The Real Ghostbusters

Avremmo potuto accanirci anche noi sul reboot di Ghostbusters del 2016, ma perché indugiare sul brutto quando si può elogiare il bello?


The Real Ghostbusters: tarocchi e originali

Nel settembre del 1986 va in onda per la prima volta la serie animata The Real Ghostbusters, creata come sequel diretto del mitico film di Ivan Reitman.

La serie è prodotta dai due sceneggiatori/interpreti del film, Harold Ramis e Dan Aykroyd, dalla stessa casa di produzione, la Columbia, e dalla Dic Entertainment, società franco-statunitense di cartoons.

Al titolo viene aggiunto “The Real” (i veri) per distinguerla da un altro cartone, intitolato semplicemente Ghostbusters, prodotto nello stesso periodo dalla Filmation, casa di produzione celebre per He-Man e i Dominatori dell’Universo.

Già negli anni settanta la Filmation aveva prodotto un breve e sfortunato telefilm con lo stesso titolo usando gli attori della sitcom western I forti di Forte Coraggio, che ricorderanno bene i teleutenti Rai degli anni sessanta. In Italia il telefilm dei Ghostbusters apparve di sfuggita su Rete 4 per poi svanire nel nulla.

Nel 1984 la Filmation concesse alla major hollywoodiana Columbia Pictures l’utilizzo del titolo Ghostbusters per un film che nulla aveva a che fare con il loro vecchio serial.


Sulla scia del successo planetario della pellicola diretta da Reitman, la Filmation pensa quindi di sfruttare il titolo Ghostbusters per produrre un cartoon i cui protagonisti siano i figli dei personaggi del telefilm.

La Columbia, quindi, quando inizia a produrre la propria serie animata, la intitola The Real Ghostbusters per sottolineare il fatto che, malgrado gli acchiappafantasmi della Filmation siano effettivamente i primi e gli originali, i loro sono comunque i più famosi e quindi la serie è più “ufficiale”.

 

“Non mi assomiglia per niente”

https://www.youtube.com/watch?time_continue=1&v=OiC5_qROyMw

Dopo questo filmato, creato per convincere la produzione ad avviare lo show, il look dei protagonisti viene ulteriormente modificato per non pagare i diritti d’immagine agli attori del film: più giovane e belloccio Peter, niente baffi per Winston, capelli rossicci e qualche chiletto in più per Ray, e un assurdo e memorabile ciuffo biondo per Egon.
Il cartoon ci scherza su in un episodio in cui gli acchiappafantasmi volano a Hollywood per assistere al film su di loro, lamentandosi poi… del cast poco somigliante.


A ogni modo, nell’edizione italiana vengono mantenuti gli stessi doppiatori del film, conservando quindi una certa familiarità.
Per differenziarli ulteriormente dal film, gli autori del cartone fanno indossare ai personaggi tute di colore diverso, spiegando, in una puntata flashback, che le originali sono inutilizzabili dopo lo scontro con Gozer (alla fine del film).


Alla svampita segretaria Janine viene conferito un aspetto più modaiolo (e decisamente 80s).

Janine con gli occhiali da diva

Louis Tully, il timido contabile impersonato al cinema da Rick Moranis appare solo in alcuni episodi finali.

Scompare del tutto il personaggio di Sigourney Weaver, la Dana Barrett che nel film fa subito colpo su Peter. Questo fa sì che il nostro eroe possa sfoggiare (dubbie) doti di Casanova con ogni cliente carina che appare negli episodi.

La modifica più importante è quella di rendere il fantasmino mangione Slimer (semplice macchietta nel film) la mascotte del gruppo, rendendolo una vera e propria icona pop. Nonché il personaggio in cui i piccoli si identificano meglio.

Slimer, il protagonista morale

 

Deus ex machina

La carta vincente dello show ha però ha un nom… due nomi e un cognome: Joe Michael Straczynski. Sceneggiatore versatile, nella sua carriera è passato per i cartoon (He-Man, Spiral Zone) e i telefilm (La Signora in Giallo, Walker Texas Ranger) più disparati, ha creato il serial di fantascienza Babylon 5, per la Marvel ha firmato molte storie a fumetti dell’Uomo Ragno negli anni 2000 e ha scritto la sceneggiatura del film Changeling di Clint Eastwood, con Angelina Jolie.

Se Paul Feig, regista del contestato reboot del 2006, ha confezionato una commedia, Straczynski ha invece capito subito che il primo Ghostbusters era un film d’avventura con protagonisti brillanti ed effetti speciali horror. Senza questa difficile alchimia tra spaventi e risate, Ghostbusters non sarebbe stato Ghostbusters.

Nei limiti di un cartoon per ragazzini, Straczynski e gli altri sceneggiatori riescono a fare sì che in molti episodi i fantasmi (ma anche i Troll, i tre Spiriti del Natale di Dickens, il Cavaliere senza testa, i vampiri, i lupi mannari e chi più ne ha più ne metta) rappresentino una vera minaccia per i cittadini di New York e che (grazie al character design realistico impresso alla serie) abbiano un aspetto grottesco e inquietante (almeno agli occhi dei più piccini), in modo da spaventare senza bisogno di sangue e violenza. Il tutto sempre con le battute dei protagonisti e le gag di Slimer a sdrammatizzare, ovviamente.

Ecco alcuni “cattivi” giusto per dare l’idea.

 

Horror-comedy “pedagogico”

Ma se il film di Reitman aveva il solo scopo di intrattenere, la serie animata è ricca di buoni sentimenti e di messaggi educativi, tipici dei cartoon americani del periodo.

Per esempio, l’improvvisato stregone che invoca l’Apocalisse per una delusione d’amore viene riportato dalla ragione dal suo servitore mite e deforme, il quale non ha mai smesso di amare la vita.

In un altro episodio lo spettro di un vecchio smemorato infesta la propria antica magione, per poi ricordarsi che stava cercando la sua nipotina e dirle che le voleva bene un’ultima volta.

In un altro ancora, uno spettro morto nel 1887 da secoli fugge in calesse da un altro fantasma. Quando alla fine si decide ad affrontarlo, scopre che ha il suo volto, dato che è la personificazione dei suoi passati errori e rimorsi.

La serie dura 140 episodi, fino all’ottobre del 1991. Contemporaneamente viene realizzato lo spin-off solista di Slimer dai toni e dai disegni più comici (alla Hanna-Barbera per intenderci).

Nel 1997 viene realizzato il sequel Extreme Ghostbusters, con un nuovo team formato da allievi universitari di Egon.


Slimer è durato solo due stagioni, Extreme una, a dimostrazione che, tra le tante derivazioni, solo The Real ha eguagliato i fasti della pellicola originaria.

 

Dal cartone al reboot

A distanza di decenni, The Real Ghostbusters si può considerare la miglior serie animata mai tratta da un film di successo: i personaggi e il loro mondo sono pienamente rispettati. Le (poche) modifiche sono tutte azzeccate. il disegno è di un realistico ormai raro in occidente, il che permette a fantasmi di fare davvero paura in modo da mantenere i toni ibridi.

Guardando al cast del reboot del 2016, sembra che Paul Feig abbia guardato a come i Ghostbusters originali siano stati modificati nel passaggio dal cinema all’animazione, e abbia applicato queste modifiche al nuovo cast femminile.

Peter diventava castano (come Kristen Wiig), Ray un po’ sovrappeso (Melissa McCarthy) Egon aveva una strana capigliatura bionda (Kate McKinnon).


Ciò dimostra che Feig conosce la serie animata, ma invece di replicarne lo spirito si è limitato al look.

Omaggio a The Real Ghostbusters da parte dell’autore dell’articolo

 

(Immagini trovate su internet: © degli aventi diritto)

 

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