Il disegno nei fumetti Marvel nel nuovo millennio ha subito un’evoluzione significativa, rispecchiando non solo un cambiamento nelle tendenze artistiche, ma anche i mutamenti nel modo in cui i lettori fruiscono dei fumetti. Due sono le caratteristiche chiave che definiscono il disegno Marvel degli ultimi venti anni: l’iperrealismo e l’influenza dei manga. Sebbene il fumetto Marvel sia sempre stato ricco di dettagli, nel nuovo millennio c’è stata una tendenza verso uno stile ancora più realistico, influenzato da media come il cinema e i videogiochi. Dall’altro lato l’influenza dei manga, presente sin dagli anni ‘90, si è fatta più forte con il tempo, in particolare sui disegnatori più giovani. Molti dei protagonisti del disegno della casa delle idee degli ultimi vent’anni furono portati in Marvel da Joe Quesada all’inizio del nuovo millennio. Un gruppo di giovani talenti che assieme ad alcuni veterani avranno un impatto decisivo nel rinnovare l’azienda sia a livello creativo che commerciale. Ricordiamo alcuni dei disegnatori più significativi. Alex Maleev Alex Maleev è un noto illustratore e fumettista bulgaro. La sua arte è caratterizzata da uno stile realistico e atmosferico, spesso molto oscuro, con un uso predominante dei giochi di ombre e luci, che creano un’atmosfera unica. La sua versione di Devil (Matt Murdock) è molto personale. Maleev ha lavorato sulla serie nel periodo che va dal 2001 al 2006, durante il quale ha lasciato un’impronta indelebile sulla saga, contribuendo a definirne il tono. L’approccio visivo di Maleev è fortemente influenzato dalle sue tecniche di pittura digitale. Inizia con una stesura di inchiostro tradizionale sulla quale successivamente lavora digitalmente per aggiungere texture e sfondi in modo da raggiungere un realismo che aiuta a rappresentare l’atmosfera cupa che avvolge New York. Il suo Daredevil più che un supereroe appare una figura tormentata che vive costantemente sul confine tra luce e ombra. Opera consigliata: Daredevil (2001). Frank Quitely Lo scozzese Frank Quitely è uno dei disegnatori più riconoscibili e innovativi nel mondo dei fumetti e anche alla Marvel, nonostante vi abbia lavorato molto meno che in DC comics, ha saputo farsi notare per il suo stile rivoluzionario caratterizzato da una gestione molto particolare della linea. La linea di Frank Quitely è uno degli elementi più distintivi e riconoscibili del suo stile e gioca un ruolo centrale nel suo impatto visivo. È una linea che sembra semplice a prima vista, ma che rivela una complessità e una sensibilità eccezionali man mano che la si osserva più attentamente. Quitely utilizza una linea molto sottile, quasi nervosa, che non cerca mai la perfezione geometrica. Non è “pulita” come quella di molti disegnatori mainstream Marvel ma è viva, organica e tremolante in modo deliberato. Questa linea ha saputo affascinare in primo luogo uno sceneggiatore ambizioso come Grant Morrison che lo ha voluto accanto nel seminale “New X-Men” (2001–2003). Opera consigliata: New X-Men (2001). John Cassaday John Cassaday è un fumettista americano autodidatta il cui stile si distingue per l’equilibrio tra realismo e chiarezza visiva. È uno dei disegnatori più apprezzati per la sua capacità di raccontare storie in modo cinematografico, emotivamente potente e leggibile, caratteristica che ha acquisito quando studiava regia. Cassaday imposta le tavole come se fossero storyboard di un film. Usa inquadrature ravvicinate, piani americani, dettagli drammatici che danno ritmo alla narrazione. Le splash page sono spesso usate con criterio narrativo, non solo per fare spettacolo. Non è un autore “barocco” che utilizza un tratto complicato, le sue linee sono pulite, solide e controllate. Presta una grande attenzione ai volti e alle emozioni, cosa che rende i dialoghi credibili e coinvolgenti. Le espressioni sono realistiche, mai esagerate, più da teatro che da cartone animato. I supereroi hanno proporzioni realistiche e non ipertrofie muscolari. Muore il 9 settembre 2024 all’età di 52 anni. Opera consigliata: Astonishing X-Men (2004). Jim Cheung Jim Cheung è un fumettista britannico che collabora con la Marvel dalla metà anni ‘90, ma che inizia a fare sul serio solo nei primi anni ‘2000 con serie come New Avengers: Illuminati e Young Avengers. Il suo stile, un mix di dinamismo, dettagli raffinati e teatralità, ha reso il suo lavoro estremamente riconoscibile e ha reso le sue storie classici senza tempo. Lo stile di Jim Cheung è estremamente dettagliato, con un’attenzione minuziosa a ogni singolo aspetto della scena. Cheung unisce classicismo e modernità, precisione tecnica e sensibilità narrativa, è il disegnatore perfetto per le storie corali. Una delle principali caratteristiche del suo stile è l’uso delle splash page per enfatizzare momenti di grande impatto visivo e narrativo, per presentare scene epiche, battaglie su larga scala o rivelazioni che devono impressionare il lettore. Queste pagine conferiscono alle sue storie una grandiosità visiva che amplifica l’emotività e l’impatto delle scene. Opera consigliata: Young Avengers (2005). Steve Epting Il lavoro dell’americano Steve Epting su Captain America, in particolare durante la run scritta da Ed Brubaker (dal 2005 in poi), è stato fondamentale per ridefinire il personaggio nel XXI secolo. Il suo stile visivo ha contribuito in modo decisivo a trasformare la serie da un classico fumetto supereroistico in un thriller politico maturo, cupo e teso, ispirato ai film di spionaggio e sulla guerra fredda. Epting opera con linee precise, poco caricaturali, con un tratto molto più vicino al fumetto europeo o alla graphic novel americana. I personaggi sono realistici nella fisionomia, nei movimenti e negli abiti. Epting preferisce uniformi militari credibili, pistole reali, ambienti concreti come strade, uffici governativi, basi operative. Fa un uso frequente di ombre, contrasti e silhouette, mostrando di avere visto e assimilato classici dello spionaggio come I tre giorni del Condor o The Bourne Identity. Epting disegna anche il non detto: sguardi, silenzi, tensione tra i personaggi. Opera consigliata: Captain America The Winter Soldier (2005). Steve McNiven Il tratto di Steve McNiven, fumettista canadese, è preciso e realistico, con una qualità che tende verso l’iperrealismo. In Civil War questo si traduce in una rappresentazione quasi “fotografica” dei personaggi e delle scene. Le espressioni facciali dei supereroi sono spesso cariche di emozione e dettaglio, riuscendo a catturare la gravità dei momenti che stanno vivendo. Per esempio, durante le intense discussioni tra Tony Stark (Iron Man) e Steve Rogers (Captain America), McNiven non si limita a disegnare i personaggi, ma trasmette un vero e proprio senso di conflitto interiore attraverso i loro volti, le pieghe della pelle e le luci e le ombre che li modellano. Il suo lavoro su Civil War è particolarmente potente nella scena di “The Death of Goliath”, una delle più drammatiche della serie e nel momento in cui Captain America si arrende dopo una lunga e feroce battaglia, dove la postura del capitano e la sua faccia segnata dal dolore e dalla stanchezza non hanno bisogno di parole. Opera consigliata: Civil War (2006). Olivier Coipel Olivier Coipel è un disegnatore originario delle Antille francesi che inizia lavorando nell’animazione. Firma un contratto in esclusiva con la Marvel nel 2005 e diventa famoso disegnando su testi di Brian Michael Bendis “House of M” il celebrato crossover tra X-Men e New Avengers. Coipel si presenta con uno stile visivo grandioso e monumentale, che dà un senso di epicità alle storie che disegna. Nel 2007 reinventa l’aspetto visivo del Dio del Tuono, proiettandolo fuori dal kitsch “mitologico” degli anni ‘70/‘80 e costruendo un nuovo immaginario epico, moderno e potente, che ha avuto un impatto diretto anche sull’estetica dei film del Mcu. Olivier Coipel ha ridefinito Thor per una nuova generazione: non più il dio “shakespeariano”, ma una figura mitica e tragicamente umana, immersa in un mondo dove la divinità incontra la realtà. Il suo lavoro ha avuto conseguenze profonde su tutta la Marvel degli anni 2000, e ha trasformato Thor da personaggio secondario a colonna portante dell’universo narrativo. Opera consigliata: Thor (2007) Chris Samnee Chris Samnee è un disegnatore americano che nel 2013 vince l’Eisner Award per il suo lavoro su Devil. Lo stile di Chris Samnee è riconosciuto nel mondo dei fumetti Marvel per la sua sensibilità retrò che rivela l’influenza dei grandi maestri del fumetto degli anni ’50 e ’60. Il pubblico ama la sua capacità di evocare attraverso il suo tratto post-moderno un sentimento di profonda nostalgia nei confronti di un passato che non può più tornare. Una delle prime cose che si notano nei lavori di Chris Samnee è il suo approccio minimalista. Le sue linee sono essenziali, spesso sottili ma molto decise, e riescono a rendere i personaggi e le scene in modo chiaro e preciso, senza ricorrere a eccessivi dettagli. Questo approccio si ispira ad autori classici come Jack Kirby e Steve Ditko, che Samnee reinterpreta con un tocco di modernità che rende il suo lavoro molto fresco e dinamico e lo avvicina a disegnatori come Daniel Clowes. Opera consigliata: Daredevil (2011). David Aja David Aja è un disegnatore spagnolo diplomato in discipline artistiche all’Università di Salamanca. Inizia a lavorare per la Marvel nel 2006, disegnando Iron Fist. Aja adotta un tratto essenziale, privo di dettagli superflui, che consente una lettura immediata e una forte impatto visivo. Questo approccio ricorda la ligne claire belga, trasformata attraverso una sensibilità moderna e una maggiore attenzione al design. Nelle sue opere, come Hawkeye, Aja sfrutta lo spazio negativo e i colori in modo innovativo, creando composizioni visivamente equilibrate e narrativamente efficaci. Le sue tavole sono strutturate con una regia visiva fluida, dove il layout delle vignette e l’uso del colore contribuiscono a enfatizzare il ritmo della storia e a guidare l’attenzione del lettore. Aja è uno degli artisti più riconoscibili della Marvel moderna grazie all’uso ponderato della linea, la composizione simmetrica e geometrica e l’eleganza visiva che caratterizza i suoi lavori. Opera consigliata: Hawkeye (2012). Marco Checchetto Il disegnatore padovano Marco Checchetto ha contribuito al successo della run di Daredevil scritta da Chip Zdarsky, iniziata nel 2019. Checchetto porta un’estetica dinamica, cinematografica e molto curata nei dettagli, perfettamente adatta al tono noir e drammatico del personaggio. Checchetto adotta un disegno molto realistico ma mai statico. Le sue figure sono dettagliate, muscolose ma credibili, e si muovono in modo fluido, quasi coreografico. Le scene d’azione sono spettacolari, ma sempre leggibili. Il suo uso della luce e dell’ombra è quello tipico dei fumetti noir, ma Checchetto lo spinge oltre: sfrutta luci taglienti, controluce e contrasti forti per dare un tono drammatico e notturno alle scene. La città diventa un personaggio, spesso immersa in ombre profonde e luci urbane fredde. La “regia” delle tavole è molto curata: angolazioni di camera cinematografiche, splash page potenti e un ritmo visivo coinvolgente che guida il lettore con naturalezza. Opera consigliata: Daredevil (2019). Navigazione articoli MATITE BLU 431