Quando andai a vedere Ghostbusters 2016 lo feci senza preconcetti, cercando di mantenere la mente sgombra da qualunque possibile ubbia. Nonostante le angosciose impressioni avute vedendo i trailer. Com’è noto, i trailer sono l’equivalente dei biglietti da visita. Un concentrato di quelle che dovrebbero essere le scene migliori, per invogliarti ad andare a vedere il film. Quando non riesci a trovare nulla di buono in nemmeno un solo secondo di trailer, a meno di non aver un cuneo di metallo nella tempia riesci un attimino a fare due più due. A guardarlo, Ghostbusters 2016 cos’è? Ovvero cosa vuole, spera o anche solo tenta di essere? Ho visto un remake, un reboot, un sequel o cosa? Che diavolo è questa roba che mischia vecchio e nuovo in maniera così arbitraria? Il termine corretto, a volerlo trovare, sarebbe retcon. Il retcon è un espediente utilizzato per giustificare modifiche parziali o totali degli elementi presenti in una storia, nel tentativo di attualizzarla. William Shakespeare ha scritto Amleto all’inizio del Seicento. Quindi sono quattro secoli che la tragedia viene messa in scena, e mi pare che ogni stramaledettissima volta non la cambino alla cazzomannaggia per “adattarla a un pubblico moderno”. O no? Amleto è Amleto così come i Ghostbusters sono i Ghostbusters. Non voglio fare un discorso retorico-posticcio, tipo quelli da filmofilo psicotico che se gli tocchi il suo “tessssoro” si prende un coccolone. Qualsivoglia cambiamento non è il male assoluto. Tuttavia fingiamo per un attimo che Ghostbusters 2016 sia un prodotto stand alone, che i precedenti film e cartoni animati non esistano. Ebbene, prendendo in considerazione solo il lavoro svolto da loro, che mi resta fra le mani della storia scritta da Kate Dippold e Paul Feig? Una beneamata mazza di niente, ecco cosa. Ghostbusters 2016 non funziona, non appassiona, non è divertente e non è minimamente interessante. Non mi frega che le protagoniste abbiano fatto l’Actors Studio, che vengano dal Saturday Night o altro. Per quanto bravo possa essere un attore, se il suo personaggio è scritto da schifo in una storia da schifo, la sua abilità serve a poco o niente. Il problema principale di Ghostbusters 2016 è che dovrebbe essere una commedia. Dovrebbe far ridere, chiaro? Bisogna ammettere che ogni tanto Melissa McCarthy e soci ci mettono la buona volontà, ma il livello di scrittura è così basso da essere l’equivalente del mazzo di chiavi agitato in faccia. In quasi due ore di film, la prima ora se ne va per introdurre i personaggi, impilando una dietro l’altra sequenze in cui la storia non è che non avanza: non c’è proprio. I personaggi interagiscono fra loro tramite una sequenza di battute imbarazzanti. Prendiamo il personaggio di Kevin, interpretato da Chris “Thor” Hemsworth, che prende il posto della vecchia segretaria Janine. La sequenza in cui viene introdotto definirla agghiacciante sarebbe un simpatico eufemismo. A un certo punto le Ghostbusters hanno bisogno di una mano e al colloquio per il posto di assistente si presenta, appunto, Kevin. Fin da subito appare come un personaggio ottuso oltre ogni possibile limite di credibilità. Mentre le ragazze si consultano, Kevin giocherella in giro mostrando quanto sia idiota. Finisce per suonare il gong che sta nella stanza, facendo un casino bestiale. Dopodiché, attenzione, si strizza gli occhi dicendo: “Mi fanno male le orecchie”. No, ripeto: “Mi fanno male le orecchie”, stropicciandosi gli occhi con le dita. Tra l’altro, Kevin indossa un bel paio di occhiali a cui ha tolto le lenti, così non si appannano e non deve pulirle ogni volta. Sul serio, chi ha scritto ‘sta roba davvero pensava fosse divertente? Il fatto è che Hollywood negli ultimi tempi ha cominciato ad abbracciare il retcon (in particolare il “midstream retcon”) con un po’ troppo entusiasmo. In fondo è pure comprensibile. Credo che nessuno voglia lasciare una remunerativa proprietà intellettuale inattiva, perciò attualmente qualsiasi franchise di successo deve essere sviluppato di nuovo per continuare all’infinito. I Ghostbusters originali Però non capisco come sia possibile che ci siano persone pagate per scrivere cose simili. Mi preoccupa quello che un film come Ghostbusters 2016 intrinsecamente rappresenta. Dando per buono l’assioma riguardo al fatto che i film riflettono i contesti socio-culturali del loro periodo, viene da chiedersi se, magari, non è che stiamo scendendo troppo in basso. L’originale Ghostbusters, così come tutti i film del passato che oggi consideriamo cult, erano semplice intrattenimento di massa, regolato dalle convenzioni del giorno. Era intrattenimento pop, adatto a tutti. L’ho detto prima e lo ripeto adesso: mi frega zero dei cambiamenti apportati. Ma se si vuole riprendere questa storia da dove si era interrotta anni fa e presentarla a un nuovo pubblico occorre costruire un ponte. Un collegamento di qualche tipo. Per forza. Non mi ci faccio venire un coccolone perché i Ghostbusters 2016 sono donne, però le cose un senso devono averlo. Chris Hemsworth disse riguardo al film: “Chi ci attacca è solo un misogino frustrato”. Una uscita tipica dell’era internet 2.0, dove le sfumature non esistono: il film lo odi perché sei sessista o lo ami perché sei un guerriero della giustizia sociale. Fratello caro, non è così, il pubblico ti attacca perché questo Ghostbusters 2016 è un film ridicolo. Le Acchiappafantasmi sarebbero potute essere anche dei marsupiali, per quel che importa. Diventa semmai un problema nel momento in cui sono donne senza il benché minimo motivo. Diventa un problema nel momento in cui questo è l’unico modo che hai trovato per dire: “Guardatemi, sono diverso!”, “Sono originale!”, “Gli Acchiappafantasmi sono donne, ho rivoluzionato tutto!”. Per qualche motivo, il regista Paul Feig crede che noi, in quanto spettatori, saremmo stati entusiasti delle scene d’azione Acchiappafantasmi-su-fantasmi. Qualcuno avrebbe dovuto ricordargli di essere nel 2016, non nel 1916. La spaventosa slugfest in computer grafica in cui si trasforma il film suscita al massimo un’alzata di spalle. Non è che crediamo che qualcuno dei personaggi sia in pericolo o che il mondo possa effettivamente finire. Quindi, perché spendere così tanto tempo e denaro per materiale da disaster movie e ignorare tutto il resto? Solo perché possono farlo? Perché era previsto un blockbuster estivo? Ghostbusters 2016 funziona brevemente solo in quei momenti in cui si sovrappone all’originale, ricalcandone contesti e situazioni. Fallendo poi in tutto il resto. In quanto paradossale tentativo di riprendere una pesante eredità che cerca, per qualche assurda ragione, d’ignorare. Anteponendo battute scrause da terza elementare affogate in un mare di cgi. Ebbene, anche per stavolta direi che è tutto. Stay Tuned, ma sopratutto Stay Retro. Ghostbusters 2016 Titolo originale: Ghostbusters Regia: Paul Feig Produzione: Ivan Reitman Amy Pascal Sceneggiatura: Katie Dippold Paul Feig Starring: Melissa McCarthy Kristen Wiig Kate McKinnon Leslie Jones Charles Dance Michael Kenneth Williams Chris Hemsworth Casa di produzione: Village Roadshow Pictures Ghost Corps Distribuzione: Columbia Pictures Data di uscita: 15 luglio 2016 (Stati Uniti) Navigazione articoli SENSUALITÀ E TALENTO DI VALENTINA LODOVINI 90 ANNI DI TOPOLINO CON I 10 CARTONI PIÙ SCORRETTI
la sony con questo film ha perso 70 milioni di euro, è il sessismo non centra, Milla Jovovic ha fatto 7 film di Resident evil e alla gente piacevano parecchio, il film fa schifo Rispondi