Jim Shooter arriva alla Marvel nel 1978, inizialmente come editor associato, e poco dopo diventa Editor-in-Chief (direttore generale). Quando Shooter arriva, la Marvel è in una fase instabile: le vendite sono in calo, ci sono problemi organizzativi e gli autori se ne vanno facilmente.

Un anno prima, nel 1977, la Marvel aveva avuto uno slancio economico grazie al fumetto di Star Wars, che fu un enorme successo. La Marvel aveva ottenuto i diritti per l’adattamento del primo film di George Lucas praticamente a costo zero (visto che i fumetti di fantascienza non vendevano bene all’epoca), ma il fumetto esplose in popolarità assieme al film. Grazie a Star Wars, la casa editrice evitò il fallimento e guadagnò nuovi lettori. Quando Shooter prende il comando, lavora per rimettere ordine introducendo regole editoriali più severe, cercando di stabilizzare la qualità delle storie e migliorando i rapporti con i disegnatori e gli sceneggiatori (almeno inizialmente).


1978

Star Wars vende una media di 278.000 copie al mese, dopo avere raggiunto con i primi numeri della serie l’anno precedente il milione di copie. Amazing Spider-Man  è al secondo posto con 277,000 copie, realizzato dalla coppia Len Wein/Ross Andru che dà il meglio di sé nell’arco narrativo finale, “Il ritorno di Goblin!”, il quale si estende su ben cinque numeri.

La storia vede Goblin combattere l’Uomo Ragno e Silvermane per il controllo della malavita di New York.
Al terzo posto c’è
Incredible Hulk con 276.000 copie, realizzato senza infamia e senza lode dalla coppia Roger Stern/Sal Buscema. Uncanny X-Men dopo aver raggiunto il punto più basso nei primi anni settanta e aver ricominciato a risalire nelle vendite a partire dal 1975 con l’arrivo di Byrne alle matite nel n. 108 del dicembre 1977, fa un balzo  in avanti di 66.000 copie raggiungendo le 171.000 copie al mese.

 

1979

Nel 1979 Amazing Spider-Man, con 296.000 copie vendute, si riprende il primato che aveva dovuto cedere a Star Wars nei due anni precedenti. Quest’anno vede un cambiamento nel team degli autori, Marv Wolfman succede a Len Wein e  Keith Pollard a Ross Andru. Il concetto alla base della run di Marv Wolfman è “torniamo a Ditko”, e anche se non sempre riesce a metterlo in pratica efficacemente, il tentativo è apprezzabile e dà qualche buon frutto.

Dal 1976 è presente sul mercato una seconda serie dedicata all’uomo ragno  Peter Parker, The Spectacular Spider-Man, che vende quasi come la serie principale raggiungendo nel 1979 le 211.000 copie. La serie realizzata da Bill Mantlo e Jim Mooney non regge il confronto qualitativo con Amazing, ma vende bene grazie alla crescente popolarità del personaggio.
Uncanny X-Men continua a crescere raggiungendo le 192.000 copie; è l’anno de “la saga di Proteus” uno dei primi capolavori della coppia Claremont-Byrne.


1980

Nel 1980 Uncanny X-Men grazie alla “saga della Fenice Nera”, il ciclo che ridefinì gli X-Men, trasformandoli da un gruppo di nicchia in una delle squadre più amate della Marvel, diventa la testata più venduta  con 259.000 copie al mese. Il dramma, la tensione e il sacrificio finale di Jean sono tra i momenti più intensi dei fumetti.
Il marchio X-Men è talmente vincente che riesce a far vendere bene anche il personaggio di Dazzler, un lavoro commissionato alla Marvel nel 1978 dalla Casablanca Records, casa di produzione di dischi.

Lo stesso Jim Shooter si occupa della storia, insieme allo sceneggiatore Tom De Falco e al disegnatore John Romita Jr., che vorrebbe modellare il personaggio sulla cantante nera Grace Jones, ma gli venne chiesto di prendere ispirazione dall’attrice Bo Derek perché avrebbe dovuto essere la protagonista del film di Dazzler. Alla fine Bo Derek rifiuta la parte, così il film non si fa, il disco non si fa e alla Marvel rimane in mano un personaggio femminile che a dispetto della tormentata genesi riesce a vendere oltre 400mila copie del n. 1 e a durare fino al n. 42.


1981

Anche nel 1981 X-Men risulta il titolo più venduto con 313.000 copie, soprattutto grazie al un ciclo che contiene un’altra storia iconica di Claremont e Byrne : “Giorni di un futuro passato”. È una delle prime storie a introdurre viaggi nel tempo e futuri distopici. Racconta un mondo in cui i mutanti sono stati sterminati dalle Sentinelle.
Il 1981 è anche l’anno in cui esplode il Daredevil di Frank Miller, che passa da 130.000 copie a 232.000 copie dopo l’introduzione del personaggio di Elektra (Daredevil n. 168, 1981), il grande amore di Matt dei tempi dell’università, la bellissima figlia dell’ambasciatore greco.

Passano da 190.000 copie al mese a 257.000 i Fantastici quattro di John Byrne. Dopo la grande era di Stan Lee e Jack Kirby negli anni ’60, i Fantastici Quattro avevano perso smalto. Vari autori si erano alternati senza riuscire a ridare vitalità alla testata.
Quando arriva
Byrne, che a questo punto è già una superstar, si prende il pieno controllo creativo: sceneggiatura, disegni e spesso anche chine. Inaugurando quella che è chiamata ancora oggi “The Second Golden Age of the Fantastic Four“.


1982

Nonostante l’abbandono di John Byrne, X-Men continua a incrementare i lettori che diventano 336.000. Questo avviene grazie alla continua crescita di Chris Claremont, ormai diventato uno dei migliori scrittori Marvel, che continua a stupirci con storie come “La saga della Covata”. Questa fortunata saga stellare degli X-Men è evidentemente ispirata al film Alien di Ridley Scott del 1979. La Covata agisce e si riproduce proprio come gli alieni xenomorfi della pellicola.

La caratteristica della storia è la cura con cui Chris Claremont descrive lo stato d’animo dei protagonisti.
Anche il Devil di Frank Miller continua a mietere successi raggiungendo le 259.000 copie. Si compie  proprio nel 1982 il destino tragico di Elektra per mano di Bullseye, in una delle morti più scioccanti dei fumetti. Bullseye non è più un sicario qualunque, diventa un folle ossessionato da Devil. Il loro scontro finale in cui Elektra viene uccisa è devastante.


1983

Nel 1983 gli X-Men continuano a crescere raggiungendo le 393.000 copie vendute. Trasmettendo ai lettori l’immagine di un gruppo sempre più anticonvenzionale come dimostra l’iconica splash page iniziale del n. 168, dove la giovane Kitty Pryde definisce Charles Xavier un “idiota”. 

L’altra sorpresa dell’anno è il successo del nuovo Thor di Walt Simonson, che raddoppia le copie passando dalle 147.000 del 1982 alla 303.000 del 1983. Simonson porta una ventata di freschezza al personaggio di Thor, che aveva vissuto periodi di stallo narrativo. La sua gestione riscopre l’essenza epica e mitologica di Thor, restituendo al dio del tuono il suo posto tra le leggende. Simonson esplora il lato più eroico di Thor, mettendo in evidenza il suo destino come dio e guerriero, pur mantenendo le sue caratteristiche di  umanità e vulnerabilità.

 

1984

Il 1984 regala agli X-Men un record assoluto che li vede raggiungere le 449.000 copie. Chris Claremont raggiunge vette espressive mai toccate prima, come possiamo vedere nel n. 186 intitolato “Vita-morte”. Il passaggio di Ororo dall’autocommiserazione, all’amore, all’accettazione e infine alla rabbia , è uno dei capolavori di Chris Claremont. Una raffinata descrizione della psiche di una ragazza in grado di superare un momento di depressione grazie al lavoro su sé stessa.

Nello stesso anno avviene il ritorno del pupazzo snodabile del soldato di fanteria G.I. Joe, che era stato messo fuori produzione nel 1973 ai tempi della guerra del Viet-Nam. La Hasbro ne tenta il rilancio in pieno periodo reaganiano e contatta la Marvel per realizzarne il fumetto. Jim Shooter ha l’idea di chiamare G.I. Joe l’intera squadra di combattenti, invece che il singolo personaggio. L’operazione ha un successo straordinario, grazie soprattutto ai testi di Larry Hama, che permette alla serie di raggiungere le 300.000 copie vendute.


1985

Se X-Men rimane il titolo più venduto, fa impressione l’esordio roboante dei Transformer, che riescono a vendere oltre 300.000 copie al mese.
Sul finire degli anni settanta la grande quantità di serie robotiche giapponesi spinge diverse aziende a creare linee di giocattoli “trasformabili”. La nipponica Takara è una di quelle che ha più successo nel creare linee di veicoli e robot trasformabili. Negli Stati Uniti la produzione della Takara attira le attenzioni della Hasbro, con la quale stringe un patto commerciale per la produzione di una serie di veicoli trasformabili in robot: sono nati i Transformers.

Nel 1983 John Byrne, dopo mille tentennamenti, accetta di serializzare le storie del gruppo degli Alpha Flight, che aveva debuttato sulle pagine di X-Men n.120. Si tratta di un gruppo di supereroi canadesi assai composito, ne fanno parte Guardian, Marrina, Northstar, Puck, Sasquatch, Shaman e Snowbird. Byrne scrive e disegna i primi 28 numeri, contribuendo al successo della serie che nel 1985 arriva a vendere 239.000 copie.


1986

Nel 1986 i Transformers con 436,000 copie vendute scalzano gli X-men dal primo posto in classifica. Il successo del gruppo mutante comincia a generare degli spin-off. New Mutants è il primo di una serie di prodotti derivati dalla testata originale che andranno a occupare spazi di mercato. Chris Claremont e il disegnatore Bob McLeod creano un gruppo di nuovi mutanti, giovani e di diverse nazionalità, all’inizio sono Cannonball, Danielle Moonstar, Sunspot, Wolfsbane e Karma.

Con l’arrivo di Bill Sienkiewicz il titolo prende il volo e arriva a vendere 368.000 copie. Un altro spin-off è X-Factor. Nel 1986 gli X-Men sono Tempesta, Shadowcat, Colossus, Rogue, Phoenix, Wolwerine e Nightcrawler. Si tratta di un front line di tutto rispetto.
Però Jim Shooter ha nostalgia per il quintetto originale composto da Ciclope, Bestia, Jean Grey, Angelo e l’Uomo di Ghiaccio. Trova che sarebbe interessante rimetterli insieme per fargli vivere nuove avventure. Detto fatto, il titolo parte nel febbraio del 1986 e parte come un razzo, almeno sotto il profilo delle vendite, che arrivano a 340.000 copie al mese.


1987

L’ultimo anno di Jim Shooter vede la classifica delle vendite dominata sostanzialmente da due personaggi: gli X-Men e l’Uomo Ragno. Gli X-Men sono presenti con Uncanny X-men che, scritto come sempre da Chris Claremont, vede esordire alle matite Marc Silvestri vendendo 420.000 copie.

Gli X-Men originali di X-Factor, che sono realizzati dalla coppia Louise e Walt Simonson, veleggiano sulle 311.000 copie. New Mutans realizzato da Louise Simonson e Brett Blevins si “accontenta” di 235.000 copie.

Amazing Spider-Man di David Michelinie promette bene ma vivacchia ancora sulle 271,000 copie; dovrà aspettare l’arrivo di Todd McFarlane l’anno successivo per fare il botto. Nel 1985 era uscito lo spin-off Web of Spider-Man, che diventerà famoso nel 1987 per ospitare una delle più belle storie dell’uomo ragno: “L’ultima caccia di Kraven” di De Matteis/Zeck, che trascinerà il mensile a vendere 238.000 copie. Concludiamo con Spectacular Spider-Man, anche lui ospiterà alcuni episodi dell’ultima caccia di Kraven vendendo 228.000 copie.

A questo punto Jim Shooter lascia la Marvel dopo averla resa grande per la seconda e ultima volta.

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