Stelio Fenzo nasce a Venezia il 3 settembre 1932. Da ragazzo frequenta il gruppo dell’Asso di Picche, animato da autori come Hugo Pratt, Mario Faustinelli e Alberto Ongaro. Il suo precoce esordio avviene nel 1948, quando pubblica i primi fumetti su “Giornale Illustrato”. L’inizio di una brillante carriera che lo vedrà subito dopo collaborare con “Il Vittorioso”, il prestigioso settimanale cattolico. Dopo qualche anno trascorso in Gran Bretagna, in cui realizza storie di guerra per la Fleetway e storie rosa per la Thompson, Fenzo ritorna in Italia all’inizio degli anni sessanta. In quel periodo si mette in luce con i lavori per Capitan Moko e Kiwi, personaggi creati dall’amico Hugo Pratt. La celebrità arriverà grazie al fenomeno esploso nella seconda metà di quel decennio: i tascabili erotici. Infatti, anche Fenzo parteciperà alla invasione delle edicole italiche con Jungla. Questa paladina della giustizia, erede spirituale della Pantera Bionda, è un raro esempio di tarzanide erotica in senso stretto. Il sottotitolo della serie, “La vergine africana”, sembrerebbe smentire questa osservazione, ma la componente sessuale era basilare nelle sue storie. Dal 1968 al 1971, la casa editrice Erregi di Renzo Barbieri e Giorgio Cavedon pubblica 58 numeri e un supplemento dedicati a questo personaggio. I testi sono di Paolo Trivellato e Loredana D’Este, i disegni di uno Stelio Fenzo particolarmente ispirato (la cui opera sarà continuata in un secondo tempo da Mario Cubbino). Le copertine vengono affidate prima a Cubbino e in seguito a specialisti come Leandro Biffi (sopra) e Carlo Jacono. La vicenda è ambientata nell’alto Congo, nei dintorni di Nassau. L’ origine di Jungla è simile a quella di molte sue “colleghe”. La madre Liuba, morente, l’abbandona in fasce e lo stregone Tattoo la cresce come una figlia. Morto il padre adottivo, la ragazza diventa una giustiziera delle foreste africane: tanto sinuosa e fisicamente dotata, quanto implacabile con i malvagi e determinata a conservare la sua illibatezza. Tra i suoi nemici c’è il sanguinario Wan Stiller, il sordido Luft, tutta una schiera di mercenari, avventurieri senza scrupoli, trafficanti d’armi, scienziati nazisti e criminali d’ogni sorta, che pur odiandola per ciò che rappresenta non possono fare a meno di concupirla. Tuttavia nessuno di loro riesce a coglierne la virtù finendo, anzi, per rimanere vittima della sua inesorabile vendetta. Proprio questa difesa strenua della sua verginità, messa a dura prova da maschi desiderosi (ma anche da misteriose regine libidinose), la differenzia dalle altre eroine dell’epoca. Jungla non è stato un grande successo editoriale in Italia, diversamente che in Francia dove era una delle eroine sexy più apprezzate. Nel numero 55, Jungla perde finalmente l’ingenuità a causa del torvo ma sensuale Marlon, e dopo altri tre numeri l’ex vergine delle foreste africane si ritira dalle scene fumettistiche. Ma non sparì dalla memoria dei lettori che, ancora oggi, la ricordano con affetto e nostalgia. Navigazione articoli I FUMETTI ITALIANI ERANO I PIÙ VENDUTI DEL MONDO NEMBO KID ERA IL NOME DI CAPITAN MARVEL?
[…] sua serie, Jungla, pur essendo molto apprezzata in Francia non ebbe particolare successo in Italia. Uscita per la […] Rispondi
Perche a nessuno e mai venuto in mente di fare una ristampa o un volume dedicato a jungla disegni eccezzionali Peccato I Rispondi