Tiziano Sclavi, l’autore di Dylan Dog, al suo esordio alla casa editrice Bonelli, allora conosciuta come Daim Press e con altre sigle, ha scritto molte storie di personaggi classici come Zagor e Mister No. Lo sceneggiatore di Broni conosceva molto bene Zagor: numerosi sono, nelle sue storie, i riferimenti a classici come “L’avvoltoio”, “Il re delle aquile”, “Odissea americana”, “Addio, fratello rosso”, “Oceano” e “Zagor contro Supermike”. I riferimenti sono nei personaggi o nelle atmosfere, con trame nuove e innovative, e un ritmo più moderno, con predominanza di una certa componente orrifica. Pochi anni dopo Sclavi propose un suo personaggio horror: Dylan Dog. Zagor aveva già affrontato mostri di ogni tipo, dall’uomo lupo agli zombi, Dylan Dog però era diverso: coniugava il cosiddetto fumetto d’autore con quello popolare. Zagor di fronte a Dylan Dog appariva quasi superato, pur avendo rappresentato de facto, insieme a Mister No, le fondamenta su cui era costruito l’eroe di Sclavi. Dopo tanti anni ecco un riavvicinamento tra i due personaggi. Casualità vuole che il n. 666 della collana Zenith, quella che dal n. 52 ospita le avventure di Zagor, coincidesse con l’albo del trentennale di Dylan Dog. Il 666 è chiamato da alcuni “il numero della bestia”, un numero citato spesso nelle storie horror di Dylan Dog e addirittura quello della targa del suo maggiolone. Gli autori di Zagor si sono così trovati di fronte a un legame tra Zagor e Dylan Dog. Nel n. 200, scritto da Sclavi anche se erroneamente attribuito a Guido Nolitta nella prima edizione, Zagor affrontava misteriosi nemici che custodivano un tesoro maledetto. Questi erano i marinai della Discovery (un galeone che assomiglia non casualmente a quello visto in Dylan Dog n. 100), ritornati in vita a causa di misteriosi microrganismi presenti nell’acqua del lago e agli influssi magnetici di una cometa. E chi può essere interessato al ritorno in vita di un cadavere se non (spoiler!) Xabaras? Il n. 666, che riprende i concetti del n. 200, è scritto da Luigi Mignacco, il quale ha creato una “continuity” non solo tra Dylan e Zagor, ma anche tra le diverse storie di Zagor scritte da Sclavi: Lupo Solitario ritrova il centro del cerchio della vita a Golnor, mentre un uomo della setta di “Devil Mask” è un alleato di (spoiler!) Xabaras. Vengono risolte alcune “falle narrative”: (perché Digging Bill non è mai riuscito a tornare alla sorgente per ritrovare il tesoro?) a cui i lettori forse nemmeno avevano fatto caso. A suggellare la connessione tra le due testate sono i disegni di Luigi Piccatto, storico autore di Dylan Dog che insieme a Mignacco aveva realizzato alcuni episodi come “I conigli rosa uccidono” (e Pink Rabbit fa un’apparizione anche in questa storia). L’albo è uscito a ottobre 2016, tutto a colori, nelle 94 pagine canoniche. Per la prima volta non è Ferri a disegnare una copertina di Zagor, ma Alessandro Piccinelli, nuovo copertinista ufficiale. Presto però ci sarà anche una versione con “variant cover”. Se da una parte questo albo è veramente speciale, tutt’altro che speciale è l’accoglienza di una parte dei lettori di Zagor che non hanno apprezzato il racconto. Sarebbe troppo lungo fare l’elenco delle critiche: taluni hanno perfino detto che sarebbe stato meglio pubblicare questa storia in un albo fuori serie. Questo articolo era uscito esattamente un anno fa: dato che di quella storia si continua a parlare in termini sempre più negativi, aggiungo alcune altre considerazioni. Zagor “Zenith 666” è considerata da molti la peggiore storia di Zagor! Siamo sicuri? Perché (una parte) del pubblico ha definito Zenith 666 il peggior albo di Zagor? Forse per la sua complessità narrativa? L’albo è il trionfo della filologia, ma non di quella banale che auspicano alcuni lettori. Questa storia inizia con Digging Bill che cerca di ritrovare la strada per recuperare il tesoro rimasto sul galeone “Discovery” alla fine della storia pubblicata sul n. 200 (a colori con testi di Sclavi). In effetti era lecito chiederselo. Anche se il galeone era andato parzialmente a fuoco alla fine della vicenda era subito tornato sott’acqua, e il tesoro probabilmente era rimasto sul fondale. Il cercatore di tesori, però, non riesce più a ritrovare la strada che porta alla sorgente. È raggiungibile solo attraverso una mappa che è la chiave che porta in un’altra dimensione. Quindi: 1) Alla fine del n. 200 Digging Bill non è riuscito a recuperare il tesoro perché la sua mappa non era una normale mappa, ma la chiave tra due mondi. 2) Scopriamo che c’è un legame tra il n. 200 di Sclavi e “Il Signore Nero” di Sclavi. Qualcuno è interessato alla mappa di Digging Bill perché vuole recuperare qualcosa dalla sorgente misteriosa. Questo qualcuno è un incappucciato che potrebbe far pensare a il Signore Nero. Entra allora in gioco Lupo solitario, un altro personaggio di Sclavi, protagonista dell’omonima storia, che sa qualcosa del misterioso incappucciato. Adesso Zagor deve tornare a Golnor. Durante la strada c’è un divertente cameo di Pink Rabbit, un personaggio creato dall’autore della storia, Mignacco, insieme al disegnatore Piccatto su Dylan Dog. Una volta a Golnor, Zagor riesce a sventare i piani del misterioso incappucciato, che non è il Signore Nero, come tutti pensavamo, ma Xabaras! Ebbene sì, il peggior nemico di Dylan Dog! Ma che ci fa Xabaras su Zagor? Come molti ricorderanno, nel n. 200 di Zagor scritto da Sclavi misteriosi microrganismi che pullulavano la sorgente erano in grado (grazie anche agli influssi magnetici di una cometa) di riportare in vita l’equipaggio della Discovery, il quale resuscitava in pieno stile “zombesco” affrontando un attonito Zagor. Dunque: 3) Xabaras è alla ricerca dei microrganismi della sorgente per ricavare uno dei suoi sieri che possono riportare in vita i morti. 4) Il galeone della Discovery si riallaccia al galeone del n. 100 di Dylan Dog. Quindi è questo che ha fatto storcere il naso (a dir poco) ai lettori di Zagor? Il continuo allacciamento e riallacciamento di fili e di rimandi alle storie di Sclavi? La “botta” finale è stata la copertina realizzata da un nuovo illustratore. Per non parlare dei disegni di Piccatto, “troppo sintetici” rispetto a quelli che i lettori di Zagor hanno sempre conosciuto (ma che comunque riescono a “dipingere” un perfetto Digging Bill, tra gli altri). Zagor Zenith 666, peggior storia di Zagor in assoluto? O… no? Navigazione articoli LOGICOMIX: UNA RICERCA EPICA DELLA VERITÀ L’IROSA MAFALDA DAL CUORE D’ORO
Una bella storia, a parte il supernaso di Zagor, che rappresenta una forzatura non necessaria, e alcuni altri particolari. Anche i disegni si possono accettare, ma solo per quest’albo. Piccatto non si discute, ma non può disegnare Zagor. Mi auguro di non vederlo sulla serie regolare. Angelo Rispondi
[…] punti di contatto con il numero 666 di Zagor, uscito qualche giorno dopo: vedi l’articolo “Zagor incontra Dylan Dog tra le polemiche” Mater Dolorosa verrà riproposto a Lucca con una divertente variant cover del fumettista del […] Rispondi
Salve, leggo Zagor dal 1972 ma una cagata come l’albo a colori 666 non l’avevo mai vista!!! Aiutateci, non ripetete più simili orrori… Rispondi
Purtroppo si. Questa mania di unire diversi universi narrativi vedi Atlantide non porta mai nulla di buono… Rispondi
Che strambo minestrone. Già i disegni e i colori da avventura grafica del PC non mi fanno impazzire, ma se pure la storia è una stramberia… mah! Mischiare così personaggi di storie variegate e diverse a quanto pare è stato proprio un azzardo. Rispondi
Disastro Mignacco, disastro Piccatto. La cosa più assurda vista su Zagor. Albo utilissimo al cesso, devo ammettere. Rispondi
Il “mistero” è facilmente spiegabile: le storie di Zagor scritte da Sclavi sono fra le peggiori di tutta la storia del personaggio. Fra banalissime scopiazzature dello scopiazzatore americano di Tolkien, già fuori tempo massimo e più adatte a Topolino, a trame inconcludenti e sgangherate, non mi meraviglia che fu allontanato dalla testata (la sua ultima storia, “incubi”, fa eccezione perchè è scritta praticamente da un altro Sclavi). Lo Zenith 666 dunque: 1) “omaggia” e riunisce tutte le storie peggiori di Zagor, in un minestrone dell’orrore che riporta a galla cose che i fan volevano dimenticare 2) come storia è scritta male e disegnata peggio (sai che “celebrazione”…) 3) “diplomaticamente”, è un disastro: usare Zagor per “celebrare”… Dylan Dog? Davvero, a chi è venuta in mente un idea simile? Si era già lanciato in altre idee simili, tipo far celebrare la Juventus dai giocatori e dai tifosi del Torino nell’anniversario del Torino? 4) Quando lo capiranno che i crossover saranno magari amati dai fans sfegatatati di Nathan Never o di Brad Barron, ma ai lettori “tradizionali” di Tex e Zagor fanno ribrezzo? Rispondi
D’accordo con chi mi ha preceduto e con Andrea ed MR in particolare, a parte “Lupo solitario” Sclavi ha segnato le pagine più penose di Zagor, ormai trasformato da personaggio della frontiera ad horror/fantasy/gotico. Però ad essere sinceri a questo crollo dello spirito dello scure hanno contribuito anche altri, dai nuovi disegnatori agli sceneggiatori. Un esempio tra i tanti l’albo gigante “Il castello nel cielo” di Burattini, tra le cagate ha di sicuro un posto sul podio. Rispondi