A più di due millenni dalla sua composizione, il carme 5 di Catullo rimane forse ancora il più bell’inno mai scritto in omaggio del bacio. “Tu dammi mille baci, e quindi cento / quindi altri mille, e quindi cento / quindi mille continui, e quindi cento. / E quando poi saranno mille e mille / nasconderemo il loro vero numero”. In pochi versi, il grande lirico latino esalta il tema della passione amorosa esortando il lettore a vivere e amare senza curarsi dell’invidia altrui, né tanto meno della riprovazione di certi vecchi bacchettoni. Il ciclo vitale è infatti troppo breve per non lasciarsi andare, tanto più che per dormire ci aspetta già la “nox perpetua”. In tempi molto più vicini a noi, a celebrare il bacio, questa volta coi pennelli, fra gli altri si cimentò Francesco Hayez, che alla soglia dei 70 anni d’età realizzò il suo dipinto forse più famoso destinato a trasformarsi, da subito, in un’icona della sensualità. Commissionato all’artista dal conte Alfonso Maria Visconti, fu presentato all’Esposizione annuale della milanese Accademia di Belle Arti braidense nel 1859, pochi mesi dopo il trionfale ingresso a Milano di Vittorio Emanuele II. Dietro la lettura immediata di due giovani innamorati che si scambiano un ultimo intensissimo bacio prima di separarsi presumibilmente per un lungo periodo, con lui che poggia fremente il piede sul gradino di un castello dalle apparenze medievali e lei che sembra appena scesa dai suoi appartamenti, si celano evidenti significati patriottici, in sintonia coi tempi in cui l’opera fu realizzata. L’uso dei colori è rivelatore. Sotto il mantello marrone del giovane s’intravede la giubba verde con lo sbuffo bianco della camicia che fuoriesce dalla manica e le calzebraghe rosse aderenti, come a riprendere il nostro Tricolore. Il cappello piumato in stile alpino identifica invece il combattente pronto a sacrificarsi per la Patria e richiama il copricapo indossato dagli insorti durante le Cinque Giornate di Milano, nel 1848. Lei invece si presenta come una bella dama dell’Ottocento sia per l’acconciatura dei capelli, sia per la foggia dell’elegante abito di raso azzurro che, insieme al rosso, verde e bianco della figura maschile, celebra il connubio franco-italiano che si pone alla base del processo d’unificazione nazionale. Ecco dunque che il bacio, di per sé gesto romantico e sensuale, grazie all’arte di Francesco Hayez, assurge a simbolo di concordia, alleanza e unità. Accompagna questo scritto “Il bacio”, di Francesco Hayez, 1859, Pinacoteca di Brera, Milano. (Testo di Anselmo Pagani. Riproduzione consentita se menzionante il nome dell’autore) Navigazione articoli VIOLET GIBSON SPARA A MUSSOLINI GIULIA COLONNA, PRINCIPESSA NUDA, E IL FRATE PIRATA