Grazie alla diffusione dei film del Marvel Cinematic Universe, Nick Fury è associato all’attore afroamericano Samuel L. Jackson, che ha interpretato il personaggio dal secondo film dedicato da Iron Man (2010) fino ad oggi.

In realtà la “versione nera” di Nick Fury deriva dai fumetti della linea Ultimate, un universo alternativo rispetto a quello canonico, creato negli anni 2000 per essere più accessibile ai nuovi lettori.

Bryan Hitch, disegnatore della serie sugli Ultimates (la versione moderna degli Avengers) voleva un aspetto diverso rispetto alla versione classica di Fury. Decise di puntare su un attore afroamericano come modello: indeciso tra Morgan Freeman, Denzel Washington e Samuel L. Jackson, decise infine di puntare su quest’ultimo, contribuendo, con il senno di poi, a rivitalizzare la carriera dell’attore.


Il “vero” Nick Fury, quello classico, è un personaggio assai diverso, non solo nell’aspetto ma anche nel carattere rispetto alla sua versione cinematografica.

 

IL SGT. FURY E I SUOI HOWLING COMMANDOS

Nick Fury è stato creato da Stan Lee e Jack Kirby nel 1963 su Sgt. Fury and his Howling Commandos, una serie ambientata durante la Seconda guerra mondiale (che all’epoca era finita da soli 18 anni).

Fury viene descritto come un soldato rozzo ma estremamente efficace, un carismatico masticatore di sigari (caratteristica tipica di Kirby nella vita reale) che guidava una squadra d’élite composta da soldati di diverse origini. Negli Howlers militano rappresentanti di diverse etnie: oltre al folkloristico irlandese Timothy “Dum Dum” Dugan, c’erano un afroamericano, Gabe Jones, un ebreo, “Izzy” Cohen, un nippoamericano, Jim Morita e un italiano, Dino Mannelli, ispirato a Dean Martin.

La serie mostrava questi eroici soldati combattere nel cuore dell’Europa conquistata dai nazisti. Fury aveva spesso il viso mal rasato, la divisa logora e il sigaro in bocca mentre guidava missioni pericolose nel teatro bellico.

Per dare un’idea, i Commandos di Fury erano simili ai Bastardi senza Gloria di Questin Tarantino, film del 2009 che ricorda l’atmosfera dei personaggi e delle storie presenti nella serie gestita da Lee e Kirby prima e da Roy Thomas e Dick Ayers poi.

In queste pagine hanno fatto la loro comparsata Capitan America e Bucky, Reed Richards e supercriminali come il Barone Zemo, il Teschio Rosso e soprattutto il Barone Strucker, gerarca nazista che diventerà la nemesi di Fury.

La serie continuerà a venire pubblicata dalla Marvel fino al 1974, ma Fury e i suoi ragazzi si ritaglieranno un posto rilevante nel Marvel Universe ben prima.

 

NICK FURY AGENTE DELLO S.H.I.E.L.D.

Nick Fury venne ripreso da Lee e Kirby nell’epoca contemporanea già nel 1963, su Fantastic Four n. 21 in cui l’ex sergente, ora agente della CIA, si unisce ai Fantastici Quattro nella lotta contro il temibile Seminatore d’Odio, un crudele supercriminale sotto il cui cappuccio da KKK si nasconde nientemeno Adolf Hitler o una sua controfigura.

Fury così viene mostrato agire anche nel presente e Lee e Kirby lo fanno diventare protagonista della nuova serie di spionaggio della Marvel.

Siamo nel 1965 e, in piena guerra fredda, era esplosa la passione per il genere spionistico grazie al il primo film tratto dai romanzi di Ian Fleming 007 – Licenza di Uccidere (1962) e a serie come Danger Man (1960) e The Man from U.N.C.L.E., che funse un po’ da modello per Lee e Kirby.

Anche la Marvel necessitava della propria organizzazione segreta anti-terrorismo, lo S.H.I.EL.D., acronimo di “Supreme Headquaters, International Espionage, Law-Enforcement Division” (sebbene nel corso del tempo l’acronimo verrà modificato in più occasioni), a cui dirigerla viene scelto proprio il valoroso Nick Fury, ora promosso con il grado di colonnello per via del suo impeccabile status di servizio e la fama di eroe di guerra.

Fury, che presenta ora una benda sull’occhio sinistro per distinguerlo dal se stesso che continuava le avventure nella Seconda guerra mondiale in un altro albo, viene immerso in un mondo ipertecnologico in cui ci vengono mostrati gadget come abiti ignifughi e anti-proiettile, penne esplosive, radiorologi, auto volanti e i Life Model Decoy, degli automi indistinguibili dagli esseri umani che sostituiscono Fury durante le missioni troppo pericolose.

Molta della tecnologia Shield viene fornita da Tony Stark, l’alter ego di Iron Man, costituendo un forte legame con il resto dell’universo Marvel. Da segnalare in particolare lo straordinario Quartiere Generale dello Shield, ossia l’Eliveivolo, una gigantesca portaerei volante che si spostava di continuo.

Così come 007 combatteva la Spectre e la Uncle combatteva l’organizzazione Thrush, anche lo Shield ha la propria organizzazione terroristica rivale, ossia l’Hydra, che intende istituire un nuovo ordine mondiale vagamente nazista.

A capo dell’Hydra c’è un “Hydra Supremo”, un capo misterioso che di volta in volta verrà deposto o ucciso e sostituito da un nuovo leader, anche se generalmente il comandante più rappresentativo è il Barone Strucker, la nemesi di Nick Fury durante la guerra.

A dare sostegno a Nick ritroviamo gli ex Howlers Dum Dum Dugan e Gabe Jones, sopravvissuti alla guerra e sempre fedeli al loro capo.

Nick Fury agent of S.H.I.E.L.D. viene inizialmente pubblicata sull’albo Strange Tales insieme al Dottor Strange di Lee e Ditko. Lanciata dalle sapienti mani di Kirby, nel 1967 la serie viene impreziosita dai disegni di Jim Steranko, artista dallo stile psichedelico e dinamico che la rende un oggetto di culto, grazie alle sue tavole che uniscono pop art, surrealismo e design grafico.

Lo stile grafico di Steranko è fondamentale per il successo della serie, ma anche la parte narrativa si rivelerà fondamentale per tutto l’universo Marvel.

Su queste pagine, infatti, vedranno la luce molti agenti molto importanti per l’organizzazione (e per tutta la Marvel) come Jasper Sitwell, il ritorno dagli anni cinquanta di Jimmy Woo, Clay Quatermain e soprattutto la contessa Valentina Allegra de Fontaine, destinata a legarsi sentimentalmente con lo stesso Nick.

Nel 1968 la serie lascia Strange Tales ed è pubblicata a sé stante per circa 15 numeri, fino alla chiusura avvenuta nel 1969.

Tuttavia Fury e lo Shield sono diventati fondamentali per l’universo Marvel, comparendo frequentemente in altre serie come Captain America, Iron Man e Avengers.

Per esempio, Sharon Carter, la prima fidanzata di Cap, era un’agente dell’organizzazione di Fury, e sovente il colonnello appariva nella serie dello Scudiero a stelle e strisce dandogli supporto, e Sitwell diventerà per un po’ di tempo un comprimario fisso per Iron Man. La Vedova Nera, all’epoca fidanzata del vendicatore Occhio di Falco, diventerà un agente per conto di Fury disertando dal Kgb e diventando una delle migliori agenti del colonello bendato.

 

Sebbene nel 1965 un veterano della Seconda guerra mondiale potesse essere ancora attivo, con il passare del tempo la sua età iniziava ad essere un problema. Viene così introdotta la “formula dell’infinito” su Marvel Spolight n. 31 nel 1976, in una storia scritta da Jim Starlin e disegnata da Howard Chakyin.
Scopriamo che Fury, mentre si trovava in Francia durante la guerra, è stato ferito e utilizzato come cavia da uno scienziato, il professor Sternberg, per un siero che blocca l’invecchiamento.

Inizialmente Fury doveva assumere il siero regolarmente, venendo ricattato dallo scienziato, ma in seguito si stabilizzerà lasciando Fury all’apparente età di circa 40 anni e in ottima forma. Questo espediente narrativo piuttosto stiracchiato spiega come anche gli Howlers e il barone Strucker, fruitori pure loro della formula, siano ancora attivi e arzilli nonostante il trascorrere del tempo.

Fury e la sua organizzazione sono divenuti fondamentali anche nelle vite di altri personaggi, spesso tramite discutibili operazioni di ret-con. Sappiamo infatti come i coniugi Parker siano stati agenti agli ordini di Fury, e di come personaggi come Logan e Carol Danvers abbiano avuto trascorsi come agenti dello Shield.

Il tentativo di eliminare il direttore dello Shield è stata l’occasione per lanciare il personaggio della Donna Ragno, che come abbiamo visto in questo articolo avrà in seguito una serie da solista e in cui Nick comparirà di tanto in tanto.

Nel corso degli anni Fury sarà protagonista di varie miniserie, a volte in coppia con Wolverine, la Vedova Nera, Elektra e Capitan America. Particolarmente rilevante è Nick Fury vs lo S.H.I.E.L.D. del 1988, scritta da Bob Harras e disegnata da Paul Neary, in cui Nick Fury scopre della corruzione all’interno dell’organizzazione spionistica e accusato di tradimento, viene braccato proprio dai sui ex agenti, costretto a diventare un fuggitivo per scagionarsi.

Da lì in poi lo Shield verrà poi rinnovato e Fury sarà protagonista di una nuova serie.

Degna di nota è anche la graphic novel Wolverine/Nick Fury: the Scorpio Connection (1989) di Archie Goodwin e Howard Chaykin, in cui scopriamo che il buon Nick ha un figlio di cui non era a conoscenza, Jake, divenuto il supercriminale Scorpio.

Nel 2003 Fury è dietro la formazione della squadra segreta (composta da Capitan America, Uomo Ragno, Devil, Luke Cage, Wolverine e al Vedova Nera) che agisce sul territorio di Latveria (patria del Dottor Destino) nel tentativo di fermare il rifornimento di equipaggiamento che il ministro latveriano Lucia Von Bardas sta facendo ai supercriminali americani.

Al termine della miniserie, Fury si dà alla macchia, venendo sostituito da Maria Hill alla guida dello Shield (Guerra Segreta, di Bendis e Gabriele Dell’Otto, 2005).

Fury è il primo ad accorgersi dell’invasione degli alieni skrull che sta avvenendo sulla Terra, e non sapendo più di chi può fidarsi, deciderà di costruire una squadra composta da superumani in erba che addestrerà personalmente durante il maxi evento Secret Invasion del 2008, da cui verrà tratta una serie Secret Warriors, in cui vediamo Fury allenare questa nuova generazione di eroi (2008, di Bendis e Maleev).

Insomma sebbene le sue serie da solista chiudano abbastanza in fretta, come abbiamo visto Nick Fury è una colonna dell’universo Marvel, spesso agendo nelle retrovie e fornendo supporto ai supereroi, ma nel 2012, in virtù del grande successo ottenuto dai suoi film, la Marvel decide di mandare “in pensione” il vecchio Nick Fury e di rimpiazzarlo con un “altro” Nick Fury, un afroamericano che si rivelerà essere il suo figlio biologico, in tutto e per tutto uguale alla versione cinematografica di Samuel L. Jackson.

Il “nostro” Fury, al termine della saga Original Sin di Jason Aaron e Mike Deodato Jr. diventa una sorta di nuovo Osservatore (sic) sostituendo, a seguito di una lunga e complessa avventura il celebre alieno, non prima di aver rivelato che da tempo stava ormai invecchiando (gli effetti della formula dell’infinito si erano ormai esauriti) e che per anni si è fatto sostituire (anche agli occhi di noi lettori) da un Life Model Decoy.

 

FURY: L’UOMO CHE AMAVA LA GUERRA

Vista la sua natura dura e cinica, Nick Fury è un personaggio che perfettamente si adattava alla linea Marvel Max lanciata dalla Marvel nei primi anni 2000 per un pubblico adulto.

Oltre ad apparire nella serie dedicata al Punitore, Fury è stato protagonista di alcune serie della linea Max scritte da Garth Ennis. Particolarmente acclamata è la mini del 2002 L’Uomo che Amava la Guerra, disegnata da Darick Robertson.

Qui Fury è descritto in una maniera assai differente dall’eroico, seppur burbero, eroe della linea classica.

Qui Nick Fury è annoiato a morte, divenuto quasi un personaggio scomodo per lo Shield, mantenuto più per motivi d’immagine che per altro, rappresentato dal più diplomatico e avvezzo alla politica Mr. Lee. Fury è sull’orlo di una crisi di nervi, in totale depressione, e sogna di tornare in azione, a “sparare alle persone”.

Viene avvicinato da Rudi Gagarin, ex agente russo di Hydra e Kgb, con il quale hanno cercato di ammazzarsi a vicenda durante tutta la guerra fredda. Lui e Fury ne parlano come un bellissimo periodo in cui “giocavano a scacchi con il sangue”. Rudi vorrebbe riprendere il “vecchio gioco” mentre Fury pare non interessato alla cosa, ma quando il russo prende il controllo di un’isola nell’Oceano Pacifico con l’intento di scatenare un nuovo conflitto, Fury torna in azione a capo di una squadra d’élite allo scopo di neutralizzarlo.

L’operazione si rivela un bagno di sangue da ambo le parti, con Fury e Gagarin che alla fine si scontrano corpo a corpo mentre gli Usa bombardano l’isola. Gagarin è in estasi per essere riuscito a tornare a quella realtà di combattimenti e morti, mentre un furioso Fury lo strangola con le sue stesse budella… ma, tornato in patria, si rende conto che, se a compiere quella sciagurata azione non fosse stato Gagarin probabilmente lo avrebbe fatto lui.

Garth Ennis ci illustra quindi un Nick Fury segretamente guerrafondaio e psicopatico, un reduce che non riesce ad adattarsi alla vita civile, che vede nella missione di fermare Gagarin l’opportunità di sentirsi ancora vivo.

 

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