Iva esposta: quante volte leggendo un annuncio relativo alla vendita di un determinato bene abbiamo visto questa dicitura, tanto da spingerci a chiedere di cosa si tratti realmente? Nel nostro Paese è un’espressione non molto diffusa, spesso legata all’acquisto di vetture usate. Andiamo a vedere cosa significa iva esposta. Cosa vuol dire Iva esposta? Chi ricorre alla dicitura Iva esposta, lo fa con il preciso intento di segnalare che il prezzo applicato al bene che si sta vendendo è già comprensivo dell’imposta sul valore aggiunto. Cosa ne consegue? Che l’Iva non andrebbe calcolata in quanto già inclusa nel prezzo indicato. Se, per esempio, si intende acquistare una vettura usata il cui costo è di 20mila euro, con l’Iva esposta il vero prezzo è di 15.660 euro, mentre i restanti 4.400 sono da ricondurre all’imposta, che nel caso delle automobili di seconda mano è attestata al 22%. In cosa risiede la sua effettiva importanza? Se fino a questo momento il discorso ha assunto una valenza abbastanza teorica, va invece sottolineato come si tratti di una questione sostanziale. Soprattutto per chi è titolare di una partita Iva. Nel caso in cui si entri nell’ordine di idee di acquistare un determinato bene, ci si può infatti ritagliare la possibilità di scaricare l’Iva ed emettere regolare fattura, all’interno della quale si potrà segnalare non solo il prezzo del bene acquistato, ma anche l’importo dell’Iva da dedurre da parte dell’Agenzia delle Entrate, quando andrà a calcolare la differenza tra quella a debito e a credito. Perché è importante per i possessori di partita Iva Come abbiamo visto, l’Iva esposta è importante per chi è titolare di una partita Iva, in quanto va a indicare espressamente la possibilità di portare in deduzione il costo del bene acquistato, scaricandone l’imposta sul valore aggiunto. Una possibilità che è invece preclusa ai possessori di partita Iva in regime forfettario. Una categoria di lavoratori che dovranno a loro volta pagare l’auto per intero, senza alcuna opportunità di poter scaricare alcun costo della transazione. Questo perché l’Iva è una imposta che grava solo sul consumatore finale. Una categoria in cui non rientrano coloro che sono titolari di partita Iva. La partita Iva non è un consumatore, ma un utilizzatore Se chi possiede l’Iva in regime forfettario è considerato alla stregua di un consumatore, per il professionista o l’imprenditore che abbia deciso di acquistare l’auto (o un qualsiasi altro bene nell’ambito della sua attività) al fine di sfruttarla per motivi di lavoro, il discorso muta profondamente. Si tratta infatti di un utilizzatore professionale e in questa veste può usufruire di un beneficio normativo da un punto di vista fiscale. Navigazione articoli INVESTIRE I RISPARMI IN BORSA PUÒ ESSERE UNA BUONA IDEA INVESTIMENTI SICURI: REALTÀ O UTOPIA?
Grazie per il chiarimento. Da lavoratore dipendente dubbio digiuno di queste cose. Ma ora mi sorge un dubbio: per un bene usato, quale è ad esempio l’auto, l’IVA non dovrebbe essere già stata pagata dal precedente proprietario? Rispondi