Ormai la notizia è ufficiale: Your Name sarà proiettato alla XIX edizione di Napoli Comicon, la fiera annuale dedicata al fumetto e all’animazione. L’appuntamento è per il 30 aprile alle ore 17 nell’Auditorium CartooNa. Già distribuito nelle sale italiane tra gennaio e febbraio, Your Name è un film d’animazione che racconta la particolare storia d’amore di Taki Tachibana, un giovane di Tokyo appassionato di architettura, e Mitsuha Miyamizu, una liceale che vive in una piccola città di montagna ed è ansiosa di trasferirsi nella metropoli. Un giorno i suoi desideri vengono esauditi: si risveglia nel corpo di Taki e, in questo modo, la protagonista può sperimentare la vita che ha sempre sognato. Intanto a Itimori, il paese natio della ragazza, Taki ha preso il suo posto. Inizia così, con uno scambio di anime e di corpi, il legame tra due giovani che non si sono mai visti prima. La reciproca volontà di conoscersi aumenterà con il passare del tempo, rafforzando così il desiderio di incontrarsi e di chiamarsi per nome. I due protagonisti, alla fine, riusciranno a incontrarsi? Il ritorno dell’amore a distanza Your name riporta il regista Makoto Shinkai a uno dei suoi temi privilegiati: l’amore a distanza, già sviluppato in precedenti opere come 5 cm per second e Il giardino delle parole. In tutti e tre i film, infatti, i protagonisti vivono una relazione ostacolata dalla lontananza dallo spazio o dal tempo. Nei titoli citati, inoltre, la relazione ha un’evoluzione simile: anziché indebolirlo, la lontananza rende più forte il legame tra i personaggi. La differenza principale sta nel finale meno malinconico di Your name rispetto agli altri due titoli (ma qui mi fermo per evitare pericolosi spoiler 😉). Legato all’amore a distanza è un altro motivo narrativo: la scoperta dell’altrui identità. Tra sms, appunti vari e frammenti di memoria i due protagonisti cominceranno un “viaggio della conoscenza” che, giorno dopo giorno, li avvicinerà alla scoperta del loro nome. Il processo è inarrestabile, nonostante gli ostacoli incontrati dai protagonisti. Un esempio di queste difficoltà? Ogni volta che termina lo scambio dei corpi, Taki e Mitsuha non ricordano più nulla. E la scoperta dell’altrui identità deve così tornare a iniziare (quasi) daccapo. Tutti gli ostacoli si frappongono al forte legame che unisce i personaggi. E Makoto Skinkai sottolinea più volte il concetto della loro connessione, mostrandola simbolicamente con il filo rosso di Mitsuha. Makoto Shinkai: l’erede di Hayao Miyazaki? Mentre il legame tra i due protagonisti è chiaro, meno scontato è cosa possa unire due registi come Makoto Shinkai e Hayao Miyazaki. Se lo chiedono in molti, anche il prestigioso quotidiano inglese The Guardian ha accostato i due cineasti, domandandosi se Shinkai sia il “nuovo Miyazaki”. Chi si pone questa domanda forse pensa che il giovane regista seguirà le orme del fondatore dello Studio Ghibli, portando l’animazione giapponese a una nuova consacrazione internazionale. Your name, dunque, non sarebbe altro che il primo passo di questo processo. Il film di Shinkai è piaciuto a tanti spettatori, come dimostrato dagli incassi che hanno battuto quelli di La città incantata di Hayao Miyazaki, precedente film campione nel campo dell’animazione giapponese. Ma questo ragionamento, a mio parere, contiene alcuni errori di valutazione: Nell’animazione giapponese ci sono straordinari talenti come Mamoru Hosoda e Hideaki Anno, cineasti che godono già di buona fama internazionale. È difficile immaginare che, nel giro di pochi anni, Makoto Shinkai possa sostituirsi a loro come il volto più conosciuto dell’animazione giapponese. Shinkai non ha vinto l’Oscar, anzi, Your Name non è stato neanche candidato. Qualcuno osserverà che neanche grandi maestri del cinema come Stanley Kubrick e Alfred Hitchcock hanno vinto la statuetta. Vero, ma quanti sarebbero pronti a giurare che, senza l’Oscar a “La città incantata”, lo Studio Ghibli si sarebbe ugualmente affermato nelle sale di mezzo mondo? Shinkai non è (ancora) allo stesso livello artistico di Miyazaki: quest’ultimo è un cineasta che, da decenni, ha raggiunto la piena maturità registica. Il suo tocco è inconfondibile, quando pensiamo a mondi immaginari e gioiosamente infantili siamo sicuri di trovarci davanti a un suo film. L’autore di Your Name, invece, è ancora nella sua fase di formazione: il suo stile è ancora incerto e discontinuo, com’è evidente da alcune lacune nella sceneggiatura. Iniziamo con lo scarso approfondimento del personaggio maschile, Taki. L’attenzione narrativa del regista è indirizzata verso Mitsuha, una protagonista per cui proveremo un forte attaccamento (in particolare nella seconda parte di Your name). La scelta di Shinkai ha una sua ragione nell’economia della trama, perché sarà il personaggio femminile ad affrontare l’evento più significativo del film. Ma, anche dopo tale constatazione, rimane un po’ di delusione per la presenza di una controparte maschile che poteva essere caratterizzata (molto) meglio. Anche la storia d’amore, quella che dovrebbe essere il vero “motore” del film, va avanti in maniera sfilacciata. È difficile capire, nel corso di Your name, quali siano le fasi dell’innamoramento tra i due protagonisti. Anzi, a dire il vero, questi momenti mancano proprio. Un difetto grave, in particolare se penso che il regista sottolinea più volte l’indissolubile legame tra i due protagonisti. Ma come possiamo crederci, se il film non ci dà le giuste motivazioni? Poi mi ha dato fastidio la sequenza iniziale di Your name: un’introduzione che ci spiega lo scambio dei corpi e la sua origine. Una scelta al limite dello spoileraggio, perché toglie al pubblico gran parte della sorpresa. Il migliore Shinkai non lo troviamo nella sceneggiatura, ma nelle atmosfere tristi e malinconiche che sa creare. Quello del regista è un cinema intimo e riflessivo, che realizza situazioni capaci di coinvolgere emotivamente lo spettatore. Rispetto alle sue precedenti opere, Shinkai aggiunge il registro comico, che il cineasta sembra padroneggiare con assoluta abilità (come nelle divertenti scene dove Taki tocca il seno di Mitsuha). Eccezionale poi il comparto grafico. Your name è una gioia per gli occhi, si rimane meravigliati dalla bellezza delle vedute paesaggistiche e dal felice uso degli effetti luminosi. Non sorprende la cura maniacale di questo aspetto del film da parte di Shinkai, che in passato ha lavorato come grafico all’azienda di videogiochi Falcom. Ottime, infine, le scelte musicali che accompagnano le sequenze più significative del film e contribuiscono a coinvolgerci nelle atmosfere create dal regista. Due canzoni, in particolare, continuano a ronzarmi in testa: Sparkle e Zen Zen Zense. Per concludere, ci troviamo davanti a un grande film. Non so se definirlo un capolavoro, ma è un anime che vale davvero la pena guardare. La parola allo spettatore Mi auguro che la recensione serva per farvi conoscere Your name: aspetto di leggere i vostri commenti. (Cliccare qui per leggere l’articolo sul primo film di Makoto Shinkai: Oltre le nuvole, il luogo promessoci). Navigazione articoli THOR: RAGNAROK, L’APOCALISSE DEL DIO DEL TUONO CRISI DEL CINEMA COMICO E IMPORTANZA DEL REGISTA