Calder, Sylvia, Walton, Mac Duff e Adji lasciano l’Isola Nera con un campione di Uradio in loro possesso. Il professore Marduk riesce finalmente a mettere a punto il prototipo del Raggio U, che diventa un’arma di distruzione di massa. Nel frattempo, l’imperatore Babylos III di Austradia assalta l’Isola Nera per rubare tutto l’Uradio presente nell’arcipelago. Jean Van Hamme (creatore, tra l’altro, di XIII, Largo Winch, Thorgal e I Maestri dell’orzo), che, a 84 anni, sembra più in forma che mai, con La freccia infuocata scrive una storia di fantascienza retro-futuristica, di verniana memoria, dal fascino antico e pulp, ambientata in un universo parallelo in cui Austradia e Norlandia combattono una guerra spietata, fatta anche di complotti, intrighi e spionaggio. A ottant’anni dalla pubblicazione de Il Raggio U, lo sceneggiatore belga dà così un seguito alla prima opera originale di Edgar P. Jacobs, creata nel 1943 per la rivista Bravo!, prima di entrare a far parte degli studi di Hergé nel 1944, per dare risposta a tutte quelle domande rimaste sospese alla fine del volume precedente. Nata per riempire il vuoto causato dal blocco imposto ai fumetti americani durante l’occupazione tedesca del Belgio, come il Flash Gordon di Alex Rymond di cui Bravo! pubblicava le avventure, Il Raggio U (presentato a puntate tra il 1943 e il 1944) è un’avventura di fantascienza avventurosa che soddisfa tutte le prerogative del genere. Nella storia troviamo infatti macchine avveniristiche, antiche civiltà, mostri più o meno fantastici (compresi gli immancabili dinosauri), esplorazione di terre misteriose, scienze occulte e romanticismo. La storia ruota attorno alla ricerca di un metallo chiamato Uradio, che permetterà la creazione di un’arma potentissima chiamata, appunto, Raggio U. Ma, nonostante il tema sia la corsa agli armamenti, in particolare alla creazione di un’arma definitiva, rispecchiando gli anni in cui è stata scritta la storia, questo pericolo è vissuto dai protagonisti in modo positivo e leggero, lasciando che le implicazioni di questa corsa all’arma più potente di tutte in sottofondo, di certo non un pensiero fondamentale. Con La freccia infuocata, oltre a dare una continuazione alla storia, Jean Van Hamme prova a correggere le “carenze” dell’opera originale, dando per esempio un ruolo di maggior spessore ai personaggi femminili e agli appartenenti a etnie diverse da quelle dei protagonisti. Sono esplorati anche i temi della colonizzazione e di ciò che ne deriva, come schiavitù, saccheggi e violenza ai danni delle popolazioni indigene locali. Temi che negli anni Quaranta erano ancora poco affrontati, specialmente in un paese che possedeva delle colonie.Ciononostante, malgrado il lavoro svolto, non è stato possibile prendere le distanze completamente da alcuni stereotipi dell’epoca, a riprova del non facile lavoro svolto per mantenere un equilibrio tra una necessaria modernizzazione e un doveroso rispetto verso l’opera originale. Per la parte grafica di La freccia infuocata i disegni sono affidati a Etienne Schréder e Christian Cailleaux, con gli ottimi colori di Bruno Tatti. I due disegnatori si sostituiscono a Jacobs in modo convincente, sfoggiando un tratto magnifico, chiaro e preciso, che dà superbamente risalto al dettaglio e alla pulizia del disegno. Tavole straordinarie si susseguono una dopo l’altra, rispettose della logica stilistica e architettonica ideata da Jacobs per il suo mondo alternativo. È un piacere seguire l’azione che si dipana tra cielo, mare e la terra. Dal punto di vista stilistico, il rispetto per l’opera di Edgar P. Jacobs è indubbio. La parte letteraria e quella visiva sono perfettamente in linea con quelle originali e riportano alla mente gli anni del fumetto classico. È comunque evidente che gli autori, pur senza snaturare la forma, hanno cercato di rendere il tutto più veloce e “al passo con i tempi”, con scene più dinamiche e testo meno “ingrombante”. Il risultato è un’opera vintage nell’aspetto e nella lettura, che farà la gioia di tutti gli amanti del retrò, ma dal passo più contemporaneo.Operazione riuscita per chi considera La freccia infuocata un omaggio all’autore e all’opera originale, un po’ meno per chi di questo seguito non ne sentiva il bisogno e vorrebbe solo leggere una storia d’avventura perché, diciamolo onestamente, se Blake e Mortimer sono invecchiati molto bene, Il Raggio U non altrettanto. Avendo già lavorato su parecchie delle nuove storie delle avventure di Blake e Mortimer (L’affare Francis Blake, Lo strano appuntamento, La maledizione dei trenta denari 1: Il manoscritto di Nicodemo, La maledizione dei trenta denari 2: La porta di Orfeo e L’ultimo Espadon, seguito diretto della trilogia de Il Segreto dell’Espadon), Van Hamme conosce bene la cifra della scrittura jacobsiana e, dimostrando una volta di più di essere un grande autore, firma una bande dessinée che sarebbe certamente piaciuta allo stesso Jacobs, tanto è rigorosa nel rispetto dell’opera originale. Lo stesso dicasi per i disegni di Schréder e Cailleaux, anche loro già al lavoro sulla coppia di personaggi di Jacobs (in particolar modo il primo) che catturano tutta l’essenza del tratto originale, supportando e completando alla perfezione il lavoro di scrittura. Prima di Blake e Mordimer 2 –La freccia infuocata(Avant Blake et Mortimer T2 — La Fleche Ardente, 2023) dai personaggi di Edgar P. Jacobs storiaJean Van Hammedisegni:Etienne SchréderChristian Cailleauxcolori:Bruno Tatti Alessandro Editorecartonatocolorepag. 4805/2023 Navigazione articoli PV – BORN IN ITALY MATITE BLU 339