Monica Bellucci è stata per anni il sogno erotico degli italiani, un’attrice provocante e sensuale, una donna bellissima venuta dal mondo della moda capace di ritagliarsi uno spazio come attrice. Soltanto il cinema francese ha saputo valorizzarla, parte del suo successo è dovuto al rapporto, finito da tempo, con Vincent Cassel, anche se alcuni film italiani la consegnano all’immaginario erotico collettivo. Tra questi ultimi Malèna di Giuseppe Tornatore, che ricorda la conturbante interpretazione di Laura Antonelli in Malizia, ma conduce il gioco della seduzione a conseguenze più estreme. Malèna è la ragazza più bella del paese, fa innamorare un ragazzino che trascorre le calde giornate d’estate a sognarla nuda, a spiarla mentre passa per strada. Come dice Roberto Frini, autore di un ottimo libro su Monica Bellucci edito da Gremese, “il film è costruito sulle nudità dell’attrice, sul voyeurismo e sulla scoperta del sesso da parte del ragazzino, ma è anche importante la fase della umiliazione di una donna perversa che subisce una dura punizione da parte delle concittadine”. Tornatore non ha ricevuto grandi apprezzamenti per questo film, che presenta aspetti interessanti, da un’accurata ricostruzione storica (sullo sfondo) a una scenografia sicula precisa e certosina, passando per una colonna sonora straordinaria realizzata da Ennio Morricone. Il regista usa il piano sequenza in maniera evocativa, gira scene corali con tranquillità, diventa crudo e disturbante quando la protagonista sta per essere linciata, sa dosare voyeurismo e poesia con tocco d’artista. Tutta la storia è vista dagli occhi di un ragazzino innamorato (platonicamente) della donna più bella del paese, ogni vicenda è filtrata attraverso il suo sguardo e riprodotta secondo le emozioni di un adolescente. Fotografia anticata, color ocra, suggestiva e avvolgente, come le riprese di Tornatore che conducono per mano lo spettatore e lo fanno entrare nella vita di una donna bellissima e sventurata. La storia d’Italia, nel profondo Sud di un immaginario paese siciliano (film girato tra Siracusa e Noto), passa sul grande schermo raccontando fascismo, guerra mondiale, liberazione e primo dopoguerra. Privato e pubblico si fondono e si confondono tra le prime pulsioni erotiche di un ragazzino, lo sconforto di una presunta vedova e i rapporti occasionali intessuti dalla donna per sopravvivere in un periodo difficile. Costo di produzione: venti milioni di dollari. Dedicato al padre da un regista ispirato e consapevole, che realizza una storia perfettamente in bilico tra erotismo e sentimento. Un altro ruolo erotico indimenticabile della Bellucci lo troviamo in Irréversibile di Gaspar Noé, dove una lunga scena di violenza carnale girata con la camera fissa finisce per essere eccessiva e disturbante. Condividiamo Frini quando sostiene che la Bellucci è un’attrice idonea al ruolo di vittima e la vede bene nei ruoli tipici del Rape & Revenge che le vengono assegnati anche in Dobermann e in Malèna. Il libro di Roberto Frini è preciso e puntuale, analizza tutta la filmografia di Monica Bellici partendo da Vita con i figli, L’ultimo capodanno e La riffa, per finire con N. – Io e Napoleone e I fratelli Grimm e l’incantevole strega. L’autore commenta senza timori reverenziali le pellicole, non compila una semplice agiografia acritica, ma divide la farina dalla crusca, come ogni buon critico dovrebbe fare. Un’ultima citazione per la Bellucci: Per sesso o per amore? di Bertrand Blier, dove la bella attrice di Città di Castello interpreta una conturbante prostituta pagata per fare da compagna di vita al protagonista. E come dimenticare la sequenza bollente in compagnia del giovane Scamarcio in Manuale d’amore 2? La mia generazione è cresciuta con le interpretazioni erotiche di Gloria Guida, Edwige Fenech e Laura Antonelli, ma Roberto Frini fa bene a ricordare che Monica Bellucci è il nuovo simbolo della bellezza mediterranea. I critici dal palato fine che l’hanno costretta a diventare un’attrice francese dovranno rivalutarla tra vent’anni. In Italia succede sempre così. Gli ultimi lavori di Monica Bellucci (classe 1964) non sono più sul versante erotico, l’attrice ha saputo riconvertirsi in ruoli interessanti, persino nel cinema d’autore. Citiamo On the milky road (Sulla via lattea) (2016) di Emir Kusturica, tratto da un racconto del regista. Tra le cose più recenti I migliori anni della nostra vita (2019) del grande vecchio Claude Lelouche, dove incontra colleghi dal passato illustre come Jean-Louis Trintignant e Anouk Aimée. Malèna (Italia – Germania, 2000) – Regia: Giuseppe Tornatore. Soggetto: Luciano Vincenzoni. Sceneggiatura: Giuseppe Tornatore. Fotografia. Lajos Koltai. Montaggio: Massimo Quaglia. Effetti Speciali: Davide Bush. Scenografia: Francesco Frigeri. Costumi: Maurizio Millenotti. Musiche: Ennio Morricone. Casa di Produzione. Medusa Film, Miramax Films, Pacific. Distribuzione. Medusa. Durata: 109’. Genere: Drammatico. Interpreti: Monica Bellucci (Maddalena Scordia, detta Malèna), Giuseppe Sulfaro (Renato Amoroso), Luciano Federico (padre di Renato), Matilde Piana (madre di Renato), Gaetano Aronica (Nino Scordia), Gabriella Di Luzio (amante del Barone), Angelo Pellegrino (segretario politico), Paola Pace (donna del linciaggio), Gilberto Idonea (avvocato Centorbi), Pippo Pattavina (pretore), Domenico Gennaro (farmacista), Antonio Fulfaro (barbiere). Navigazione articoli LA FAMIGLIA ADDAMS 1991: OCCASIONE PERSA LINK, LA SCIMMIA DI UN HORROR DA RISCOPRIRE