rulah aveva fianchi larghi, vita stretta e busto pieno ed era sempre ritratta in pose dinamiche che ne valorizzavano le curve, anche mentre lottava contro tigri, serpenti o uomini armati. Mitzi in Hollywood Nel 1947 Matt Baker disegna un nuovo personaggio femminile per la Fiction House, la giovane Mitzi, aspirante attrice che cerca di sfondare a Hollywood, le cui storie, che combinano avventura e commedia, appaiono sull’albo antologico Movie Comics. Mitzi è una ragazza determinata e intraprendente, pronta a tutto pur di realizzare il suo sogno nel mondo del cinema. Anche Mitzi nelle mani di Matt Baker viene disegnata con una forte componente di sensualità, ma più giocosa e frizzante rispetto alle sue eroine della giungla. Mitzi veniva mostrata in abiti da sera, tailleur alla moda, vestitini da audizione, sempre aderenti, con scollature accennate, gonne al ginocchio o poco più. Niente era esplicitamente sexy, ma tutto era disegnato con un gusto che valorizzava la figura. Le sue pose erano morbide ed elastiche. Baker le dava un’espressività irresistibile: sorrisi radiosi, sguardi sorpresi o ammiccanti, sopracciglia arcuate che comunicavano ironia, desiderio, malizia o dolcezza. Phantom Lady Phantom Lady è nota ancora oggi come la più sexy tra le eroine della Golden Age. Nasce già dotata di notevole sex appeal nella versione iniziale creata da Arthur Peddy, dello studio Eisner e Iger, per il primo numero di Police Comics della Quality, nell’agosto del 1941. All’inizio indossa un costume giallo e un mantello verde e ha sempre con sé un “proiettore a raggi di luce nera” che acceca gli avversari rendendola invisibile. Diventa ancora più sexy nella versione di Frank Borth, il quale le rimpicciolisce il mantello e le apre il costume sul davanti. Si trasforma in una vera e propria minaccia sessuale nella classica versione di Matt Baker, il quale inizia a disegnarla nel 1947 e ne fa una vera e propria esplosione di curve, contenute a fatica da un costume sempre più succinto. La sua celebre copertina per Phantom Lady n. 17 (1948), con la protagonista legata e in posa languida, fu una delle immagini citate da Fredric Wertham nel suo libro “Seduction of the Innocent” come simbolo della “decadenza morale” nei fumetti. Ma oggi è una delle copertine più ricercate del fumetto americano. Mysta of the Moon Questa spesso semisvestita e procace ragazza sarebbe addirittura “proprietaria della conoscenza scientifica dell’universo”. Tale conoscenza l’ha avuta in dono dal dott. Kort in punto di morte, nel suo laboratorio sulla Luna. Inizialmente Mysta viene disegnata bionda da Fran Hopper, ma i disegnatori successivi le donano capelli d’argento a sottolineare la sua associazione con il colore del nostro satellite. Appare per la prima volta sul numero 35 di Planet Comics (testata specializzata in fumetti di fantascienza) della Fiction House, nel maggio 1945. Matt Baker inizia a disegnarla nel 1948 e la raffigura con un costume attillato e brillante, spesso con spalle scoperte o profondi scolli, in perfetta linea con l’immaginario sci-fi glamour dell’epoca. L’abito sembrava quasi una seconda pelle, disegnato da Baker con la sua solita grande cura per le curve e i volumi. Baker le dava una silhouette molto armoniosa: vita stretta, fianchi morbidi, busto proporzionato. Il suo corpo trasmetteva sicurezza e bellezza naturale, non solo attrazione visiva. Canteen Kate Canteen Kate è considerata una delle ultime e più vivaci rappresentanti del filone “Good Girl Art” dell’epoca d’oro dei fumetti. Disegnata magistralmente da Matt Baker, Kate incarna una bellezza spensierata e seducente, tipica delle protagoniste femminili di quel periodo. Apparsa tra il 1951 e il 1953 su Fighting Marines, una rivista antologica che cercava di sfruttare il boom del filone bellico successivo alla guerra di Corea, Canteen Kate è una giovane donna che lavora in una mensa militare, spesso coinvolta in situazioni comiche e romantiche. Le sue storie combinano umorismo leggero con un tocco di malizia, rendendola una figura affascinante e memorabile nel panorama dei fumetti dell’epoca. L’epoca delle Good Girl era ormai alla fine, tanto che Baker era stato dirottato sulle numerose riviste di fumetti sentimentali per ragazze che stavano nascendo come funghi nella seconda metà degli anni quaranta. Anche l’abbigliamento di Kate risulta molto più castigato delle eroine che l’hanno preceduta. 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