Paola Senatore nasce nel 1949 a Roma perché sua madre, per metterla al mondo, deve fuggire da una Calabria retrograda che non accetta le ragazze madri. Paola prende il cognome della mamma e per un certo periodo frequenta un collegio gestito da suore. La sua vita comincia in salita e le difficoltà da superare non mancheranno mai, anche se ad appena vent’anni sfrutta una grande occasione ed entra nel mondo del cinema. Paola Senatore è un’attrice interessante che manifesta spiccata propensione per l’erotico, grazie alla sua bellezza mediterranea e la notevole eleganza. Forse il cinema di genere italiano poteva sfruttarla meglio, invece di relegarla ai soliti cliché di donna abbondante e di facili costumi. A un certo punto della carriera passa al porno perché costretta dal dramma della tossicodipendenza che vive sulla propria pelle. La discesa negli inferi ricalca passo dopo passo le vicissitudini di Lilli Carati, ed è la stessa Paola Senatore che racconta la sua vita e la scelta dell’hard in due lunghe interviste rilasciate ad Antonio Padalino del settimanale Panorama. “Ho fatto servizi fotografici e un unico film porno pensando che per avere quel figlio sarei stata due anni senza lavoro: mi bucavo e i soldi non bastavano mai. In più dopo il parto avrei dovuto fare la plastica al seno. Tante spese e non volevo che a mio figlio mancasse niente. Ecco perché ho fatto il porno: per soldi. È stato un episodio, ma non sono un’attrice porno”, si legge nell’intervista. Paola Senatore comincia con le foto hard su Le Ore e Men, prosegue con il cinema a luci rosse e infine sconta addirittura un anno di reclusione per detenzione e spaccio di stupefacenti. La carriera cinematografica di Paola Senatore comincia a vent’anni, con una piccola parte nell’avventuroso Robin Hood l’invincibile arciere di José Merino (1970), uno dei tanti film sulla mitica figura dell’eroe inglese che in quel periodo affascinavano i ragazzini. In questa pellicola, Robin aiuta una coppia di fidanzati a sposarsi ed evita le trame maligne di un bieco barone. Nello stesso anno, Demofilo Fidani la vuole per A.A.A. massaggiatrice bella presenza offresi, che Marco Giusti definisce “un porno thriller con protagonista la figlia del regista” (Simonetta Vitelli che si fa chiamare Simone Blondel). Si tratta di un film misconosciuto in Italia ed è impossibile giudicare senza averlo visto, anche se la trama pare intrigante dal punto di vista erotico. Simonetta Vitelli è Cristina, una ragazzina borghese stanca dei genitori e del fidanzato, che scappa da un’amica e si mette a fare la mignotta. Il thriller comincia qui, perché i clienti della ragazzina vengono uccisi uno dopo l’altro. Paola Senatore e Yvonne Sanson sono due presenze erotiche di contorno, ma si danno parecchio da fare. Il film è un porno ante litteram realizzato all’insaputa dell’attrice, addizionato con scene girate da controfigure per il mercato estero. L’amore quotidiano di Claude Pierson (1973) è un film ancora più spinto, che parte da un pretesto psicanalitico e vede la Senatore interpretare Beatrice, una ragazzina con problemi sessuali che si dedica agli amori saffici perché non riesce ad avere rapporti con gli uomini. Lucretia Love è una delle protagoniste del gineceo che aiuta a guarire Beatrice dalla malattia, tanto che alla fine la ragazza rimane addirittura incinta. Il film è abbastanza esplicito per il periodo e rappresenta uno dei primi ruoli morbosi della carriera di Paola Senatore. Altrettanto scabrosa è la trama de Il fiore dai petali d’acciaio di Gianfranco Piccioli (1973), un film modesto che si regge su numerose sequenze lesbo. Si tratta del solo film realizzato come regista dal produttore Piccioli, con l’ultima apparizione italiana di Carrol Baker, credibile come cattiva lesbica incestuosa che fa una brutta fine. Paola Senatore recita una parte da amante saffica, ma è anche innamorata di un affascinante Gianni Garko. Si tratta di un thriller erotico secondo la moda del tempo, nel quale Garko veste i panni di un medico che provoca accidentalmente la morte della propria ragazza facendola cadere su un fiore dai petali d’acciaio. Paola Senatore interpreta un paio di film gialli piuttosto violenti, come Servo suo di Romano Scavolini (1973), ambientato nel mondo della mafia, e L’assassino ha riservato nove poltrone di Giuseppe Bennati (1974), che ricalca la trama di Dieci piccoli indiani di Agatha Christie e la vede nei panni della perfida Lynn. Paola Senatore esce come ragazza del mese sulla rivista erotica Playmen di febbraio 1974 e si impone ancora di più all’attenzione del pubblico. I suoi capelli rossi, lo sguardo deciso e malizioso, un corpo abbondante e prosperoso, il suo saper stare nuda sulla scena senza problemi la fanno diventare sempre più ricercata dai registi. I ruoli che le vengono proposti sono legati a interpretazioni lesbiche e si tratta sempre di caratterizzazioni esplicite. Diario segreto da un carcere femminile di Rino Di Silvestro (1974) è un esempio di women in prison esplicito, il primo girato in Italia, nel quale la Senatore mostra una grande carica erotica come detenuta lesbica. Rino Di Silvestro è al debutto dietro la macchina da presa e arruola un manipolo di starlettes per un film su una ragazza che si fa rinchiudere in galera per scagionare il padre dalle accuse. Tra le presenze femminili citiamo Jenny Tamburi (protagonista assoluta), Anita Strindberg, Eva Czemerys, Gabriella Giorgelli, Valeria Fabrizi, Olga Bisera, Cristina Gajoni, Bedy Moratti ed Elisa Mainardi. Il film ebbe un buon successo in tutto il mondo, mostrava numerose scene di amore saffico tra detenute, torture alle carcerate, ispezioni anali da parte delle secondine e varie prelibatezze che hanno fatto la fortuna della pellicola. Le televisioni private degli ultimi anni settanta lo hanno riproposto sino allo sfinimento. Madeleine – Anatomia di un incubo di Roberto Mauri (1974) è un giallo psicologico con Silvano Tranquilli e una poco nota Camille Keaton. Non è un film memorabile, ma un lavoro caratterizzato da forte contaminazione tra cinema e psicanalisi. Paola Senatore recita una piccola parte nel thriller Un tipo con la faccia strana ti cerca per ucciderti di Tulio De Micheli (1975), ma la vera protagonista è Barbara Bouchet. Un film importante per la carriera della Senatore è Salon Kitty di Tinto Brass (1975), pellicola che abbiamo analizzato parlando di Teresa Ann Savoy. La Senatore è Marika, una prostituta sadomaso. Ha confessato la Senatore a Marco Giusti: “Dovevo fare una scena molto forte, dove si doveva capire che avevo fatto l’amore con un nano. Superai me stessa, perché ero terrorizzata, la deformazione fisica mi mette un po’ di paura. In pratica dovevo salire sul letto e abbracciarlo in modo affettuoso, quasi materno. L’unico personaggio umano del film era il mio”. Paola Senatore fa parte del gineceo di Salon Kitty anche se non recita da protagonista. Da Salon Kitty derivano tutti i nazi-erotici italiani, ma il film del regista veneziano è un’opera d’autore originale e non si può confondere con i prodotti di basso livello. Brass non riconosce come sua la versione uscita in sala, perché rimontata dal produttore Giulio Sbarigia per evitare il sequestro. Il film scandalizza anche se leggermente modificato. Un film folle e sensazionale per certe scene di rapporti con monchi, nani, depravati ed esseri mostruosi che sono il piatto forte della recitazione. L’efebica e perversa Teresa Ann Savoy fa la parte del leone, ma Paola Senatore se la cava da par suo soprattutto nella scena d’amore con il nano che anticipa quella di Debora Caprioglio in Paprika (1990). Càlamo di Massimo Pirri (1976) segna il debutto della bella starlet erotica Paola Montenero, che sarà una meteora nel firmamento cinematografico italiano. Lino Capolicchio e Valeria Moriconi sono gli altri interpreti del dramma erotico accanto a Paola Senatore, che impersona una hippy nudista. Come cani arrabbiati di Mario Imperioli (1976) è un poliziottesco atipico che vede Paolo Carlini nelle vesti di un commissario e un bel cast femminile composto da Anna Rita Grapputo, Paola Senatore e Gloria Piedimonte. Gli omicidi da risolvere si verificano tutti nel mondo della prostituzione e il colpevole è un ragazzo della Roma bene che fa una brutta fine. Dimensioni giganti di Mircea Dragan (1976) è un film che non conosciamo e dii cui non è facile reperire notizie, anche perché non ha avuto distribuzione italiana. Paola Senatore lavora con Joe D’Amato in Emanuelle in America (1976) e Il ginecologo della mutua (1977), regalandoci parti disinibite. Nel primo è una nobile veneziana dedita al triangolo amoroso e nel secondo una delle tante clienti-amanti di un arrapatissimo Montagnani che manda avanti uno studio ginecologico. Nel 1977, Emanuelle in America viene ritenuto “offensivo del comune senso del pudore e privo di valori artistici” dal Tribunale di Avellino, che condanna Paola Senatore a tre mesi di reclusione e a quattrocentomila lire di multa, con la sospensione condizionale della pena. Immagini di un convento (1979) è ancora di Massaccesi. Restano memorabili le scene lesbo tra lei e Marina Frajese. La storia è quella di Isabella (una stupenda Paola Senatore) costretta a farsi suora dai genitori. Lei è stata tolta a Don Ascanio, uno zio privo di scrupoli con cui aveva una relazione amorosa. Il convento è indemoniato. Non si sa se la colpa è di Isabella, che porta il peccato tra quelle mura con atteggiamenti, masturbazioni e ricordi lussuriosi. Fatto sta che la statua del diavolo resta in primo piano sin dalle prime sequenze. Le finestre si spalancano per via di un vento infernale, uno spirito maligno possiede le suore, le spinge a masturbarsi selvaggiamente e a compiere eccessi erotici. Da qui lo spunto per gli accoppiamenti saffici tra Paola Senatore e Marina Frajese (suor Marta) e anche tra le altre suore, che per un soft-core sono piuttosto audaci. Nel film c’è una scena che sconfina nell’hard, tanto che nelle copie messe in circolazione sul mercato italiano è stata eliminata dalla censura. Marina Frajese, non ancora diva del porno, viene costretta a una ripetuta fellatio (in primo piano) e a una doppia penetrazione con tanto di membri in erezione. I film di Aristide Massaccesi sono stati analizzati nel libro Erotismo, orrore e pornografia secondo Joe D’Amato (Profondo Rosso, 2004). Voglia di lei di Claude Pierson (1976) è un erotico minore coprodotto tra Italia e Francia, che ha per tema la crisi di un uomo che non ce la fa più ad avere rapporti con la moglie. Paola Senatore lavora accanto a Lucretia Love e Mauro Nicola Parenti: è la conturbante amante del marito che scopre il motivo della crisi coniugale. Paola Senatore lavora molto, ma è sempre alla ricerca di un uomo che sostituisca un padre che non ha avuto e, forse per questo, mette in piedi relazioni che la deludono e pare innamorarsi delle persone sbagliate. Per completare la serie di incontri negativi, quando ha 27 anni resta incinta di un uomo che la costringe ad abortire. Poi avviene l’incontro che la porta sulla via della droga con un ragazzino di diciotto anni che si innamora di lei. All’inizio Paola cerca di farlo smettere, poi cade nella spirale perversa che va dalla prima sniffata al buco di eroina. Nel 1977, Paola incontra Paolo Campiglia, che lei stessa definisce “il mio amore tossico”, mentre gira Nenè con Salvatore Samperi (1977). A 34 anni resta incinta, per suo figlio sogna un futuro senza privazioni, ha anche bisogno della droga e i soldi non bastano mai. Per necessità economiche interpreta i ruoli più disparati, lo fa senza scegliere. Finisce nel cast di pellicole modeste e senza spessore, ma anche in ruoli di contorno per la sua disponibilità a recitare parti disinibite. La donna della calda terra di José Maria Forqué (1978) è un film pensato per Laura Gemser e Gabriele Tinti. Paola Senatore interpreta un personaggio femminile collaterale che si spoglia senza problemi. Bersaglio altezza uomo di Guido Zurli (1979) è un modesto poliziesco girato a Istanbul, che la vede interpretare una storia di droga e inseguimenti assieme a Gabriella Giorgelli, Luc Merenda e Pamela Villoresi. Pare quasi una metafora della sua vita segnata dalla tossicodipendenza e dai guai con la giustizia. La carriera di Paola Senatore prosegue nella commedia sexy e le sue interpretazioni sono sempre molto spinte. Dove vai se il vizietto non ce l’hai di Marino Girolami (1979) è un film divertente, con Renzo Montagnani travestito da maggiordomo omosessuale e Alvaro Vitali finta donna, che si improvvisa cuoca per scovare l’amante del ricco commendatore Carotenuto. La pellicola è ottima e nel cast femminile spicca una fantastica Paola Senatore che dà parecchi punti alle giovanissime Lory Del Santo e Sabrina Siani. La Senatore è nuda per tutta la pellicola, espone il suo corpo con grande professionalità e bravura, si esibisce in pose sexy e in credibili rapporti sessuali. Tinto Brass la vuole ancora sul set di un film che ha per tema il cinema porno, anche se non come protagonista. Si tratta di Action (1979), con Luc Merenda, Adriana Asti e Alberto Lupo nella sua ultima interpretazione prima di morire. Una pellicola folle e visionaria che non ha avuto grande successo, ma che ancora oggi è ricercata dagli appassionati come un cult del regista veneziano. L’infermiera di notte di Mariano Laurenti (1979) è un film pensato per la bellezza maliziosa e ingenua di Gloria Guida. In questo film, Paola Senatore e Anna Maria Clementi sono due belle presenze femminili che contendono il campo alla giovane infermiera. Anna Maria Clementi è la moglie insoddisfatta di un pugile e fa la posta al figlio di Lino Banfi (il dentista) ogni volta che scende le scale. Non riesce mai nell’intento di portarselo a letto, nonostante sfoderi tutte le sue grazie, anche perché sul più bello arriva sempre il marito. Paola Senatore è l’amante del dottore e compare spesso nuda sulla poltrona ribaltabile dello studio dentistico. La Clementi e la Senatore suppliscono a una Gloria Guida che compare senza veli solo per due brevi momenti. Manlio Gomarasca e Davide Pulici, nel pregevole volume “99 Donne”, confondono Francesca Romana Coluzzi con Paola Senatore, perché affermano che quest’ultima è la moglie gelosa di Lino Banfi. La dottoressa preferisce i marinai di Michele Massimo Tarantini (1979) è un’altra commedia sexy che giunge alla fine del periodo d’oro. Paola Senatore fa coppia con Sabrina Siani e insieme garantiscono una certa tenuta erotica al film che gode della presenza di Marisa Mell. La frase di lancio del film è di pessimo gusto: “Alvaro Vitali vi dà la garanzia di due ore di risate e se volete… anche Paola Senatore ve la dà”. Vitali è orfano di Montagnani e recita battutacce con la collaborazione di Gianni Ciardo, ma non è la stessa cosa, così come Renzo Palmer è patetico nel ruolo del capitano. I guappi non si toccano di Mario Bianchi (1979) è un film sulla camorra che citiamo rapidamente per la presenza della bella attrice accanto a Gabriele Tinti. Niente di erotico. Mangiati vivi! di Umberto Lenzi (1980) è un cult assoluto, anche se non si tratta di un capolavoro. Un film truculento come pochi, ma poco originale e pieno zeppo di immagini pescate senza alcun pudore da altri cannibal movies. Lenzi è colpevole pure di una pessima sceneggiatura. Il cast è composto da: Robert Kerman (lo stesso di Cannibal Holocaust), Janet Agren, Ivan Rassimov, Paola Senatore, Mel Ferrer, Me Me Lai e Franco Fantasia. Il film è scadente, costruito con ritagli di altre pellicole e girato in economia. “C’erano pochi soldi” confessa Ivan Rassimov in un’intervista. Una buona recitazione, alcune scene efferate, i nudi integrali e provocanti della Agren e della Senatore salvano a stento una pellicola che è diventata un cult per gli appassionati del trash. La parte cult del film è quella con i cannibali che catturano Me Me Lai e Paola Senatore e poi le mangiano vive facendole a fettine nei punti più prelibati (mammelle, orecchie, gambe…). Sono scene molto realistiche. Una nuova incursione della Senatore nella tarda commedia sexy è rappresentata da La settimana al mare di Mariano Laurenti (1981), film già trattato nell’articolo su Annamaria Rizzoli che è la protagonista principale. Paola Senatore è la sexy professoressa di lingue corteggiata da Enzo Cannavale e coadiuva la Rizzoli con provocanti scene di nudo. Ti spacco il muso bimba di Mario Carbone (1983) è l’ultimo modesto film interpretato da Carmen Russo e ne abbiamo parlato nell’articolo dedicato alla procace attrice genovese. Il solo motivo valido per vedere ancora la pellicola è dato dalla presenza delle attrici. Paola Senatore interpreta anche erotico puro con Bruno Gaburro e film di cassetta come Malombra (1983), versione sexy del romanzo di Fogazzaro massacrato a dovere dallo sceneggiatore, bissando il successo nel 1985 con Maladonna e infine nel 1986 con il modesto Penombra. Sono tre pellicole trasgressive di ambientazione ottocentesca che incontrano i gusti del pubblico, sia per le situazioni spinte sia per la trama di origine letteraria, spesso solo un pretesto per giungere alle scene di sesso. Paola Senatore è fisicamente quasi irriconoscibile da quanto è ingrassata, ma riesce ad apparire sempre sensuale. I film vengono realizzati sulla scia del successo di Tinto Brass con La chiave e l’interpretazione disinibita di Stefania Sandrelli. Gaburro non è Brass e la Senatore non regge il confronto con la Sandrelli, ma il pubblico accorre lo stesso ad ammirarla nelle prime due interpretazioni. Penombra, invece, non riscuote lo stesso successo perchè esce nelle sale un anno dopo, quando l’attrice è già passata al cinema hard ed è agli arresti domiciliari per una storia di droga. Si tratta di una pellicola montata con scene dei precedenti film e spezzoni inediti tagliati dagli altri erotici di Gaburro. Il regista lo firma con lo pseudonimo di Alex Romano e si fa aiutare da Piero Regnoli per la sceneggiatura e i dialoghi. Interprete maschile è sempre Maurice Poli nel ruolo del marito di Carlotta (Paola Senatore), ma sono degne di nota anche le performances erotiche di Carmen Di Pietro e Marcella Petrelli. Paola Senatore ha già fatto erotico soft con Joe D’Amato ed è con lui che ha avuto i primi guai con la giustizia, ma le scelte successive saranno più pesanti. D’Amato la corteggia per farle interpretare qualche pellicola hard ma lei rifiuta, però posa per foto porno assieme al suo uomo Paolo Campiglia, anche se in quelle foto ci sono pure altri uomini. Arriva infine il primo film hard: Non stop, sempre buio in sala di Hard Sac (Arduino Sacchi), nel1985, l’unico che la Senatore ammette di aver interpretato. Paola Senatore afferma in un’intervista a Panorama: “Io non mi sentivo coinvolta, niente emozioni, nessuna eccitazione, mi imbottivo di eroina. Quel partner era un amico, non lo amavo. Recitavo, in fondo era solo un gioco erotico…”. La Senatore interpreta un film porno con un fisico appesantito da dieci chili di troppo, le occhiaie profonde e scavate, le pupille dilatate. Uno spettacolo penoso di decadimento fisico e morale. Marco Giusti scrive che il regista utilizza lo pseudonimo di Dudy Steel e che per le scene porno di Paola Senatore viene chiamato Bruno Gaburro, uomo di fiducia della bella attrice. Paola Senatore interpreta una giornalista in crisi dopo un amore finito male, che si innamora di un uomo pure lui tradito dalla moglie. Le confessioni reciproche sono la trama di un film hard abbastanza semplice e molto esplicito, che mostra la Senatore mentre fa l’amore con il fidanzato Paolo Campiglia. Ma la bella attrice non lo fa solo con il suo uomo della vita reale, anzi, lui davanti alle telecamere non ci riesce, pare inibito. Si ricorre a una controfigura e il film va avanti tra ammucchiate e sesso di gruppo. Paola Senatore è incinta e in preda al bisogno di eroina, fa questo film in due giorni e afferma di non vergognarsene, perché “la pornografia è un lavoro come un altro”. Poco tempo dopo viene arrestata e sconta un periodo abbastanza lungo di prigione, poi viene messa agli arresti domiciliari e infine Enzo Biagi la intervista per la televisione. Paola Senatore compromette ogni possibilità di rientro nel cinema vero, butta via vent’anni di lavoro serio e professionale per il puro e semplice bisogno economico. In realtà esiste anche un altro film hard di Paola Senatore intitolato La sfida erotica, sempre di Hard Sac (1985). Pellicola realizzata in sala montaggio usando scene di recupero dal primo film della Senatore e da alcune pellicole di Marina Frajese. A parte il dubbio sulla paternità dell’opera, perché secondo Marco Giusti il vero regista è Luigi Soldati, si tratta proprio di un film rubato e costruito con una operazione indecorosa. Ci sono Paola Senatore e Marina Frajese che si contendono Claudio Campiglia, ma le due attrici non si vedono mai insieme. Il film viene realizzato quando Paola Senatore è agli arresti e lei non sa niente di una operazione che non condivide. Quando esce dal carcere afferma: “Un film porno era più che sufficiente. Tra l’altro mi hanno pagato a metà. Se ne sono approfittati perché ero in carcere. Io non ero portata per fare il porno. La mia testa è diversa”. Negli anni ottanta la carriera artistica di Paola Senatore si confonde con quella giudiziaria e arriva pure un arresto per spaccio e detenzione di stupefacenti. Il 14 settembre 1985, viene arrestata in piena notte e la sua immagine è data in pasto ai media come se le forze dell’ordine avessero preso un pericoloso assassino. La Senatore con le manette ai polsi è uno spettacolo indegno che il sostituto procuratore Alfredo Rossini ci poteva risparmiare. Una tossicodipendente bisognosa di cure e di assistenza per essere disintossicata viene sbattuta in prima pagina solo per appagare la curiosità del pubblico. A noi piace ricordarla mentre interpreta una scena che la vede divorata dai cannibali nel film cult Mangiati vivi! di Umberto Lenzi (1980). Erano i tempi d’oro del nostro cinema di genere e la sua bravura di attrice riusciva a rendere credibili persino simili sequenze. FILMOGRAFIA DI PAOLA SENATORE Robin Hood l’invincibile arciere di José Merino (1970) A.A.A. massaggiatrice bella presenza offresi di Demofilo Fidani (1972) L’amore quotidiano di Claude Pierson (1973) Il fiore dai petali d’acciaio di Gianfranco Piccioni (1973) Servo suo di Romano Scavolini (1973) L’assassino ha riservato nove poltrone di Giuseppe Bennati (1974) Diario segreto da un carcere femminile di Rino Di Silvestro (1974) Madeleine – Anatomia di un incubo di Roberto Mauri (1974) Un tipo con la faccia strana ti cerca per ucciderti di Tulio De Micheli (1975) Salon Kitty di Tinto Brass (1975) Càlamo di Massimo Pirri (1976) Come cani arrabbiati di Mario Imperioli (1976) Dimensioni giganti di Mircea Dragan (1976) Emanuelle in America di Joe D’Amato (1976) Voglia di lei di Claude Pierson (1976) Il ginecologo della mutua di Joe D’Amato (1977) Nené di Salvatore Samperi (1977) La donna della calda terra di José Maria Forqué (1978) Dove vai se il vizietto non ce l’hai? Di Franco Martionelli (Marino Girolami) (1979) Bersaglio altezza uomo di Guido Zurli (1979) Action di Tinto Brass (1979) L’infermiera di notte di Mariano Laurenti (1979) La dottoressa preferisce i marinai di Michele Massimo Tarantini (1979) Immagini di un convento di Joe D’Amato (Aristide Massaccessi) (1979) I guappi non si toccano di Mario Bianchi (1979) Mangiati vivi di Umberto Lenzi (1980) La settimana al mare di Mariano Laurenti (1981) Malombra di Bruno Gaburro (1983) Ti spacco il muso bimba di Mario Carbone (1983) Maladonna di Bruno Gaburro (1984) Penombra di Alex Romano (Bruno Gaburro) (1985) Sempre buio in sala di Hard Sac (Arduino Sacco) (1985) La sfida erotica di Hard Sac (Arduino Sacco) (1985) L’ultimo libro di Gordiano Lupi: “Storia della commedia sexy all’italiana, volume 1 – Da Sergio Martino a Nello Rossati”, Sensoinverso Edizioni 2017 Navigazione articoli IL CIELO SOPRA PIOMBINO ROGER MOORE: DA SIMON TEMPLAR A JAMES BOND
Great article about a beautiful but tragic actress. Very well researched. How about one with a very similar life, Karin Schubert, one of my favorites. Rispondi
[…] da uomini in divisa. Tra gli attori oltre ai soliti Gemser e Tinti citiamo: Roger Browne, Paola Senatore, Lorraine De Salle e Marina Frajese (solo nella versione hard). Qui c’è una contaminazione più […] Rispondi
Non è vero quello che scrivete riguardo alle scene di Paola Senatore in Non stop, sempre buio in sala. Se avetew la pazienza di guardare il film e confrontare i volti degli attori con quelli presenti in database di film per adulti (come iafd.com), vedrete che le scene di sesso non simulato Paola le ha fatto davvero e solo con il fidanzato dell’epoca Campiglia. L’uso della controfigura e il marito guardone sono una leggenda metropolitana, nata probabilmente per farsi scherno dell’attrice. Dispiace che un sito serio come il vostro le riporti. Per favore correggete. Rispondi