quadretti


Nel dopoguerra chi stampava fumetti doveva scontrarsi con la scarsità della carta disponibile e il conseguente elevato costo. L’unica soluzione era realizzare albi di poche pagine che, per risultare comunque appetibili per i lettori, dovevano condensare in ogni pagina un gran numero di vignette, magari con storie dal ritmo sostenuto per rendere ancora più soddisfacente la lettura.

Così, in copertina, invece del numero delle pagine si pubblicizzava il numero delle vignette (chiamate popolarmente “quadretti”) contenute nell’albo.
Era, per necessità, l’uovo di Colombo, editorialmente parlando.

Poi le cose sono migliorate. Il costo della materia prima è diminuito, mentre l’Italia si avviava a vivere un boom economico che, per i lettori di fumetti, significava maggiori disponibilità economiche da investire nella loro passione e, contemporaneamente, “fame” di pubblicazioni sempre più corpose. Questo portò piano piano al tramonto degli albi più “poveri”, partendo da quelli a striscia che lasciarono il posto al formato quaderno, al “gigante” e alle raccolte dalla generosa foliazione.

Oggi la situazione sembra essersi invertita di nuovo. In parte per il prezzo della carta, lievitato robustamente negli ultimi anni a causa questa volta soprattutto delle nuove forme di utilizzo del materiale, a cominciare dal massiccio uso che ne fanno i venditori online per confezionare le loro spedizioni, Amazon in primis. Poi, mentre molta produzione fumettistica si è spostata sulla libreria dove l’alto prezzo di copertina permette di compensare i costi lievitati e l’abbassamento delle tirature, la crisi delle edicole e dei prodotti a esse destinati sta costringendo gli editori a una continua rincorsa agli aumenti per far quadrare i conti a fronte delle crescenti spese e del crollo delle vendite.

Diventa così lecito domandarsi se non sia il momento di ripercorrere le orme dei nostri genitori e nonni riducendo il numero delle pagine degli albi da edicola aumentando al contempo quello delle vignette per pagina e il ritmo della narrazione affinché la lettura non risulti meno interessante. Non dovrebbe essere difficile, anche se negli scorsi decenni molti sceneggiatori si sono avvezzati a un annacquamento delle storie inseguendo modelli cinematografici a mio parere deleteri. Sarà la crisi a farli tornare sui loro passi e riscoprire le cadenze sincopate (aiutate anche da un intelligente uso delle didascalie) del fumetto di un Belpaese povero ma ricco di fantasia e determinazione?

La Bonelli sembra aver già mosso qualche passo in questa direzione, riducendo recentemente la foliazione di Dampyr per non ritoccarne il prezzo, come avevano già fatto Martin Mystère e le collane della Bugs Comics Samuel Stern e Kalya. Non so se contemporaneamente siano state anche condensate le vicende o aumentata la quantità di “quadretti” per pagina, ma credo che la direzione sarà presto obbligata per un sempre maggior numero di testate.

 

 

(Il problema non credo sia nella “forma” quanto nella “sostanza”. Il formato e le pagine devono rimanere uguali, così come il bianco e nero, perché il pubblico ci è abituato e non apprezza i cambiamenti. Invece occorrerebbe creare nuovi personaggi nello stile popolare di Tex e Zagor, ovviamente di generi più attuali del western. Invece di diminuire le pagine, andrebbero chiuse le serie che vendono poco e sostituite con altrettante dalla vocazione più popolare. L’equivoco è nato con Dylan Dog, che pareva vendere perché “intellettuale” ma che in realtà vendeva per gli elementi popolari sapientemente inseriti da Tiziano Sclavi. Almeno questa è la mia non richiesta opinione – NdSauro).

 

Un pensiero su “CONTRO LA CRISI MENO PAGINE E PIÙ “QUADRETTI”?”
  1. Musica, film, giornali, hanno tutti come modello di vendita principale l’abbonamento. In molti casi abbonamenti che non offrono prodotti di un solo editore, ma che offrono un catalogo piuttosto vario. Possibile che un modello del genere non possa essere percorso nei fumetti? Possibile che la pirateria come punto forte (oltre all’ovvia e irrisolvibile economicità) abbia anche la praticità e facilità?

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