Quando nascono i videogame? “Fra il tempo in cui l’oceano inghiottì l’Atlantide e il sorgere dei figli di Aryas, vi fu un’era aldilà di ogni immaginazione. L’era in cui visse Con…” no, aspetta, era l’era in cui Pong… Ovvero due mazzerelle e un quadratino su sfondo nero, shockava le genti tutte, facendole credere di vivere già nel futuro. Videogame e cinema, un matrimonio problematico Da allora ci sono voluti anni, decenni, prima di arrivare a storie complesse e stratificate nei videogame. Nelle quali si muovessero personaggi eterogenei dalla “personalità” articolata e approfondita che non fossero semplici macchiette stereotipatissime. In questo senso, negli ultimi anni (attingendo sempre più al mondo del cinema) quante fantastiche storie abbiamo avuto, eh? A questo punto, se tanto mi dà tanto, sorge spontanea la domanda: se il videogame inteso come media ispirandosi al cinema è in grado di mettere su storie tanto appassionanti quanto appaganti a 360°, perché quando al cinema si prova a trasformare un videogame in film, il risultato fa schifo ai cess… è “discutibile” nel 90% dei casi. 10 – Resident Evil (2002, 2004, 2007, 2010, 2012 e 2016) La domanda che spesso mi pongo è: com’è possibile che la serie dei film su Resident Evil faccia incassi di tali proporzioni? Cioè, sono la bellezza di quindici anni che ‘sta pappardella insipida va avanti senza sosta, con Milla Jovovich che si è fatta vecchia con ‘sta storia. La cosa che sorprende più di tutto è l’incredibile capacità di Paul W.S. Anderson di mettere su pellicola il nulla di fatto: in questi film non c’è coinvolgimento, non ci sono spaventi (il che è piuttosto grave tenendo in considerazione che parliamo di “horror”), colpi di scena inesistenti/insoddisfacenti. Che altro? Ah sì… una storia che fa acqua da tutte le parti, lontana anni luce da quella dei videogame, a cui dovrebbe ispirarsi. Per carità, Milla Jovovich per essere gnocca è gnocca, ma guardarla per un’ora stare mezza nuda con l’espressione da stoccafisso o a fare le mossette non è proprio il massimo. 9 – Max Payne (2008) Suppongo, visto e considerato il risultato, che chiunque abbia realizzato questo film a Max Payne non ci abbia mai giocato manco mezza volta per sbaglio. Il che è sorprendente. Questa sarebbe dovuta essere un’avvincente storia di vendetta in stile noir/hard boiled, con elementi presi di peso dal genere heroic bloodshed. Ok, tutto molto bello e molto suggestivo. Peccato che la gran parte di ciò rimanga solo nella testa di chi ha realizzato quest’assurda baracconata senza capo né coda. Manca di narrazione, manca di un regista che sappia realizzare scene d’azione (o che almeno sappia cosa stia facendo) e, finanche, manca di qualcuno del team Rockstar che almeno aiutasse un po’ con la scrittura evitando la brutta cagnara venuta fuori. Insomma, un film confuso e triste oltre che noioso. 8 – Silent Hill: Revelation 3D (2012) Immaginiamo per un attimo che questo film non si chiami “Silent Hill”, ma tipo… che so, “Città Fantasma: Dove le cose accadono senza spiegazioni logiche”, ok? In questo caso, probabilmente, sarebbe uscito direttamente per il mercato home video. Invece, a causa della capitalizzazione sul nome “Silent Hill”, e del discreto successo ottenuto dalla pellicola precedente, a questo film è stata data la grandissima opportunità di passare per il grande schermo, in maniera del tutto immotivata visti i risultati. Una storia blanda e priva di spunti creativi di qualsivoglia natura, con pezzi di trama del gioco presi e buttati alla cazzomannaggia qua e là. Nonché, infarcito di quelle assurdissime scene in 3d a gratis veramente sciocche e fuori luogo, che se a cercarla e trovarla col lanternino un po’ di suspense, ‘ste cose te la fanno scivolare via come olio. Non dimentichiamo poi il meraviglioso effetto “Dawson’s Creek”. Come per Dawson, un liceale interpretato però da James Van Der Beek già ventiduenne, in Silent Hill Revelation, succede la stessa cosa per Kit Harington: un ragazzo in età liceale interpretato da un ventiseienne. Giusto un pelino poco credibile anche per fare il pluri-ripetente. 7 – Mortal Kombat – Distruzione totale (1997) La trama di Mortal Kombat è un qualcosa di molto, molto incasinato. Si parla di tornei mortali extra-dimensionali, antichi e potenti dèi che si scontrano per ottenere il potere, sottotrame tessute da malvagi stregoni per portare il male nei vari reami, alleanze, tradimenti e robe simili. Insomma, anni e anni di scrittura messa in piedi per dare un pizzico di profondità a delle figurine che si prendono a schiaffi, pugni e morsi. La trama di “Mortal Kombat – Distruzione totale”, invece, si riassume su un post-it. Poco più di novanta minuti di scene svogliatamente incollate senza senso una sull’altra, così, tanto per, perché a qualcuno è venuto in mente (e pareva una buona idea) di ficcare gratis tutti i personaggi del gioco. Chissene di dargli un nesso logico o almeno un senso. Li mettiamo, e le genti so’ contente. Un film campy da morire con atmosfere degne dei peggio episodi dei Power Ranger, che raggiunge il culmine nel finale con le trasformazioni in pupazzoni animati che vogliono schiaffi e applausi. 6 – Street Fighter: The Legend of Chun-Li (2009) Non ricordo dove lessi che Justin Marks, lo sceneggiatore di questa “Leggenda”, disse di avere in altissima considerazione il videogame da cui traeva spunto e che il suo trattamento della storia sarebbe stato fedele e rispettoso. Perciò i fan avrebbero dovuto prepararsi a una nuova era di gaming films. Eh… e meno male che ‘sto tipo c’aveva tutta ‘sta grandissima considerazione, altrimenti non oso immaginare cosa sarebbe potuto venir fuori. Lo script, di suo già abbastanza bizzarro nel volersi incentrare su Chun-Li, è uno scherzo; sicuro, l’ha scritto un bambino. La povera Kristin Kreuk, che nei panni del personaggio ci sta pure, s’è dovuta scomodare per andare a fa’ la guerriera a fischi e pernacchie (sinceramente, era meglio se restava a Smallville). L’unico merito del film è quello di riuscire a schifare un po’ tutti in generale, dal fan allo spettatore occasionale e far rivalutare tantissimo lo Street Fighter del 1994 con Jean Claude Van Damme. 5 – DOA: Dead or Alive (2006) La trama non me la ricordo. I nomi dei personaggi, neppure. Così come che cazzo dovevano fare o chi fossero i buoni e i cattivi. L’avrò visto tre, quattro volte ‘sto film, ma proprio niente riesco a ricordare. Niente a parte il fatto che in sostanza è un porno lesbo senza scene di sesso. Sì, sarebbe facile ricorrere a internet per sapere di cosa stracazz… quale sia la trama ma, di fondo, un film è pur sempre una storia e una storia dovrebbe lasciarti qualcosa. Nel bene o nel male, giusto? Volendo restare all’essenziale, a quello che m’ha lasciato ‘sto film, beh… niente. Ricordo l’ex moglie di Earl con il bikini a stelle e strisce e Devon Aoki perché stava in Sin City. Loro e il resto del cast sempre in bikini che giocano a volley sulla spiaggia. Punto. Va da sé il chiedersi come sia anche solo possibile credere di tirare fuori un prodotto che sia vagamente decente, solo sulla base del fan service e della sessualizzazione estrema di personaggi senza il benché minimo tratto caratteriale. Tra l’altro, il regista di “DOA” è Corey Yuen, lo stesso di The Transporter”, ok? Indovina però chi è il produttore… ovviamente Paul W.S. Anderson. Chi altri, se no? 4 – Super Mario Bros. (1985) Super Mario Bros. aka il vademecum su come non fare un film. Una trama ridicola, che non si regge in piedi e l’aggravante di essere quanto di più distante possibile dal mondo naif, surreale e colorato di Mario, trasformato qui nel Blade Runner degli scappati da casa. Con Bob Hoskins, un inglese, e John Leguizamo, un colombiano, nella parte di due idraulici italiani perennemente ubriachi sul set, tanto gli faceva schifo ‘sto film. Film del resto girato da due coppie di registi che hanno fatto uno più cagnara dell’altro e una sceneggiatura scritta da ben tre persone: questo è stato il fantastico risultato. Giustamente, uno si chiede: se sei qualificato al massimo come pelatore di patate apprendista, perché t’improvvisi regista? 3 – Bloodrayne (2005) A dire la verità, tutta ‘sta manfrina avrei potuto benissimo risparmiarla. Infatti, mi sarebbe bastato scrivere sin dall’inizio due semplici righe: “Vuoi i peggio film tratti dai videogiochi? Guardati la filmografia di Uwe Boll”. A ogni modo, per questo Bloodrayne e per i suoi standard, Uwe Boll ha avuto a disposizione un cast stellare e, giustamente, ha mandato all’aceto ogni santa cosa possibile, riuscendo contemporaneamente a gestire male tutto e tutti ricoprendoli di ridicolo. La storia, mutuata dall’omonimo videogame, viene cannibalizzata, stuprata e resa più scema di una scimmia lobotomizzata dove paradossi, controsensi e buchi logici sono ai massimi livelli. A questo punto, superfluo parlare della regia, disastrosa e con i tempi terribili delle telenovele argentine degli anni ottanta, e su fotografia e montaggio meglio sorvolare direttamente. 2 – Double Dragon (1994) Sì, il famoso videogame uscito praticamente per la chiunque e la qualunque: cabinato arcade, Amiga, Atari, Sega Master System, Nes… era ovunque, una vera e propria invasione senza mezzi termini. Ergo, il gioco ha venduto a pacchi? Allora ci dobbiamo fare il film, così faremo sicuramente un sacco di soldi (segue risata malvagia: “Muah ah ah!”). Eh, ma tu i soldi li fai quando offri un prodotto di qualità. Non cercando di battere cassa con i mezzucci degli scappati di casa. Double Dragon film è un qualcosa di tremendamente misero e insensato. Senza contare il resto, l’emblematico fatto che nonostante sia basato su un videogioco beat-em-up le scene di combattimento siano così terribilmente male eseguite. La camera poi è data in mano a un epilettico che si muove a scatti ogni due secondi senza farti mai capire cosa cazzo stia succedendo, e le coreografie assolutamente terribili con gli attori (salvo Mark Dacascos, un vero artista marziale) che non hanno la benché minima quanto misera idea di quello che stanno facendo. 1 – Alone in the Dark (2005) Concludiamo con l’ennesima perla regalataci da Uwe Boll. A fronte di un soggetto sostanzialmente interessante com’è possibile che tre, e dico tre persone che hanno firmato la sceneggiatura, non siano in grado di tirare fuori qualcosa di decente? Veramente poche volte mi è capitato di vedere film così ignoranti, da farmi sorgere addirittura il dubbio se tutta questa bruttura fosse voluta o meno. No, perché io credo sia difficile riuscire a fare qualcosa di così profondamente sbagliato a 360°, senza una sola, e dico una sola cosa che sia riuscita bene: dal montaggio con stacchi da filmino di matrimonio tra bifolchi, ripresa amatoriale firmata dallo zio che c’ha dato troppo sotto con il vino, alla regia degna di una pantegana fatta di acidi. Detto questo, credo sia tutto. Stay Tuned e Stay Retro, mi raccomando. Navigazione articoli LA BAMBOLA ASSASSINA È INVECCHIATA, MA… THE BOYS, SUPEREROI DAVVERO IMPERFETTI