Come sarebbe stata la vita di un giovane ranger del Nevada in un mondo un po’ più realistico di quello degli albi a striscia per ragazzi degli anni cinquanta? Ispirato dal Dark Knight di Frank Miller, molto più modestamente ho provato a immaginare le avventure di Capitan Miki “venti anni dopo”, in un sentito omaggio al personaggio creato e portato al successo dalla esseGesse (ovvero gli autori Giovanni Sinchetto, Dario Guzzon e Pietro Sartoris). Un divertissement che produssi sul finire del 1986, nel classico formato a striscia, a latere della rivista Fox Trot! che pubblicavo insieme agli amici e colleghi Paolo Di Pietrantonio e Stefano Casini. L’intenzione era quella di realizzare una trilogia, facendo incontrare al ribattezzato Marshal Mickey nel secondo episodio una mia versione di Kinowa, lo scotennatore di indiani ideato da Andrea Lavezzolo, e nel terzo… non lo ricordo più. Una volta stampato il fascicoletto andai a regalarne una copia a Giuseppe Casarotti, editore della Dardo titolare dei diritti del personaggio originale (di cui all’epoca non venivano più prodotti nuovi episodi), sperando che l’operazione gli facesse piacere. Non fu così. Storse la bocca, riscontrando troppe somiglianze con Capitan Miki (e ti credo!). E questo mise fine al mio piccolo progetto: con la vendita solo in fumetteria, quell’albetto si ripagava appena le spese di stampa. Avrei fatto comunque volentieri gli altri due episodi anche senza guadagnarci niente, ma se questo doveva infastidire chi speravo se ne sentisse invece gratificato… beh, non ne valeva la pena. Peccato. Mi sarei divertito molto a scrivere e disegnare l’incontro tra l’ex ranger e il demoniaco uccisore di indiani, ma… pazienza. Qui sotto potete leggere per intero quell’unico episodio realizzato. Buon divertimento. Navigazione articoli LA GRANDE TRUFFA DI ALFRED ANDRIOLA LUCA ENOCH E I GAY, DA INTREPIDO ALLA BONELLI
Guido Crepax aveva inviato alcune tavole di Valentina alla attrice Louise Brooks che al personaggio di carta aveva donato il musetto d’angelo ed il celebre caschetto, ma la signora in un primo tempo non aveva capito l’omaggio insito in quella perticona perennemente biotta e spesso legata. Pare che poi abbiano fatto pace. Immagino che il signor Casarotti si sia sentito come la diva del muto. Bellissimi disegni, anyway. Crepascolino ha rischiato di chiamarsi Frenmiller o Giacchirbi – il parroco non era disposto a battezzarlo con quei nomi sì bislacchi al suo orecchio – e sono ancora oggi un fan del papà di Elektra e Marv, ma capisco come alcune operazioni possano perplimere coloro che si ritengono – e sono legalmente – depositari di una tradizione. Resterà nella mia zucca di Fantafumettista un Kolosso versus Kinowa in the alternative Darkwood of the Queen Shanna Shokk – con il terzo occhio martinmysterico mi pare di vedere Shanna circondata da Puffi antropofagi redenti mentre leva la maschera al pistolero dalla coccia lustra e scopre si tratta in realtà della versione cattiva e mastrolindica di Cico – insieme a tutte le altre possibili storie ed anche a tutte le altre, come direbbe il mio amico ed ex allievo Tiz Sclavi. Mai la fine. Rispondi
Qualche anno più tardi con Casarotti ci ho lavorato (alle sceneggiature di Gordon Link), e siamo diventati buoni amici. Finché non ho deciso di interrompere la collaborazione per incomprensioni col creatore del personaggio… appena in tempo, perché a Casarotti in quel periodo son finiti i soldi e so che poi alcuni collaboratori non sono stati pagati. Io ho fatto in tempo a riscuotere tutti i miei compensi, prima di andarmene. 🙂 Poi non abbiamo più avuto occasione di vederci, se non di sfuggita a qualche fiera del fumetto. Rispondi
Un vero gioiellino! Peccato non sia stato valorizzato a tempo debito. Il ritmo è incalzante, la linea chiara elegantissima, geniale l’idea di lasciare la pistola all’antagonista per poterlo colpire in modo leale. L’unico punto debole è la rappresentazione semplicistica degli indiani-selvaggi. Eppure, nell’86, Ken Parker aveva già espresso una sensibilità nuova. Ma forse, se il progetto fosse andato avanti, anche questo aspetto sarebbe gradualmente maturato. Perché non riproporre ora un esperimento analogo (magari con un altro personaggio) ? Rispondi