Rambo è uno dei personaggi più iconici e famosi della storia del cinema, grazie sicuramente alla straordinaria interpretazione di Sylvester Stallone. In First Blood (titolo originale) ci sono frasi e scene entrate nell’immaginario collettivo, citate e conosciute da tutti. In molti probabilmente sanno che è tratto da un romanzo di David Morrell: in quanti lo hanno letto? Film e romanzo infatti sono simili… ma diversi. O meglio, la storia è sostanzialmente identica, il regista Ted Kotcheff ha saputo riportare fedelmente le vicende e le atmosfere, ma sono i personaggi a cambiare. Il Rambo di Morrell differisce parecchio dal Rambo di Sylvester Stallone, e lo stesso dicasi dello sceriffo Will Teasle. IL RAMBO DI STALLONE Nel film del 1982 Rambo arriva nella fittizia città di Hope, nello stato di Washington. Indossa una divisa militare per cui è evidente che si tratta di un reduce della guerra del Vietnam, terminata nel 1975. Viene male accolto dallo sceriffo Will Teasle, che non vede di buon occhio i veterani, e dopo averlo fatto salire in auto lo scorta all’uscita della città. Quando Rambo cerca di farne ritorno, perché convinto di averne diritto e di non aver commesso nessun reato, viene arrestato per vagabondaggio e possesso di un’arma illegale (il celebre pugnale). Durante la detenzione subisce prepotenze e brutalità dagli agenti di polizia, cosa che insieme ai flashback delle torture subite durante la guerra scatenano una furiosa reazione, Rambo fugge dalla stazione di polizia e, rubando una moto, si rifugia nei boschi limitrofi alla città. Viene braccato dalla polizia ma le tattiche di guerriglia e il suo addestramento gli danno un vantaggio. La caratteristica di Rambo è il suo essere particolarmente coriaceo: si cuce le ferite da solo, sembra non patire il freddo e la fatica; è dotato di abilità da guerrigliero che gli permettono di mettere fuori combattimento, da solo e senza mietere vittime, diversi poliziotti. Uno degli agenti muore accidentalmente cadendo da un elicottero mentre cercava di sparargli. Rambo prova a consegnarsi spontaneamente, ribadendo di non aver fatto niente, ma i poliziotti gli sparano addosso, costringendolo alla fuga. Di Rambo sostanzialmente possiamo dire che si tratta di una persona di indole pacifica, schiva, che non cerca guai, ma che a causa delle angherie subite e dello stress post traumatico si è trovato in una situazione che gli è sfuggita di mano. Per lui ormai si tratta solo di una questione di sopravvivenza. Anche quando impugna le armi e a scatena una “guerra” in città, Rambo si “limita” a fare danni senza uccidere nessuno. IL RAMBO DI DAVID MORRELL Nel romanzo del 1972 Rambo appare diverso fin dall’aspetto. Non indossa abiti militari, è vestito da civile, con jeans e una camicia in cattivo stato. Ed è sporco e trasandato, con i capelli lunghi e la barba che lo fanno sembrare un hippie, con un aspetto che ricorda più quello di Serpico, il celebre poliziotto infiltrato interpretato da Al Pacino. Anche nel libro viene avvicinato da Teasle e spinto a lasciare la città. Ma Rambo, diversamente dal film, rientra in città quasi di nascosto in almeno tre occasioni, con un atteggiamento provocatorio nei confronti del poliziotto. La città in cui si svolgono i fatti, inoltre, è Madison, nel Kentuky. Teasle si vede “quasi costretto” ad arrestarlo e a condurlo in centrale, tra l’altro con modi decisamente più gentili rispetto a quelli del film. L’arroganza di Rambo gli fa ottenere 30 giorni di detenzione e una multa. È del tutto assente la brutalità degli agenti vista a inizio film: qui i diritti di Rambo non vengono affatto violati. Ma quando dopo la doccia lo obbligano a tagliare barba e capelli, la vista delle forbici gli fa rivivere le torture ricevute nel campo di prigionia in Vietnam. Il rifiuto al farsi avvicinare delle lame porta a una colluttazione e Rambo, alla fine, prende il rasoio e uccide un poliziotto. Da qui la fuga come nel film e il rifugiarsi nei boschi. Qui Rambo – decisamente meno forte e molto più sofferente rispetto al film – ottiene vestiti e un fucile da alcuni contrabbandieri. Se la scena dell’elicottero è simile, tranne che Rambo spara all’elicottero per uccidere, l’inseguimento è decisamente diverso. Se il Rambo di Sly fugge, il Rambo di Morrell si prepara a combattere. Si piazza in un punto strategico e da lì spara ai poliziotti per primo, uccidendoli e arrivando a finirne uno con il coltello. Solo Teasle si salva per il rotto della cuffia, arrivando stremato in città. Dunque il Rambo del romanzo mostra una vena violenta del tutto assente nella versione cinematografica. Uccide volutamente, e non per autodifesa. Attraverso il testo leggiamo i suoi pensieri, e una parte di lui si accorge di “stare esagerando” e di doversi fermare, addirittura in un paio di occasioni valuta di consegnarsi e arrendersi… ma subito viene messa a tacere da un’altra voce, più forte, in cui afferma di lottare per la sua libertà, sebbene poi ammetta a sé stesso che la verità è un’altra. Vuole riuscire a primeggiare su Teasle; il volersi mostrare più forte di lui è qualcosa che lo mantiene vivo pure nei momenti più duri, in cui la fame, il freddo e il sonno si fanno sentire. Rispetto alla versione di Stallone, il Rambo di Morrell è decisamente più instabile e sanguinario. WILL TEASLE Come abbiamo già visto, grande differenza tra film e romanzo è la figura di Will Teasle, che sullo schermo è interpretato energicamente da Brian Dennehy, recentemente scomparso. Lo sceriffo del film pare da subito un prepotente, che prende di petto Rambo senza alcuna ragione. “Non ci piaci e non ti vogliamo”, è il messaggio che gli rivolge. Nel libro Teasle è decisamente più morbido, è semmai Rambo ad avere un atteggiamento ostile e provocatorio. Teasle è un vero e proprio coprotagonista della storia, diversamente che nel film, e la sua vita ci viene narrata nel dettaglio. Teasle ha una ex moglie da cui si è separato da poco e ha una figura paterna a cui è molto legato, Orval. Orval è l’uomo che porta i cani per dare la caccia a Rambo; nel film fa poco più di un’apparizione, ma nel libro è molto importante. Ha cresciuto Teasle quando questi ha perso il padre e da allora è stato lui e formarlo come uomo. Orval è una delle prime vittime di Rambo, e la sua perdita è uno dei motivi per cui per Teasle diventerà un’ossessione la cattura di Rambo. Teasle è l’unico sopravvissuto all’assalto di Rambo, motivo per cui lui prova molta vergogna per essere fuggito mentre Rambo finiva i suoi uomini. Anche Teasle, inoltre, ha trascorsi da soldato, essendo un veterano della guerra di Corea. La fuga attraverso i boschi ha debilitato Teasle, tanto che anche lui, specularmente a Rambo, vive le ore della caccia in uno stato di salute precario, dolorante, ingoiando medicinali e saltando le ore di sonno. Io due protagonisti si alternano, con un capitolo dedicato al punto di vista di ognuno. Il romanzo infatti pare un braccio di ferro tra Rambo e Teasle, una guerra di nervi che logora entrambi, fino all’inevitabile, tragico finale. IL FINALE Se escludiamo le personalità dei due protagonisti, il film è piuttosto fedele al romanzo. Le vicende che si susseguono sono praticamente uguali, con Rambo che si rifugia in una miniera, viene dato per morto dai poliziotti e una volta uscito mette a ferro e fuoco la città facendo saltare le pompe di benzina. Anche la presenza del colonnello Sam Trautman, venuto lì a “recuperare il suo ragazzo” è identica al film, se escludiamo che nel romanzo non è il diretto addestratore di Rambo né suo amico, ma semplicemente il direttore del campo di addestramento dei berretti verdi che ha formato Rambo. Ma è nel finale che i due prodotti sono decisamente diversi. Il finale del film – epico – mostra lo straordinario monologo di Stallone, in cui Rambo crolla in una crisi emotiva e esprime tutto il suo malessere, in cui parla dell’accoglienza piena d’insulti al suo ritorno, all’ostracismo della società in cui “non trovo nemmeno posto come parcheggiatore” quando in guerra “pilotavo gli elicotteri, guidavo un carro armato e rispondevo di attrezzature per milioni” e in cui si sente solo e abbandonato dal paese per cui ha combattuto. Il libro invece termina in modo tragico. Rambo e Teasle, entrambi moribondi, si colpiscono a vicenda in una sparatoria. Rambo, in preda al delirio, ammette a sé stesso che, alla fine, ha scatenato tutto quel casino perché, dopo anni in cui si sentiva inutile, voleva sentirsi nuovamente bravo a fare qualcosa che gli riuscisse bene. E cioè fare la guerra. Cerca di suicidarsi con un candelotto di dinamite, ma decide di lasciare la soddisfazione a Teasle di ucciderlo. Sarà invece Trautman a finirlo con un colpo di fucile. Anche Teasle muore, come se con la fine di Rambo, verso il quale alle fine prova un inspiegabile senso di rispetto, avesse raggiunto il suo scopo. Il messaggio delle due opere è sostanzialmente differente. Stallone si è imposto per cambiare il finale del film, in cui Rambo non muore. Aveva letto di molti reduci che in preda alla depressione si erano suicidati e non voleva ulteriormente mandare un messaggio negativo. Inoltre, dopo averlo visto lottare strenuamente per la sua vita, vedere Rambo morire avrebbe deluso lo spettatore. La pellicola è un dramma di denuncia sociale, sia riguardo il trattamento riservato ai reduci del Vietnam sia sulla brutalità della polizia. Il libro invece si concentra più sullo stress post traumatico che colpisce di veterani. Ci mostra che formare un uomo perché diventi una macchina per uccidere non è una cosa priva di conseguenze; una volta tornati a casa queste persone non possono disimparare ciò per cui sono stati addestrati, né dimenticare quello che hanno subito in guerra. Sono uomini segnati che prima il governo ha sfruttato e poi ha voluto dimenticarsi di loro, una volta che il conflitto è finito. Il successo del film ha portato a girare diversi sequel, in cui la critica sociale è totalmente assente e vengono spettacolarizzate le scene di combattimento, diventando di genere action. La cosa ha spinto Morrell a riesumare il suo personaggio per fare un sequel del romanzo chiamato Rambo: First Blood Part II… Navigazione articoli PERCHÉ SEIYA È ANTIPATICO? “GUNDAM, REQUIEM FOR VENGEANCE” NON DELUDE
La cosa che non viene specificata nel pezzo, ma che invece è molto importante, è che il libro venne pubblicato all’inizio degli anni Settanta, quando la guerra del Vietnam non si era ancora conclusa ma già mostrava a tutti il suo tragico lascito in termini di traumi e psicopatologie. Il film è invece dei primi anni Ottanta, quando l’America stava facendo i conti con il disastro vietnamita e le sue conseguenze umane e sociali (erano usciti Il Cacciatore, Tornando a Casa, Apocalypse Now). Per questo i due Rambo e i due sceriffi sono differenti. Il Rambo del romanzo è una macchina per uccidere che vuole solo trovare il pretesto per scatenarsi, mentre lo sceriffo è un americano comune ignaro delle conseguenze reali del conflitto. Nel film, invece, Rambo vuole trovare pace, ma lo sceriffo, che ha fatto la guerra di Corea e che considera i reduci del Vietnam come dei perdenti, gli dà addosso, simboleggiando la visione contrastante di quella vicenda storica che attraversava il Paese nell’era reaganiana. Rispondi