I portali per la meraviglia possono essere infiniti. A volte basta guardare un quadro per proiettarsi in un mondo dalle strane dimensioni, oppure uno specchio, oppure ancora una parola. Questa potrebbe essere “largo”. Non il “largo” che troviamo nei nostri dizionari o negli spartiti di Albinoni, il “largo” dei versi di Federico Garcia Lorca, di quelli di José Martí, dei versi che fanno ballare i cubani e sgolarsi i messicani. Il “largo” del mundo ispanico che ci augura, urlando, “¡Larga vida, amigo!” “Larga vita, amico!”. Da noi la vita la si augura lunga, larga mai. La vita lunga è la vita di chi guarda avanti, indifferente alla larghezza della strada, che potrebbe essere stretta come una pista ciclabile, un sentiero di montagna o la corda di un funambolo. Una vita larga, invece, potrebbe non essere lunga, ma è una vita che lascia spazio a destra e a sinistra. È una vita che rastrella largo, che non si perde niente e procede lentamente senza paraocchi. Anche la giornata, nel suo piccolo, potrebbe essere larga, e lo stesso vale per le ore, per i minuti e persino per i secondi. Le giornate lunghe sono per chi non ha pazienza. Quelle larghe per chi se le vuole godere. Vogliamo parlare delle strade larghe? Le autostrade a quattro corsie sono una bazzecola a confronto. Le strade larghe hanno mille e più corsie, tutte larghe a loro volta. In Spagna ce n’è una a dodicimila corsie. Entro quest’anno ne faranno una a ventisettemila corsie. Agli spagnoli piacciono le strade larghe. E c’è il treno. Un treno largo è senz’altro un treno molto più largo che lungo. I sedili e le poltrone sono rivolti al senso di marcia che risulta essere perpendicolare rispetto a quello a cui siamo abituati. I binari di un treno largo hanno uno scartamento smisurato. Per contro, a un turista spagnolo seduto sulla terrazza di un famoso bar milanese, potrebbe venire voglia di un bel “café largo”. Libero di farlo, ma io mi chiedo quale tazzina potrà mai contenerlo. A volte basta una parola, che potrebbe essere “largo”. Una parola sentita in una lezione di spagnolo, tanti anni fa, in un’aula severa e larga. Come la vida di questo vecchio prof. Navigazione articoli Tutto quello che c’è da sapere sul fondotinta in crema compatto Bellezza: come usare la crema depilatoria nel modo corretto
Il trafiletto prende le mosse da una curiosità semantica, la circostanza che il nostro aggettivo qualificativo lungo si traduce in spagnolo col vocabolo largo. Di qui parte un flusso di pensieri in libertà, che l’autore si diverte a inanellare secondo una logica stringente e paradossale. Si diverte lui e, di conseguenza, si diverte anche il lettore. Peraltro, oltre che divertire, l’articolo sollecita una serie di riflessioni e approfondimenti attinenti all’universo della linguistica. Eccone uno. Largo e lungo vengono vissuti e raccontati dal bravo Lino come termini irrimediabilmente antitetici: il primo è rivestito di un significato positivo, in quanto allude allo slow living, cioè alla capacità di assaporare la propria esistenza lentamente, senza parossismi, minuto dopo minuto. Il secondo è invece caricato di un significato negativo, riferendosi al fast living. Allude a chi percorre i sentieri della propria esistenza munito di paraocchi, che, costringendolo a galoppare guardando sempre davanti a sé, gli impediscono di vedere e apprezzare quanto di bello e interessante c’è alla propria destra e sinistra. Ma è proprio così? Vediamo. E’ indubbio che il termine largo abbia in alcuni contesti un significato positivo. Valutiamo infatti positivamente una persona che è di larghe vedute. Oppure diciamo ai nostri figli che è giunta l’ora di prendere il largo, vale a dire di lasciare il sicuro porto famigliare per veleggiare verso il mare aperto della vita. Allo stesso modo diciamo largo ai giovani ! Per altro verso, critichiamo quel professore che largheggia nei voti. Se un collega d’ufficio nostro pari livello assume nei nostri confronti un atteggiamento un po’ altezzoso da capo ufficio, lo definiamo uno che si allarga un po’ troppo. Cerchiamo di dissuadere un nostro amico dall’abbuffarsi come un maiale dicendogli: guarda che se continui così diventi più largo che lungo. Stesso discorso per il qualificativo lungo. Un lungo applauso è gratificante per un attore di teatro, una passeggiata sul lungo mare è salutare per il nostro corpo e spirito. Ma le lungaggini burocratiche non ci piacciono e neppure le lunghe agonie. Diciamo che troviamo lungo quando abbiamo la sensazione che il tempo non passi. Ma che dire del Paese dalle ombre lunghe? Riassumendo: il linguaggio non è mai solo nero o solo bianco, è fondamentalmente ambivalente. Usando un termine in voga negli ultimi tempi, potremmo dire che è fluido. Rispondi