Nel 1964, l’editore francese Eric Losfeld decide di pubblicare in volume cartonato le puntate di uno strano personaggio, uscite nella rivista per adulti V Magazine due anni prima. Si tratta di un fumetto realizzato da un giovane autore, Jean-Claude Forest. La protagonista è una procace ragazza bionda che vive avventure in cui la fantascienza si mescola all’erotismo. Lo scandalo è grande, ma il successo epocale: Barbarella entra nella storia del costume, infrangendone i canoni e creandone di completamente nuovi. Il trionfo di Barbarella diventa planetario nel 1968, quando Roger Vadim le dedica un bel film interpretato da Jane Fonda. Ma ormai da anni altri autori e artisti tentano di impadronirsi della formula e una brigata di ragazze spaziali, belle e discinte, invade la Francia portando una ventata di aria fresca. SCARLETT DREAM (1965) Di Claude Moliterni e Robert Gigi La protagonista, Scarlett Dream (ispirata all’attrice Marléne Jobert) appartiene, se vogliamo, più al genere spionistico alla 007 che a quello propriamente fantastico, ma l’ambientazione e le varie invenzioni narrative permettono comunque di annoverarla tra i prodotti di fantascienza. L’agente Scarlett, rossa di capelli, determinata e disinibita quanto basta, lavora per il controspionaggio internazionale e deve spesso confrontarsi con la rivale, l’altrettanto bella e spregiudicata Zarda; oltre che con il dottor Styx, un losco e potentissimo tecnocrate. Ad aiutarla provvede il fidanzato Ralph, uno dei primi partner di colore a incarnare questo ruolo. JODELLE (1966) Di Guy Peellaert L’impianto di Jodelle replica pedissequamente quello di Barbarella, presentandoci un fumetto di genere fantastico pervaso di erotismo, con una protagonista spesso nuda le cui fattezze sono ispirate alla cantante Sylvie Vartan (presentatrice anche di alcuni spettacoli della Rai). La storia si svolge a partire dal 14 d.C., in una dimensione alternativa alla nostra, collocata nella improbabile Roma imperiale governata da un Augusto perennemente circondato da seducenti ragazze in minigonna, sempre disposte a concedersi nelle situazioni orgiastiche. Ad opporsi all’imperatore c’è una inquietante figura femminile: la Proconsolessa. Sadica e spietata, può essere fermata solo da un gruppo di bellissime agenti segrete di cui fa parte Jodelle. Finisce molto male per la perfida donna, che verrà gettata in pasto (letteralmente) ad alcune creature cannibali. SAGA DE XAM (1967) Di Jean Rollin e Nicholas Devil L’eroina dalla pelle azzurra, Saga, vive in un mondo pacifico del futuro, Xam, in cui ogni sofferenza è stata bandita. Nel pianeta non ci sono uomini, per questo le donne possono avere solo rapporti lesbici. Un giorno il Consiglio delle scienziate di Xam si trova davanti a una richiesta da parte dei troggs, esseri di sesso maschile: domandano asilo poiché il loro mondo sta per essere distrutto. Per difendersi dall’inattesa intrusione, si pensa di costruire una barriera prodotta da un “raggio di pensiero collettivo”. Una barriera impenetrabile e indistruttibile. Prima, però, il Consiglio invia Saga nel passato, per studiare le epoche in cui le donne convivevano con gli uomini. Così Saga viaggia nelle epoche in cui dominava il fanatismo religioso dal tempo dei faraoni in poi. Fino ad arrivare nell’America underground degli anni sessanta, contemporanea a quella nel quale veniva realizzato il fumetto. Dal suo viaggio, la giovane esploratrice temporale porterà una nuova conoscenza: il concetto di violenza, sulla base del quale provoca una ribellione contro il potere del Consiglio delle scienziate. PRAVDA (1968) Di Pascal Thomas e Guy Peellaert La “sbandata” Pravda, bella e rivoluzionaria come i tempi esigono (siamo durante il mitico sessantotto), nuda quanto basta per rappresentare la “verità” (questo il significato del suo nome in russo), esordisce col botto facendo saltare in aria la mostruosa Megalopoli, simbolo della corrotta e disumana civiltà dei consumi. Ricalcata sulle fattezze spigolose della cantante Francoise Hardy, Pravda è anticonformista e “contro” per natura, ma senza dare a questa opposizione alcuna accezione morale o ideologica. La trama è quasi inesistente, si riduce a una perpetua scorribanda in moto-pantera attraverso un mondo meccanizzato e dominato degli stereotipi pubblicitari. HYPOCRITE (1971) Di Jean Claude Forest Vista la clamorosa accoglienza che i lettori avevano decretato a Barbarella, nel 1969 Forest ci riprova con Bébé Cyanure (in Italia, Bibì Cianuro). Con un canotto spaziale, Bébé vaga per i pianeti alla ricerca di simpatici alieni che possano farla divertire. La serie è un insuccesso e chiude subito. Forest lancia un’altra ragazzina disinibita due anni dopo, Hypocrite, che inizialmente esce come striscia per il popolare quotidiano del pomeriggio France-Soir, per poi emigrare nella rivista Pilote. In questo caso non si tratta di un personaggio fantascientifico, ma fantasy: una specie di Alice nel Paese delle meraviglie per adulti. In Italia l’abbiamo vista, nellla sfortuna rivista Sorry, alle prese dei suoi cloni: dalla versione lillipuziana di lei stessa a quella sottoforma di gigantesca sirena. Tutto sommato la stagione delle eroine fantasexy ebbe breve durata. In qualche modo erano troppo legate alla loro epoca per sopravviverle. Gli anni sessanta dell’Occidente furono anni di grandi speranze per i giovani: la cultura rock, la pop art, la ricerca della trascendenza, l’emancipazione femminile sembravano essere davvero le fondamenta sulle quali costruire una società libera e creativa. Un’intera generazione sognò di rifondare il pianeta a propria immagine. GIORNALE POP cerca articolisti e redattori. Chi fosse interessato scriva a info@giornalepop.com La collaborazione sarà di tipo volontaristico Navigazione articoli GIOVANNI TICCI DA TEX AL PALIO DI SIENA GALAXY EXPRESS 999, UN MANGA DI FORMAZIONE
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