La couleur des choses parla di Simon Hope, un giovane ragazzo inglese. Vive con i suoi genitori, che però non vanno molto d’accordo, e viene bullizzato dai coetanei. Stanco di questa situazione, un giorno va da un sensitivo che gli spiega come riuscire a vincere alle corse. I consigli si rivelano esatti e gli fruttano la vincita di milioni di sterline. Torna a casa con l’intenzione di ritirare i soldi con il permesso dei genitori, così da poter cambiare la loro vita. Ma lo attende una brutta scoperta. Classe 1982, Martin Panchaud, è un graphic designer svizzero di Ginevra, qui alla sua prima esperienza come sceneggiatore e disegnatore di una graphic novel. La couleur des choses è stata pubblicata per la prima volta in Germania nel 2020 (“Die Farbe der Dinge”, Edition Moderne) e nel 2022 in Francia da Éditions çà et là (che è la versione qui recensita: non c’è ancora l’edizione italiana). Il particolare stile di Panchaud può richiamare quello dell’americano Chris Ware, con il quale condivide anche le tipiche ambientazioni delle sue storie, fatte di piccoli quartieri suburbani (qui inglesi), abitazioni semplici e modeste, e così via. L’azione è sempre vista dall’alto, con i personaggi rappresentati da piccoli cerchi di due colori, che si muovono in pagine costituite, alcune, da vignette piene di righe e cerchi, mentre altre sono disegnate in modo (quasi) iperrealistico, e altre ancora ingrandiscono determinati particolari (monete, anatomia umana e altro). Alcune pagine ricordano i diagrammi dei libri di scuola o i dépliant informativi industriali. Ci sono molte linee, continue o tratteggiate, frecce, cerchi e, soprattutto, molto colore. Pur essendo solo dei cerchietti colorati, i personaggi restituiscono una sensazione di fisicità, grazie ai rimandi nelle discussioni e nelle varie interazioni. Per esempio, attraverso i discorsi tra Simon e i suoi amici sappiamo che si tratta di un ragazzo sovrappeso. Quello che vedremo sulle tavole saranno sempre dei cerchietti colorati delle stesse dimensioni, ma noi sappiamo com’è fisicamente e non stenteremo un momento a immaginarcelo così. Riuscire a fare immergere il lettore nella storia raccontata solo per mezzo di didascalie e utilizzando queste soluzioni grafiche atipiche per il fumetto è una cosa non semplice per un autore. Il lettore deve comunque impegnarsi per assimilare questo modo di raccontare. Martin Panchaud mostra un amore per i dettagli che trabocca da ogni singola tavola (che si tratti di particolari meccanici, della stanza del protagonista o di qualunque altra cosa), travolgendo il lettore e immergendolo totalmente nella storia e in un mondo fatto di semplici cerchi, righe, colori e dettagli incredibili. La couleur des choses è una bande dessinée singolare, non facile da raccontare o da leggere, proprio per la sua sorprendente originalità. In Francia è valsa a Martin Panchaud una serie di prestigiosi riconoscimenti di settore, come il Grand Prix de la Critique ACBD 2023, il Prix Toute première fois Colomiers 2022 e altre importanti candidature. È un fumetto raro e prezioso per la sua unicità, per la sua forza espressiva e per la rottura che segna nel modo di intendere il fumetto. Spero che qualche editore decida di portarlo in Italia. Imperdibile! La couleur des choses(Die Farbe der Dinge)storia, disegni, colori diMartin PanchaudÉditions cà et làcartonatocolorepag. 2369 Settembre 2022 Navigazione articoli MATITE BLU 319 MATITE BLU 320