Numero 3615 del 5 marzo

–   Copertina di Giuseppe Facciotto, dedicata all’Area 15, che in questo numero torna con una storia importante: tutti i componenti del gruppo di ragazzini sono riuniti in un selfie: Chris, Ray, Giggs, Vanessa, Newton, e con loro i tre nipotini (ricordiamo che solo Qua fa parte ufficialmente dell’area 15). Paperino si aggiunge al gruppo, tanto è vero che è proprio lui a scattare il selfie. Abbondano i becchi spalancati, a tradire la difficoltà dell’autore nel rendere al meglio le espressioni dei ragazzini, sostanzialmente tutte uguali: forse sarebbe stato meglio affidare la copertina a Surroz, che ha disegnato la storia in questione, e non a Facciotto, che ha sì contribuito a questo numero, ma con una storia del tutto diversa.

–   Newstreet Park, di Marco Nucci e Mattia Surroz: tornano i ragazzini dell’Area 15 con una storia di quelle importanti, e che vede nuovamente in azione la coppia formata da Nucci ai testi e Surroz ai disegni. La loro ultima collaborazione era stata proprio un’altra storia dell’Area 15, l’eccezionale “Signora della scogliera”, uscita più di un anno fa, e anche in questa occasione il risultato è molto buono: l’idea di base è quella di salvare dalla cementificazione un vecchio parco cittadino, il “Newstreet Park” del titolo, facendo leva sui bei momenti che quasi tutti gli abitanti di Paperopoli ci hanno passato. La raccolta dei fondi necessari al salvataggio procede bene, anche se resta sempre sul filo del rasoio, e il parco verrà salvato, ovviamente, proprio quando tutto sembra perduto. Tra i paperopolesi che fanno offerte si fanno notare il Gastone “buono”, nella versione nucciana, e persino il leggendario Sgrizzo, ideato da Romano Scarpa una sessantina di anni fa e che da allora si è visto pochissimo. Sino alla fine non è chiaro se anche Paperone voglia o no contribuire alla raccolta di fondi, ma proprio nell’ultima pagina arriverà la risposta. Anche se, rispetto alla “Signora della scogliera”, mancano atmosfere intimiste e drammi interiori, Nucci dimostra una volta ancora come e perché le sue storie abbiano qualcosa in più rispetto alle altre; Surroz, anche se a sua volta non ha l’opportunità di mostrare il suo talento in una storia dove la psicologia dei personaggi possa avere un ruolo importante, si dimostra all’altezza della sceneggiatura che gli è stata proposta.

Grande prova di Surroz in una vignetta ricca di personaggi, fra cui si nota Sgrizzo, tra gli ultimi della fila


–   In allarme
, di Tito Faraci e Giuseppe Facciotto: breve storia che vede Topolino e Minni, in vacanza in una baita di montagna, incontrare un vecchio amico del primo, tale Tommy a sua volta in vacanza in un’altra baita. L’invito a cena da parte di quest’ultimo darà via a qualche equivoco, con Minni che, ingannata dall’atteggiamento di Pluto, crederà che Topolino stia correndo un grave pericolo. Tutto verrà facilmente chiarito.

–   L’ingaggio di nequizia, di Pier Giuseppe Giunta e Valerio Held: un certo professor Morton, tipico scienziato pazzo che vuole dominare il mondo grazie al suo “raggio gelatinizzante”, si serve di Orazio per aggiustare la sua macchina, che non funziona poi così bene. Orazio, capita la situazione, dapprima riesce a sabotarla e poi, con l’aiuto di Topolino, fa arrestare il professore e la sua banda. Inoltre, mostrandosi disposto anche ad aiutare chi vuole “riparare” alle proprie malefatte, Orazio accetterà di fare da insegnante nel carcere di Topolinia, dove dovrà redimere la banda appena arrestata.

–   Le maschere – atto terzo, di Andrea Malgeri: termina la storia di Carnevale ideata dal torinese Malgeri e che ha riscosso un successo unanime e inaspettato. Ormai abituati a saghe interminabili che si snodano in 5 o 6 puntate, o addirittura in più “stagioni”, i lettori della rivista sembrano avere apprezzato una trama semplice, sviluppata bene ma senza esagerare in lunghezza (sole tre puntate) e che si conclude con un finale chiaro e risolutore. Alla fine della seconda puntata le cose si erano messe male per la compagnia dei “piumati”, finita in carcere per mano dei Bassotti; ma nel finale di questa storia arriva in suo aiuto la compagnia concorrente, quella degli “sgangherati”, che libera i “piumati” e chiama il popolo di Venezia alla rivolta contro i Bassotti, mentre il Doge, non più pavido e imbelle dopo la sua esperienza in teatro, riprende il suo posto e fa trionfare giustizia e libertà… magari queste cose avvenissero nel mondo reale! Ma il vero pregio di questa storia sta nell’uso dei personaggi classici, che come sempre vengono rivisti e adattati all’ambientazione diversa da quella abituale, e che, diversamente da ciò che avviene di solito, vengono presentati in una versione più matura, fedele a quella originale ma del tutto priva di quel macchiettismo a cui troppo spesso gli autori, soprattutto quelli italiani, sono ricorsi. Un Paperino non pasticcione, un Paperone finalmente saggio, un Pico non saccente: una vera gioia per il lettore, insomma. Ottimo anche il disegno di Malgeri, che in questa storia ha raggiunto punte di vera eccellenza.

Ottima la resa espressiva della coppia Paperino/Arlecchino e Paperina/Colombina

 


Numero 3616 del 12 marzo

–   Copertina di Corrado Mastantuono, che si ricollega alla sua stessa storia, presente in questo numero, e che tratta nuovamente dell’Area 15. Poiché la storia mette insieme lo storico lavoro di Paperino e Paperoga nel Papersera diretto da zio Paperone con le attività dell’Area 15, vi sono raffigurati i nipotini che sembrano soddisfatti di avere avuto la meglio sui due giornalisti, puniti dallo zio nel più classico dei modi: in piedi dietro la lavagna col cappello da asino. Tutto sommato una copertina simpatica, che risente del tratto spigoloso di Mastantuono ma rende bene le atmosfere della storia. Peccato che, in tempi di censure onnipresenti, ci sia stato chi abbia gridato allo scandalo nel vedere rinverdita una punizione ormai da tempo abbandonata, e mai veramente attuata, ma che nondimeno è sempre stata molto popolare.

–   Sfida all’ultimo scoop, di Corrado Mastantuono: per scrivere un “approfondimento” sul giornale scolastico i ragazzi dell’Area 15, con i tre nipotini al completo, decidono di esplorare il complesso rapporto fra il mondo degli adulti e quello dei giovani. Un incontro con zio Paperone diventa un invito a visitare la sede del Papersera, dove i “giovani” dell’Area 15 si scontrano con gli “adulti” (Paperino e Paperoga): nasce così una sfida tra i due gruppi rivali su chi di loro pubblicherà prima dieci articoli sul Papersera. Poiché entrambi i metodi, quello tradizionale – studiare e informarsi bene prima di pubblicare – e quello “moderno” – cercare tutto su Internet e controllare dopo – funzionano bene, la sfida finisce in parità, non prima che un sabotaggio attuato da Paperino e Paperoga non abbia avuto esiti imprevisti, mettendo tutti nei guai ma consentendo la cattura di una banda di rapinatori. La storia si legge bene, anche se non è all’altezza di quella pubblicata nello scorso numero: Mastantuono non eccelle nel lato intimistico che è invece la specialità di Nucci, e si dedica solo a quello avventuroso, con molti risvolti surreali accentuati da un disegno che col passare degli anni si fa sempre più spigoloso e caricato, forse anche un po’ influenzato da quei manga che da noi continuano a spopolare e il cui stile piace a molti disegnatori, anche quelli meno giovani come l’autore romano. Il suo ritorno, dopo quasi un anno, ai testi di una storia lunga e importante, può certamente dirsi riuscito.

Mastantuono e il suo stile “eccessivo”, che a poco a poco si va allontanando da quello “canonico”


La minacciosa minaccia dallo spazio esterno, di Rudy Salvagnini e Marco Mazzarello: storia della serie “i mercoledì di Pippo”, che vede questi raccontare a Topolino la trama di un romanzo che sta cercando di scrivere, e che in questa occasione riguarda un rapimento alieno. Nel romanzo i due amici vengono infatti rapiti dagli alieni che li sottopongono a diverse prove, il cui scopo è quello di capire se i terrestri possano “cavarsela da soli” di fronte ai pericoli o se abbiano bisogno di aiuto. Topolino e Pippo supereranno ogni prova e avranno in regalo un prototipo di “motore inesauribile”.

 Tecnologia… avanzata!, di Enrico Faccini: breve storia che illustra una situazione abbastanza comune al giorno d’oggi. Paperino vorrebbe comprare dei biglietti per un evento sportivo e decide di farlo online. Il suo computer, però, si guasta, e per risparmiare sulla riparazione ne riesuma dalla soffitta uno in disuso e che si rivela troppo obsoleto: ogni tentativo di connettersi a “Papernet” fallisce nonostante Paperino ce la metta tutta, dapprima cercando aiuto in un centro specializzato (troppo costoso) e poi ricorrendo al fai-da-te. Alla fine sarà Paperina a trovare i biglietti usando il suo computer.

–   Sogni nel cassetto, di Vito Stabile e Marco/Stefano Rota: Nonostante dorma su un materasso imbottito di banconote Paperone soffre d’insonnia: quale sarà la causa? Dapprima sembra che il problema sia dovuto ad una banconota smarrita, ma nulla cambia dopo il suo ritrovamento. Il professor Camomilli risolverà il mistero: l’insonnia è causata dai sensi di colpa per avere involontariamente venduto il suo vecchio comò, nel quale dormiva da bambino. Con l’aiuto di Paperino bisognerà recuperare il comò e poi dormirci un’ultima volta per ritrovare il sonno perduto e guarire dall’insonnia.

–   Topolino e i suoi amici diventano the Avengers, di Steve Behling/Luca Barbieri e Lorenzo Pastrovicchio: a Ducksgard Gastone-Loki è stato esiliato da Paperone-Odino e decide di vendicarsi. Come? Facendo credere a Pippo-Hulk che la grande torta preparata per il bicentenario di Paperopoli sia una “minaccia”. Pippo-Hulk impazzisce, la ruba, e i vari supereroi si coalizzano riportando tutto alla normalità e decidendo di associarsi in un gruppo chiamato “the Avengers”, del quale fanno parte Topolino-Ironman, Paperino-Thor, Paperina-Lady-Sif, Minni-Wasp e Pluto-Antman. In realtà il solo Paperino-Thor combina qualcosa, affrontando e sconfiggendo Gastone-Loki e liberando Pippo-Hulk dall’incantesimo che lo aveva reso cattivo; tutti gli altri restano a guardare o si perdono in chiacchiere inutili, scimmiottando le peggiori storie di supereroi in quella che è di gran lunga la storia meno riuscita fra i molti crossover Marvel-Disney realizzati nel corso dell’ultimo anno. Entusiasti i commenti della redazione della rivista, che offre una lunga intervista con lo sceneggiatore Luca Barbieri, mostrandosi così del tutto scollegata dalla realtà e soprattutto dalla valutazione dei lettori, che hanno stroncato unanimemente e senza appello una storia che presenta più difetti che vignette e che ha di buono solo i disegni di un discreto Lorenzo Pastrovicchio. Appena passabile la copertina rovesciata – come sempre quando la rivista pubblica questi crossover – disegnata da Dan Jurgens, storico disegnatore sia della Marvel che della DC, e che oltre a trovarsi a disagio con i personaggi disneyani neanche deve aver letto la storia (manca infatti Paperina-Lady-Sif dai personaggi raffigurati in copertina).

Gli “Avengers” disneyani disegnati a fatica da Dan Jurgens

 


Numero 3617 del 19 marzo

–   Copertina di Ivan Bigarella, che richiama le atmosfere della storia che lui stesso ha disegnato per questo numero e che fa parte della serie “Circus”: atmosfere in realtà abbastanza serie, con sfumature anche inquietanti che sconfinano nell’horror, mentre la copertina ci mostra Topolino e Pippo in apparenza privi di ogni preoccupazione, col primo che suona il tamburo e il secondo il piano. Solo qualche nuvoletta di troppo lascia intendere che “qualcosa” si nasconde nell’ambiente… bel disegno e buona colorazione, anche se la copertina non è di quelle che strappa un applauso.

–   Spettri a Golden City, di Giovanni Di Gregorio e Ivan Bigarella: il circo del vecchio West, del quale Mick/Topolino ha iniziato a far parte nel corso della prima storia della serie (questa è la terza), arriva a New Golden City, che è tutto ciò che resta di Golden City, cittadina ricca e prosperosa finché la sua minera d’oro non si è esaurita. I pochi abitanti rimasti hanno abbandonato la vecchia città e il vecchio saloon in quanto infestati dai fantasmi, ma questo non impedisce a Mick e a suoi nuovi amici di piantarci, letteralmente, le tende. I fantasmi, però, pare ci siano davvero… le cose si complicano quando i nostri finiscono intrappolati nella miniera abbandonata, che ovviamente contiene la chiave del mistero (anche se non l’oro). Qualche momento di suspence, e alla fine tutti si salvano: in realtà i fantasmi non esistono e il circo, una volta che tutto si è risolto, leva le tende, letteralmente, e riparte verso nuove avventure. La terza storia della serie “Circus” è indubbiamente la migliore, con una buona dose di suspence, un intrigo almeno discreto e una risoluzione soddisfacente. Tuttavia la strada per realizzare un capolavoro è ancora lunga, forse troppo, e non bastano i disegni di Bigarella, sempre di ottimo livello, per andarci vicino. La colorazione smorta e giallastra, che dovrebbe accentuare un’atmosfera “polverosa”, col circo che percorre territori desertici o quasi, non sempre funziona.

Topolino e Pippo, con i suoi soliti abiti, sono i soli personaggi di Circus che Bigarella disegna nel modo tradizionale


–   In punta di Pennino
, di Francesco Pelosi e Simona Capovilla: per la terza volta di seguito tornano i ragazzi dell’Area 15, ai quali si aggiunge Pennino, il nipote di Paperoga: con la sua collaborazione viene rimessa in piedi una biblioteca itinerante (cioè ospitata su di un autobus) dal momento che quella ”fissa” nella quale lavora Erica, vecchia amica di suo zio, rischia di venire chiusa a causa dell’ennesima speculazione. Stavolta l’Area 15 non riuscirà ad evitarne la scomparsa, come era successo col parco due numeri fa, ma la biblioteca itinerante riscuoterà un successo strepitoso e inaspettato.

–   La serata a tema, di Marco Bosco e Lucio Leoni: Orazio e Clarabella, su iniziativa di quest’ultima, devono partecipare a una serata “a tema” nella casa della ricca e snob Vanagloria Swann. Orazio non è tipo da recarsi a eventi mondani e si trova a disagio finché non gli si presenta l’occasione di riparare una centrifuga, e di farlo proprio di fronte alla padrona di casa, alla quale non dispiacciono affatto le “piccole riparazioni”. La prossima serata a tema, proprio in onore delle capacità di Orazio, sarà appunto dedicata al “fai-da-te”. A trovarsi a disagio sarà stavolta Clarabella!

–   La memoria ghiottona, di Roberto Gagnor e Giampaolo Soldati: Pierpizzocchero Brambilla, storico culinario in visita a Paperopoli, fa scoprire a Paperone l’esistenza del “sapurùn”, un mitico “insaporitore” rinascimentale capace di rendere prelibato qualsiasi piatto. Paperone parte subito per l’Italia in compagnia di Ciccio, che fa da esperto di cibi e, dopo essere stato a Milano, Sondrio, Mantova e Pavia, torna a Milano, dove infine scopre che il “sapurùn” era solo uno scherzo, e che il segreto per apprezzare qualsiasi piatto è semplicemente quello di mangiare cose buone in compagnia.

 

Numero 3618 del 26 marzo

–   Copertina di Davide Cesarello, che probabilmente, essendo questo l’ultimo numero di marzo, si ricollega alla tradizione dei “pesci d’Aprile”: questo spiegherebbe come mai i nipotini abbiano tagliato dei pezzi a forma di pesce dal giornale che sta leggendo Paperino. Nulla da eccepire sulla copertina, disegnata da quel Cesarello che ha dato un’ottima prova di sé nel recente “500 piedi”, ma non si può non notare che il mancato collegamento alle storie presenti nel numero (anche la “scandinava” non sembra aver molto a che fare con la copertina) ne rispecchia un livello insolitamente basso e una mediocrità generale come non si vedeva da un po’ di tempo. Forse questo è dovuto alla volontà di aumentare l’effetto che farà il prossimo numero, nel quale Sisti, Gervasio e Nucci si cimenteranno con delle storie impegnative e verranno inoltre riproposte le versioni dialettali di quella principale, ma qualcosa di buono si poteva anche proporre già adesso. O no?

–   Mistero a quattro corde, di Marco Bosco e Carlo Limido: un festival di musica classica a Pleasantville, dove Topolino e Minni sono invitati, un violinista capriccioso, un violino preziosissimo (un “Topolieri”), una violinista meno famosa ma pur sempre molto ambiziosa. Questi sono gli ingredienti che vanno a compore una storia della serie “Topolino in giallo”, ideata da Bosco qualche anno fa, e che si dipana come una tipica detective story, con indizi ben nascosti, colpevoli insospettabili e così via. Anche questa volta Topolino, con l’aiuto di Minni, risolverà il caso, non senza colpi di scena.

–   Il vestito ballerino, di Giovanni Eccher e Ottavio Panaro: Paperino viene costretto da Paperina a partecipare ad una gara di mimi (“altrimenti ci andrà con Gastone”) nonostante sia qualcosa che non ha mai fatto, e ricorre all’aiuto di Archimede per riuscire nell’impresa. Munito di una tuta in grado di imparare da sola ogni tipo di movimento, Paperino vincerà la gara e poi, sfruttando una serie di film di azione e di avventura che la tuta ha elaborato mentre lui dormiva, sbaraglierà, anche se involontariamente, una banda di ladri che puntava all’incasso della serata.

–   Lo spauratore da brivido, di Augusto Macchetto e Mattia Surroz: Newton, che ha paura dei ragni, inventa un dispositivo che emette delle onde in grado di cancellare ogni paura. In un primo momento i benefici sembrano enormi, ma il nipote di Archimede scopre ben presto che la paura ha un suo scopo: avvisarci dei pericoli e dei nostri limiti. Nel vedere gli spettatori dei film horror lasciare le sale delusi, poi Paperone disinteressarsi dei Bassotti, e infine Pico rischiare la vita per diventare un acrobata, Newton capisce che alla lunga la sua invenzione farebbe troppi danni e decide di disattivarla.

–   La gara dei burloni, di Knut Naerum/Arild Midthun e Arild Midthun: a Paperopoli è il 1° aprile, Paperino e Jones si sono appena alzati, e una coppia di passaggio annuncia loro che è stato messo in palio un premio per chi, quel giorno, saprà stare agli scherzi più di chiunque altro. Nel tentativo di vincere il premio Paperino e Jones iniziano una gara di scherzi, sempre più pesanti, che si sforzano di sopportare pur alzando ogni volta il livello dello scontro. Quando le loro case sono ormai semidistrutte gli viene annunciato che l’idea del premio era a sua volta uno scherzo… non c’è nessun premio!

Midthun eccelle nei campi larghi e nelle scene di distruzione di massa


–   La biblioteca più grande della storia
, di Sergio Cabella e Marco Palazzi: Topeo, Pipponio, Marzio e Timeo sono stati invitati dal “maestro” Topostene a visitare Alessandria e la sua biblioteca. Qui si imbattono in un piccolo mistero: ogni tanto qualcuno sottrae un libro, ma lo fa ricomparire qualche giorno dopo; inoltre, le testimonianze non concordano sul suo aspetto. Topeo capirà chi è costui… anzi, costoro: sono padre e figlio, il secondo avido lettore e scienziato in erba, al punto che sarà proprio lui – non Topostene/Eratostene – a calcolare la misura della circonferenza terrestre giocando con una mela.

 

 

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