Tra gli anni cinquanta e settanta, Mad è stata una delle pubblicazioni satiriche più influenti della cultura popolare americana e degli altri Paesi in cui veniva tradotta (in Italia solo sporadicamente, purtroppo). MAD NEGLI ANNI CINQUANTA William M. Gaines e Harvey Kurtzman lanciarono Mad nel 1952. Gaines era l’editore di Ec Comics, la casa editrice che aveva rivitalizzato il fumetto americano in crisi introducendo il genere horror. Nonostante il successo ottenuto, Gaines non si riteneva pienamente soddisfatto ed era alla ricerca di un nuovo genere meno legato all’horror e più in sintonia con un’idea di satira. Kurtzman era un editor, uno sceneggiatore e un disegnatore di fumetti di talento, noto per il lavoro sulle serie belliche delle quali scriveva quasi tutte le sceneggiature e preparava dettagliati layout per i talentuosi disegnatori della Ec Comics. Mad inizialmente era un comic book (non ancora una rivista) a cadenza bimestrale che raccoglieva parodie di altri fumetti popolari dell’epoca. Il suo approccio innovativo alla satira e alla comicità visiva contribuì a definire uno stile nuovo e originale. La formula che combinava umorismo irriverente e una critica sociale mordace, si differenziava dagli altri fumetti dell’epoca (pur ricordando le strisce di Li’l Abner). Mad non si limitò a parodiare gli altri fumetti, estese il suo campo di intervento ad altri settori dell’industria dell’intrattenimento come i film e i programmi televisivi. Sembrava che gli autori volessero dire la loro sull’intero mondo dello spettacolo. Nel 1955 fa la sua prima apparizione sulla rivista Alfred E. Neuman, uno dei personaggi più riconoscibili della cultura popolare americana e il volto distintivo di Mad. Il suo sorriso beffardo e il celebre slogan “What, Me Worry?” (che può essere tradotto come “Cosa, io preoccuparmi?”) sono diventati simboli di un umorismo irriverente e di una visione scanzonata della realtà. Il volto di Alfred E. Neuman fu creato da Norman Mingo, un artista che nel 1954 cominciò a disegnare le copertine della rivista. Mingo basò il suo disegno su una vecchia caricatura che aveva visto in una rivista umoristica chiamata “The Doan’s Pills”, pubblicata all’inizio del Novecento. Nello stesso 1955, Mad subì una trasformazione importante. Grazie al successo che stava ottenendo la rivista passò dalla periodicità bimestrale a quella mensile. Inoltre pur continuando a pubblicare solo fumetti, si allontanò dal formato tradizionale dei comic book a colori per diventare una raffinata rivista in bianco e nero. Questo fatto ebbe il duplice risultato di proteggere la pubblicazione dalla supervisione della Comics Code Authority, che sarebbe stata fondata alcuni mesi dopo, conferendole anche una posizione migliore nelle edicole rispetto agli affollati scaffali dei fumetti. La sua struttura si orientò sempre di più verso una rivista di umorismo che, pur continuando ad usare le vignette e i fumetti, si allontanava dalle narrazioni di avventura per concentrarsi sulla critica sociale. Nel 1956, Harvey Kurtzman lasciò Mad per creare una rivista analoga per l’editore di Playboy, purtroppo senza successo. Kurtzman era un grande talento e aveva una visione particolare per Mad, ma nonostante il suo addio la rivista continuò a prosperare sotto la guida di Al Feldstein, che continuò sulla falsariga già iniziata, attestando però il target di pubblico sugli adolescenti. Questo cambiamento giovò alla rivista che continuò a crescere, fino a raggiungere a fine 1956 il milione di copie vendute ogni mese, un risultato straordinario per una pubblicazione satirica. Il nuovo Mad si distingue per l’accentuazione di un nuovo tipo di umorismo che intendeva sfidare le convenzioni morali e politiche del tempo. I suoi fumetti si misero a parodiare qualsiasi cosa. La rivista costruì la sua identità ridicolizzando e smontando film, programmi Tv, canzoni, libri, pubblicità e persino fenomeni culturali, sempre con uno spirito irriverente e intelligente. Una delle sezioni più amate di Mad era dedicata alle parodie di film, spesso pubblicate poco dopo l’uscita di blockbuster. Mad includeva spesso testi di canzoni popolari riscritti con nuovi versi comici, trasformando successi musicali in scherzi satirici. Mad ospitava disegni eccentrici e molto stilizzati, che divennero parte integrante dell’appeal della rivista. Jack Davis, Wally Wood, Will Elder e John Severin, tutti provenienti dai comic book della Ec Comics, sono prestigiosi collaboratori fin dal primo numero. Nel 1956 arriva Don Martin, portando con sé il suo stile di umorismo infantile che avrebbe contribuito in modo significativo al carattere della rivista. Don Martin (1931–2000) era un fumettista e illustratore noto per il suo stile caratterizzato da disegni grotteschi e una comicità visiva che mescolava l’assurdo e il surreale. MAD NEGLI ANNI SESSANTA Nel 1961 appare Spy vs. Spy, una delle strisce più note di Mad Magazine, che si distingue per il suo umorismo slapstick, che la fecero diventare uno dei punti fermi della rivista. Antonio Prohías, un disegnatore cubano che era emigrato negli Stati Uniti nel 1960, fu il genio dietro la creazione di “Spy vs. Spy”. Nel 1961, William Gaines, l’editore di Mad, scoprì il suo lavoro e lo invitò a collaborare con la rivista. Fu allora che nacque “Spy vs. Spy”, una serie di vignette che parodiavano il mondo dello spionaggio, con una satira feroce delle dinamiche della guerra fredda. Spy vs. Spy è una battaglia senza fine tra due spie, una vestita di bianco e l’altra di nero che non ha dialoghi e dove la comunicazione avviene solo attraverso il linguaggio del corpo. Sempre nel 1961 esordisce un’altra delle colonne portanti di Mad: The Lighter Side of…”, di Dave Berg. Questo segmento rappresenta uno degli approcci distintivi della rivista alla vita quotidiana, utilizzando l’ironia per parodiare le situazioni più banali e familiari in modo assurdo e esagerato. “The Lighter Side of…” cercava di offrire una visione “più leggera” e comica delle situazioni quotidiane, ma sempre con uno spirito critico. Mentre altre sezioni di MAD tendevano a trattare temi più politici o di cultura popolare, “The Lighter Side of…” si concentrava su piccole, ma significative situazioni quotidiane come le relazioni familiari, le abitudini sociali, la vita di coppia, le routine quotidiane, i comportamenti tipici delle persone nella vita di tutti i giorni. Nel 1963 appare su Mad “A Mad Look At…”, un segmento ricorrente creato da Sergio Aragonés. Si trattava di pagine contenenti fumetti senza parole che esaminavano in modo umoristico argomenti o scenari quotidiani con la narrazione visiva unica di Aragones. “A Mad Look At…” diventerà un punto fermo della rivista mettendo in mostra la impareggiabile capacità di Aragones di trasmettere un umorismo complesso attraverso le sole immagini. La sua arte era caratterizzata da personaggi con forti espressioni facciali e linguaggio del corpo esagerati. Scene ricche di gag e piccoli dettagli esilaranti dedicati ai lettori più attenti. Narrazioni senza parole, ma chiare e facili da seguire. Nel 1964 esordisce sulla pagine della rivista Al Jaffee, un’altra leggenda di Mad, celebre soprattutto per i suoi geniali Fold-In. Consisteva in una pagina che mostrava un’immagine e una domanda, che sembrava avere una risposta ovvia. Quando la pagina veniva piegata secondo due linee specifiche (di solito verso il centro), l’immagine cambiava completamente, svelando un messaggio satirico o una seconda immagine ironica. Era un’illustrazione a tutta pagina che nascondeva un secondo significato quando veniva piegata. I Fold-In spesso prendevano in giro la cultura pop, la politica e i comportamenti sociali, dimostrando l’arguzia di Jaffee nel cogliere l’assurdo della vita quotidiana. Negli anni sessanta l’industria pubblicitaria era un elemento centrale della società americana, realizzando campagne persuasive e onnipresenti. Durante quel decennio, Mad si diverti a decostruire e ridicolizzare il mondo della pubblicità, con il suo humor pungente e dissacrante mise in luce l’assurdità, le esagerazioni e le tattiche manipolative che le agenzie usavano per vendere i prodotti. In questo campo l’artista più dotato era Kelly Freas, noto per il suo talento artistico e la sua capacità di trasformare l’ordinario in qualcosa di esilarante. Freas portava il suo stile realistico e altamente dettagliato alle parodie pubblicitarie, aggiungendo profondità e credibilità alle illustrazioni che imitavano perfettamente le pubblicità dell’epoca, pur sottolineandone l’assurdità. I lettori di Mad, che facevano parte in gran parte della Contestazione degli anni sessanta, erano critici nei confronti della guerra in Vietnam. La rivista alimentò questa critica ridicolizzando il presidente Johnson e la sua politica estera attraverso vignette umoristiche e parodie. Mort Drucker, uno dei più celebri disegnatori di Mad, ha spesso ritratto Lyndon B. Johnson, presidente degli Stati Uniti dal 1963 al 1969, in parodie e illustrazioni satiriche. Mad si dedicò a ridicolizzare le sue politiche, i suoi modi e il contesto politico dell’epoca. Negli anni sessanta Mad fu un protagonista centrale nella cultura popolare, riflettendo e influenzando i cambiamenti sociali del periodo. Ma non fece sconti a nessuno, nemmeno ai protagonisti della contestazione giovanile e dei movimenti di protesta che segnarono il decennio. La rivista, non ebbe pietà nemmeno della cultura hippie che approcciò con lo stesso atteggiamento irriverente e iconoclasta che riservava al resto della società americana. La rivista parodiò frequentemente gli ideali hippie, ma lo fece senza mai schierarsi completamente contro di loro, trattando il movimento con una combinazione di affetto e scetticismo. Questo equanimità fu certamente uno dei fattori che incrementarono le vendite fino alla incredibile cifra di 1.800.000 copie nel 1969, più di qualsiasi altro fumetto. NEL 1974 L’APOGEO PRIMA DEL DECLINO Il successo straordinario di Mad raggiunse l’apice nel 1974 con una tiratura di 2.100.000 copie vendute. Si tratta di un vero e proprio fenomeno mediatico alla cui base sta una combinazione di fattori culturali, creativi e commerciali. Gli anni settanta furono un periodo di grande fermento sociale, caratterizzato da cambiamenti culturali, proteste contro la guerra del Vietnam, movimenti per i diritti civili, e il crescente allontanamento dalle istituzioni tradizionali. Mad seppe intercettare e riflettere questi sentimenti, diventando una voce satirica capace di parlare a una generazione che metteva in discussione l’autorità e le norme sociali. Negli anni settanta Mad diventò quasi un rito di passaggio per adolescenti e giovani adulti, che apprezzavano la sua capacità di smontare l’autorità, la pubblicità e le convenzioni sociali. Dopo aver raggiunto il suo apice nel 1974, Mad iniziò gradualmente a perdere lettori negli anni successivi. Il declino fu lento all’inizio, ma divenne più evidente nei primi anni ottanta, quando la rivista scese sotto il milione di copie. Questo calo può essere attribuito a una combinazione di fattori culturali, tecnologici e interni alla rivista. Durante gli anni settanta Mad aveva beneficiato di una società che metteva in discussione l’autorità e i valori tradizionali. Negli anni ottanta, con l’ascesa di un’era più conservatrice (Ronald Reagan presidente degli Usa e Margareth Thatcher primo ministro nel Regno Unito), il tipo di satira “controculturale” di Mad perse parte della sua rilevanza. I giovani degli anni ottanta, inoltre, erano sempre più attratti dalla televisione, i film e i videogiochi, lasciando meno spazio per le riviste satiriche. Negli anni novanta, Mad affrontò un periodo di cambiamento e sfide significative, cercando di adattarsi a un panorama culturale e mediatico sempre più competitivo. Sebbene non fosse più al suo apice, la rivista continuava a essere una presenza influente nel mondo della satira, mantenendo una base di fan fedele e cercando di attrarre una nuova generazione di lettori. Mad mantenne il suo approccio satirico, ma cercò di affrontare i temi rilevanti del decennio cercando di mantenere la stessa presa sul pubblico che aveva avuto nei decenni precedenti. Durante gli anni novanta le vendite continuarono a calare, passando da circa 600.000 copie vendute all’inizio del decennio a meno di 200.000 copie entro la fine del secolo. Questo declino rifletteva un problema più ampio per le riviste cartacee, ma anche la perdita del predominio culturale di Mad. Negli anni 2000, Mad Magazine attraversò un periodo di forte declino che culminò, dopo vari tentativi di rilancio, con la sua chiusura nel 2019. Questo capitolo finale nella storia della rivista fu segnato da sfide economiche, culturali e tecnologiche, che alla fine resero insostenibile la sua esistenza come pubblicazione tradizionale. Le vendite di Mad continuarono a calare durante gli anni 2000, scendendo sotto le 200.000 copie. La progressiva perdita di pubblico era in parte dovuta al cambiamento nei consumi culturali e alla crescente concorrenza di media digitali gratuiti. Nel 2001, Mad fu gestita da Time Warner (attraverso la Dc Comics), che impose cambiamenti strutturali e riduzioni di budget. Questo limitò la creatività e l’autonomia che erano stati a lungo il cuore del successo della rivista. Sotto la Dc Comics, Mad fu trasferita da New York a Burbank, in California, nel 2018, il che portò alla perdita di molti membri storici dello staff. Nel 2009, a causa delle difficoltà economiche, Mad abbandonò la pubblicazione mensile e passò a un formato trimestrale, riducendo il numero degli albi pubblicati ogni anno. Questo segnò un punto di svolta importante, poiché la rivista perse il contatto regolare con il pubblico. Durante gli anni 2000 e 2010, Mad cercò di modernizzare il proprio approccio, includendo riferimenti più espliciti alla cultura pop contemporanea e alla politica. Nel luglio 2019, la Dc Comics annunciò che Mad Magazine avrebbe cessato di pubblicare nuovi contenuti regolari. Dopo il numero n. 10 della serie rilanciata, la rivista continuò a ristampare contenuti classici con copertine e rubriche occasionalmente nuove. Questo segnò di fatto la fine di Mad come rivista attiva. Navigazione articoli MATITE BLU 411 ARCHIE, IL TIPICO RAGAZZO AMERICANO