Il Mandarino è uno dei più temibili nemici di Iron Man. Creato da Stan Lee e Don Heck su Tales of Suspence # 50 nel 1964, era la risposta Marvel a Fu Manchu, il celebre genio del male creato dalla penna di Sax Rohmer, archetipo del “pericolo giallo” molto popolare nella fiction fin dai primi del 900. Discendente, a suo dire, di Gengis Khan, il Mandarino non è il primo villain asiatico della Marvel, ma sicuramente il più popolare. Nel corso di decenni Il Mandarino ha saputo superare certi stereotipi di genere, riuscendo ad evolversi e modernizzarsi; pur perdendo lo status di arcinemico di Iron Man, i suoi scontri con il Vendicatore in armatura si sono rivelati sempre molto avvincenti. L’ARRIVO DEL MANDARINO Il Mandarino è comparso per la prima volta nel 1964, nel pieno delle storie ricche di spirito anticomunista di Stan Lee e Jack Kirby, ma, al contrario di molti nemici dell’epoca, come l’Uomo Radioattivo o la Dinamo Cremesi, il Mandarino non era legato al comunismo, era semmai una minaccia globale temuta dai cinesi stessi. Creato graficamente da Don Heck, il Mandarino è un villain con ambizioni di conquista sul mondo più vicino ai classici criminali Marvel come il Dottor Destino e il Teschio Rosso. Nella sua primissima apparizione, il Mandarino compie opere di sabotaggio allo scopo di rubare alcuni missili americani prodotti dalle industrie Stark, cosa che spinge Iron Man a recarsi in Cina per indagare. Viene immediatamente catturato e portato nel castello del Mandarino, nella misteriosa Valle degli Spiriti tra i monti della Cina. Questo si dimostra pieno di sofisticate trappole, da cui il nostro eroe si salva solo grazie alla sua sofisticata armatura. Arriva l’inevitabile confronto con il Mandarino, che si rivela forse il più temibile avversario affrontato da Testa di Ferro. Caratteristica del Mandarino è l’uso di dieci anelli, uno per ogni dito, ognuno dei quali dotato di un particolare potere (raggi congelanti, saette, miraggi eccetera) oltre ad aumentargli la forza, cosa che, mista alla sua estrema abilità nelle arti marziali, lo rende un avversario temibile nel combattimento. Il criminale aveva trovato questi anelli supertecnologici in un’astronave aliena precipitata sulla terra. Il Mandarino si rivela un villain efficace, il primo davvero riuscito all’interno della serie dove, non potendo contare sempre sul contributo di Kirby o di Ditko, la lista dei nemici di Iron Man era composta da personaggi fiacchi. Il Mandarino diventa il primo avversario ricorrente di Iron Man, con il quale riesce sempre a mantenere una situazione di stallo, in cui il nostro eroe riesce a fermare i suoi piani, anche se poi il criminale sfugge sempre alla cattura, minacciando di tornare più forte. Così avviene, infatti: il Mandarino fa regolarmente capolino sulle pagine della serie, minacciando Iron Man. Nel corso del decennio la presenza del Mandarino diventa un pericolo non solo per l’alter ego di Tony Stark, ma per tutto l’universo Marvel, affrontando a più riprese anche i Vendicatori o l’incredibile Hulk. Molteplici sono gli scontri con il Mandarino, a volte affiancato da altri villain come lo Spadaccino, l’Incantatrice o l’Uomo Sabbia oppure il suo robot Ultimo, un potentissimo automa creato sfruttando l’energia di un vulcano con cui più volte ha cercato di distruggere Iron Man. Le cose cambiano solo con l’arrivo degli anni ottanta. I TENTATIVI DI MODERNIZZAZIONE DEL MANDARINO Il Mandarino era la versione Marvel del temibile Fu Manchu, è stato una presenza ricorrente nelle serie per tutti gli anni 60 e 70, ma con l’arrivo del nuovo decennio, un’era più cinica grazie all’ondata di autori inglesi, è stata alzata l’asticella qualitativa con una narrativa più realistica. Le nemesi principali di Iron Man diventano industriali privi di scrupoli, machiavellici che agiscono più dietro le quinte che in prima linea, come ad esempio Justin Hammer e soprattutto Obadiah Stane. Le apparizioni del Mandarino diventano sempre più sporadica (quella più rilevante forse è la sua battaglia contro Jim Rhodes nel 1983, all’epoca sostituito di Stark nel ruolo di Iron Man). Tocca allo sceneggiatore David Michelinie modificare il celebre villain verso la fine del decennio. Viene spiegato meglio che gli anelli del Mandarino sono manufatti alieni ritrovati all’interno di un’astronave precipitata nella Valle degli Spirti decenni fa, appartenente alla razza rettiliforme dei makluani. Da grande scienziato qual è, il Mandarino ha imparato a padroneggiare quella tecnologia ottenendo i suoi poteri. Mentre fa degli esperimenti sui suoi anelli, viene investito da un’esplosione che ne danneggia parzialmente la memoria. In seguito a questo il Mandarino cambia il suo modus operandi. Il Mandarino, assumendo lo pseudonimo di Zhang Tong, diventa un ricchissimo magnate della finanza e, in segreto, signore del crimine di Hong Kong, dove Tony Stark vorrebbe aprire una filiale della Stark Interprises. Per poterlo fare, però, Stark deve contrattare con il poco accomodante Tong, in cui riconosce il suo vecchio avversario. Il Mandarino con un modo di agire meno teatrale e più indecifrabile rispetto al passato, obbliga Stark a mandare la sua guarda del corpo Iron Man (non sapendo che si tratta della stessa persona) ad affrontarlo in uno scontro uno contro uno: se Iron Man vince, gli permetterà di aprire la filiale, ma se perde Stark dovrà lavorare per lui come suo agente negli Stati Uniti. Ovviamente c’è l’inganno, infatti fa rapire Stark dai suoi agenti. Dotato di una nuova corazza blu, il Mandarino affronta Iron Man in un durissimo duello, ma grazie all’evasione dei suoi amici, l’alter ego corazzato di Iron Man riesce a vincere (Iron Man 241/242, 1989). Questa nuova versione prenderà parte al maxi eventi Atti di Vendetta (1989) in cui il Mandarino affronta i Vendicatori, ma soprattutto avrà una breve e importante apparizione nelle storie degli X-Men. In questo periodo la mente della mutante Psylocke viene inserita nel corpo all’assassina giapponese Kwannon, proprio grazie al potere degli anelli del Mandarino, su richiesta di Matsu’o Tsurayaba, leader della setta di ninja chiamata la Mano (ben nota ai fan di Devil). Il Mandarino fa della nuova Psylocke la sua assassina di punta, chiamandola Lady Mandarin. La donna per ordine del Mandarino cattura gli ex compagni Wolverine e Jubilee, ma alla fine saranno proprio loro ad aiutare la donna a liberarsi dal controllo mentale e a ribellarsi al Mandarino (Uncanny X Men 256/258, 1989). Il nuovo Mandarino versione “Gordon Gekko” tuttavia non prende piede e le sue apparizioni diventano sempre meno frequenti. Occorrerà attendere l’arrivo ai testi di John Byrne su Iron Man (luglio 1990/febbraio 1992) per vederlo nuovamente in un ruolo da protagonista. UN RITORNO ALLE ORIGINI Quando l’autore anglo-canadese arriva a curare i testi della serie, affidando i disegni prima a John Romita Jr e in seguito a Paul Ryan, riprende il Mandarino restituendogli quell’aura misteriosa che aveva in origine. Probabilmente influenzato dal personaggio di Lo Pan del film Grosso Guaio a Chinatwon (1986) il Mandarino scritto da Byrne riprende il ruolo di stregone in abiti tipici cinesi. Il Mandarino viene avvicinato dal misterioso Chen Hsu per recuperare i propri ricordi. Questi appare come un arzillo vecchietto, ma dotato di immensi poteri. Chen Su diventa una sorta di mentore per il Mandarino, che lo spinge a stringere un’alleanza con il drago alieno Fing Fan Foom (un mostro creato da Stan Lee e Jack Kirby nelle storie dell’era pre Marvel del 1961) con il quale minaccia il governo cinese per ottenere un terzo del loro territorio. I cinesi contattano Tony Stark chiedendogli di mandare in loro soccorso Iron Man, unico al mondo che è stato in grado di sconfiggere il Mandarino, in cambio di una cura ai i danni neurologici che in quel periodo stavano affliggendo Stark. In questo periodo Byrne ritocca ulteriormente le origini del Mandarino, fornendoci maggiori dettagli sul suo passato: ci viene rivelato che Wong- Chu, colui che rapì Tony Stark anni or sono costringendolo a costruirsi la sua prima armatura, era un servitore del Mandarino, legando in questo modo l’origine di Iron Man a quella del suo più grande nemico. Tuttavia la cosa a oggi è stata fatta cadere dai nuovi autori, venendo un po’ dimenticata. Per fermare le manie di conquista del Mandarino dunque Stark e il suo fedele amico Jim Rhodes partono per la Cina, pronti per il confronto, trovandosi anche a dover combattere contro il terrificante drago alieno. Entrambi in armatura, i due Iron Men lottano duramente contro il Mandarino e Foom, ma presto scopriranno che questi non è il solo drago alieno sulla terra. Infatti Chen Hsu e altri 8 tra uomini e donne cinesi arrivati sul posto sono in realtà alieni makluniani in tutto e per tutto uguali a Foom, precipitati secoli fa sulla terra proprio a bordo di quell’astronave tra i cui resti il Mandarino ha trovato i propri anelli. Rimasti come agenti dormienti nel nostro mondo, grazie alle loro abilità da mutaforma si sono mescolati per secoli agli uomini, ma ora decidono di ritornare in possesso dei dieci anelli, manufatti grazie ai quali è possibile pilotare la loro nave per tornare a casa. Ma il Mandarino rifiuta di cedere la fonte del proprio potere e si ribella a loro, trovandosi nella strana posizione di riluttante alleato dei due Iron Men. Alla fine, Stark riuscirà a unire la propria potenza agli anelli del suo acerrimo nemico, rilasciando un’energia tale da vaporizzare i draghi. La cosa lascerà il Mandarino moribondo e privo delle mani destinato, in apparenza, a ritirarsi (Iron Man 268/275, 1992). TEMUGIN E LA LUNGA ASSENZA DALLE SCENE Quella del 1992 non sarà l’ultima apparizione del Mandarino, ritornerà nel 1994 in Le Mani del Mandarino un crossover in 6 parti tra le serie Iron Man, War Machine e Force Works, all’epoca team in cui militava Stark nato dalle ceneri dei Vendicatori della Costa Ovest e farà una comparsa anche nel rilancio ad opera di Kurt Busiek del 1998, ma ancora una volta le sue apparizioni saranno un’eccezione. I fasti degli anni ’60 sono un lontano ricordo. Su Iron Man vol. 3 n. 53 del 2002 viene lanciato un nuovo avversario, Temugin, che altri non è che il figlio del Mandarino, creato da Ryan Odagawa e Mike Grell. Costretto per via dell’onore a vendicare il padre, Temugin combatte contro Iron Man cercando di prendere il posto che fu del padre tra i nemici del Vendicatore in armatura, ma senza troppo successo. Addirittura, anni dopo, nel 2009, Temugin verrà riciclato come eroe nella miniserie Agent fo Atlas scritta da Jeff Parker. Il Mandarino verrà dunque messo da parte per quasi 10 anni, fino al 2008 IL RITORNO DEL MANDARINO All’indomani della fine della Guerra Civile tra i supereroi, che vede Iron Man vincere e diventare il direttore dello Shield, nel 2008 il Mandarino colpisce ancora. Tornando a indossare i panni di un anziano magnate come nelle storie degli anni ’80, ma stavolta rispondendo al nome di Tem Borjingin, in gran segreto finanzia attività terroristiche in varie parti del mondo per tenere occupato Iron Man. Così può rapire con calma la scienziata Maya Hansen, creatrice del tecnovirus Extermis che ha dato i nuovi poteri a Tony Stark, allo scopo di fornirle i fondi per sviluppare una versione di Extremis, con la speranza di utilizzarlo per curare ferite e malattia. Maya scopre che il virus allo stato attuale è mortale per la maggior parte degli umani, e soltanto pochi uomini hanno una predisposizione genetica che permette loro di non rigettarlo. Il Mandarino però ne è a conoscenza e decide di diffonderlo in forma aerea nell’atmosfera terrestre, allo scopo di sterminare l’80% della popolazione mondiale. Il suo obiettivo è permettere ai sopravvissuti di evolversi geneticamente, in modo da superare i limiti e le debolezze umane. Si tratta di un Mandarino tragico e quasi poetico nella sua follia; difatti rivela di non essere tra i pochi eletti in grado di sopravvivere a Extremis, tuttavia è pronto a sacrificare la sua stessa vita pur di dare, dal suo punto di vista, una nuova vita all’umanità, in una visione distorta e insana del darwnismo. Siamo lontani dallo scienziato pazzo con manie di conquista del mondo. Dopo lunghe indagini, e le intromissioni da parte del governo, Iron Man riuscirà a scovare il Mandarino, a scontrarsi con lui e riuscire a fermare in tempo la diffusione del virus. Non sarà l’ultima apparizione del Mandarino, ma sicuramente la più tragica e inquietante a soli due anni di anticipo dall’emergenza mondiale del coronavirus Covid-19. IL MANDARINO SU ALTRI MEDIA Essendo il nemico più famoso di Iron Man, il Mandarino è comparso in molti cartoon e videogames dedicati all’eroe in armatura. In particolar modo era il villain principale della serie animata del 1994 prodotta da Fox, dove appare con un inquietante pelle verde a con M.O.D.O.K come scagnozzo. Il Mandarino appare anche nei film dei Marvel Studios, sebbene in una versione che ha deluso tutti i fan. In Iron Man 3 del 2013, diretto da Shane Black, il Mandarino è interpretato da Ben Kingsley, questi pare essere il leader del gruppo terrorista I Dieci Anelli, ma in realtà si tratta di un innocuo e buffo attore inglese di nome Trevor Slattery che interpreta solo una parte, un fittizio specchietto per le allodole per sviare le ricerche sul vero capo dell’organizzazione, Aldrich Killian (Guy Pearce). Quasi a voler riabilitare l’immagine del celebre criminale, nel 2021 nel film Shang Chi e la leggenda dei Dieci Anelli appare il “vero” Mandarino, un supercriminale più fedele all’originale chiamato Xu Wenwu, interpretato dall’attore cinese Tony Leung, padre di Shang Chi (che, nei fumetti originali, era figlio di Fu Manchu) e villain del film. Navigazione articoli MATITE BLU 382 ALIX, L’ANTI-ASTERIX REALISTICO