Nei primi anni settanta il settimanale “Topolino” comincia a pubblicare avventure diverse dal solito come viaggi nello spazio e nel tempo, nemici alieni, malvagi scienziati e mondi fantastici: sono opera di Jerry Siegel, il creatore di Superman. Jerome “Jerry” Siegel nasce a Cleveland il 17 ottobre 1914. Appassionato di fantascienza, ancora ragazzino inizia a pubblicare racconti sulla rivista amatoriale “Cosmic Stories”, da lui stesso stampata. Alla scuola superiore di Glenville incontra il disegnatore di origine canadese, ed ebreo come lui, Joseph “Joe” Shuster. Insieme, danno vita a una nuova rivistina: “Science Fiction”. Proprio in questa fanzine nel 1933 vede la luce il prototipo del loro futuro personaggio: Superman. Non è il Clark Kent che conosciamo, “superuomo” è il nome che viene dato a un cattivo che vuole conquistare il mondo, uno scienziato con superpoteri mentali che appare nel racconto “The Reign of Super-Man”. Ben presto Siegel si convince che un personaggio “buono” abbia più possibilità di essere pubblicato di uno “malvagio”, così nasce il secondo Superman, un tipo tutto azione e muscoli che punisce i cattivi e aiuta i buoni. Le strisce, pensate per essere pubblicate su un quotidiano, alla fine vengono acquistate dalla futura Dc Comics che rimonta le vignette per il formato comic book. Il Superman definivo esordisce così nell’albo “Action Comics” n. 1, nel giugno 1938. Siegel e Shuster continuano a lavorare per la Dc Comics creando anche altri personaggi, ma il loro pallino resta l’uomo d’acciaio, di cui vedono la fama estendersi rapidamente con enormi guadagni per la loro casa editrice. Fanno causa alla Dc Comics per avere un po’ di questi soldi, ma perdono e la Dc li licenzia in tronco. Joe Shuster, abbandona rapidamente il mondo del fumetto perché il suo stile un po’ rozzo e grottesco non piace agli editori. Per un certo tempo si dedica all’illustrazione erotica, ma non riesce a trovare una collocazione professionale soddisfacente. Invece Jerry Siegel continua a lavorare come sceneggiatore dei comic book, senza mai tornare al successo. Negli anni sessanta lavora anche per la neonata Marvel, scrivendo con lo pseudonimo di Joe Carter alcune poco ispirate storie della Torcia Umana, e per il tascabile The Spider (da noi Spiderman) pubblicate da un editore inglese. Entrambe le collaborazioni hanno scarsa fortuna. Mentre riprende la sua battaglia legale contro la Dc, Jerry Siegel si trasferisce in California, dove cade in depressione e minaccia più volte di suicidarsi. Ma ecco uno spiraglio di luce: la Western Publishing, conosciuta anche come Gold Key, accetta la sua collaborazione e gli propone di scrivere le sceneggiature per la testata dedicata a Qui, Quo, Qua nelle vesti delle Giovani Marmotte (Huey, Dewey and Louie Junior Woodchucks), dove in precedenza si era impegnato il gigante del fumetto disneyano Carl Barks. Per questo comic book Siegel scrive solo due episodi di 9 pagine ciascuno. Il primo, pubblicato nel numero 16 del settembre 1972, con il titolo “On the Dodo’s Trail”, viene disegnato da Kay Wright (pubblicato poi in Italia dal settimanale Topolino n. 886 del 19 novembre 1972, con il titolo “Qui Quo, Qua sulle tracce del dodo”). Il secondo esce nel numero successivo del comic book, il n. 17 del novembre 1972, con il titolo “The Maxi-Medal”, disegnato sempre da Kay Wright (pubblicato in Italia dall’Almanacco di Topolino n. 203 del novembre 1973 con il titolo: “Le Giovani Marmotte e la maximedaglia”). Poi la collaborazione si conclude perché il comic book, poco venduto, inizia a pubblicare solo ristampe. Ma ancora prima, nel 1971, Siegel ha un incontro con il direttore del Topolino italiano, Mario Gentilini, in visita agli studi di Burbank. Gentilini, che avendo diretto per anni il settimanale Nembo Kid (nome con il quale veniva presentato Superman in Italia) doveva conoscere bene il suo creatore, propone a Jerry di scrivere storie per le riviste italiane dedicate al mondo Disney: in totale saranno 158 le storie pubblicate tra il 1972 e il 1980, oltre che da Topolino, anche dall’Almanacco di Topolino. La maggior parte degli episodi hanno come protagonisti Zio Paperone, Paperino e Qui, Quo, Qua, e poi, più staccati, Topolino e Pippo. Alla fine, Jerry Siegel e l’ormai semicieco Joe Shuster, riescono ad ottenere dalla Dc Comics un modesto vitalizio come compenso per la creazione di Superman (e di tutto il genere dei supereroi che ne è seguito). Shuster scompare nel 1992, Siegel nel 1996. Le sceneggiature di Siegel per Topolino vengono tradotte in italiano nella redazione di Milano della casa editrice Mondadori, talvolta da Gaudenzio Capelli, futuro direttore del settimanale, ma più spesso da Maria Luisa Ciceri, autrice anche lei di alcune storie negli anni settanta. I dialoghi vengono poi adattati oltre che da Ciceri anche da Gian Giacomo Dalmasso con l’intervento, qualche volta, della redattrice Elisa Penna. L’esordio delle storie di Siegel realizzate apposta per l’Italia precede di alcuni mesi gli episodi per la Gold Key: avviene nel settimanale di Topolino n. 878 del 24 settembre 1972, con “Paperino e la macchina dell’eroismo” disegnata dall’allora emergente Giorgio Cavazzano. Mentre la prima storia pubblicata dall’Almanacco di Topolino, un mensile di grande formato, è “Zio Paperone e il rovesciamento cosmico” nel n. 199 del 1 luglio 1973: in questa storia, una strana nube “capovolge” la personalità degli abitanti di Paperopoli. L’amore di Jerry Siegel per la fantascienza e per gli eroi non vengono meno nella sua produzione disneyana: in “Paperino e la macchina dell’eroismo”, per esempio, un malvagio scienziato rende coraggioso Paperino e poi lo trasforma in uno spietato criminale per derubare Zio Paperone. In “Le Giovani Marmotte e il manuale interplanetario”, Topolino n. 890 del 17 dicembre 1972, torna a occuparsi delle Giovani Marmotte portandole nello spazio. In “Zio Paperone e il tesoro di Atlantide”, Topolino 895 del 21 gennaio 1973, Paperone si fa accompagnare da Archimede sul fondo dell’oceano alla ricerca dell’oro e trovano un popolo di Tritoni: il fratello del loro re trama per riprendere il dominio del regno di Atlantide. In “Zio Paperone e la scorribanda nei secoli”, Topolino 911 del 13 maggio 1973, vediamo una macchina del tempo ideata da Archimede. In “Zio Paperone e la minaccia monetaria”, Topolino 946 del 13 gennaio 1974, uno stregone lancia un maleficio creando tre colossi “preziosi”: un gigante di monete, uno di gemme e uno d’oro, che lancia contro Paperone, il quale alla fine “convince” i bestioni su chi sia il vero nemico da combattere. Jerry Siegel inserisce la fantascienza anche nelle sue poche storie di Topolino, facendolo arruolare dai “Rangers dello Spazio”, Topolino 925 del 19 agosto 1973, in lotta contro i pirati saccheggiatori di pianeti guidati da Bruttocuore (dalle sembianze simili a quelle di Gambadilegno). L’avventura precedente che aveva scritto con protagonisti Topolino e Pippo, la prima della serie, era invece una classica trama da investigatore, con i due inseparabili compagni impegnati a risolvere una serie di furti commessi da una banda di artisti di un circo da poco giunto in città, nella storia “Topolino e il circo” in Topolino 902 dell’11 marzo 1972. Tra i supercattivi del settimanale Topolino, troviamo una nuova versione del personaggio che Siegel aveva creato per Superman: il Giocattolaio. Su Topolino n. 922 del 29 luglio 1973, con i disegni di Guido Scala, le tre giovani marmotte sono trasportate da un magico cono nel paese dei balocchi. Prestano aiuto al re di quel mondo per contrastare le mire malefiche del Giocattolaio, il quale usa i suoi “giocattoli” per invadere il regno. Quelle di Siegel sono storie disneyane colme di fantascienza, fantasia, eroismo, ma anche di una certa dose di drammaticità, come nell’episodio che vede protagonisti Zio Paperone, Paperino e Archimede, i quali, attraverso la scorribanda tra i secoli alla ricerca di fantomatiche ricchezze, rischiano di fare una brutta fine a causa della collisione imminente della Luna contro la Terra del futuro. Una Terra ormai disabitata, con l’intera popolazione autoannientata per l’imperante avidità. I nostri eroi si salvano giusto poco prima dell’impatto fatale. Navigazione articoli IL SESSANTOTTO DI ROCKY JOE MATITE BLU 168
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