Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista “Evolution and Human Behaviour” ci sono persone geneticamente predisposte a viaggiare grazie a un particolare recettore della dopamina. Il “gene del viaggio”, come lo chiamano, regolerebbe il livello di sensibilità e curiosità agli stimoli esterni. Ci sono persone che aspirano a una vita sedentaria e altre che nella routine diventano depresse, si sentono morire e bruciare dentro: questo perché la funzione del recettore D4 è direttamente collegata a quella della dopamina che svolge un’azione fondamentale nel determinare gli equilibri dell’umore. Circa diecimila anni fa l’uomo ha smesso di spostarsi per cacciare le prede diventando coltivatore e allevatore, questo gli ha permesso di costruire capanne più solide e una maggiore tranquillità. Alcuni uomini delle generazioni successive hanno però cominciato a chiedersi cosa ci fosse dietro quelle montagne, se ci fosse una fine a quel deserto o a quel mare e, se sì, cosa avrebbe incontrato. Questi uomini sono i responsabile dei grandi movimenti migratori del genere umano, anche se quasi sempre la partenza non era volontaria ma dovuta a una carestia. Ma anche con le carestie non tutti partivano, c’era chi preferiva fare la fame piuttosto che rischiare l’ignoto. Secondo lo studioso Chaunsheng Chen, solo il 20% della popolazione avrebbe alti livelli di DRD4r7 nel proprio corredo genetico e la maggior parte di queste persone si trova in zone del mondo dove nel passato ci sono stati grandi movimenti migratori. Questa teoria è appoggiata anche dal ricercatore David Dobbs della National Geographic Society, che comparando i geni di popolazioni storicamente sedentarie e quelle migratorie ha notato che questo tipo di gene è presente in percentuale più elevata nelle popolazioni che avevano vagato molto nella loro storia: “Il DRD4 risulta in persone che sono più propense a prendere rischi, a esplorare posti nuovi, a provare nuovi cibi, nuove relazioni, nuove avventure sessuali”. Facciamo due conti. Su questo pianeta siamo in 7 miliardi, il 20% dei quali fa 1.400.000.000, ovvero un numero corrispondente a circa l’intera popolazione cinese. La società contemporanea, caratterizzata da solide città, non “incoraggia” il migrare. Quindi questo quasi un miliardo e mezzo di persone cosa fa per resistere? Come fa a rimanere ferma? La maggior parte riesce ad adattarsi alla società avendo però la sgradevole sensazione che ci sia un’indesiderata monotonia nella loro vita, che manchi qualcosa e magari cerca di riempire quel “qualcosa” con soluzioni sbagliate. Altri cercano di ricaricarsi viaggiando, magari senza seguire le rotte consuete del turismo. Navigazione articoli ZAINI PERSONALIZZATI, GADGET PER FARE MARKETING SCEGLIERE ONLINE IL MIGLIOR TONER PER LA STAMPANTE