La cosa che più mi piace dei film come Tremors di Ron Underwood (1990) è il loro essere un po’ come Cenerentola. Nel senso che Cenerentola fa la sguattera, è vestita di pezze, dorme con i topi e ha pure quel giusto accenno di stato allucinatorio, visto e considerato che con le pantegane ci parla pure. Però dentro è ‘na principessa.

Tremors, in fondo, è la stessa cosa: una potenziale baracconata che fece schifo al botteghino quando uscì. Basato su una storia che di originale non ha nulla, la quale, per giunta, fa il verso a quelle dei film di mostri anni cinquanta. Ma come Cenerentola, a lungo andare Tremors alla fine si è rivelato una specie di principessa.

I film come Tremors sono tirati su a lacrime, sudore, sputi e preghiere. Film in cui quasi nessuno crede veramente fino in fondo e che poi ci si mette pure a pontificare sopra. Tipo lo stesso Kevin Bacon, uno dei due protagonisti. Che prima della distribuzione nelle sale se ne uscì con: “Non posso credere di aver fatto un film in cui ci sono vermi giganti sotterranei!”. Additandolo come “il punto più basso della mia carriera”, per giunta.

Eh, e invece… cioè, se tu oggi mi dici “Kevin Bacon”, a me due cose soltanto vengono in mente: Footloose e, appunto, Tremors. Perciò, forse questa cosa è sintomatica sull’abbaglio che Kevin si era preso in merito al film.
A ogni modo, vediamo di che parla per capire perché, in fondo, Tremors sia così maledettamente efficace.

TREMORS, I VERMI GIGANTI FUNZIONANO

Il film inizia subito prepotente introducendo i nostri due eroi Earl (Fred Ward) e Val (Kevin Bacon). Sono due tipi che campano alla buona, arrangiandosi come tuttofare.

Earl dorme nel cassone del loro vecchio furgoncino mentre Val cambia poeticamente l’acqua al pesce sul ciglio di un burrone. Non c’è proprio tutto questo gran daffare a Perfection, ridente cittadina di ben quattordici abitanti in mezzo al niente.
A un certo punto i due decidono di trasferirsi per cercare fortuna nella vicina e più grande Bixby.

TREMORS, I VERMI GIGANTI FUNZIONANO

I due partono senza stereo nelle orecchie e senza manco sgommare sulla strada per la sfavillante Bixby, che Las Vegas levati. Ma Val e Earl si imbattono nel vecchio Edgar arrampicato sul traliccio dell’energia elettrica.

Chiunque sarebbe passato oltre, non Val e Earl. Loro sono tuttofare, hanno uno i baffi e uno la canottiera perciò sono gente competente, che dà sempre una mano perché ci capiscono.

TREMORS, I VERMI GIGANTI FUNZIONANO

Decidono chi doveva aiutare il vecchio Ed tramite un complesso sistema di assegnazione dei compiti basato sul calcolo statistico, cioè la morra cinese, Val si arrampica sul traliccio. Ma, sorpresa! Ed non ha sbroccato: semplicemente è morto. E niente, si ritorna indietro per avvisare della scomparsa del vecchio.

TREMORS, I VERMI GIGANTI FUNZIONANO

Nel frattempo, oltre la morte di Edgar, tra l’altro abbastanza curiosa visto che il vecchio è schiattato disidrato per essere rimasto per giorni in cima al traliccio, un altro avvenimento scuote la tranquillità degli abitanti di Perfection: l’arrivo di Rhonda, scienziologa specializzata in geologia, nonché love interest nel poco approfondito subplot del film.
La nostra si trova nei pressi di Perfection per studiare non so cosa, e nota che i sismografi riportano degli strani dati e valori anomali nei pressi della valle.

TREMORS, I VERMI GIGANTI FUNZIONANO

Mentre Rhonda gioca con paletta e secchiello, torniamo su Val e Earl che si dicono va be’, la parentesi C.S.I. ce la siamo fatta, la cosa del vecchio è sistemata e vediamo di andarcene. Se… credeteci.

TREMORS, I VERMI GIGANTI FUNZIONANO

Il dinamico duo, in un agghiacciante fusione tra Detective Conan, Miss Marple e Don Matteo, cioè gente che dove va spuntano fuori omicidi e cadaveri, passano per la fattoria di Fred, che vive giusto fuori città, e scoprono che qualcuno (o qualcosa) ha fatto a pezzi tutto il bestiame…

TREMORS, I VERMI GIGANTI FUNZIONANO

… nonché lo stesso Fred, a cui hanno lasciato molto educatamente la testa fuori dalla sabbia cosicché potesse essere trovata e scatenare il panico.

Tra un cadavere e l’altro, ormai si è capito che le cose stanno andando alla cazzomannaggia e i due tornano di nuovo in “città”. Si fanno prestare un paio di cavalli per andare in cerca d’aiuto, visto che A) le linee telefoniche sono pure loro stramorte e B) l’unica strada che porta fuori Perfection è bloccata.

A questo punto, succedono un po’ di cose con cui sostanzialmente è inutile andarsi a impelagare più di tanto nel dettaglio. Ovvero: finalmente i due eroi incontrano la creatura che sta seminando paura e delirio nei dintorni di Perfection.

Fanno anche amicizia con Rhonda la scienziologa e, dopo che una delle creature si è fracassata schiantandosi di testa contro un muro di cemento, morendo male, i nostri capiscono come tenerle a bada.

Dulcis in fundo, parte la tipica fase d’asserragliamento in cui tutti i personaggi si riuniscono per preparare lo spannung prima del climax finale, seguito dallo scioglimento nel terzo atto. Facile, semplice e lineare.

Ora è inutile tergiversare, facendo il pippone più lungo del necessario. Quindi, arriviamo a “La Domanda”: com’è Tremors?

All’incipit dicevo che Tremors come prodotto, come storia in sé, effettivamente non ha alcunché di originale. Ci sono millemila film il cui focus è praticamente lo stesso: partendo da Assalto alla Terra del 1954 fino a Lo Squalo di Spielberg. Passando per Lepus, L’Invasione dei mostri verdi, Zontar, La mantide omicida, Il mostro dei mari e via dicendo.

Però, attenzione: questa somiglianza non è dovuta a svogliatezza e mancanza di mezzi e idee.

Quello che colpisce maggiormente di Tremors sono due cose.

1) L’intero setting basato sul tongue-in-cheek. Non saprei se esista o meno un corrispettivo italiano, alla lettera vuol dire “(con la lingua nella guancia)”, come parlare tra il serio e il faceto. Un tipo di umorismo abbastanza sottile per un film che è una via di mezzo fra il serio e la parodia.
Ecco, Tremors è proprio questo: un film di genere, che sa di far parte di un filone, ne rispetta gli archetipi e gli stilemi, ma non rinuncia a delle sottili prese in giro senza mai prendersi troppo sul serio.
Prendiamo Rhonda, per esempio. Lei è la figura tipica dello scienziato che in questi film arriva e dà la spiegazione e la soluzione. Invece no. I protagonisti si rivolgono a lei, che ipotizza, abbozza una spiegazione, ma se ne esce poi con che ne so cosa siano questi affari e come si possano ammazzare.

2) C’è poi l’incredibile equilibrio dei vari elementi. Indipendentemente dall’essere un tongue-in-cheek, il film riesce a dosare in maniera giusta e intelligente tutte le sue fasi. Si prova tensione quando c’è da provare tensione. Ci si spaventa quando c’è da spaventarsi e si ride quando c’è da ridere. E non viceversa, facendolo risultare involontariamente comico.

Last but not least, i personaggi. Di norma, in questo tipo di b-movie sono sempre maledettamente stereotipati: c’è l’eroe, la spalla, l’interesse amoroso del protagonista, il villain e tutto il resto della compagnia cantante. Tutti ben contornati e delineati nel loro ruolo, chiari come un’insegna al neon di notte. Invece in Tremors si nota il tentativo di diversificare la formula.

Per esempio Val e Earl sono zotici, ignoranti, rozzi e agricoli. Molto distanti dalla figura dei tipici eroi, ed entrambi sono protagonisti e spalla allo stesso tempo, senza che nessuno prevarichi l’altro.

Oppure, quello che fra tutti è il personaggio più riuscito, il fanatico delle armi Burt Gummer.
Non solo ha alcune tra le linee di dialogo più memorabili del film. Sarebbe potuto benissimo essere il “furfante”, quello che ha un certo punto per ottenere qualche tornaconto mette in pericolo tutto e tutti. Invece no. Tutti i personaggi lottano insieme con un unico scopo: quello di sopravvivere.

In definitiva, non so di preciso dove finisca l’intelligenza e dove comincino le botte di culo. Nel senso che Tremors è un film che funziona alla grandissima in tutte le sue parti. Un po’ come un orologio, dove ogni ingranaggio viene realizzato e messo nella posizione giusta per far sì che tutto funzioni.

Ok, stiamo parlando di un b-movie girato a basso costo. Il che, mi fa risultare difficile credere che ogni sua singola parte costituente sia stata così curata. Tanto da risultare efficace e non far perdere botta al film neanche dopo quasi trent’anni. Però le cose così stanno. Fortuna o meno che sia, Tremors è un gran film che vale la pena di guardare.

 

Detto questo, credo sia tutto.

Stay Tuned, e soprattutto Stay Retro.

 

 

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