Il 24 maggio 2025 ci ha lasciati Peter David, detto “Pad”, uno dei più talentuosi e rilevanti autori di comics degli anni 80 e 90. Insieme a Chris Claremont, J.M. De Matteis e Frank Miller è stato probabilmente l’autore che ha maggiormente segnato quel ventennio. Il suo stile narrativo era caratterizzato da approfondimenti psicologici, crescita dei personaggi e sapeva mescolare con maestria, come pochi altri riuscivano, dramma e comicità. Nel corso della sua carriera “Pad” ha scritto diverse run divenute dei cult del fumetto americano, a cui abbiamo dedicato diversi articoli di approfondimento e molti ancora ne faremo. Qui ci limiteremo a fare un elenco di quelli che sono probabilmente i suoi lavori migliori per la Marvel e la DC, con i quali tanti lettori della Generazione X sono cresciuti L’UOMO RAGNO E LA SAGA DEL MANGIAPECCATI Peter David nasce nel 1956 a Fort Meade, nel Maryland, da una famiglia di religione ebraica. Il suo primo lavoro alla Marvel è come responsabile del settore vendite. Su spinta di Jim Owsley, nel 1985 passò alla redazione dove scrisse la famosa storia su Spectacular Spider-Man n. 107-110, ossia la Saga del Mangiapeccati, con i disegni di Rick Buckler. La storia è un giallo poliziesco dai toni cupi, ben diversa dalle classiche atmosfere che di solito caratterizzavano le storie dell’Uomo Ragno. Jean DeWolff, capitano della polizia e comprimario del cast di Spidey, viene trovata morta nel suo appartamento. Da lì iniziano una serie di indagini che coinvolgeranno anche l’Uomo Ragno, fino ad arrivare alla scoperta che il suo assassino non è altri che il suo ex partner, il tenente Stan Carter. Brutale è la reazione del nostro eroe, che per la prima volta va vicino ad abbandonare la propria etica e i propri principi, solo per essere riportato sulla retta via da Devil, altro eroe urbano alla caccia del Mangiapeccati. Peter David comincia subito con il botto, eliminando drammaticamente un comprimario della serie, ma soprattutto sancisce l’amicizia tra Peter Parker e Matt Murdock, che si rivelano le rispettive identità segreta dopo una (dura) discussione sul sistema giudiziario americano. L’amicizia e la confidenza tra i due eroi newyorkesi è qualcosa che ancora oggi li caratterizza. Il Mangiapeccati verrà ripreso dallo stesso David anni dopo nel 1988, in una nuova trilogia che arricchisce e conclude la storia di tre anni prima, pubblicata su Spectacular Spider-Man n. 134/136. L’INCREDIBILE HULK Sicuramente il lavoro per il quale Peter David viene ricordato maggiormente è la sua lunga run (durata ben 12 anni) su The Incredible Hulk. Nel 1987 la popolarità del Golia Verde, dopo gli ormai lontani fasti della serie televisiva con Bill Bixby e Lou Ferrigno, era in fase calante. Nessuno voleva “accollarsi” l’onore di scrivere la serie. Bob Harras suggerì David, dandogli carta bianca, “a patto che venda”. Pad era famoso per i suoi dialoghi e le sue battute spiritose, e un personaggio dal vocabolario limitato come Hulk non sembrava esattamente l’ideale per lui. Fortunatamente in quel periodo Al Milgrom aveva riportato il personaggio alle origini di Lee & Kirby, ossia facendolo ritornare grigio e sarcastico. Durante la sua lunga gestione lo scrittore porta Hulk in contesti diversissimi tra di loro (un viaggio on the road, poi Las Vegas e infine come agente per l’organizzazione Pantheon) in cui con il suo stile irreverente, fatto di fine umorismo ma anche di momenti di profonda riflessione, trasporta Bruce Banner e il suo forzuto alter-ego in un vero e proprio viaggio nelle psiche, attraverso il tema della personalità multipla (dovuta ad abusi da parte del padre, cosa suggerita da Bill Mantlo in precedenza). Tutto il cast di Hulk, da Betty Ross a Rick Jones, da Doc Samson al Capo viene rinvigorito e rivitalizzato dalla cura Peter David, e molti nuovi personaggi vengono introdotti, come Marlo Chandler, Mike Berenghetti e l’intero staff del Pantheon (una squadra di metaumani dediti al progresso dell’umanità, che si ispira ai protagonisti dell’Odissea). In 12 anni di attività su Hulk Pad tratta anche temi scottanti come l’Aids, la pena di morte, il furto d’identità, gli abusi genitoriali, l’aborto… il tutto senza essere banale. Lascerà la serie nel 1999, quando la Marvel preferirà riportare Hulk alla versione classica, stupida e iraconda, azzerando tutta la crescita psicologica del personaggio dovuta a Peter David. Tuttavia il suo lavoro su Hulk rimane un punto di arrivo per chiunque voglia cimentarsi a scrivere la serie del Golia Verde, e non pochi sono i rimandi alla versione Peter David degli autori che si sono succeduti ai testi di The Incredible Hulk. X-FACTOR Contemporaneamente a Hulk nel 1991 Peter David scrisse la nuova X-Factor, serie mutante ideata da Bob Layton e Jackson Guice (anche lui scomparso di recente) che originariamente comprendeva in squadra i cinque X-Men originali. Ma dopo il loro ritorno alla scuola di Xavier, la Marvel ha rilanciato nel n. 71 una nuova formazione con ai testi proprio Peter David. Sotto la gestione dell’agente governativa Valerie Cooper, questo nuova squadra lavorava direttamente per il Pentagono. Pad inserì alcuni personaggi di second’ordine come Havok, Polaris, Quicksilver, Wolfsbane, Uomo Multiplo e Forzuto e la rese una delle serie più divertenti e dinamiche dell’epoca. Il sestetto era composto da eroi dai caratteri tutt’altro che conciliabili, ed erano più gli sforzi nel tentare di coesistere tra loro che quello di combattere i criminali, con grande spasso dei lettori. Memorabile in tal senso la celebre seduta con lo psicologo in cui i personaggi mostravano tutte le loro problematiche a Doc Samson. Particolarmente riuscita la caratterizzazione di Quicksilver, in cui veniva spiegata la sua intolleranza alle persone al fatto che per lui agiscono troppo lentamente, “come quando sei in coda al bancomat o alla posta e quello davanti a te non si sbriga”. Peter David riprenderà X-Factor altre due volte, nel 2005 (X-Factor Investigations) e nel 2014 (All New X Factor, con disegni del nostro Carmine Di Giandomenico) cambiando formazione ma mantenendo quel mix di humor, citazioni di cultura pop e approfondimento psicologico che ne ha contraddistinto la serie. UOMO RAGNO 2099 Nel 1992 la Marvel lancia la linea 2099, un futuro alternativo in cui immagina l’apparizione di alcuni eroi ispirati a quelli del XX secolo. A Peter David e Rick Leonardi è affidato l’onore di dare la versione futuristica dell’eroe di punta della Marvel, ossia l’Uomo Ragno. Pad ce lo descrive come un messicano – irlandese (dato l’aumento dei cittadini di origine latina) di nome Miguel O’Hara, un ragazzo prodigio che lavora per l’Alchemax, una megacorporazione tra le più influenti in America. Viene drogato dal suo capo, Tyler Stone, affinchè diventi dipendente dalla droga rapture che solo lui può fornirgli (affinchè non si licenzi). Miguel per ripulirsi l’organismo procede a un esperimento genetico che però gli fornisce poteri simili a quelli dell’Uomo Ragno. Particolarmente avvincete è lo scenario in cui questo nuovo Ragno di quartiere agisce, una New York distopica e cyberpunk, dove le differenze socio-economiche generate dalle corporazioni hanno portato ad una serie di ingiustizie a cui il nostro eroe cerca di porre rimedio dove può. Pad descrive Miguel come una sorta di anti Peter Parker: se Peter è timido, Miguel è arrogante. Se Peter è taciturno, Miguel è loquace e saccente. Viceversa, se nei panni di Spidey Peter è logorroico per mascherare paura e insicurezza, quando indossa la maschera Miguel parla poco lasciando al lettore di leggere solo i suoi pensieri. Unica amica di Miguel è Layla, una sofisticata A.I. che appare come un ologramma di una ragazza a cui Miguel confida ogni segreto, e con cui dà vita a scambi di battute decisamente divertenti. Peter David ha scritto la serie fino al n. 44, poco prima della chiusura della serie, oltre che dell’interna linea 2099. Miguel O’Hara/ l’Uomo Ragno 2099 è comparso recentemente nel lungometraggio animato Spider-Man: Across the Universe (dopo una fugace apparizione dopo i titoli di coda nel film precedente) e apparirà anche nel suo imminente sequel, suscitando grande interesse presso il pubblico. AQUAMAN A metà degli anni 90 Peter David lascia la Marvel per accasarsi alla DC, dove prende in consegna il personaggio di Aquaman. Il biondo eroe acquatico non stava attraversando un bel periodo editoriale, dopo un paio di tentativi di rilancio andati a vuoto nel post-Crisis era rimasto in una sorta di limbo narrativo. Inoltre la fama del personaggio era stata macchiata dalla serie Super-Friends che lo aveva ridotto ad una macchietta. Pad lo prende idealmente da dove la serie del 1978 si era conclusa, con Aquaman in lutto per la perdita del figlio, lasciato dalla moglie e senza più la corona. Proprio come su Hulk, l’autore ne riscrive non solo la psicologia, definendolo come un uomo vicino al punto di rottura, mai totalmente a suo agio né in mare né sulla terraferma, e ne riscrive in parte anche le origini, rivelando come Arthur – o meglio Orin, il suo nome atlantideo – sia figlio di un macchiavellico mago di nome Atlan che ne ha maledetto l’esistenza. Cresciuto dai delfini, allevato dal guardiano del faro Tom Curry, Aquaman viene presentato da David come un eroe aggressivo e tormentato, ripristinandone l’immagine presso il grande pubblico. Complice del successo anche il nuovo look più “barbarico”, con tanto di capelli lunghi, barba e un uncino al posto della mano divorata dai piranha, al posto della classica cotta di maglia arancione, in voga con la moda in vigore all’epoca di dare agli eroi un aspetto più trasandato con elementi metallici. Oltre a modernizzare il protagonista, Pad scrive anche le Cronache di Atlantide, che definisce e riordina la mitologia del continente subacqueo della DC. Peter David scrive la serie di Aquaman per quattro anni, lasciandola nel 1998 con il n. 46 per divergenze creative con gli editor. Tuttavia lo stile con cui aveva rivitalizzato la serie diventerà un esempio per tutti i suoi successori, fino al reboot del New 52. Il “nuovo” Aquaman con uncino a capelli lunghi è stato uno dei personaggi più caratteristici della DC della metà degli anni 90. SUPERGIRL Sempre a tema di “innovazioni rilevanti”, nel 1996 Peter David decide di creare una nuova Supergirl per l’universo DC, su disegni dell’ottimo Gary Frank – con il quale aveva già collaborato ai tempi di Hulk. La ben più nota cugina di Superman, Kara Zor El, era stata cancellata dall’esistenza nella famosa Crisi sulle Terre Infinite. Da allora era comparsa una nuova Supergirl che però era una sorta di creatura mutaforma creata in laboratorio. Pad decide di creare un personaggio nuovo, la teen-ager Linda Danvers, che avesse dei rimandi all’originale Supergirl pre-Crisi. Togliendo ogni riferimento ai kryptoniani – pur incrociando la strada di Superman – la nuova Supergirl era più una eroina di natura mistica che combatteva creature infernali. Nel n. 51 Linda cambia costume per indossare una t-shirt bianca e una minigonna blu, che diventerà l’aspetto classico di questa versione del personaggio per distinguerla dall’originale. Pad scrive la nuova e rivisitata Supergirl dal 1996 al 2003, fino a quando la DC decide di riportare in vita l’originale cugina di Superman Kara Zor El. Il ritorno dell’originale Supergirl fu ben accolto dai lettori, aiutato anche da una serie televisiva prodotta da Cbs e appartenente all’Arrowverse, ma la serie Linda Danvers è stata una delle più amate dai fan, come testimonia la lunga vita editoriale, 80 numeri nel corso di 7 anni. YOUNG JUSTICE Con una nuova generazione di eroi alle porte, la DC lanciò una serie di eroi adolescenti che andava a sostituire i Teen Titans, ormai divenuti adulti, chiamata Young Justice. A scriverne i testi viene chiamato Peter David proprio per il stile umoristico e dinamico. Il pragmatico e serioso Robin – Tim Drake, il borioso e sfacciato Superboy (Conner Kent) e l’immaturo e iperattivo Impulso (Bart Allen) sono una miscela esplosiva con cui l’autore si diverte a sottolinearne le differenze, arrivano ad elaborare l’idea che i tre rappresentino i componenti della psiche secondo la teoria di Sigmund Freud: l’Ego (Superboy) il Super-Ego (Robin) e l’Es (Impulso). Il tutto coordinato da Red Tornado, un androide che cerca di ripristinare la propria umanità insieme a questi adolescenti. Ai tre giovani si uniranno presto anche la nuova Wonder Girl (Cassandra Sandsmark), Arrowette e la spettrale Secret. Inutile dirlo, ancora una volta le dinamiche interne tra i personaggi sono il vero motore della serie (come già accaduto per X-Factor) che si rivela gradita al pubblico. Young Justice verrà chiusa quando, a causa del grande successo ottenuto dall’omonima serie televisiva, la DC decide di riprendere il titolo di Teen Titans. CAPITAN MARVEL – GENIS VELL Tornato alla Marvel, Peter David prende in consegna la serie il figlio del leggendario Mar-Vell, Genis-Vell, su Capitan Marvel vol. 4. Riprendendo il legame che suo padre aveva con Rick Jones, anche Genis si fonde con l’ex spalla di Hulk tramite le famose Nega- Bande che, cozzando fra loro, scambiano i due protagonisti dal piano reale al Microverso. Ma data l’immaturità e l’ingenuità del giovane Kree, la cosa darà via a una serie di equivoci e situazioni imbarazzanti, specie durante l’intimità tra Rick e sua moglie Marlo, dato il legame psichico che lega i due eroi e dove quindi non si riesce ad avere un minimo di privacy. I due personaggi, totalmente incompatibili tra di loro, danno vita a una serie di siparietti e di gag esilaranti, situazioni tipiche dello stile caratteristico di Peter David. Scritta per 25 episodi nel 2002, l’autore riprende il personaggio 20 anni dopo, quando nel 2022 ne scrive una nuova sequenza di episodi in una miniserie che ottiene parecchi consensi da parte della critica. Questi sono probabilmente i lavori più noti di Peter David nel mondo dei fumetti, tuttavia ha anche scritto fumetti di Star Trek e della Torre Nera di Stephen King, una serie di romanzi basati sulla serie televisiva Babylon 5 Peter David ha lasciato un segno indelebile nel mondo della nona arte e possiamo continuare ad apprezzarne la bravura grazie alle numerose ristampe di cui i suoi lavoro godono ancora oggi. Navigazione articoli CONTRO LA CRISI MENO PAGINE E PIÙ “QUADRETTI”? MATITE BLU 433