Ricorderete tutti quello che è successo nel 1996. Nel giorno in cui gli Usa festeggiavano la loro “indipendenza”, gli alieni hanno attaccato il nostro pianeta e la razza umana ha rischiato seriamente di dover rinunciare alla sua egemonia sulla Terra. Eppure, quando tutto sembrava perduto, noi umani abbiamo tirato fuori il meglio e, con tenacia e disperato coraggio, li abbiamo sconfitti. Però l’umanità sapeva bene che il nemico si sarebbe ripresentato alle porte e non è rimasta a guardarsi l’ombelico.

Dopo l’invasione respinta, finalmente siamo diventati un popolo unico, forte e coeso, e di comune accordo ci siamo adoperati per darci una linea di difesa. Ora abbiamo un programma di protezione globale, l’Earth Space Defence, per avvistare e contrastare gli invasori. Aspettiamo il loro attacco da 20 anni e il momento è arrivato: gli alieni sono tornati in “Independence Day: Rigenerazione”.

E con loro sono tornati gli uomini che li hanno sconfitti: lo scienziato David Levinson (Jeff Goldblum) e il pilota Thomas J. Whitmore (Bill Pullman), ex presidente degli Stati Uniti. Al loro fianco non c’è più il capitano Steve Hiller (Will Smith), che è “missing in action”, ma una nuova generazione di eroi composta dal figlio di Hiller, Dylan (Jessie T. Usher), dalla figlia di Whitmore, Patricia (Maika Monroe) e dal bizzoso ma bravissimo pilota Jake Donovan (Liam Hemsworth). In più, dopo alcune incomprensioni iniziali, a darci una mano c’è un misterioso ma benevolo alleato alieno.

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Ovviamente evitiamo di fare spoiler, poiché il film è appena uscito nelle sale italiane. Diciamo che, se siamo ancora qui a parlarne, le cose non sono andate esattamente come auspicavano le creature extraterrestri. Anche se noi terrestri, il cast in primis, abbiamo dovuto sopportare delle dolorose perdite.

Commentare “Independence Day: Rigenerazione” è un esercizio non facilissimo. La tentazione di liquidarlo classificandolo come la solita “americanata” o emmerichianata, come ha detto qualche influente critico, è forte. Del cinema di Emmerich, in effetti, presenta tutte le caratteristiche: il gusto per il grandioso, la ricerca del pacchiano, la prevalenza assoluta dell’azione e lo scarso approfondimento psicologico dei personaggi. Il film ha una struttura basica e una trama quasi insulsa, con un’estetica simile a quella dei videogiochi di una decade fa.

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Oltre a questo, al netto delle irritanti tirate retoriche e delle enfatiche rappresentazioni di un’America vista come modello etico, persiste una peculiare fiducia verso il genere umano che poco ci attenderemmo da un autore propenso alla narrazione delle catastrofi. Il fatto è che Roland conosce bene il fanciullino che è in noi, quello che sobbalza sulla poltrona quando le nostre scatolette di latta attaccano il gigantesco colosso tecnologico alieno.

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La Rigenerazione funziona se non cercate la luna, soprattutto nella prima parte in cui si prepara il campo di battaglia. Le interazioni tra i personaggi funzionano molto meno: le battute sono stereotipate, i legami e i conflitti sentimentali solo abbozzati e le personalità, francamente, anonime. Tuttavia il film non ha pretese autoriali, termine spesso sinonimo di noioso: è una rutilante e smargiassa macchina da disastri, uno di quei giocattoli da usare e accantonare.

Nella vita non si può stare sempre sul pezzo, ogni tanto bisogna avere il coraggio di essere poco seri.

TITOLO ITALIANO
Independence Day: Rigenerazione

TITOLO ORIGINALE
Independence Day: Resurgence

REGIA
Roland Emmerich

SCENEGGIATURA
Nicolas Wright James Awoods, Dean Devlin, Roland Emmerich e James Vanderbilt

MUSICHE
Harald Kloser & Thomas Wanker

FOTOGRAFIA
Markus Forderer

DATA USCITA ITALIA
8 Settembre 2016

DATA USCITA USA
24 Giugno 2016

DURATA
120 Minuti

DISTRIBUZIONE
20th Century Fox

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