Russ Manning è un autore importante nella recente storia del fumetto, sebbene poco conosciuto anche tra gli addetti ai lavori. Il suo stile è realistico ma, diversamente da quello di Hal Foster, per nulla fotografico. Manning, non essendo prigioniero dei fotogrammi, imposta ogni singola vignetta seguendo la propria fantasia: non ricalca i contorni di un negativo proiettato sul foglio dall’episcopio. Nato in California nel 1929, Russ Manning è morto nel 1981 a soli 52 anni. Nel 1963 crea il comic book Magnus Robot Fighter per la Gold Key. Nel 1965 disegna l’albo di Tarzan per lo stesso editore. Nel 1967 passa al fumetto sindacato (quello dei quotidiani), disegnando ancora Tarzan per la United Feature Syndicate, prima la striscia quotidiana in bianco e nero e, dall’anno successivo, la tavola domenicale a colori. Nel 1979 chiude precocemente la propria carriera con le strisce e le tavole di Star Wars. La prima storia di Magnus pubblicata in Italia differisce dall’edizione americana per la copertina. L’illustrazione originale è un disegno di Manning dipinto da George Wilson. La copertina italiana è stata realizzata da Franco Bignotti ripassando l’originale, ma si nota la mancanza della ragazza accasciata sullo sfondo. Siamo nel 1965 e ancora si teme che le femmine possano turbare i bimbi. “Collana Oceano” pubblica, a turno, i personaggi della Gold Key. Editori sono Sergio Bonelli, che non appare nella gerenza, e un suo socio. La Collana Oceano durò pochi numeri. Quando nei primi anni settanta i Fratelli Spada ripresero la pubblicazione degli albi della Gold Key, adottarono nuovamente l’idea di ruotare i personaggi nella stessa testata, tra i quali ancora una volta Magnus. La prima storia di Magnus, oltre che disegnata, è anche scritta (ingenuamente) da Russ Manning. In seguito ai testi arriverà il non eccelso Paul Newman, omonimo del famoso attore, che in passato aveva fatto l’editor per Stan Lee alla Atlas/Marvel. L’edizione italiana alterna pagine a colori a quelle in bianco e nero, come “di moda” in Italia in quegli anni, mentre in origine erano tutte in quadricromia. Da tenere presente: il “Tarzan” di Foster e Manning è l’elegante Lord Greystoke, mentre il “Tarzan” di Hogarth e Kubert è il selvaggio Tarzan. Nel numero 1 di “Tarzan Special” del 1972, che presentava per la prima volta le tavole di Russ Manning in Italia, Gianni Bono scrive un profilo dell’autore. È passato tanto tempo da allora, ma questo testo lo ricordo quasi a memoria. Le tavole domenicali in origine sono a colori, anche se l’edizione italiana in bianco e nero non le ha affatto rovinate. Nei primi anni Russ Manning faceva la maggior parte del lavoro senza dipendere troppo dagli assistenti (soprattutto Mike Royer, futuro inchiostratore di Jack Kirby). In queste storie vediamo Tarzan contro gli uomini formica, che rimpiccioliscono le persone con un congegno risalente ad Atlantide (storia ispirata a un romanzo tarzaniano di Burroughs). I dinosauri e i mammiferi preistorici di Pal-ul-don, che Manning immagina non in una regione nel cuore dell’Africa, come l’aveva pensata Burroughs, ma in un varco temporale che si apre sulla preistoria. I mostri con la testa di animali appartengono a un risorto antico Egitto che non compare in nessun romanzo. La regina La e i suoi subumani, che vivono in un grattacielo in rovina costruito ai tempi di Atlantide, è un classico dei romanzi di Tarzan. Tra parentesi, il palazzo di Atlantide è ispirato a quello che Carl Barks aveva disegnato in una storia dei paperi. O forse tutti e due si sono rifatti all’illustrazione tratta dallo stesso libro. Nel 1968, Frank Frazetta realizzò le locandine di “Luana” per l’edizione americana di un film italiano diretto da Roberto Infascelli, incentrato su una tarzanella interpretata da una certa Mei Chen. Questo cosa c’entra con Russ Manning? C’entra, perché Manning fece una versione promozionale del film per i quotidiani americani. Si notino i capelli che coprono sempre il seno della protagonista. Triste epilogo professionale di Russ Manning nella versione sindacata di “Star Wars”: la precisa definizione dei personaggi del film risulta limitante per il disegnatore, che deve riproporli in maniera meccanica. Materiale dimenticabile, malgrado i testi di Archie Goodwin e Steve Gerber. In America, è stato istituito un premio dedicato a Russ Manning per premiare i giovani talenti del fumetto. Navigazione articoli CICLO PER CICLO: IL MEGLIO DELLA MARVEL MODOK, IL MOSTRO CHE DIVENNE UN BUFFONE
Non so cosa dire Russ Manning e stato il Carl Barks del fumetto realistico dei anni 60/70 in Italia e stato poco apprezzato per i personaggi che disegnato. Se avesse fato dei supereroi sarebbe ultra famoso, peccato. Personalmente sono stato un su grande fan, peccato che sia andato via presto. Rispondi
Anche a me piaceva. Ero un fan di “Magnus”, uno dei fumetti ingiustamente considerati “minori”, che leggevo da ragazzino e che accostavo a Flash Gordon o a Luc Orient! Rispondi
Bello l’articolo, su un disegnatore del quale in effetti si parla poco. Io non sono mai stato un suo grande estimatore, ma devo riconoscere la sua indubbia qualità artistica. Secondo me il fatto di aver disegnato Tarzan, o comunque essere ricordato soprattutto per questo, ne ha limitato il riconoscimento. Essersi cimentato con un personaggio che aveva visto artisti del calibro di Foster e Hogarth non lo ha aiutato. Un mio caro amico, grande appassionato come me del Tarzan letterario, e grande estimatore del lavoro di Manninng, mi faceva notare sempre che il suo Tarzan era in realtà più vicino al Tarzan di Burroughs di quanto lo fossero quelli di Foster e di Hogharth, in quanto il Greystocke del romanzo è in realtà un lord che sa bene integrarsi con l’alta società, anche se animalizzato dalla nascita, e viene descritto come una figura slanciata ed elegante anche quando si muove tra i primati nella giungla. Io ho sempre prefetito il Tarzan di Hogarth, con le sue anatomie ipercinetiche e il suo sguardo folle, ma i gusti sono gusti. È comunque giusto rendere merito a questo artista, che mi ricorda molto Wallace Wood, e concludo dicendo che se avesse disegnato supereroi, secondo me, ci avrebbe guadagnato. Rispondi