Len Wein, lo sceneggiatore scomparso in questi giorni a 69 anni (1948-2017), è un nome a molti ignoto.
Certamente più conosciuti sono i personaggi da lui creati. Un nome su tutti? Wolverine, comparso nell’ultima vignetta del n. 180 di Hulk (1974).

La tavola originale disegnata da Herb Trimpe con la prima apparizione di Wolverine nell’albo di Hulk è stata venduta per 657.250 dollari: un record un fumetto di supereroi

 

Ma possiamo aggiungere Nightcrawler, Storm (Tempesta), Colosso, Thunderbird, praticamente tutti i nuovi X-Men che hanno preso il posto di quelli originali di Jack Kirby. Su queste creazioni di Len Wein la Marvel si è retta per decenni, anche attraverso le numerose riduzioni cinematografiche.

Certo, è stato Chris Claremont a rendere popolari gli X-Men, ma se rileggiamo i primi due numeri firmati da Wein scopriamo che c’era già tutto in quelle pagine: carattere, personalità, origini e umanità dei personaggi, spiegati e rivelati in pochi ma significativi passaggi.

Len Wein si forma alla Dc comics, dove nel 1968 per l’editor Joe Orlando scrive un numero dei Teen Titans nel quale introduce Red Star, il primo supereroe sovietico della Dc Comics.

Il secondo lavoro di Len Wein avrebbe dovuto essere il numero successivo di Teen Titans, scritto insieme a Marv Wolfman, con il primo supereroe afroamericano della Dc. Il progetto venne bocciato da Carmine Infantino, allora direttore generale della Dc. Marv Wolfman non mai ha digerito la scelta editoriale di Infantino, accusandolo di mancato coraggio e di velato razzismo. Infantino ha respinto le accuse rivendicando il diritto di bocciare una storia che a suo parere era semplicemente brutta e sconclusionata (d’altra parte, in seguito, introdurrà alcuni neri tra gli eroi Dc).


Alla Dc, Len Wein scrive di tutto: dalle storie sentimentali di Secret Hearts, ai western e alle storie horror autoconclusive di The House of Secrets. Un moderato successo arriva proprio con il n. 92 di House of Secrets, dove compare per la prima volta Swamp Thing, personaggio creato in collaborazione con il grande disegnatore Bernie Wrighston (anche lui nato nel 1948 e scomparso in questo 2017). La figura muta e dolente di Swamp Thing, creatura nata da una esplosione chimica che fonde quel che resta del corpo di un essere umano con il fango delle paludi della Lousiana, ottiene un buon riscontro di critica. Swamp Thing sembra un personaggio perfetto per gli anni settanta, quando la sensibilità ecologica comincia ad affermarsi.

Swamp Thing diventa una serie regolare di 24 numeri, concludendosi dopo quattro anni di uscite bimestrali. Nei primi anni ottanta, sulla scia del film su Swamp Thing realizzato da Wes Craven, la serie viene rilanciata con Len Wein in veste di editor. Dopo gli episodi anonimi scritti da Martin Pasko, Wein, folgorato da alcune storie del settimanale inglese 2000 AD, ha l’intuizione di affidare la serie a colui che diventerà il più celebrato sceneggiatore di fumetti in circolazione: Alan Moore.


Anche in veste di editor, Wein si dimostra capace e lungimirante, diventando negli anni ottanta, al suo ritorno in Dc, uno dei principali supervisori della casa editrice. Tra gli albi che ha curato citiamo Camelot 3000, New Teen Titans, All Star Squadron, Batman and the Outsiders e soprattutto l’imprescindibile e fondamentale opera di Alan Moore e Dave Gibbons: Watchmen.


Nella seconda vita alla Dc, la capacità di Wein di creare personaggi e sviluppare trame incentrate sul lato umano del supereroe la troviamo soprattutto nella sua run di Batman, che parte nel 1979 dal numero 307. Qui Len Wein dà spessore alla figura di Bruce Wayne, per troppo tempo considerato semplicemente l’alter-ego di Batman. Dà un senso al suo essere miliardario e filantropo creando la Wayne Foundation, e crea Lucius Fox, primo personaggio di colore della “Batman family” (portato sullo schermo da Morgan Freeman). Per primo approfondisce il rapporto tra Selina Kyle (Catwoman) e Bruce Wayne, incentrandolo sulle persone e non sulle loro identità mascherate. In diverse storie troviamo alle matite Irv Novick (1916-2004), disegnatore spesso sottovalutato all’opera dal 1941 e maturato negli anni settanta con un vigoroso tratto adamsiano.

In Italia, il nome di Len Wein significa soprattutto Marvel. Approdato alla Casa delle Idee nei primi anni settanta, ha praticamente scritto tutti i personaggi principali.


Il suo contributo maggiore resta ovviamente la creazione dei nuovi X-Men, ma si deve segnalare un breve ciclo dei Fantastici Quattro con Geoge Perez e uno di Thor (recentemente ristampato) in collaborazione con un Walt Simonson un po’ troppo nascosto dalle pesanti chine di Tony DeZuniga.


Influenzato dai fumetti sentimentali scritti in passato, nel suo ciclo dell’Uomo Ragno (con Ross Andru ai disegni), durato circa trenta numeri, Len Wein fa sposare Betty Brant e Ned Leeds. Mentre Harry Osborn e Liz Allen diventano ufficialmente una coppia e pure J.J. Jameson si ammorbidisce, trovando qualcuno che incredibilmente prova qualcosa per lui: la dottoressa Marla Madison. La riscoperta di vecchi nemici storici dell’Uomo Ragno è un’altra caratteristica di queste storie ragnesche, dato che riappaiono Shocker, il nuovo Goblin e Kingpin.

Prende le redini anche di Marvel Team Up, la testata dove in ogni numero l’Uomo Ragno fa coppia con un eroe diverso. Qui Wein, oltre ad accoppiarlo al “suo” Nightcrawler, spesso gli mette vicino Il Punitore, sottolineandone le diversità d‘approccio contro il crimine mentre scorrazzano per le strade di New York.


Come “ghost writer” ha realizzato anche le prime storie delle strisce quotidiane e delle tavole domenicali dell’Uomo Ragno, firmate da Stan Lee che ha poi scritto i diaologhi sui disegni di John Romita Sr.


In seguito Len Wein si è dedicato soprattutto all’animazione, scrivendo diverse storie per serie televisive come Phantom 2040, Marvel Super Hero Squad e soprattutto Ben 10.

Negli ultimi anni ha sporadicamente scritto storie per la Dc, anche per la controversa serie che ha ripresentato i personaggi dei Watchmen.


Lo one shot su Dollar Bill, collegato al nuovo ciclo dei Watchmen, rappresenta forse lo stato d’animo di Wein in questi ultimi tempi. Narrando le vicende drammatiche che si concluderanno con la morte del protagonista, si avverte la serenità di Len Wein nell’avvicinarsi dell’evento finale.

Len Wein ha sempre avuto buoni rapporti con i disegnatori con cui ha collaborato. Nel settore era considerato uno con le sceneggiature più facili da leggere e rappresentare, capacità forse dovuta al fatto di essere anche un disegnatore dilettante.

 

 

 

2 pensiero su “LEN WEIN, CREATORE DI WOLVERINE E DEI NUOVI X-MEN”
  1. Nightcrawler è un personaggio che Dave Cockrum aveva ideato per la Legione dei Super Eroi della DC poi riciclato per la saga mutante, ma è indubbio che origini e caratterizzazione iniziali ( Kurt Wagner esordisce mentre alcuni buzurri tentano di palettarlo perchè sembra un demone ) sono farina del sacco di Len.
    Io sono un fan perchè penso che lo scrittore avesse una dote rara: era capace di proporre idee che altri avrebbero potuto espandere quando non addirittura capovolgere ( si veda la Lezione di Anatomia di Alan Moore ) senza che l’assunto iniziale perdesse di freschezza .

  2. “Come “ghost writer” ha realizzato anche le prime storie delle strisce quotidiane e delle tavole domenicali dell’Uomo Ragno, firmate da Stan Lee che ha poi scritto i dialoghi sui disegni di John Romita Sr.”
    Excelsior ! Ancora una volta un dialoghista è riuscito a passare per scrittore.

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