La “fisica del cartone animato” è costituita da un divertente insieme di leggi che sostituiscono le normali leggi della fisica classica: la loro applicazione è fondamentale nell’animazione per ottenere l’effetto comico. Inoltre, mentre le leggi fisiche nel mondo reale sono universali e “invarianti”, la fisica nel cartone è per così dire “discrezionale”, vale a dire soggettiva e variabile. Ogni aspirante autore di cartoni animati dovrebbe studiare a fondo queste particolari leggi della fisica e persino della termodinamica, come tali le definisce Roger Erbert. Molti dei più famosi cartoni animati americani, in particolare quelli della Warner Bros e della Metro-Goldwyn-Mayer, hanno definito nel corso del tempo, attraverso una serrata sperimentazione, una serie relativamente coerente di tali “leggi fisiche”, che sono diventate vere e proprie regole nell’animazione comica. Ne è un esempio tipico la classica gag in cui un personaggio corre nel vuoto senza che la gravità abbia alcun effetto su di lui, fino a che egli stesso non ne prende coscienza e reagisce. Secondo Art Babbitt, mitico animatore dei Walt Disney Studios: “L’animazione segue le leggi della fisica, a meno che non sia più divertente non seguirle”. LE 8 LEGGI DELLA FISICA A CARTONI ANIMATI Un riferimento specifico alla fisica dei cartoni animati si rinviene per la prima volta nel giugno 1980, nell’articolo Le leggi di O’Donnell del Motion Cartoon pubblicato sulla rivista americana Esquire. Una versione di questo articolo pubblicata nel 1994 dalla rivista scientifica dell’Institute of Electrical and Electronics Engineers contribuisce a diffondere la definizione di Fisica del Cartoon come divertissement tra tecnici e scienziati: tutta gente superintelligente che legge i fumetti e guarda i cartoni, i quali, ricamandoci sopra con i loro cervelloni, hanno contribuito ad ampliare e raffinare l’idea. Internet ha fatto il resto e queste leggi sono oggi elencate e descritte su decine di siti web. Eccone alcune. Un corpo libero nello spazio rimane sospeso fino al momento in cui diventa conscio della propria situazione Il gatto Tom non cade finché non guarda in basso: solo in quel momento la classica legge della caduta dei gravi riprende a funzionare. Questo è il motivo per cui i personaggi possono sfidare la gravità per un certo tempo e per distanze anche ragguardevoli. Tale comportamento viene spesso spiegato da questi scienziati con il fatto che i personaggi dei cartoni non hanno “mai studiato fisica”. Ogni corpo che passa attraverso la materia solida (solitamente a velocità elevate) lascerà una perforazione conforme al proprio perimetro Si tratta del ben noto fenomeno della “sagoma del passaggio”. Alcuni corpi possono passare attraverso le pareti solide dipinte come nell’ingresso di un tunnel, altri vi sbattono sopra Per farla breve, passi se lo decide il disegnatore. Tutti i principi della fisica possono essere invalidati dalla paura Spaventando qualcuno si può, per esempio, farlo saltare ad altezze incredibili. Ogni modificazione violenta della materia felina è provvisoria In altre parole, i gatti guariscono molto rapidamente e/o hanno un numero infinito di vite. Corollario: I gatti possono entrare in spazi insolitamente piccoli. Tutto cade più velocemente di un incudine Un incudine mentre cade si poserà sempre direttamente alla testa del personaggio che sta precipitando con lui, indipendentemente dal tempo che intercorre tra la caduta del corpo e quella dell’incudine. Ogni veicolo in movimento nello spazio è in uno stato di indeterminazione fino a quando un oggetto entra in rotta di collisione Il lupo guarda da entrambi i lati della strada accertandosi che non sopraggiunga alcunché, ma viene comunque investito da un autobus non appena prova ad attraversare. Chi è stato congelato vivo sarà ancora vivo dopo essere stato scongelato Non a caso per un certo periodo Walt Disney pensò di farsi congelare dopo morto. PLAUSIBILE IMPOSSIBILE L’idea che i cartoni si comportino diversamente dal mondo reale, ma non in modo casuale, è antica come l’animazione stessa. Walt Disney parlò del “plausibile impossibile” già nel 1956 (come vediamo nel video che segue). Nei Looney Tunes della Warner Brothers ci sono innumerevoli e divertenti esempi della specifica fisica dei cartoni animati, una sorta di “branca nella branca” (basta guardare un qualunque episodio Wile E. Coyote e The Road Runner). In High-Diving Hare – Tuffi spericolati (1948), Yosemite Sam sega il trampolino su cui Bugs Bunny è in piedi, legato come un salame, ma assurdamente a precipitare è la scaletta e la piattaforma su cui si trova Sam, lasciando Bugs e la parte tagliata a fluttuare nell’aria. A questo punto Bugs si rivolge alla telecamera: “So che questo sfida la legge di gravità, ma, vedete, io non ho mai studiato legge!”. AUTOCOSCIENZA Più recentemente, la Fisica del Cartoon è esplicitamente descritta dagli stessi personaggi: Roger Rabbit dichiara nel proprio film che i protagonisti dei cartoni sono autorizzati a stravolgere o violare in toto le leggi naturali “a fini drammaturgici”. Ma fare questo, e farlo bene, è estremamente difficile, per cui i personaggi dei cartoni devono possedere un naturale senso del ritmo comico, che conferisce loro quelle proprietà intrinsecamente divertenti che tutti gli riconoscono. In Chi ha incastrato Roger Rabbit, Roger, nel corso di una lunga sequenza, sembra non essere in grado di togliersi le manette. Lo fa solo quando deve utilizzare entrambe le mani per reggere il tavolo, mentre Eddie Valiant sta cercando di segarle. Quando Eddie esclama esasperato: “Vuoi dire che avresti potuto liberarti in qualsiasi momento?!”, Roger risponde: “Non in qualsiasi momento, solo quando faceva ridere!”. Nel film Chi ha incastrato Roger Rabbit vengono affrontati diversi aspetti filosofici dell’applicazione delle leggi della fisica dei cartoni animati a cartoni e la Fisica del Cartoon diventa il paradosso attraverso cui trattare il rapporto tra reale e immaginario, un tema ricorrente nel’opera di Robert Zemeckis che ritroviamo anche in Ritorno al Futuro e Forrest Gump. “Da quando Cartoonia è sotto la mia giurisdizione mi sono posto l’obiettivo di mettere un freno alla follia dilagante e l’unico modo di farlo è costringere i cartoni a rispettare la legge”. Il Giudice Morton prima di sciogliere nella “salamoia” una scarpa animata. Nel 1993, Stephen R. Gould scrive nella rivista scientifica New Scientist: “… questi fenomeni apparentemente assurdi (che accadono nei cartoni animati) possono essere descritti con leggi logiche simili a quelle del nostro mondo. Gli eventi paradossali non avvengono solo nel Looniverse e tra l’altro le leggi che governano il nostro universo sembrano spesso contrarie al buon senso”. Questo aspetto è affrontato anche da Alan Cholodenko nell’articolo “Il folle universo dell’animazione”. In questo corto di Garfield intitolato “I Segreti del fumetto animato”, i personaggi Orson e Wade danno una dimostrazione delle leggi della fisica nei cartoni animati mostrando alcuni divertenti esempi di come siano applicate. Nel 2012 le leggi di O’Donnell sono state utilizzate in una conferenza e una mostra alla Stanley Picker Gallery di Andy Holden intitolata “Le leggi del moto nell’ambiente animato”, che ha esplorato le relazioni tra la fisica dei cartoni animati, l’arte e la storia dell’arte. La fisica dei cartoni animati non riguarda solo i fumetti o la fisica. Per esempio, quando un personaggio di un film si riprende istantaneamente da una ferita grave le leggi della biologia vengono alterate anche nel cinema “live”. Anche gli spettacoli teatrali e televisivi “in diretta” possono essere soggetti a una sorta di legge della fisica dei cartoni animati, o quanto meno ignorare, apparentemente, le leggi della fisica: trucchi di scena, prestidigitazione, illusionismo, sono gli elementi grazie ai quali nell’evento teatrale irrompe la magia. I fumetti invece hanno le proprie “leggi” e convenzioni della fisica, in parte diverse, in parte simili a quelle dei cartoni animati. E i super-eroi sono un caso a parte. Navigazione articoli BIRDMAN DA ALEX TOTH A STEVE RUDE DOUJINSHI: I MANGA SENZA LIMITI