Chi non conosce Lucky Luke, si affretti a recuperare il tempo perduto. Non sarà fatica sprecata.

Per gli altri, non spenderemo troppo tempo a parlarvi di questo divertente “poor, lonesome cow boy” sempre lontano da casa. Il suo periodo d’oro è finito con la scomparsa dello sceneggiatore René Goscinny (bravi, proprio quello di Asterix). Poi ci si sono provati in tanti, troppi, scomodando anche lo scrittore Daniel Pennac. Per quello che ci riguarda, tempo perso. Le imitazioni, anche le migliori, non avranno mai la libertà che permette di ascendere al genio.

Per cui abbiamo apprezzato l’idea di Matthieu Bonhomme di prendere il personaggio e farne invece una versione avventurosa, realistica. Realizzando un bel western classico con un disegno un po’ grottesco di tipo linea chiara, ma graffiato quanto basta per immergerci in un west polveroso (quando non piove). Rispetto all’originale, Jolly Jumper ha perso la parola anche se conserva il carattere polemico; Laura Legs ha abbandonato la carriera di cantante di saloon e ricoperto le sue belle gambe per “sistemarsi” con il cattivo-ma-non-troppo della vicenda; e Lucky Luke resta il fulcro della storia che si fa coinvolgere ma solo fino a un certo punto perché sa che un’altra avventura lo attende e gli impedisce di farsi una vita.

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Bonhomme è un bravissimo disegnatore, e il colore usato morrisianamente scende sulle tavole come cacio sui maccheroni. La storia è ben costruita, rispettosa della tradizione pur prendendosi le necessarie libertà, ma almeno per quanto riguarda l’uccisione del protagonista annunciata nel titolo si capisce quasi subito dove va a parare. Cioè, a sparare.

Un volume comunque da acchiappare al volo.

Matthieu Bonhomme – L’uomo che uccise Lucky Luke (ReNoir Comics)

2 pensiero su “LUCKY LUKE NON FA RIDERE? MEGLIO COSÌ!”

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