La cosa riguardo alla vasca da bagno andò più o meno andò così. Il 28 dicembre 1917, sul quotidiano americano New York Evening Mail, apparve un articolo in cui il giornalista Henry Louis Mencken lamentò che fosse passato inosservato il settantacinquesimo anniversario di una invenzione fondamentale per la storia dell’umanità: la vasca da bagno. Mencken raccontò che gli antenati del prezioso accessorio risalivano all’Inghilterra, ma che la messa a punto si doveva ad un certo Adam Thompson, un americano che commerciava in cotone e grano. Egli aveva avuto l’intuizione di evitare il trasporto e poi lo svuotamento di acqua per riempire la vasca, sostituendo il tutto con un sistema di tubazioni. Sviluppata l’idea, il 20 dicembre del 1842 Thompson fece le prime abluzioni “moderne” nella sua casa in Cincinnati. Henry Louis Mencken in una foto del 1917 (archivio della Maryland Historical Society) Da subito, proseguiva Mencken, l’invenzione era stata oggetto di dibattito. Qualcuno era affascinato, altri credevano che la vasca da bagno fosse un lusso che avrebbe minato i sani e austeri costumi della società americana, alcuni medici denunciarono pericoli per la salute. Poi Millard Fillmore, tredicesimo presidente degli Stati Uniti, fece installare l’impianto alla Casa Bianca nel 1851, diventando il primo presidente a lavarsi in vasca, sconfiggendo così le ultime resistenze e dando il via alla capillare diffusione nelle case americane. Interessante? Sì, ma inventato. Tutto l’articolo era una colossale bufala. Lo riconobbe l’autore, che in seguito commentò più volte la cosa (esistono foto provocatorie che lo ritraggono appunto in una vasca da bagno… vuota); e che assunse l’iniziativa per denunciare il pericolo di fake news. Era in corso la Prima guerra mondiale, Mencken lamentava la censura dei suoi articoli sul conflitto e voleva dimostrare come la stampa, restia a raccontare la verità sulla guerra, fosse invece ben propensa a pubblicare una notizia futile, ancorché inventata di sana pianta. Pubblicità di una vasca da bagno pieghevole dell’Ottocento Ma, se questo falso è ormai da tempo smascherato, se la “Bathtub hoax” ha una voce su Wikipedia e su tanti testi di storia del giornalismo, qual è la vera origine della vasca da bagno? Mencken stesso eluse la questione, ammettendo che una indagine autentica probabilmente la si sarebbe potuta fare a costo di grande lavoro di ricerca, con il probabile risultato di ottenere una sequenza di dati poco interessanti. Allora, forse, è meglio mettere da parte le velleità di ricerca storica e prendere atto di come questo manufatto si sia affermato nella cultura popolare moderna. Lasciamo quindi da parte le terme dell’antica Roma, gli scavi archeologici in India o in Grecia, il signor John Michael Kohler, cui alcune fonti attribuiscono il merito di aver realizzato le prime vasche da bagno industriali moderne in ghisa nel 1883.Diciamo, in estrema sintesi, che la storia della vasca incrocia l’evoluzione dell’uomo sotto il profilo del progresso igienico e sanitario, ma anche della storia dell’arte, della fotografia, del cinema. Uno dei numerosi dipinti di Edgar Degas dedicati alla vasca da bagno Non c’è pressoché nessun mezzo di comunicazione che non abbia sfruttato il fascino di questo manufatto, vuoi per mostrare le grazie di donne intente alla toilette (ma anche scene drammatiche, come la morte del rivoluzionario Jean-Paul Marat dipinta da Jacques-Louis David nel 1793), vuoi per rappresentare la tenerezza dei bambini a cui i genitori fanno il bagnetto, vuoi ancora per sfruttare l’elemento comico insito nell’idea di un individuo che provi a sguazzare in acqua come un’oca nello stagno. Illustrazione di Amos Sewell utilizzata come copertina per il Saturday Evening Post nel 1958 Cadere in una vasca piena, o essere disturbati mentre si è finalmente sdraiati in acqua, sono luoghi comuni della comicità del passato. Umorismo, ma anche erotismo, poiché in vasca si è nella propria intimità fisica; e non dimenticando l’horror, poiché ci sono scene in vasca da bagno in capisaldi cinematografici del genere come L’esorcista o Nightmare… anche se meno famose della scena della doccia in Psycho di Alfred Hitchcock. Anche nei fumetti ci sono innumerevoli immagini ambientate in vasca da bagno, impossibili non solo da schedare ma anche solo da elencare. Ne scegliamo cinque a caso, sperando che l’immagine aiuti a rinfrescare questa calda estate. Tex Willer e la polvere del West A quale fonte si ispirò il vecchio Galep per mostrare Tex in ammollo? Difficile dirlo. Sappiamo, dal testo di Guido Nolitta (alias Sergio Bonelli), che la vasca in questione era una “roba di lusso” arrivata nel piccolo paese di Sunsetville da San Francisco. Di certo si tratta di un manufatto antico, non collegato a tubazioni, ma destinato a essere riempito manualmente. La cosa non sembra turbare il nostro ranger, che anzi confida che vi resterebbe a lungo, se potesse. Non sono frequenti le scene di riposo da parte degli eroi del West; certo è che il ranger, tra le capanne dei navajos e gli inseguimenti ai banditi su piste polverose, non doveva avere molte chance di concedersi un relax igienico. Giusto quindi mostrarlo in questa veste “intima”, che non toglie nulla alla sua dura scorza d’eroe, anzi in un certo senso lo fa apparire più umano. Guido Nolitta e Aurelio Galleppini, da “Tex Gigante” n. 190, 1976L’Uomo Ragno e Nottolone, supereroi con superlavaggi Nella famosa “Saga del clone”, Peter Parker, alias Spiderman, si trova davvero in difficoltà, sballottato tra problemi di studio, supercriminali in rapida sequenza, la zia May che-non-muore-may-ma-è- sempre-lì-lì-per, e l’amata Gwen Stacy apparentemente tornata dalla morte. Nel tentativo di sfuggire a tanta ansia, si concede una vasca con mille bolle. Inutile dire che il sogno rimarrà frustrato, poiché il suo amico Ned Leeds piomberà a casa costringendolo ad aprire la porta in accappatoio. Gerry Conway e Ross Andru, da “Amazing Spider-Man” n. 148, 1975 C’era una presa di posizione degli sceneggiatori Marvel a favore della vasca e contro la doccia? Difficile dirlo, ma è certo che, nello stesso periodo, Kyle Richmond, alias Nottolone, si mostra senza imbarazzi in slip e si immerge in vasca per ritemprarsi dalle fatiche. Su questa scena c’è un dettaglio curioso: nella prima versione italiana dell’Editoriale Corno, Kyle si rilassa con un giornale che “parla solo di sport”, ma l’anonimo traduttore fece questa scelta per non confondere i lettori italiani che non conoscevano la strip satirica Doonesbury. In questo modo si perdeva un po’ il senso della battura originale, che è stata ripristinata nella versione della collana Super Eroi Classic, venduta in abbinamento con La Gazzetta dello Sport. John Warner e Keith Giffen, da “The Defenders” n. 47 (1977) versione Corno (“I Difensori” n. 9)… … e versione fedele all’originale americano, da Super Eroi Classic n. 289I Tre Porcellini e i tre porcelloni: la vasca nel mondo Disney In quasi cento anni di fumetto disneiano il tema della vasca da bagno è stato declinato in tutti i modi possibili. Se uno dei cortometraggi più celebri prodotti da zio Walt è “I Tre Porcellini” (premio Oscar nel 1934, due sequel animati e diverse storie a fumetti), abbiamo avuto anche la variante dei “tre porcelloni”, vale a dire Qui Quo Qua che rifiutano di fare il bagnetto, nonostante la sollecitudine del loro zio. “Paperino e il terribile 3P”, versione italiana di tre storie brevi barksiane cucite insiemeNella versione originale di Carl Barks del 1944, il nome dei ribelli era un po’ troppo lungo: “Three dirty little ducks”. La storia rientra tra quelle, indimenticabili e ristampate ancora oggi, del primo periodo barksiano, quando le avventure erano di breve durata e incentrate sulla quotidianità della vita di Paperino e famiglia. In Italia tre di queste storie furono cucite insieme con dei testi di raccordo, perché tutte basate sul tema della competizione tra zio e nipoti. Anche il nostro Topolino, ininterrottamente in edicola nella versione tascabile dal 1948, ha presentato svariate copertine con una gag basata su questo oggetto. Schedarle tutte è opera ardua, ecco alcuni esempi antichi e moderni. Un campionario di copertine di “Topolino” tra il 1959 ed il 1999 Miss Fury: dalla vasca con furore Di Miss Fury il Giornale POP ha già parlato qui, ricordando che si tratta di uno dei rari supereroi della Golden Age nato dalla matita di una donna: June Tarpé Mills. Nel 2013 la casa editrice Dynamite Entertainment ha lanciato una miniserie che riattualizza il personaggio in termini abbastanza più crudi rispetto alle storie degli anni Quaranta, facendolo anche viaggiare nel tempo. Il primo numero presenta da subito una scena in vasca da bagno, funzionale a mostrare le grazie della protagonista, ma anche a evidenziare il carattere deciso e imperioso di una donna che non si fa mancare nulla. La scena è stata anche utilizzata come iconica copertina variant. Variant Cover del n. 1 di “Miss Fury” Miss Fury, che nella vita di tutti i giorni è la ricca ereditiera Marla Drake, esce dalle acque domestiche con la sicurezza di una Venere che sorge dalle spume, mostrandosi nuda (per noi lettori, solo nel “lato B”) senza preoccuparsi più di tanto del servitore che pudicamente distoglie lo sguardo. Non sarà l’unica scena trasgressiva della miniserie. Rob Williams e Jack Herbert, da “Miss Fury” n. 1, 2013 La striglia di Goku Dragon Ball è uno dei manga più famosi, ma all’inizio della saga il protagonista Goku è ancora un bambino… magari un po’ particolare, visto che è munito di coda. Per il resto, ha tutta l’anatomia di un bambino di specie umana, come scoprirà la giovane Bulma in occasione del loro primo incontro. La ragazza costringe Goku a fare un bagno in vasca, cosa che il piccolo sembra non aver mai fatto prima. In questo siamo nei territori dell’umorismo classico per bambini: anche Biancaneve, nel celebre film Disney, costringe i Sette Nani a lavarsi prima di venire a tavola, smascherando le loro evidenti carenze igieniche. Qui la scena assume un tono che qualcuno ha considerato più malizioso (Goku ha una totale innocenza e sembra non conoscere la differenza tra maschi e femmine), ma che probabilmente noi occidentali fatichiamo a inquadrare semplicemente perché ragioniamo secondo codici culturali diversi. Akira Toriyama, “Dragon Ball” n. 1, 1985 Scene simili sono molto frequenti in manga e anime, e non hanno mancato di suscitare censure (soprattutto nelle versioni animate) o dubbi. Nel 2020, per esempio, nonostante il mondo sembrasse avere altro a cui pensare con la pandemia in corso, molti siti di informazione riportarono la notizia che in Giappone una petizione voleva vietare, nella serie animata di Doraemon, le ricorrenti scene in cui la protagonista Shizuka appare nella vasca da bagno. In questo rigurgito di pruderie, sembra superata l’opinione di Giorgio Gaber (nella canzone “Destra – Sinistra”) secondo cui “Fare il bagno nella vasca è di destra / Far la doccia invece è di sinistra”, se non altro perché la stessa dialettica politica si è ormai (è il caso di dirlo) un po’ annacquata. Probabilmente, a rendere sempre più rare le apparizioni di personaggi a fumetti tra le mille bolle blu, non sarà tanto né il moralismo né la politica, bensì la crisi ecologica: sembra assodato che fare una breve doccia, anziché riempire una vasca, sia la mossa giusta per ridurre lo spreco di preziosa acqua. E voi, quale personaggio vorreste vedere in vasca? © Francesco Lentano Navigazione articoli TONY STARK RINASCE COME IRON MAN TEMPESTA NEL CUORE DEGLI X-MEN
In vasca da bagno vorrei vedere Jacovitti mentre disegna, se possibile, a meno che Jac non facesse solo e sempre la doccia!! Perchè poi questa “insana” curiosità??? Beh, Jacovitti r+ebbe a dire che quando per circa un mese nel 1944 fu al servizio forzato dell’esercito tedesco, aveva una tale paura che vedendo la doccia pubblica e pensando come a volte veniva usato dalla gestapo, dalla paura gli venne l’itterizia!! L’iha scritto lui, in una intervista di Gori, Bellacci e Pierre, storico! Rispondi