Nell’America del 1950 l’epoca dei supereroi è ormai finita, è tempo di Marvel Boy. Le decine di ragazzi (e ragazze) che con i loro sgargianti costumi hanno spopolato per anni tramontano uno dopo l’altro. L’ultimo eroe della Timely ad arrendersi, proprio all’inizio del 1950, è Capitan America, ma la sua presenza è ridotta a un logo sulla copertina di Captain America Weird Tales n. 75 (le parole Weird Tales sono aggiunte negli ultimi due numeri nella speranza di intercettare il numero crescente di lettori interessati all’horror). Solo tre supereroi della Dc Comics hanno ancora successo: Superman, Batman e Wonder Woman. Oltre a Capitan Marvel della Fawcett, che sarà costretto a chiudere di lì a un anno, e a Plastic Man della Quality, che resisterà a fatica fino alla metà degli anni cinquanta. Le cose nel mondo dell’editoria sono profondamente cambiate già dalla fine della Seconda guerra mondiale: ora la gente vuole leggere storie diverse, meno ingenue di quelle dei personaggi in costume e magari ricche di violenza. Nel dicembre del 1951, l’editore della Timely, Martin Goodman, decide di distribuire direttamente i propri comic book e le riviste per adulti con il marchio Atlas. Il nuovo emblema della compagnia, uno strano globo stilizzato, comincia a comparire sulle copertine dei fumetti e pian piano, nell’uso comune, viene identificato con la casa editrice stessa. Anche se la nuova denominazione non verrà mai adottata legalmente, dato che per ragioni fiscali le gerenze sotto la prima pagina dei comic book riportano il nome di numerose case editrici, la Timely è ormai diventata per tutti l’Atlas Comics. Per qualche anno l’Atlas domina il mercato insieme alla Dc e alla Dell, invadendo le edicole con fumetti e riviste di tutti i generi possibili e immaginabili: dall’horror al comico passando per il crimine, lo sport, l’avventura e arrivando alle jungle girls. Questi prodotti sono professionali, ma non certo di alta qualità. Da qualche parte rimane comunque accesa una tenue fiammella in ricordo dei vecchi eroi in calzamaglia. Martin Goodman prova a lanciare un nuovo supereroe in seguito al crescente interesse del pubblico verso i dischi volanti, che ha portato alla realizzazione di numerosi film di fantascienza (vedi l’articolo “Invasioni aliene eclatanti e invasioni striscianti”). Le premesse sembrano ottime, tanto che si decide di lanciare una testata nuova con il personaggio, invece di proseguire, come prassi in questo periodo per l’Atlas, la numerazione di una testata in crisi. Così, nel dicembre del 1950 (a cavallo tra la gestione Timely e la subentrante Atlas) esordisce il n. 1 di Marvel Boy. La sceneggiatura è di Stan Lee, già direttore della divisione dei comic book, e i disegni (copertina compresa) sono affidati a Russ Heath. La storia inizia nel 1934, quando il professor Horace Grayson piange la morte della moglie e della figlia, uccise dai nazisti. Lo scienziato è terrorizzato dall’idea che il piccolo Robert, il figlio superstite, possa andare incontro alla medesima sorte. Per questo motivo, costruisce una astronave a propulsione atomica che lo porta via dalla Terra. Arrivati sul pianeta Urano, papà Grayson e il figlioletto vengono accolti con benevolenza dagli abitanti del pianeta. Sotto la guida degli alieni, il piccolo Robert ottiene grandi poteri fisici e mentali. Quando compie 17 anni, nel 1950, decide di fare ritorno sulla Terra. Gli alieni gli danno un veicolo spaziale chiamato Silver Bullett, un paio di bande “quantiche” da utilizzare come arma difensiva e una tunica che avrebbe evocato il dio Apollo. Sulla Terra, Robert Grayson assume il nome di Marvel Boy e si prodiga per difendere dalle forze del male i suoi due mondi, quello natale e quello adottivo. Robert uscirà sempre vittorioso dai combattimenti, ma risulterà sconfitto nella guerra per le vendite. Già con il n. 3 la testata si trasforma in “Astonishing” e, nonostante Bill Everett che ne tenta il rilancio, la corsa di Marvel Boy termina con il numero 6. I fumetti horror hanno stravinto la partita contro quelli fantascientifici. Marvel Boy ritorna come una meteora nella metà degli anni settanta nelle pagine dei Fantastici Quattro, dove, impazzito per la distruzione della città su Urano dove era cresciuto, prende provvisoriamente il nome di Crociato. Nel 1978, Marvel Boy appare in un What If? insieme ad altri personaggi degli anni cinquanta, anche se creati in epoche differenti. Integrando in qualche modo questa storia nella continuity della Marvel (i What If? di norma ne sono fuori), nel 2006 l’editor Mark Paniccia decide di lanciare un gruppo con i personaggi della Atlas (anche se alcuni nati già ai tempi della Timely). Con i testi di Jeff Parker e i disegni di Leonard Kirk, nell’ottobre del 2006 Marvel Boy torna così nelle pagine della serie Agents of Atlas insieme a Venus, la dea della bellezza (vedi qui una sua vecchia storia), Namora principessa di Atlantide, Gorilla Man, M -11 The Human Robot e un ringiovanito Jimmy Woo. Gli inizi sembrano promettenti, le storie sono interessanti e i personaggi hanno un loro fascino, ma poi la vicenda sembra disperdersi e il nuovo team viene sospinto ai margini dell’universo Marvel. Chissà se e quando il personaggio verrà riutilizzato ancora una volta, magari per non delle semplici miniserie. Navigazione articoli INTERVISTA A MELLONCELLI, SCENEGGIATORE DI ZAGOR DON GLORY PICCHIA CHI VUOLE COMBATTERE HITLER
Mi pare di ricordare che il Crociato di cui ricordo di aver letto la storia nei quattordicinali della Corno – ero un bimbo, ma ancora oggi ricordo ” la testa d’uovo di mezza età ” ( nelle parole di Ben Grimm ) ovvero Mister Fantastic che parte alla ricerca del cattivone nella ultima pagina della prima parte con le sue gambe lunghissime come un personaggio delle fiabe – non fosse il vero Marvel Boy. Retcon, of course. Tante teste tante sentenze, ma io non sento la nostalgia del tizio. Funzionerebbe solo riproposto come un tale con morale da fifties del secolo scorso perplesso ( o forse no ) di fronte al trumpismo. Fabian Nicieza aveva provato qualcosa del genere con il Jack Monroe /Nomad degli anni novanta ( secondo retcon un Bucky anticomunista e maccartista impazzito, congelato, scongelato , guarito ed ora in giro in moto come clone di Lorenzo Lamas con canne mozze e bimba sulla spalle ndr ) di cui sono stati tradotti alcuni numeri, ma la serie ha chiuso dopo un paio di anni e quel simpaticone di Ed Brubaker ha stecchito il personaggio nella sua run su Captain America , probabilmente per fare largo al suo Soldato di Inverno che con Jack aveva più di un punto di contatto. Anyway, il MB ha portato al Quasar di Mark ” Gru ” Gruenwald ( praticamente una Lanterna Verde in casa Marvel ) che ha lanciato sul mondo il talento di Greg Capullo… Rispondi