Tra le figure artistiche italiane più eclettiche in ambito grafico, e non solo, Antonio Rubino spicca per molti motivi. Uomo nato nell’Ottocento, apre subito il nuovo secolo all’insegna di attività illustrative con un suo segno originale che risente del periodo Liberty in voga, o Art Nouveau, illustrando libri autoconclusivi, collaborando a riviste, disegnando spartiti. Sono molti i versanti in cui sfocerà il suo estro nel corso della lunga carriera: sarà poeta, favolista, commediografo, illustratore di pubblicazioni per bambini, fondatore e direttore di riviste, autore anticipatore di fumetti, realizzatore di cartoni animati, autore di canzoni sia dei testi che della musica. Addirittura la sua arte arriverà nelle arti decorative e applicate con la progettazione e la messa a punto di arredamento per bambini. Sanremese, classe 1880, pur essendo legato come poeta all’avanguardia futurista, di cui ne condivide lo spirito sovversivo e le istanze meccaniche e tecnologiche, ne rimarrà distaccato e farà parlare di sé soprattutto per la sua attività in ambito editoriale, in particolare quello dedicato all’infanzia. Antonio Rubino: autoritratto. China e matita su carta, cm 21×16 (fonte: www.cambiaste.com) Fin da giovanissimo collabora a riviste prestigiose del primo Novecento, come L’arte decorativa moderna (che recava come sottotitolo “Rivista mensile illustrata di architettura e decorazione della casa e della via”), Il Secolo XX (quotidiano storico genovese fondato nel 1886), Il Risorgimento Grafico (bellissima e innovativa rivista sottotitolata “Rivista tecnica illustrata delle industrie grafiche ed affini”, fondata nel 1902 e conclusa nel 1942), La Lettura (storica rivista mensile illustrata del Corriere della Sera, pubblicata dal 1901 al 1946, poi ritornata in auge nel 2011). Tutte riviste che formarono e rispecchiarono il gusto grafico dell’epoca, anche nelle sue forme più avanzate e moderne. È del 1907 l’inizio della sua collaborazione a Il giornalino della domenica (1906-1927), antesignano della rivista per ragazzi italiana fondato dal giornalista Luigi Bertelli, conosciuto dai più come Vamba, l’autore del popolare Gian Burrasca. Per Il giornalino Rubino disegnò le copertine. Antonio Rubino: copertina per il Giornalino della Domenica (1906-1909) Antonio Rubino: copertina per il Giornalino della Domenica (1906-1909) Antonio Rubino: copertina per il Giornalino della Domenica (1906-1909) Antonio Rubino: copertina per il Giornalino della Domenica (1906-1909) Antonio Rubino: copertina per il Giornalino della Domenica (1906-1909) L’anno dopo il giornalista e romanziere Silvio Spaventa Filippi, direttore del Corriere dei Piccoli (prima rivista settimanale di fumetti italiana e supplemento domenicale per bambini del Corriere della Sera, pubblicata dal 1908 al 1996), invita Rubino a collaborarci sin dalla progettazione. Il Corriere dei Piccoli ebbe molti meriti, tra cui l’importazione dei primi fumetti statunitensi (anche se con le rime baciate al posto delle nuvolette originali) e la pubblicazione di nuovi o già affermati autori italiani, sia che fossero narratori poeti o disegnatori. Per il Corriere dei Piccoli Rubino progetta la testata, illustra racconti, scrive i versi in rima delle vignette (dove introdurrà didascalie al posto dei balloon), dà il via a numerosi personaggi a fumetti, o più precisamente “protofumetti”, data la mancanza delle nuvolette. Nel frattempo l’artista comincia anche una fitta carriera come illustratore per libri. Rubino: Corriere dei Piccoli, Anno I, N. 44, 1909 Rubino: Corriere dei Piccoli, Anno V, N. 45, 1913 Rubino: Corriere dei Piccoli: Gigetta Rubino: Corriere dei Piccoli: Quadratino L’avvento della Prima guerra mondiale lo vede alle prese, come molti altri suoi colleghi per altre testate di guerra, al memorabile giornale di trincea La Tradotta, giornale della Terza Armata, a cui collaborò con vignette, illustrazioni e testi. Al periodico, che vide la luce dal 1918 al 1919, collaborarono altre firme illustri come Umberto Brunelleschi ed Enrico Sacchetti. Esiste una ristampa anastatica di tutto il pubblicato per mano di Mondadori, risalente agli anni Sessanta, a sua volta ristampata perlomeno una volta. Rubino: La Tradotta (N. 16), “Vienna avvisata, mezzo bombardata” Rubino: La Tradotta (N. 18), “L’Ardito si diverte” Rubino: La Tradotta (N. 19), “Ripercussione delle batoste in Germania” Negli anni successivi alla Prima guerra dà fondo alle sue capacità organizzative: collabora a Il Balilla, supplemento per i bambini del quotidiano mussoliniano “Il Popolo d’Italia”, e lo dirige nel 1926 (di questo periodico parlo qui). Rubino: Il Balilla n. 7, 1928 Fonda Mondo Bambino di cui ne sarà il direttore responsabile, un quindicinale a colori di grande formato che uscirà dall’aprile 1930 al dicembre 1931 per un totale di almeno 26 numeri, una pubblicazione di La Rinascente, e a cui collaboreranno come illustratori lo stesso Rubino, Costantino Capasso, Antonio Maria Nardi, Attilio Mussino, e altri. Alcuni numeri di Mondo Bambino Rubino: Mondo Bambino, Anno II, N. 8, 1931 Nel 1930 fonda Mondo fanciullo, alla cui direzione verrà accompagnato da Ettore Lupo. Il periodico avrà due periodi: dal 1934 al 1935 uscirà come settimanale con 18 numeri, dal 1935 al 1936 come quindicinale con 15 numeri. Ci collaboreranno lo stesso Rubino, Beppe Porcheddu, Attilio Mussino, Aurelio Galleppini (il Galep di Tex) e altri ancora. Si propone obiettivi scoppiettanti, come si può desumere da un testo pubblicitario apparso nel 1935 (N. 5, 9 gennaio) su Marc’Aurelio, un bisettimanale umoristico illustrato che nella prima delle sue tre fasi avrà vita dal 1931 al 1944, e che farà da editore romano insieme a Edizioni Rubino a Mondo Fanciullo, mentre a Milano sarà lo stesso Mondo Fanciullo a farsi da editore, in via S. Redegonda 8: “Leggete Mondo Fanciullo, che ha avuto il coraggio di rompere tutte le vecchie tradizioni folcloristiche dei giornalai per ragazzi, dando l’ostracismo a tutte le cose vuote. Si pubblica a Roma edito dal Marc’Aurelio con un programma di vita immediata vissuta e da vivere, senza mai stancarsi. E’ l’espressione dei tempi nuovi, nella realtà della vita di oggi dei fanciulli d’Italia, nelle loro tendenze e aspirazioni. E’ un giornale che una volta letto, non si trascurerà più”. Rubino: Mondo Fanciullo, Anno I, N. 1, 1934 Rubino: Mondo Fanciullo, Anno I, N. 3, 1934 Rubino: locandina pubblicitaria di Mondo Fanciullo, 1934 Collabora al simpaticissimo Cartoccino dei Piccoli, una rivista per bambini di età prescolare pubblicata dall’editore Cartoccino (poi Cartoccio), dapprima quindicinale e poi settimanale dal 1931 al 1936 per un totale di oltre 300 numeri. Conteneva brevi testi di prosa in cui si alternavano fumetti con didascalia e giochi di ogni sorta, facendosi precursore dei moderni libri-giocattolo. Ci collaborano firme prestigiose, sia come autori di testi che disegni: Elsa Morante, Amalia Guglielminetti, Trilussa, Attilio Mussino, Carlo Bisi, Nino Pagot. Rubino: Il Cartoccino dei Piccoli, Anno II, N. 12, 1930 Il Cartoccino dei Piccoli, Anno VII, N. 250, 1935. La tavola non è firmata, e non pare di Rubino, se non fosse per quel tappeto che rispecchia il suo stile… Negli anni Trenta iniziano anche le sue collaborazioni con i periodici di Arnoldo Mondadori: Topolino, del quale diventa direttore; la collana periodica a fumetti Albi d’oro che conteneva storie di produzione disneyana ma anche di altra provenienza (venne pubblicata in due serie dal 1937 al 1940 per un totale di 41 numeri, e dal 1946 al 1956, anno in cui le subentrò l’Almanacco di Topolino); il settimanale I tre porcellini di cui Rubino è direttore responsabile insieme a Mario Buzzichini; Gli albi dei tre porcellini, mensile di cui Rubino è direttore responsabile insieme a Gino Marchiori; il settimanale Paperino a partire dal 1937. Nel dopoguerra collabora a varie riviste, fonda a Sanremo Il Gazzettino della Riviera dei Fiori che successivamente diventerà La Gazzetta di Sanremo. Topolino Paperino, Almanacco 1939. Un raro almanacco anteguerra completo dell’inserto a colori di Antonio Rubino: il Teatrino per Burattini con 2 scenari e 11 personaggi per la commediola in tre atti per burattini “il Castello degli Spaventi” Un numero del 1935 di I tre porcellini Ho tralasciato finora la produzione narrativa e illustrativa di opere pubblicate in volumi autoconclusivi, per poterne raccogliere alcune nelle immagini che seguiranno. Antonio Rubino fu un prolifico autore di testi in rima e in prosa illustrati da lui stesso, e questa sede non è adatta per parlarne in modo completo: esiste comunque un’ampia letteratura saggistica in proposito. Mi limiterò a pochissimi testi per dare un’occhiata, subito dopo, ad alcuni dei suoi lavori che possono dirsi a tutti gli effetti precursori di quel genere dell’immaginario che comunemente viene definito fantascientifico. Versi e disegni (Selga editore, 1911) è una raccolta di poesie ispirate alla corrente decadentista, animate da personaggi fantastici, spesso fiabeschi e mitologici, pervasa da uno spirito grottesco e perfino macabro. Questa prima edizione del 1911 nell’immagine che segue, oggi rara a trovarsi, era uscita con una tiratura limitata di 500 esemplari numerati. La storica dell’arte Paola Pallottino, che tante delle sue energie ha dedicato alla storia dell’illustrazione italiana, dice a proposito di questo testo che si presenta come uno dei più interessanti del Novecento italiano dal punto di vista iconografico: “I versi erano stati composti tra il 1899 e il 1902, i disegni rappresentavano l’esuberante ed ironica esposizione del più macabro ed allucinato repertorio decorativo simbolista, mentre la mente era quella del pittore, scrittore e illustratore autodidatta Antonio Rubino (1880-1964) che, laureatosi in giurisprudenza mettendo in versi le materie d’esame, fu tra i fondatori del ‘Corriere dei Piccoli’. Scrisse e illustrò una quarantina di libri per l’infanzia e diresse i principali periodici per ragazzi”. Il libro ha una legatura in piena tela il cui piatto anteriore riporta una tavola applicata riccamente illustrata in monocromia. Rubino: Versi e disegni, 1911 Rubino: Versi e disegni, tavola interna Rubino: Versi e disegni, 1911, tavola interna Rubino: Versi e disegni, 1911, tavola interna Nel 1912 è la volta di I balocchi di Titina (Ostiglia, La Scolastica, 1912), la cui ispiratrice è la figlia Leopolda, in famiglia chiamata appunto Titina. È evidente che la sua arte prende il via da un liberty che a tratti ricorda l’opera dell’illustratore inglese Audrey Vincent Beardsley (nei disegni giovanili appare anche l’influenza del giapponese Katsushika Hokusai), ma il suo liberty è fuori dalle righe, ironico e divertente, visionario, dispettoso e nuovo, diverso dal passato e anche dal futuro che sarebbe arrivato di lì a poco. Rubino: I balocchi di Titina, 1912 Rubino: I balocchi di Titina, 1912, pagina interna Rubino: I balocchi di Titina, 1912, pagine interne Rubino: I balocchi di Titina. Matita e china su carta da disegno cm 21×25 (fonte: liveauctioneers.com) Alcune fra altre sue pubblicazioni importanti sono Fata Acquolina (Vitagliano, 1922?), Il frottoliere, Libro di fatti accaduti nella notte dei tempi (Vitagliano, 1929), Pupi giocattolo infelice (1938) e molti, moltissimi altri. Importante la serie dei volumetti La scuola dei giocattoli (Istituto Editoriale Italiano, 1921-22), per la loro valenza istruttiva, pedagogica e, allo stesso tempo, ludica, che ha avuto una ristampa recente nel 2013 ad opera dell’editore Scalpendi. Gli originali erano 6 albi a colori contenuti in una scatola a forma di casetta. In seguito, con un formato di poco diverso e con l’aggiunta di altri 6 albi, sarebbero stati pubblicati per le Edizioni Cartoccino tra il 1926 e il 1928. Rubino: Fata Acquolina, 1922 Rubino: Pupi, giocattolo infelice, 1938 Tomaso Monicelli e Antonio Rubino: Il piccolo viandante (Mondadori, La Lampada, 1913). Copertina e illustrazioni di Rubino Rubino: La scuola dei giocattoli L’immaginario fantascientifico Una sua prima produzione dichiaratamente fantascientifica si trova nelle illustrazioni che corredano Pippo Sizza aviatore (Bemporad, 1910), il romanzo di un viaggio spaziale scritto da Giuseppe Fanciulli, pedagogista, scrittore per bambini e redattore del Giornalino della Domenica, spesso firmandosi come Mastro Sapone. Rubino / Fanciulli: Pippo Sizza aviatore (1910), copertina Rubino / Fanciulli: Pippo Sizza aviatore , frontespizio Rubino / Fanciulli: Pippo Sizza aviatore , una tavola interna Diamo ora uno sguardo a Viperetta, anche questo un libro ispirato dalla figlia Titina. Pubblicato dalla casa editrice Vitagliano nella collana “I Gioielli” nel 1920, alcuni danno invece il 1919 come prima edizione. Il testo è un piccolo capolavoro di didattica, in cui l’autore si dimostra ben consapevole e compartecipe delle difficoltà esistenti nel mondo dei bambini. La protagonista, in apparenza sgradevole, capricciosa e ribelle, in realtà lotta per crescere libera dalla gabbia delle convenzioni di una pedagogia asfittica, ipocrita e sdolcinata. Il suo percorso, fantascientificamente iniziatico, avviene nientedimeno che sulla Luna. Se il finale rispecchia un po’ una morale appassita, la vicenda rende però evidenti i difetti di certa educazione. Rubino: Viperetta, 1919 Rubino: Viperetta, tavola interna Rubino: Viperetta, tavola interna Rubino: Viperetta, tavola interna Nello stesso anno viene pubblicato anche Tic Tac (Vitagliano, 1920) e, l’anno successivo, il suo seguito: Tic e tac, ovverosia l’orologio di Pampalona. Qui la vicenda si muove entro una fantasiosa e tecnologica città di Pampalona dove gli abitanti, per mantenersi giovani, fabbricano giocattoli. Ma un giorno i giocattoli si ribellano, stanchi dei soprusi dei bambini… In questo mondo visto alla rovescia, Rubino si muove con trovate da capogiro. Rubino: Tic e Tac, 1920 Rubino: Tic e tac, ovverosia l’orologio di Pampalona (ristampa del 1931 sull’edizione del 1921) Una tavola interna all’edizione di Tic Tac del 1931 È del 1923 una serie di storie a vignette pubblicata sul Corriere dei Piccoli dove sono descritte le avventure del professor Pomponio nella futuristica Città della Scienza, in cui compare quello che viene reputato il primo robot del fumetto italiano, Dinamello. Rubino: una storia di Pomponio, Tito Tonto e Dinamello, apparsa sul Corriere dei Piccoli, N. 17 del 1923 Entriamo nel vivo del tema fantascientifico con Le cronache del futuro. Le cronache sono una serie di storie illustrate apparse quasi tutte sul Corriere dei Piccoli tra l’anno 1932 e il 1934. Trattano temi scientifici, filosofici, tecnologici e futuristici in modo ironico e sono anticipatrici della fantascienza anglosassone degli anni Cinquanta e Sessanta, ben più avanti non solo della fantascienza nostrana ispirata a Jules Verne tipica del periodo, ma anche di quella statunitense del periodo. Sono perciò di un respiro decisamente ampio e internazionale, che Rubino non dimostra di possedere solo in quest’ambito perché, per esempio, l’esercizio del suo nonsense è originale (la teoria grammaticale della fantasia di Gianni Rodari è stata probabilmente influenzata dalla sua produzione letteraria e grafica). Queste Cronache che Rubino avrebbe tanto voluto riunire in un libro intitolato, appunto, Le cronache del futuro, non vennero mai raccolte in un volume autoconclusivo. Lo ha fatto di recente l’editore viterbese Nuovi Equilibri, dando alle stampe l’intera raccolta sparsa con il titolo Fiabe del tempo futuro (2012), con l’aggiunta di alcune storie provenienti dall’archivio di famiglia. Storie che l’autore aveva continuato a scrivere e illustrare, nonostante il rifiuto che l’editore Bemporad (nella veste di Ugo Ojetti come presidente della casa editrice) aveva opposto alla sua richiesta di pubblicazione. Quando Rubino aveva presentato la raccolta a Ojetti nel 1938, l’aveva descritta come un libro che parla “di argomenti che si svolgeranno dal 2000 al 4000”, e che ha “il privilegio più unico che raro di conservarsi attuale e moderno per la durata di oltre duemila anni” (pare che anche nelle presentazioni il suo umorismo non facesse difetto). E in effetti basta anche solo dare uno sguardo ai titoli dei racconti per capire quanto Rubino fosse sensibile alla nuova letteratura: Il bambino radioattivo, L’energia volitiva, Il mondo senza bacilli, Il mondo senza la Luna, Una guerra nel 3000, L’Astrorazzo. Nella storia intitolata L’arte fatta a macchina, l’incipit sembra stranamente profetico: “Quando spunterà l’alba dell’anno duemila, non esisteranno più artisti di nessun genere, perché l’arte si farà tutta a macchina, automaticamente”. Di seguito alcune tavole provenienti dalla moderna ristampa delle sue “Le cronache del futuro”. Rubino: Fiabe del tempo futuro (Le cronache del futuro) Rubino: Fiabe del tempo futuro (Le cronache del futuro), pagina interna Rubino: Fiabe del tempo futuro (Le cronache del futuro), pagine interne Rubino: Fiabe del tempo futuro (Le cronache del futuro), pagine interne Rubino: Fiabe del tempo futuro (Le cronache del futuro), pagine interne C’è poi un misterioso inedito, un poema in versi dal titolo Il mistero del tempo, scritto tra il 1943 e il 1945, che fu proposto a Mondadori negli anni Sessanta, ma che non vide mai la luce (il suo stile grafico, rimasto sempre nell’orbita del liberty, era ormai ritenuto sorpassato). Sembrerebbe che la struttura di ventiquattro canti da sessanta versi l’uno corra sulla corrispondenza esatta delle ore e i minuti di una giornata. Chissà se un giorno potremo leggerlo. L’ultima della sua serie a vignette pubblicata sul Corriere dei Piccoli tra il 1955 e il 1956 riporta storie ambientate in alcuni laboratori di una centrale atomica dove si muove lo scienziato Ilario Din. Una storia a lieto fine, in cui la potenziale forza distruttiva dell’energia atomica è messa al servizio del genere umano per scopi pacifici. Di seguito una di queste narrazioni pubblicata dal Corriere dei Piccoli del 1 gennaio 1956. Altri voli di fantasia Rubino non si accontenta di restare sulla carta, ma nel 1941 prova a mettere su pellicola l’animazione dei suoi disegni con il cortometraggio Il paese dei ranocchi. Con esiti felici, a quanto pare, perché l’anno dopo verrà premiato alla Mostra del Cinema di Venezia. Altre produzioni animate ci saranno in seguito, ma non terminate, e una venne persa durante la guerra. Ma nel 1955 proietta a Venezia I sette colori, filmato realizzato con una macchina da presa cinematografica di sua invenzione brevettata fin dal 1940, detta sinalloscopica, sviluppata per integrare i colori, il suono e i movimenti nel film di animazione. Rubino: un fotogramma iniziale del cortometraggio Il paese dei ranocchi Pare che merchandising e gadget non siano una novità di oggi. Di seguito un gioco per bambini derivato dal cortometraggio. Rubino: Dal cartone animato “Incom” Nel paese dei ranocchi, Carroccio, Milano n.d. (Cubo da ritagliare per giuoco di pazienza) Rubino esercita il suo estro anche nella realizzazione di cartoline, calendarietti, manifesti pubblicitari, ex libris, scenografie teatrali. Spinge la sua creatività anche nelle arti decorative, creando giocattoli e camerette per bambini di cui esiste un arredo completo alla galleria d’arte moderna Wolfsoniana, nel quartiere di Nervi, al polo museale di Genova. Rubino: cartolina. Monza, Edizione Cartoccino Rubino: Fantasia. Raro calendarietto del 1913 (R. Bemporad e Figlio). Pubblicizzava novità editoriali della Bemporad destinate ai ragazzi Rubino: ex libris per Giorgio Balbi Rubino: Ex Libris per Gino Sabattini, circa 1920 Rubino: cartello pubblicitario per la pasta, circa 1935 (Collecchio, Museo della Pasta) Rubino: spartito musicale Rubino: camera per bambini, circa 1922, esposta alla galleria Wolfsoniana di Genova Nervi Rubino: camera per bambini, circa 1922, esposta alla galleria Wolfsoniana di Genova Nervi. Alcuni particolari Rubino: La necessità, circa 1910. China e tempera su cartoncino, Collezione privata Tre pannelli di Rubino, un Pierrot, una Sirena e un Tritone, forse pensati per decorare ambienti domestici (fonte: edgallery.it). Rubino: pannello. Pierrot, olio magro su tela, 1928-30 Rubino: pannello. Sirena, olio magro su tela, 1928-30 Rubino: pannello. Tritone, olio magro su tela, 1928-30 La sensibilità antiretorica di Rubino e la sua vocazione pedagogica progressista in ambito infantile gli permisero di muoversi con agilità entro gli stilemi del ventennio fascista, annacquando le intonazioni moralistiche e patriottiche tipiche dell’epoca o, se proprio costretto, utilizzando una retorica umoristica. Con ogni probabilità oggi, se fosse possibile avere Rubino tra noi, saprebbe muoversi altrettanto agilmente nel diktat del politically correct. Ci sono personalità che sanno astrarsi e aggirare le pressioni contemporanee, dedicate come sono a raccontare con senso etico cose che varranno anche per i posteri. E non a leccare le sponde dei rifiuti che graziosamente lascia chi i diktat li impone. Tutto è arte, qualcuno ogni tanto dice. Bruno Munari, che di fantasia ne aveva da vendere, pensava che quando tutto è arte niente è arte. Che “l’arte è ricerca continua, assimilazione delle esperienze passate, aggiunta di esperienze nuove”. L’impressione è che l’arte sia una cosa tanto facile da vedere, quanto complessa e costituita da molte variabili per poterla produrre. In un’epoca in cui vanno di moda i fumetti brutti, forse varrebbe la pena di dare uno sguardo al passato e tornare a imparare e, una volta acquisite le capacità fondamentali del tenere in mano una matita, un pastello, un pennello, il cursore di una tavoletta grafica, la macchina da cinepresa, la penna, la grammatica (l’elenco è lungo), sapersi sganciare anche dai supposti valori della società di propaganda in cui viviamo per dire qualcosa di nuovo, magari spingere di nuovo la vera creatività e il talento, senza pensare solo al profitto economico o a far emergere amici, parenti, vicini di casa, ma svolgere invece un attento, rigoroso, spassionato e oggettivo lavoro di ricerca nel talent-scouting. Perché la società del reboot-del-reboot in cui viviamo ha già spolpato tutto e vige la noia imperante del déjà vu. Un po’ di coraggio, insomma. La vita è breve e vale la pena di viverla: a che serve correre sempre sul filo di un sicuro che non dà più nemmeno il profitto? Proprio questo sarebbe il momento e l’occasione di darsi una mossa: il ribasso culturale è in caduta libera, come astronauti che galleggiano nello spazio, e c’è spazio in ogni settore per ricominciare. Rubino: inventore e automa con sigaretta. Tempera su cartone. mm 330×438 (fonte: gonnelli.it) World © Tea C. Blanc. All rights reserved. Navigazione articoli ELEMENTI ESOTERICI E SIMBOLICI IN SAILOR MOON ZAGOR COPIAVA LE COPERTINE AMERICANE