Il dottor Paolo Mezzana, un chirurgo plastico di Roma, ha annunciato che nell’estate del 2018 sarà messo in commercio un nuovo tipo di vibratore. Il suo uso favorirà il rinforzo del pavimento pelvico, cioè dei muscoli che sostengono la vagina, l’uretra e la vescica fino all’apparato ano-rettale. Inoltre la sua utilizzazione potrà contribuire al rinnovamento dei tessuti della vagina. Potrà essere usato a casa propria dopo essere stati convenientemente istruiti in merito. Ciò consentirà di intensificare la riabilitazione dopo un intervento chirurgico all’addome o dopo una o più gravidanze. Se otterrà la classificazione di presidio medico sarà rimborsabile dal servizio sanitario nazionale. Il vibratore torna così alla funzione iniziale, quella medica. Il vibratore, infatti, era stato inventato per curare l’isteria. Verso la fine dell’ottocento il dottor Joseph Mortimer Granville costruì una specie di frullino che con le sue vibrazioni produceva un intenso massaggio. L’ammalata ne traeva un grande beneficio e la diminuzione dei sintomi dell’isteria. I vibratori erano dotati di un motorino elettrico che produceva la vibrazione. Nel film “Hysteria” del 2011 viene raccontata la storia dell’invenzione del vibratore. Nell’ottocento le donne erano sessualmente represse. La famiglia, la scuola e la società nonché la religione proibivano loro di prendere coscienza della propria sessualità. Anche esplorare il proprio corpo era considerato sconveniente. Quindi le donne non avevano consapevolezza dei propri bisogni sessuali e li scambiavano per sintomi di un disturbo nervoso. Arrivavano anche a vere e proprie scenate dette appunto isteriche. Mentre i bisogni e gli appetiti sessuali dell’uomo erano riconosciuti quelli delle donne erano negati. Antico vibratore A un certo punto i neurologi che curavano le pazienti isteriche si accorsero che le malate traevano grande beneficio dal massaggio pelvico. Massaggio pelvico come cura dell’isteria Il massaggio pelvico produceva il cosiddetto parossismo nervoso che non era altro che un vero e proprio orgasmo: la paziente cadeva in uno stato di quasi perdita di coscienza e riemergeva appagata. I medici che praticavano il massaggio pelvico cercarono un mezzo per renderlo più veloce ed efficace. Verso la fine dell’ottocento il medico inglese Joseph Mortimer Granville inventò il primo vibratore elettrico. Era considerato uno strumento medico, non un attrezzo per procurare l’orgasmo. Era usato solo per curare l’isteria perché la masturbazione era considerata un peccato sia per l’uomo che per la donna. Apparve la pubblicità dei vibratori anche sui giornali popolari, ma solo come presidi medici e curativi. Intorno al 1920, con lo sviluppo del cinema, apparvero le pellicole pornografiche. Il vibratore cominciò a comparire nei film porno e a quel punto scomparve dalla pubblicità dei giornali per famiglie. Nell’America degli anni sessanta le donne cominciarono a interessarsi apertamente della loro sessualità. Comparvero studi e inchieste sull’orgasmo femminile. Si diffuse l’idea che una sana vita sessuale non fosse solo un obbligo per soddisfare il dovere coniugale, ma prima di tutto un diritto. Negli anni settanta una donna su cento possedeva un vibratore. Le ricerche attuali hanno accertato che circa la metà delle donne lo possiede. Nel 1968 comparve il primo vibratore senza fili, a batteria. Nel 1980 l’isteria come malattia mentale è scomparsa dal DSM, cioè dal manuale diagnostico delle malattie mentali. La società attuale è senza alcun dubbio assai meno sessualmente repressiva di quella ottocentesca. Il disagio e la depressione femminile hanno altre motivazioni e altri modi di manifestarsi. Nel video vediamo una sequenza di “Sex and the City”, serie programmata dal canale americano Hbo dal 1998 al 2004. Le protagoniste sono quattro donne in carriera di New York tra i 35 e i 40 anni. Tratta esplicitamente anche di situazioni sessuali. Nel video, la protagonista più attiva sessualmente, Samantha, spiega le caratteristiche dei vari vibratori. Nel 1968 una società giapponese mise in commercio negli Stati Uniti un vibratore elettrico chiamato Magic Wand, bacchetta magica. Era venduto come vibratore per alleviare la tensione muscolare e i dolori ai muscoli indolenziti. Verso la fine degli anni sessanta l’educatrice sessuale Betty Dodson ne propagandò l’uso come vibratore clitorideo per ottenere un potente orgasmo. È un oggetto relativamente grande: lungo 30 centimetri, pesa più di mezzo chilo. Fornisce due frequenze di vibrazione: da 83 hertz e 100 hertz. Quando il vibratore fu propagandato al pubblico come uno strumento per ottenere un orgasmo clitorideo, la società giapponese che lo aveva costruito lo tolse dal commercio. Voleva evitare che il proprio nome fosse collegato a un vibratore. Ma la reazione del pubblico fu tale che la società fu costretta a trovare un accordo con un distributore americano. Adesso sull’Original Magic Wand non compare più il nome della società produttrice. Verso la fine del novecento la società Vibratex introdusse negli Stati Uniti i primi vibratori a doppia stimolazione: vaginale e clitoridea. I vibratori erano costruiti in Giappone ma, poiché era proibita la loro produzione nel paese del Sol Levante, li si camuffava come se fossero animaletti di gomma. Quello che ebbe più successo era il coniglio (rabbit). Il materiale più consigliabile è il silicone, che difficilmente viene attaccato da batteri e da funghi. I rabbit pearl resistenti all’acqua (waterproof) sono più facili da tenere puliti e disinfettati. Il Rabbit Pearl è dotato di una struttura più lunga e prominente adatta alla penetrazione vaginale. La parte più corta con le due protuberanze in punta (che sono le orecchie del coniglio) è atta a stimolare efficacemente il clitoride. Il dottor Paolo Mezzana ha annunciato per questa estate un vibratore anti-età. Aiuterà le donne a riattivare i tessuti e a far ripartire la sessualità. È un presidio medico progettato in Italia da ricercatori italiani. “L’apparecchio”, spiega Mezzana, “produce una vibrazione a 100 herz, una particolare frequenza che stimola la replicazione cellulare e la vascolarizzazione. Ma è una vibrazione che può anche produrre piacere. Ciò permette alle donne in menopausa di riprendere confidenza con il proprio corpo. È un’attitudine che con l’età tendono a perdere, ma che ha un’importanza fondamentale per il benessere generale e per la funzionalità intima”. “I dati della sperimentazione sono positivi”, riferisce lo specialista, “abbiamo osservato un miglioramento dell’idratazione, dello spessore e del tono della mucosa. Non abbiamo ancora i dati microscopici delle biopsie eseguite, ma i risultati dei questionari hanno mostrato in tutte le pazienti il miglioramento della vita sessuale”. Molte donne vogliono vivere una soddisfacente vita sessuale anche dopo un’operazione o una gravidanza, il nuovo vibratore risponde all’esigenza di rendere possibile il ringiovanimento delle funzioni compromesse. Il vibratore ritorna così all’uso terapeutico che aveva alle origini. Navigazione articoli TEST PER LUI: QUANTO PIACI ALLE DONNE? L’OSSIGENO DIVENTA L’ELISIR DI LUNGA VITA