Il senso di inadeguatezza, la consapevolezza di star sbagliando qualcosa, la certezza di aver perso un pezzo. È così che mi sento ora, dopo aver finito di leggere Il Cuore della Città di Francesco Savino e Giulio Rincione… incompleto.

Non è una cosa che capita così spesso, anzi si potrebbe dire che è l’esatto opposto: scovare storie capaci di sconquassarti fin nel profondo, confonderti e spostare anche di poco la valvola delle emozioni, è assai raro, ma quando succede poi ti senti diverso, cambiato… maturato.
A me è successo proprio oggi, al termine di questo nuovo graphic novel che mi ha lasciato letteralmente senza parole, ma allo stesso tempo anche pieno di domande e di curiosità.

VIAGGIO DENTRO IL CUORE DELLA CITTÀ

Questo è un viaggio fisico quanto mentale, un viaggio per il protagonista e il lettore, attraverso la città e i propri sentimenti, un percorso alla riscoperta del mondo interiore che si riversa innegabilmente in quello esteriore.
È un vero e proprio vagabondaggio, principalmente introspettivo, quello del giovane protagonista, che ritrovandosi una sera tra le strade della città si vede costretto a fare i conti con gli spettri di un passato che la città sembra in tutti i modi voler far sua.
Lungo questo cammino, per certi versi tra il Dantesco e il Dickensiano, il protagonista incrocia e intreccia la propria vita con quella dei classici e stereotipati cittadini di una città media.

Sin dalle prime battute, dalle prime vignette, risulta chiaro l’astio del giovane nei confronti della città, che viene vista come un vero e proprio nemico, il boss finale che domina l’esistenza dall’alto.
Un nemico che si rivela ben presto essere comune anche a tante altre persone e a un piccolo e sparuto gruppo di anziani, “Il Sindacato”. Vittime della città stessa che, dopo averne assorbito il passato e le loro storie personali, ha abbandonato alla loro stessa esistenza, o almeno a quello che ne rimane.

VIAGGIO DENTRO IL CUORE DELLA CITTÀ

Per evitare che capiti lo stesso anche al protagonista questo bizzarro gruppo di anziani decide di aiutarlo, di fargli da guida, indicandogli quella che per loro è la retta vita, il percorso più adatto verso la salvezza. Ma sarà davvero così? Ha senso vivere una vita progettata da qualcun altro?

Dubbi. Dubbi, timori e incertezze, si insinuano nel cuore del protagonista, per riversarsi poi all’istante in quello del lettore.
Paure, soprattutto quelle passate, tornano prepotentemente nella sua vita, come mostri aberranti e spaventosi spettri che vogliono in tutti i modi impadronirsi del presente, di ogni scampolo di vita. Dubbi e ancora dubbi, domande su domande, senza mai ricevere risposta, o almeno una che sia davvero sensata e veritiera.
L’unica soluzione, in questi casi, è muoversi sulle proprie gambe e procedere nella direzione indicata dal proprio animo, proprio come decide di fare il protagonista, quando sente che anche queste inaspettate e apparentemente indifese guide vogliono alterare il suo modo di vedere e di pensare.

VIAGGIO DENTRO IL CUORE DELLA CITTÀ

L’immedesimazione nel protagonista è immediata e, pur non condividendo lo stesso stile di vita, ci si ritrova partecipi della sua storia, nella vastità di questa città senza nome e senza confini.
La storia mette il lettore, proprio come fa con il protagonista, davanti alle sue paure e a mille e più insicurezze, proprio come fa solitamente la vita nella realtà.
Il senso di disagio è forse l’aspetto che più caratterizza il racconto, il primo elemento di connessione tra protagonista e lettore, che però non è da ricercare tanto nell’insicurezza di vivere la città, quanto più di vivere la propria vita all’interno della città. Il senso del racconto quindi è da ricercare molto più a fondo, scartando i primi strati superficiali, quelli che siamo abituati a vedere quotidianamente.

Come si riesce a fare tutto questo? Come si riesce a far scattare il meccanismo dell’immedesimazione?
La risposta in questo caso porta il nome di Francesco Savino, uno sceneggiatore sopraffino e attento, che attraverso una prosa profonda e pungente, che all’occorrenza si fa vera poesia (vedete l’epilogo), riesce a dar vita e forma ai sentimenti, rendendoli alla portata di tutti, o per meglio dire… rendendoli reali.
Quello che viene raccontato sembra essere incredibilmente tangibile, la realtà immortalata dagli altrettanto splendidi disegni di Giulio Rincione, che ancora una volta porta il mondo del fumetto verso un piano superiore, che tende all’arte pittorica. Quel tipo di arte che si trova nei musei, per capirci.

Quando un fumetto come Il cuore della città riesce a parlare con grande espressività di emozioni e sentimenti, di insicurezze e paure, 84 pagine bastano per raccontare una vita intera e condividerla con il mondo intero.
Non è semplice, ovvio, ma il duo Savino-Rincione ci riesce perfettamente con questo meraviglioso piccolo capolavoro del fumetto, un graphic novel che accoglie dentro di sé l’arte intera (dalla pittura alla poesia). Insomma, un volume che andrebbe letto e riletto, soprattutto nei momenti più difficili. Proprio quelli in cui ti senti perso nella vastità della città.

 

IL CUORE DELLA CITTÀ: LA TRAMA

Una metropoli pronta a schiacciare chiunque la abiti. un ragazzo conteso tra le forze del bene e quelle del male in una lotta per impedire alla città di fagocitare un’altra vita. Non per sconfiggerli ma per imparare a conviverci.

 

  • Autori: Francesco Savino e Giulio Rincione
  • Editore: Shockdom
  • Genere: Narrativa a Fumetti
  • Pagine: 84 pp
  • Uscita: 19 Marzo 2020
  • Prezzo: € 15,00
  • Titolo originale: Il cuore della città
  • Nazionalità: Italiana

 

(Da Everpop).

 

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