NB. Il fumetto di cui parleremo è al momento disponibile solo in edizione originale in francese. Nel precedente volume, il cinquantaseiesimo della serie principale (ne parlo qui), ci eravamo lasciati con la triste notizia che Spirou era passato (come si suol dire) a miglior vita. Va da sé che il volume 57, La Mémoire du Futur, si propone di riportarlo tra i viventi. Ma prima che ciò accada, Fantasio e Seccotine dovranno impegnarsi a fondo per fermare una temibile Intelligenza Artificiale che moltiplica le realtà parallele. A qualsiasi costo. Dove eravamo rimasti… Spirou e Fantasio si avventurano per investigare su Korallion, la città sommersa originariamente concepita da Monsieur D’Oups e successivamente trasformata in una meta turistica da sua figlia Coralie. Tuttavia, il nostro duo ha scoperto che la struttura, pubblicizzata come la più virtuosa delle strutture ecocompatibili, non solo abusava di energia, ma scaricava anche cumuli di rifiuti nell’oceano. Sempre attraverso le loro ricerche, scoprono che si tratta di una costruzione artificiale, simulata attraverso la realtà virtuale che vende letteralmente sogni ai turisti, rinchiusi in bolle e messi in una sorta di coma, mentre un’intelligenza artificiale li alimenta con immagini di destinazioni idilliache e attività che hanno sempre sognato. Nel corso della loro fuga, i nostri due eroi si ritrovano in una situazione critica che mette a repentaglio le loro vite. Il primo volume si era chiuso con un cliffhanger mozzafiato: Spirou ha perso la vita… o almeno così pensa Fantasio (e noi con lui). … e dove andiamo L’attesa di oltre due anni per il seguito è stata lunga e sicuramente non ha giovato all’immersione nel racconto, facendo sì che i lettori fatichino a riprendere il filo della narrazione e rendendo di fatto obbligatorio rileggere il precedente volume, prima di dedicarsi a questo. Fin dall’inizio, la sceneggiatura è decisamente insolita e ci coinvolge in una storia che è a sua volta illusoria, una storia nella storia — il principio della mise en abime ripetuta. Un turbinio di situazioni che sono anche un pretesto per giocare con il tempo, spedendoci ora in un futuro (prossimo) angoscioso e iperconnesso e dopo poco facendoci sprofondare nella nostalgia di Spirou dell’epoca d’oro del fumetto franco-belga, con un Fantasio che non ha ancora vissuto alcune delle sue avventure. Questa scelta narrativa che gioca con paradossi temporali, omaggi e rimandi storici è interessante. I riferimenti, sia alle avventure classiche di Spirou e Fantasio che alla cultura pop e alle innovazioni tecnologiche contemporanee, arricchiscono il racconto in modo significativo. Le vignette, arricchite da dettagli e buoni dialoghi, creano un’esperienza di lettura coinvolgente, mantenendo un buon equilibrio tra fasi di tensione, momenti di pausa e scene d’azione. Il ritmo della storia è ben calibrato e riesce a sorprendere il lettore con colpi di scena ben costruiti. È però possibile che la presenza di un buon numero di riferimenti a storie passate può risultare un ostacolo per i nuovi lettori. Se alcuni sono semplici strizzate d’occhio, altri elementi sono più significativi per una maggiore comprensione della trama, che può risultare un po’ “ostica” per chi è alle prime armi con il personaggio. Di contro, se siete degli estimatori delle storie scritte da André Franquin, apprezzerete particolarmente tutti questi “richiami”, sparsi qua e là tra le pagine dell’albo. Gli autori Visto che la morte di Spirou è stata orchestrata da Benjamin Abitan e Sophie Guerrive — per la sceneggiatura — e Olivier Schwartz — per la parte grafica — era quindi giusto che fosse lo stesso trio a riparare alle loro precedenti “malefatte”. Ancora una volta il tratto grafico di Schwartz (visto anche su Atom Agency, di cui parlo qui) è un omaggio alla ligne claire degli anni ‘50, con un’estetica vintage che si combina efficacemente con elementi tecnologici moderni visti attraverso la lente di quell’epoca. Ogni tavola è disseminata di gag visive e richiami nascosti, che si estendono persino alla quarta di copertina. Buona la colorazione che anche in questo volume (come nel precedente) è affidata a Alex Douce, anche se in generale risulta un po’ “spenta” e priva di luminosità: il bordeaux ha sostituito il rosso, il giallo del Marsupilami non è vivace eccetera (le immagini che presentiamo rendono l’idea). La sceneggiatura risulta un po’ confusa nella costruzione e compressa nello svolgimento, nonostante il maggior numero di pagine: probabilmente ha pesato la decisione dell’editore di concludere la storia in due volumi, invece che nei tre previsti originariamente (cosa che penso abbia influito anche nel tempo trascorso tra le due uscite). Ed è un peccato, perché Sophie Guerrive e Benjamin Abitan si rivelano un duo più audace che nel volume precedente e, pur essendo nuovi alla serie, dimostrano di saper sfruttare il potenziale dei personaggi, compresi quelli secondari. La loro gestione della realtà virtuale è efficace e ben sviluppata e l’equilibrio tra azione e umorismo è gestito sapientemente. Buona l’attenzione ai tre personaggi principali (Spirou, Fantasio e Seccotine), mentre Spip rimane episodico, nel suo ruolo abituale. La cattiva della storia è un’ottima trovata che andrebbe sfruttata di più nelle avventure da qui a venire. Dispiace invece per la trascuratezza riservata al personaggio di Coralie, “dimenticata” lungo il percorso, il cui destino finale non viene nemmeno menzionato, segno probabile di un rimaneggiamento della sceneggiatura, per stare nella nuova durata della storia. Un vero peccato, considerando che un approfondimento della sua storia e del suo ruolo avrebbe probabilmente giovato alla narrazione, rendendola più solida e coerente. Se poi, come me, attendevate un segnale per un gradito ritorno di Zorglub resterete delusi (… proprio come me). E quindi? L’attesa tra i due volumi è stata decisamente troppo lunga: due anni e mezzo per un dittico sono davvero troppi. Al di là delle decisioni prese dall’editore, la cosa ha sicuramente indispettito i lettori di lungo corso e abbassato l’interesse dei nuovi lettori (che, tra l’altro, erano l’obiettivo principale per questo “rilancio”). Forse è per questo che troviamo pareri molto contrastanti su La Mémoire du Futur, soprattutto tra i fan di sempre, che non si dimostrano particolarmente contenti dell’album. Aspetto di vedere come si evolverà la situazione, tanto più che ognuno dei due sceneggiatori ora dovrebbe scrivere un albo da solo: Sophie Guerrive scriverà un volume ambientato a Champignac, mentre Benjamin Abitan dovrebbe rivisitare Cyanure (e forse Zorglub). Dopo queste due pubblicazioni, potremo giudicare davvero la loro capacità di continuare la tradizione di Spirou et Fantasio. Per finire, devo dire che se il volume 56 — La mort de Spirou — mi aveva lasciato con impressioni contrastanti, questa nuova uscita mi ha trasmesso esattamente la stessa sensazione: non è perfetto, ma riesce a tenere viva la curiosità. Certo, ci sono alcuni difetti, sia narrativi che stilistici, ma il desiderio di continuare a seguire le avventure di Spirou e Fantasio rimane intatto. E questa è già una vittoria. Non credete? In attesa di conferme La mémoire du Futur storia: Sophie Guerrive e Benjamin Abitan disegni: Olivier Schwartz colori: Alex Doucet Dupuis cartonato colore pag. 64 18/10/2024 Navigazione articoli TOPOLINO FEBBRAIO 2025: CARNEVALE PAPERO MATITE BLU 422