La casa editrice Warren Publishing fu fondata a Philadelphia, in Pennsylvania, nel 1957, e pubblicò inizialmente riviste non di fumetti. La svolta avvenne con le riviste dedicate ai film horror, come Famous Monsters of Filmland e Monster World. Per superare le limitazioni del Comics Code Authority (l’ente censorio che vietava il genere horror nei fumetti), l’editore James Warren decise di pubblicarli nel formato rivista, più grande e con un prezzo superiore rispetto ai tipici albi a fumetti. Questo permetteva di distribuire storie rivolte a un pubblico più maturo. Il successo arrivò nel 1964 con il lancio di Creepy, una rivista antologica in bianco e nero presentata dal personaggio Uncle Creepy (in Italia Zio Tibia). A questa si aggiunsero Eerie (1966), presentata da Cousin Eerie (Astragalo), e la più famosa Vampirella, lanciata nel 1969. La casa editrice entrò in crisi negli anni Settanta, sospese le pubblicazioni nel 1981 e dichiarò bancarotta nel 1983. Famous Monsters of Filmland Famous Monsters of Filmland, lanciata nel 1958 dalla Warren Publishing, è considerata la prima fanzine cinematografica di genere. L’idea nacque dall’incontro tra l’editore James Warren e lo scrittore e grande collezionista Forrest J. Ackerman, che ne divenne il direttore. Famous Monsters fu una pubblicazione rivoluzionaria perché si rivolgeva direttamente agli appassionati, parlando dei loro film preferiti con un tono informale e divertente. Le pagine erano piene di storie dietro le quinte, foto mai viste prima, recensioni, quiz e rubriche dedicate ai fan. La rivista contribuì a creare una vera e propria comunità di appassionati, i “Monster Kids”, che condividevano l’amore per i mostri classici della Universal, della Hammer Film e altri film di “serie B”. L’impatto di Famous Monsters fu enorme e duraturo. Molti dei “Monster Kids” che crebbero leggendo la rivista diventarono a loro volta registi, sceneggiatori, artisti e scrittori di successo, tra cui Steven Spielberg, Stephen King e Joe Dante. Spacemen Nel tentativo di bissare il piccolo successo di Famous Monsters of Filmland, Warren nel 1961 diede alle stampe Spacemen, una rivista di fantascienza e cinema spaziale, anch’essa curata da Forrest J. Ackerman. L’attenzione della rivista era focalizzata sui film con ambientazione spaziale, tentando di capitalizzare l’interesse suscitato dai programmi spaziali di Stati Uniti e Unione Sovietica. Ogni numero era pieno di fotografie esclusive, retroscena, recensioni e articoli su film e serie tv di fantascienza. A differenza di Famous Monsters, che aveva un bacino sconfinato di mostri classici e film horror da cui attingere, la scelta di limitare Spacemen ai soli film spaziali si rivelò un errore. Il bacino era molto più ristretto, e questo contribuì al fallimento della rivista. L’interesse del pubblico si stava spostando verso altri generi e la rivista non riuscì a mantenere il passo. Dopo soli otto numeri (dal 1961 al 1964) e un almanacco nel 1965, la rivista fu chiusa a causa delle scarse vendite. Creepy Creepy, lanciata nel 1964, è stata di fondamentale importanza per le fortune della Warren Publishing. Questa rivista antologica di fumetti horror in bianco e nero non solo ha segnato l’esordio della Warren nel genere, ma ha anche creato un modello editoriale che permetteva alla casa editrice di aggirare le rigide censure del Comics Code Authority. La rivista offriva storie spesso violente che richiamavano i fumetti horror della defunta EC Comics. Questo attirò un pubblico di lettori più adulto, che cercava contenuti più sofisticati di quelli permessi dal Comics Code. La Warren attirò alcuni dei più grandi talenti del fumetto dell’epoca, come Archie Goodwin, Frank Frazetta, Wally Wood e Steve Ditko. La qualità delle storie e dei disegni rese la rivista un punto di riferimento per gli appassionati di horror. Blazing Combat La rivista antologica di fumetti Blazing Combat (1965-1966) si distinse nel panorama del fumetto bellico per il suo approccio realistico, in contrapposizione con le raffigurazioni eroiche e patriottiche comuni all’epoca. A differenza di altri fumetti di guerra che evitavano i temi controversi, Blazing Combat parlò di Vietnam e di razzismo forse un po’ in anticipo sui tempi. La rivista attrasse disegnatori del calibro di Gene Colan, Alex Toth, John Severin e Wally Wood. Le copertine, spesso disegnate da Frank Frazetta, contribuivano a dare un tono epico e drammatico. I distributori di riviste, molti dei quali veterani affiliati all’American Legion, trovarono i temi antimilitari di Blazing Combat sgraditi e, a partire dal secondo numero, si rifiutarono di distribuire la rivista in molte edicole. Come spiegato dal fondatore James Warren, le pressioni politiche provenienti da diverse parti contribuìrono in modo decisivo alla precoce chiusura della rivista. Eerie La rivista Eerie (1966) replicò il successo di Creepy e insieme andarono a costituire le due colonne dell’impero editoriale della Warren. Sebbene il successo sia stato analogo, c’erano delle differenze tra le due testate che ne definivano l’identità. Creepy si concentrava maggiormente su storie a sé stanti in stile EC Comics, con una forte enfasi sul genere horror puro. Eerie offriva una maggiore varietà, incorporando spesso elementi di fantascienza, fantasy e sword and sorcery. Sempre a differenza di Creepy, Eerie presentava frequentemente storie con personaggi ricorrenti, creando serializzazioni e archi narrativi più lunghi. Il successo di Eerie fu possibile grazie a diversi elementi già sperimentati con Creepy: entrambe le riviste furono inizialmente curate da Archie Goodwin, gli artisti più talentuosi dell’epoca lavoravano per entrambe le testate. Come per Creepy, ogni episodio di Eerie era introdotto e concluso da un personaggio, qui da Cousin Eerie. Anche se con il tempo questo espediente venne abbandonato. Vampirella Lanciata nel 1969, Vampirella sfruttò il modello di Creepy ed Eerie ma lo perfezionò con un approccio unico che la rese la testata più importante e redditizia della Warren. A differenza di Creepy ed Eerie, che cambiavano storie e protagonisti ad ogni numero, Vampirella offriva una serie incentrata su un personaggio principale fisso che in breve divenne una vera e propria icona del fumetto horror. La rivista divenne un veicolo per il talento di disegnatori eccezionali, come lo spagnolo José “Pepe” González il cui stile elegante e sensuale contribui al successo della rivista. Oltre a González, hanno lavorato su Vampirella disegnatori come Frank Frazetta e Wally Wood. La rivista è stata pubblicata ininterrottamente fino al fallimento della Warren nel 1983, dimostrando una longevità e una popolarità notevoli. Anche dopo la chiusura, il personaggio di Vampirella è sopravvissuto nel formato comic book con altri editori. Dracula Contrariamente alle altre testate della Warren Publishing, Dracula non fu una produzione originale della casa editrice americana, ma una riedizione in volume di una serie a fumetti spagnola. La serie originale Dracula fu pubblicata in Spagna dalla Buru Lan nel 1971, in dodici fascicoli. Il progetto fu realizzato con storie e disegni di autori di talento come Esteban Maroto, José M. Bea ed Enric Sió. Nonostante il titolo, la rivista spagnola non era interamente dedicata al celebre vampiro. Si trattava piuttosto di un’antologia di episodi horror con atmosfere cupe e gotiche. La pubblicazione servì a introdurre al pubblico americano alcuni dei talentuosi artisti spagnoli che già collaboravano con la Warren su altre testate. L’arte di Maroto e degli altri fu apprezzata dai lettori, e contribuì a definire l’estetica Warren negli anni Settanta. Sebbene fosse prevista la pubblicazione di un secondo volume per completare la serie in America, questo non fu mai realizzato. The Spirit La rivista The Spirit, pubblicata a partire dal 1974, si differenziava dalle classiche testate horror della casa editrice. Invece di presentare storie originali, era una serie di ristampe delle innovative strisce a fumetti di The Spirit, scritte e disegnate dal leggendario Will Eisner negli anni Quaranta e Cinquanta. Come le altre pubblicazioni Warren, fu prodotta nel formato rivista: questo permise alla Warren di offrire un fumetto di alta qualità a un pubblico maturo. The Spirit fu una figura rivoluzionaria del fumetto americano e la sua riproposta da parte della Warren permise a una nuova generazione di lettori di scoprire il lavoro di Eisner. La rivista ristampava le storie originali con l’aggiunta di nuove copertine, spesso realizzate da talenti moderni come Ken Kelly. La Warren pubblicò 16 numeri di The Spirit tra il 1974 e il 1976. Dopo la serie passò alla Kitchen Sink Press, che continuò a pubblicarla con i numeri dal 17 al 41. 1984 La rivista 1984, pubblicata dalla Warren Publishing dal 1978, fu un’antologia a fumetti di fantascienza in bianco e nero, creata in risposta successo di riviste europee come Métal Hurlant. Nonostante il titolo evocasse il celebre romanzo di George Orwell, l’antologia si concentrava sui temi fantascientifici più vari, con un forte accento sulla fantascienza distopica, la violenza e la sensualità. La rivista vide la partecipazione di numerosi talenti del fumetto. Tra i disegnatori più celebri che hanno contribuito a 1984 si possono citare Richard Corben, José Ortiz, Wally Wood, Alex Niño ed Esteban Maroto. La sua creazione si inserì in un periodo in cui tutta l’industria guardava alla fantascienza a fumetti, che stava ottenendo un buon successo anche negli Usa grazie alla rivista Heavy Metal. 1984 cessò le pubblicazioni nel febbraio del 1983 con il numero 29, a causa della bancarotta della Warren Publishing. Rook Magazine La rivista The Rook Magazine fu uno spin-off nato dalla popolarità di un personaggio, The Rook, che aveva fatto il suo debutto in un’altra rivista della Warren, Eerie. The Rook, creato da Bill DuBay, fece la sua prima apparizione in Eerie n. 82 nel marzo 1977. A differenza dei soliti racconti senza personaggi, The Rook era il protagonista delle sue storie e riscosse l’interesse dei lettori, tanto da ottenere una sua rivista nel 1979. The Rook Magazine vide la collaborazione di noti disegnatori, tra cui Richard Corben per le copertine, e continuò a pubblicare autori come Bill DuBay e Jim Stenstrum. La rivista mantenne la qualità tipica della Warren, con illustrazioni in bianco e nero e copertine a colori. Nella fase di declino della Warren, The Rook Magazine fu uno dei suoi titoli più popolari. Navigazione articoli BETTIE PAGE, LA PIN UP AMATA DAI FUMETTI DRAGON BALL, STORIA DI UN SUCCESSO MONDIALE
Ho comperato, a suo tempo, le antologie da Creepy ed Eerie pubblicate negli Oscar nella prima metà dei ’70. L’impressione è stata quella di una notevole raffinatezza grafica, superiore a quella degli EC ( perlomeno, di quei pochi che mi sono capitati sott’occhio ), più reboante e “fracassona”. I disegnatori che prediligevo erano Reed Crandall e Ernie Colon. Rispondi