Il termine “nerd” veniva usato nello slang americano per indicare un giovane di modesta prestanza fisica, di ridotta socialità, vestito in maniera obsoleta o comunque che non segue la moda in corso, con una sua speciale predisposizione all’uso dei computer e dei social. In italiano si traduce, almeno in parte, in “sfigato” perché tali individui non attirano le attenzioni delle ragazze.

Il nerd non è comunque un essere negativo, di solito è mite di carattere, imbranato nelle cose pratiche ma volenteroso se gli si danno le opportunità per farsi valere. Soffre per la mancanza di affetti: per le ragazze non è ancora tramontata l’idea del “principe azzurro” che prende forma di un ragazzo bello, atletico e con la moto di grossa cilindrata. Almeno in molti casi.

Dove può eccellere il nerd è negli studi, nelle conoscenze umanistiche o scientifiche, e specialmente nell’informatica. Qui le sue capacità e abiltà sono spesso eccelse, e non c’è chi non prova disagio nel vedere l’insignificante ometto dominare la materia e la filosofia delle macchine.

Il nerd ha un avvenire lavorativo assicurato e si rende comunque indispensabile agli uomini del potere.

I nerd sanno pure apprezare i fumetti, malgrado che questo sia interpretato come il sintomo di una loro immaturità. Nei fumetti uno sfigato, più che un nerd vero e proprio, è Charlie Brown. Il suo autore Charles Schulz lo disegna come ragazzino dalla grande testa tonda. Fa parte di un gruppo di coetanei, ma le sue idee non vengono mai prese in considerazione. Durante le partite di baseball non riesce mai a prendere le palle, e la dispettosa Lucy si diverte a fargli sempre mancare il pallone nel gioco del rugby. Paradossalmente, l’unico essere che ha stima di lui è il cane Snoopy, ma Charlie Brown non entra nel mondo fantastico dell’animale umanizzato, quindi il rapporto tra i due è incompleto.

Un vero nerd a fumetti è Le grand Duduche del francese Cabu, apparso specialmente sulla rivista Pilote. È un liceale lungo e magro con gli occhiali, lo vediamo agire nella sua scuola ma i professori non lo stimano, i compagni lo sottovalutano e le ragazze lo rifiutano.
Forse l’autore ricordava un periodo della sua gioventù e ne aveva fatto un simbolo disegnato, come suo percorso di liberazione del passato. Il vecchio ragazzo Cabu è poi finito massacrato nella redazione di Charlie Hebdo.

A questo punto qualcuno si chiederà se l’autore di questo articolo sia o non sia un nerd, ebbene lo sono. Negli Usa già durante gli anni ’80 il termine è iniziato a mutare il suo significato negativo, basti ricordare i film La rivincita dei Nerds del 1984, seguito da Nerds II, Nerds in paradiso, Nerds III, Nerds in love, senza dimenticare I Goonies del 1985.

Segnalo una mia amica di Torino, la scrittrice e saggista Elena Romanello, che si definisce autrice, bibliofila, cat lover, nerd, e alle ragazze nerd ha dedicato un suo saggio edito da Npe. Le nerd hanno molte marce in più rispetto alle svampitelle amiche dei palestrati.

 

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