Stranger Things Il Sottosopra è qualcosa che uno avrebbe dovuto aspettarsi, questo è sicuro. Com’è sicuro che, quando si tratta di cose del genere, di tie-in, le aspettative dovrebbero sempre tenersi basse. Erano mesi che sugli scaffali di librerie e fumetterie vedevo ‘sto fumetto, Stranger Things Il Sottosopra. Alla fine l’altro giorno mi trovavo quindici carte alla mano e mi sono detto: perché no? va’. In un periodo in cui molti (cioè, molti di quei pochi) lettori si lamentano del prezzo eccessivo dei fumetti, vale la pena spendere quindici carte (quindici virgola novanta centesimi, a essere precisi) per Stranger Things Il Sottosopra? Stranger Things Il Sottosopra che non t’aspettavi Stranger Things è una serie di Netflix che, come ogni cosa, può piacere come no. Su questo non ci piove. Ciò non toglie sia uno dei maggiori successi degli ultimi dieci anni o giù di lì. Poi, ad arrivare a una roba come il fumetto Stranger Things Il Sottosopra, il passo è relativamente breve. A pochissimo dall’uscita della seconda stagione della serie, verso i primi mesi del 2018, la casa editrice Penguin fiuta l’affare e stringe una collaborazione con Netflix per la pubblicazione di una serie di libri e romanzi. I romanzi basati sulla serie, arrivati anche da noi, al momento sono tre: Suspicious Minds, Buio sulla città e La vita segreta di Max. Succede poi che a distanza di pochi mesi, inizio estate 2018, pure la Dark Horse Comics annuncia di aver stretto una partnership pluriennale con Netflix, per dare il via a una linea editoriale di fumetti ambientati nell’universo di Stranger Things. Così, nel settembre del 2018 esce in America il primo numero, di quattro, della miniserie Stranger Things: The Other Side. Da noi, Stranger Things Il Sottosopra pubblicato da Magazzini Salani. Normalmente tendo a mantenere il distanziamento sociale da qualunque forma di tie-in. In genere si tratta di paccottiglia tenuta su con gli sputi, il cui unico scopo è mungere a sangue le tasche degli appassionati. Per questo occorre tener basse le aspettative. E proprio per questo, alcuni mesi fa, ho preso in blocco i tre romanzi… Quando dici la coerenza, eh? A ogni modo, non so se siano letture abbastanza buone o meno. Li ho presi sull’impulso del momento e stanno ancora lì, sulla pila degli arretrati da leggere che minaccia di venire giù acciaccandomi nella notte. Comunque sia, la trama in generale dovrebbero conoscerla pure i gamberetti del West Bengala, ma tant’è. Stranger Things è ambientato nei primissimi anni ottanta ad Hawkins, una piccola cittadina di provincia. Qui vivono Mike, Will, Lucas e Dustin, quattro comunissimi ragazzini che alternano le loro giornate fra scuola e lunghissime sessioni di Dungeons & Dragons. Tutto nella norma, insomma. Se non fosse che ad Hawkins c’è un laboratorio segreto del governo in cui si conducono esperimenti sugli esper e fenomeni paranormali in genere. Alla fine le cose, ovviamente, sfuggono di mano: gli scienziati aprono per sbaglio un buco interdimensionale. Un passaggio che collega il nostro mondo con una realtà alternativa abitata da mostri e amenità varie. Uno di questi esseri, ribattezzato dai ragazzi Demogorgone (come i mostrilli di D&D), arriva nel nostro piano dimensionale. Tra omicidi e cose varie il Demogorgone porta Will nel Sottosopra, la dimensione oscura da cui proviene. Da qui, tutta la prima stagione si concentra su Joyce e Jonathan Byers, madre e fratello maggiore di Will che, insieme a Mike, Lucas, Dustin e lo sceriffo Hopper, cercano in ogni modo di trovare il ragazzino. Il fumetto Stranger Things Il Sottosopra, scritto da Jody Houser e illustrato da Stefano Martino, copre l’intero arco narrativo della prima stagione di Stranger Things dalla prospettiva di Will Byers mentre era intrappolato nel Sottosopra. Cosa piuttosto interessante per tutta una serie di motivi. Capiamoci: Will Byers è un personaggio-accessorio. Appare cinque minuti all’inizio del primo episodio e punto. Il suo scopo è innescare le azioni degli altri personaggi. Tolti alcuni flashback necessari al prosieguo della trama, di lui non sappiamo mai veramente nulla. Con Stranger Things Il Sottosopra, invece, gli viene dato un po’ di “tridimensionalità”. Una caratterizzazione che nella serie tv sarebbe stata pure superflua, ok. Comunque mancava. Fa piacere il metodo di scrittura e, in generale, tutti gli accorgimenti presi dalla Houser ,che avrebbe potuto tranquillamente limitarsi a tirar giù quattro cazzate, tanto i fannzz s’accattano qualunque cosa a marchio registrato. Lo stile si rifà ad alcuni fumetti di trenta-trentacinque fa: la storia avanza tramite la voce di un narratore e i pensieri del protagonista. Un espediente che consente al lettore di entrare nella mente del personaggio e, allo stesso tempo, comprendere lo schema generale della situazione. Will si trova, da solo, in una versione speculare del nostro mondo. Non ha la possibilità di parlare o interagire realmente con qualcuno. Per compensare, la Houser ha messo in piedi una serie di sequenze flashback riguardanti le ennemila ore che Will ha passato a giocare a D&D con gli amici. Sarebbero metafore, diciamo strumenti, con cui Will elabora ciò che sta vivendo con esperienze familiari. Lo scopo di questi flashback introspettivi riguarda l’esplorazione e lo sviluppo del personaggio. Dal punto di vista della scrittura di questo fumetto c’è poco da ragionare. Stranger Things Il Sottosopra non aggiunge assolutamente nulla allo schema generale della serie. Tuttavia la Houser inquadra il punto, riuscendo a trasmettere perfettamente sia quello che è l’universo di Stranger Things sia a sviluppare un personaggio in origine abbastanza piatto. Dando un punto di vista inedito a una storia già vista. Inoltre, mi piace questa cosa di concentrarsi sul Sottosopra. Per quanto possa essere tenuto per fare da cornice sullo sfondo è uno degli aspetti più interessanti e suggestivi della serie. Nel cinema, lo sceneggiatore scrive la storia e il regista decide come raccontarla. Una cattiva regia può affossare la migliore delle storie e viceversa. Per i fumetti è un po’ lo stesso: te ne fai poco se la storia che hai scritto viene disegnata con il culo. Beh, pure da questo lato Stranger Things Il Sottosopra non presenta problemi. I disegni di Stefano Martino, affiancato dall’inchiostratore Keith Champagne e la colorista Lauren Affe, sono piuttosto belli. La squadra ha avuto l’opportunità di esplorare una suggestione come il Sottosopra in un modo impossibile per la serie tv, e l’ha sfruttata al meglio. Le tavole fanno risaltare ogni punto della sceneggiatura e fanno sembrare, opportunamente, il Sottosopra una dimensione inquietante come dovrebbe essere. Oltre a sottolineare e a trasmettere le paure e gli stati d’animo di Will. Stranger Things Il Sottosopra scorre facile e veloce. L’impressione iniziale è che siano sviluppate alcune parti della sceneggiatura originale scartate per vari motivi. Rileggendo con attenzione però, ti rendi conto che forse non è così. Più facile si tratti di un caso come quello di S.D. Perry e i romanzi di Resident Evil. Dove Capcom diede alla scrittrice pagine di note e linee guida, per farle sviluppare le novelization. Houser, Martino e il resto degli artisti che hanno realizzato il fumetto stanno chiaramente seguendo delle linee guida, cercando di mantenersi quanto più vicini possibile al materiale originale. Tuttavia sono riusciti a farlo diventare loro, a dargli uno spessore. Magari, come per la saga di Terminator, potrebbe essere un errore allontanarsi dal nucleo per esplorare il contesto. Magari il Sottosopra, proprio come Skynet, sta bene lì così com’è a fare da sfondo a una storia di ragazzini, amicizia e amore. Ciò non toglie che faccia piacere passare un po’ più di tempo su, diciamo, questo sfondo. Ebbene, detto questo credo sia tutto. Stay Tuned, ma soprattutto Stay Retro. Navigazione articoli BILANCIO BONELLI, GLI INVESTIMENTI INTACCANO LA CASSA TOM & PONSI – 90