Qualche tempo fa, in una circostanza straordinaria, piglio l’auto e vado a trovare una vecchia signora, la madre di un mio amico. Ci fermiamo a cena e l’amico, che ormai manca dall’Italia da una vita, mi chiede di fare aglio, olio e peperoncino. Sono un’esperta in quello, mi viene buono da svenire. Traffico ai fornelli, metto in tavola e dico, prima di unirmi agli altri: “Un attimo perché voglio lavarmi le mani”. “Prendi la saponetta, è lì vicino al lavabo” mi fa la vecchia signora. La prendo e la guardo. Sì, la forma è quella di una saponetta – innegabile – ma pesa un po’ di più e soprattutto… è un pezzo di acciaio! Mi lavo le mani, strofinandole con questa strana saponetta, sotto l’acqua corrente. Et voilà, il miracolo è fatto. Mi annuso le estremità e sono perfettamente deodorate e pulite. Nessun olezzo d’aglio, né d’altro. Esterno il mio stupore alla vecchia signora, lei sorride con la furbizia di un gatto e mi dice che quella saponetta avrà trent’anni. “Oggi ho proprio imparato una cosa che non sapevo” le rispondo ridendo. Mi dico: se ha passato la prova del 9 – cioè quella dell’aglio – devo trovare questa saponetta! Comincia a frullarmi nella testa la voglia di fare la campagna della saponetta, fondare il partito della saponetta (tanto non è che la politica viaggi su binari molto diversi, mi dico), perché invece questa saponetta funziona sul serio, ed è anche a emissione zero, mi dico. Troppo sbattimento… no, aspetta, adesso arrivano le feste. Regalala, mi dico. Bon, faccio indagini. Le miracolose proprietà della saponetta di acciaio sono quasi un mistero. Ora, bisogna sapere che l’acciaio comune è una lega di ferro e carbonio, e per renderlo inossidabile vengono aggiunti cromo e nichel. L’acciaio inossidabile più conosciuto è quello indicato con la sigla 18/10. Perché? Perché contiene il 18% di cromo e il 10% di nichel. Addirittura gli acciai di ultima generazione contengono anche titanio, molibdeno, niobio. Cromo e nichel godono di una proprietà, quella di soggiacere al processo di passivazione, cioè formano una pellicola compatta di ossidi che impedisce all’ossigeno di penetrare e dare luogo alla corrosione del ferro. Vengo anche a sapere che i vegetali come cavolfiori e cavoli (a proposito, sono della famiglia delle crucifere) o come cipolle e aglio (della famiglia delle liliacee, ma tu pensa), emanano molecole solfo-organiche che sono responsabili del loro forte odore E qui entra in gioco la saponetta: sembrerebbe che – ma è ancora un’ipotesi, anche se trova giustificazione – dalle mani vengano rimossi i composti solforati lasciati dai vegetali, costretti invece a legarsi a uno o più metalli o ai loro ossidi e poi allontanati con l’acqua. Perché non basta strofinarsi con la miracolosa saponetta, bisogna proprio lavarsi le mani come con una normale saponetta sotto il getto dell’acqua. E non solo: pare che tolga l’odore perfino del pesce, a detta di chi si occupa di cucina. Qualcuno ha pensato di brevettare e, cercando, ho trovato il brevetto che risale al 2002. Questo va in conflitto con quanto mi ha detto la vecchia signora: lei, la saponetta, ce l’ha da trent’anni! E prima ancora si usava in casa sua (del resto si parla di acciaio inossidabile fin dal 1872, grazie alle scoperte di Woods e Clark). Significa che, in realtà, la saponetta di acciaio è una di quelle cose che son sotto gli occhi di tutti e quasi nessuno le vede. Nel brevetto sembrerebbe che l’acciaio con la caratteristica migliore per i nostri scopi di abluzione antiodore sia quello denominato 1.4301 e 1.4571, cioè acciai con un contenuto di cromo dal 16 al 18% e di nichel dall’8 al 13%. Quello che di solito, o molto similmente, viene utilizzato per l’acciaio del lavello o delle posate. Insomma, se non volete comprare la saponetta, potete limitarvi a sfregare le mani sul lavabo bagnato. Ma se volete fare un regalo simpatico e poco costoso, anche perché qualcuno il lavello potrebbe avercelo in ceramica, la saponetta è l’ideale. Senza contare che c’è anche l’opportunità di utilizzarla come corpo contundente, senza per questo diventare un’arma letale, a meno che non la spediate nell’occhio dell’avversario; oppure di portarsela in giro senza venire arrestati per possesso di armi bianche. Oltre a essere un regalo per sempre; meglio di un diamante, quindi, perché si sa, oltre alle 4C contano anche tutte quelle variabili che alla fine lo deprezzano paurosamente quando arriva il momento di rivenderlo; e poi il diamante non serve a lavarsi le mani. Naturalmente la mia ricerca non è finita lì, mi sono anche accorta che ora non esistono solo semplici saponette di acciaio, ma anche versioni style e sciccose con prezzi esorbitanti, fatte a cuoricino o con altre forme non meglio identificate. Ma attenzione, è sempre acciaio con le stesse caratteristiche delle semplicissime saponette di acciaio, mooolto più economiche. Unica cosa: magari acquistate quelle di produzione europea, che non siano importate direttamente da zona Tysco e limitrofi, tanto per capirci. Chiudo: si trovano nei negozi di prodotti per la casa. I casalinghi. World © Tea C. Blanc. All rights reserved. Navigazione articoli GOULASH. COME LO FACEVA MIA NONNA LA GUERRA FUTURA DI CALL OF DUTY: INFINITE WARFARE
Molto bella come idea regalo, attendo speranzosa e se nessuno me la regala me la vado a comprare io. Vedi cosa vuol dire non disdegnare le reazioni chimiche? Carino, intelligente e spassoso questo articolo: un bell’esempio di come si possa fare con stile, classe ed eleganza, informazione POP dando la giusta dignità a qualsiasi argomento possa costituire una NOTIZIA, senza attuare il minimo vilipendio degli schemi tecnici di scrittura e senza fare dello spirito banale scimmiottando inutilmente lo stile altrui. Chi sa come si scrive è a proprio agio su qualsiasi genere di notizia e tu sei l’emblema della disinvoltura. Ti suggerisco di segnalare questo articolo in redazione a quanti su cosa si intenda scrivere POP hanno evidentemente poche idee e assai confuse. Rispondi
ahahaa, grazie. Obbedisco e vado in redazione. Chissà che non riesca a farmi sbattere fuori. Rispondi