Il recente remake della serie anime Goldrake sta facendo discutere, almeno qui in Italia. Prodotta nel 1975 dalla Toei Animation e basato sull’omonimo manga creato da Go Nagai, Goldrake è arrivato in Italia nel 1978 col nome di Atlas Ufo Robot e ha dato il via nel nostro paese all’invasione dei cartoni animati giapponesi. Goldrake in particolare ha scatenato una vera e propria mania, con prodotti di vario genere ispirati dal cartone, molti anche contraffatti, che hanno generato un culto da parte dei fan. Anche Roberto Baggio nella sua biografia “Una porta nel cielo” cita Goldrake come una delle grandi passioni che hanno segnato la sua gioventù, oltre al pallone. Goldrake, in originale Grendizer, fu concepito da Nagai come ideale terzo capitolo di una trilogia – dopo Mazinga Z e Il Grande Mazinga –, ma è stato il primo robot mecha ad arrivare nel nostro paese, portando innovazione grafiche e di stile narrativo senza precedenti, valorizzato dal character disegn del bravissimo Shingo Araki. GOLDRAKE E LA GOLDRAKE-MANIA Trasmesso inizialmente dalla Rai, Goldrake ha sollevato un polverone nell’associazione dei genitori, tanto da sollevare un’interpellanza parlamentare affinchè si interrompesse la trasmissione del cartone. Accompagnato da due sigle famosissime e adorate dai fan (Ufo Robot e Goldrake!) di Vince Tempera, e da un doppiaggio straordinario, su cui spicca la voce potente di Romano Malaspina, doppiatore del protagonista Actarus, che con i suoi toni epici urlava l’emissione delle varie armi del robot (Alabarda spaziale! era il suo marchio di fabbrica), Goldrake è diventato un fenomeno senza precedenti in Italia, suscitando un clamore attorno al personaggio ben più grande di quello generato in patria. Goldrake infatti non è il mecha di Nagai più amato in patria, primato che invece spetta a Mazinga Z, mentre è sicuramente la sua creazione che ha riscosso maggior successo in Europa e nei paesi arabi. La storia vede il principe alieno Duke Fleed precipitare sul nostro pianeta dal lontano pianeta Fleed quando questo è stato invaso dalle truppe del re Vega, un dittatore spaziale con manie di conquista. Sulla terra viene adottato dal professor Procton, direttore dell’istituto di ricerche spaziali, e ribattezzato Actarus (per comodità useremo i nomi del doppiaggio italiano e non quelli originali giapponesi). Actarus è arrivato a bordo di un disco volante contenente un potente robot da guerra chiamato Goldrake, con il quale intende proteggere la sua nuova patria dall’imminente arrivo delle truppe di Vega, intenzionate ad annettere la Terra al loro vasto impero intergalattico. Actarus lavora di giorno nella fattoria di Rigel, padre della bella Venusia e del piccolo Mizar, che diventeranno una sorta di famiglia per lui. Ad aiutarlo nella sua lotta contro gli invasori alieni c’è Alcor, audace e spavaldo pilota di un Ufo da combattimento che sarà il suo più grande amico. Alcor non è altri che Koji Kabuto, il pilota originale di Mazinga Z, che qui fa da co-protagonista e da collante tra le tre serie, sebbene non venga mai rivelato il perché non sia anche lui ai comandi di un robot. Oltre ad Alcor ad aiutare Actarus arrivano Venusia e Maria Grazia Fleed, sua sorella, a bordo di mezzi come il Delfino Spaziale o la Trivella Spaziale che permettono a Goldrake di agire in acqua o sottoterra. In ogni episodio i generali delle armate di Vega, Gandal, Hydargos e Zuril, a bordo di un’astronave in orbita attorno alla terra mandano un disco-mostro meccanico per affrontare Goldrake, venendo ogni volta puntualmente distrutti. Il finale vedrà gli eroi trionfare e Actarus e Maria ritornare al loro pianeta natale, salutando gli amici terrestri in un commovente addio. A rendere avvincente ogni battaglia è anche la corsa di Actarus verso l’hangar di Goldrake, accompagnato da una sequenza di immagini e musica divenute un cult per i fan. Un percorso che si ripeteva quasi in ogni puntata, oltre che a un arsenale di colpi (maglio perforante, raggio antigravità, tuono spaziale e soprattutto la mitica alabarda spaziale) che, chiamati a gran voce durante la lotta, rendeva il duello qualcosa di epico che i ragazzini amavano ripetere a gran voce. GOLDRAKE U – TRA CRITICA E INNOVAZIONE Per il 50esimo anniversario della nascita della serie, lo studio Gaina ha prodotto il remake Goldrake U. Sono passati 50 anni, e il genere mecha ha subito un’evoluzione di genere grazie a anime mecha come Gundam e Evangelion, prodotti di un target differente, dove il robot non era un’entità eroica quando il suo pilota, e quest’ultimo non era impavido e determinato come i suoi colleghi di fine anni settanta / inizio ottanta bensì più insicuri, problematici, spesso disadattati alla guerra che erano chiamati a combattere – al contrario di come accadeva in Mazinga e Goldrake, appunto. Goldrake U dunque fa un mix di genere, riprendendo la mitologia di Actarus e soci adattandola agli standard moderni, cambiando diverse cose rispetto all’anime originale, a cominciare dal character disegn dei personaggi. Lontano dallo stile di Shingo Araki, che evidenziava in modo marcato la mascolinità e la femminilità dei suoi protagonisti, qui si sono affidati all’artista Yoshiyuki Sadamoto, autore dei disegni di anime come Il Mistero della Pietra Azzurra o Neon Genesis Evangelion, dove i protagonisti sono meno adulti e la loro anatomia è decisamente più infantile, meno formata, cosa che ha creato dissenso tra i fan della vecchia guardia. Effettivamente vedere il prestante e affascinante Actarus trasformato in un ragazzo efebico può far storcere il naso, in un primo momento. Inoltre, sebbene la sua natura di eroe coraggioso e altruista venga rispettata, Actarus U presenta maggiori dubbi e insicurezze rispetto al carismatico personaggio della serie originale. Anche il suo passato è differente: se l’Actarus originale veniva sulla Terra in fuga dopo che Vega aveva conquistato il suo pianeta, rendendolo inospitale con il virus Vegatron, qui Actarus fugge dal proprio pianeta perché accusato (ingiustamente) di avere assassinato i suoi genitori e di aver tradito l’alleanza tra Fleed e Vega. Inoltre in un impeto d’ira ha perso il controllo di Goldrake facendo una carneficina al palazzo reale, istigato dai Veganiani. Per questo ha deciso di autoesiliarsi. Ecco perché il nostro ha dubbi sulle sue abilità di pilota e perché Vega attacca la Terra: non per mire di conquista, ma per catturare Duke Fleed. Oltre a questo incipit differente, Goldrake U ha cancellato tutti gli elementi comici della prima serie come Rigel, Mizar e Banta. Questa mancanza ha reso il personaggio di Venusia totalmente differente rispetto alla versione classica: qui Venusia era una ragazza dolce, romantica, un po’ ingenua, innamorata del bel Actarus, che cresce con l’avanzare degli episodi, tanto da diventare una donna coraggiosa e forte e da diventare il pilota del Delfino Spaziale. Inoltre era disegnata come una ragazza sensuale e formosa, così da apparire sexy nella sua uniforme da pilota. La Venusia versione U è tutt’altro personaggio: venuto a cadere il contesto familiare, è stata riscritta come una misteriosa sacerdotessa adolescente della isola di Ogami in Giappone, dove è custode di alcune rovine in cui alcune incisioni mostrano un essere simile a Goldrake, come se fosse già stato sulla Terra, dando alla serie e alle origini del robot delle misteriose origini da scoprire. La nuova Venusia pare più un personaggio uscito da Yu-Gi-Oh!. O da serie ben diverse da quelle di fantascienza: infatti, oltre a parlare per enigmi mostra capacità paranormali simili alla magia, cosa che stona con il tono generico di una serie incentrata sui mecha. Inoltre pare esserci molto più spazio per le dinamiche tra i personaggi e le loro riflessioni personali, piuttosto per i vari combattimenti tra mecha, che pure non mancano. UN NUOVO GOLDRAKE Insomma Goldrake U presenta alcune notevoli differenze con il Goldrake originale, ma non per questo devono essere considerate negative. In primis da segnalare la presenza (ed era ora, diciamo noi) oltre che di Koji Kabuto/Alcor anche del suo robot Mazinga Z, che finalmente compare nella serie insieme al professor Yumi e a sua figlia Sayaka, inoltre viene citato in diverse occasioni, pur non apparendo direttamente, il dottor Hell, antagonista di Mazinga, dando un vero senso di continuità con l’universo di Go Nagai (almeno a livello teorico, dato che a oggi non esiste un Mazinga Z versione “U” che preceda questa serie). In questa serie viene dato un maggior approfondimento alla cultura della stella Fleed e al passato di Actarus quando era principe, della sua relazione con la principessa di Vega Rubina (presente anche nella serie originale ma solo per un episodio) e nei rapporti con i due nuovi personaggi introdotti, Cazador, rivale e nemico di Actarus /Fleed e soprattutto Teronna, sorella di Rubina e compagna d’armi di Actarus. Quest’ultimi due risultano essere, al pari del nostro eroe, cavalieri starker (categoria assente nella serie originale) piloti con abilità – e poteri – particolari, capaci a loro volta di guidare due ufo robot simili a Goldrake, rispettivamente Zeoladrake per lui e Aquadrake per lei, con i quali, manco a dirlo, incroceranno le armi con Goldrake. Cazador si rivela essere l’artefice del complotto contro la famiglia reale di Fleed e colui che ha incastrato Actrarus, passando poi all’esercito di Vega dandogli la caccia sul nostro pianeta. Teronna è invece un personaggio molto interessante e più profondo, dato che si tratta della sorella della principessa Rubina, capitano della guardia reale e appunto vecchia amica di Actarus, verso il quale nutre sentimenti di affetto che cerca di celare ma che deve assolutamente sconfiggere, in quanto appunto è ritenuto un traditore. L’esercito di Vega, inoltre, non attacca con un mostro meccanico alla volta ma con un’intera flotta di dischi volanti, e non sempre in Giappone vicino alla base dei protagonisti (come accadeva nella serie originale), ma in varie parti del mondo: nelle puntate vediamo Glodrake affrontare gli invasori spaziali a Riad, a Parigi, a Roma, a Bagdad, oltre a distruggere le capitali di Germania e Stat Uniti, dando alla narrazione un senso di maggiore realismo rispetto al passato. Goldrake U, pur non privo di scene di combattimento spettacolari, dà a esse minor spazio, rispetto alla serie animata del 1975, preferendo concentrarsi sul triangolo amoroso che si crea tra Actarus, Rubina e Teronna, cercando di portare la pace con un matrimonio regale piuttosto che con la guerra. Trasmessa in prima serata su Raidue nel gennaio 2025 per celebrare il 50esimo anniversario della serie originale, Goldrake U ha avuto buoni ascolti durante la messa in onda dei primi episodi, dati forse dalla curiosità del pubblico maturo verso il loro eroe d’infanzia, per poi subire un crollo verso la metà. Il reboot di Goldrake si è rivelato un prodotto ibrido, incapace di conquistare le nuove generazione e di deludere quelle più vecchie, almeno qui in Italia, anche se a nostro parere ci sono state alcune innovazioni niente male. Purtroppo si sente troppo la differenza con il prodotto originale, più epico e ricco d’enfasi rispetto a questa versione introspettiva e dai disegni ritenuti troppo fanciulleschi. Navigazione articoli UNA PROMESSA È UNA PROMESSA: LE GIOIE DEL NATALE GIBBA, IL CARTONE ANIMATO ALL’ITALIANA
Certi remake funzionano e altri no; quando si ripropone un titolo storico, bisogna cercare di raccontare una storia che non faccia troppo storcere il naso ai fan storici (Mazinkaiser lo dimostra) evitando di “adattare fin troppo bene” il character design dei personaggi (Getter Robot Arc – Urusei Yatsura – Ranma 1/2 lo dimostrano). Ad esempio, il remake di Sailor Moon ha funzionato nonostante il cambiamento di character design, anche grazie a una maggiore verosimiglianza con il manga senza “riprodurlo a fotocopia” (come per Urusei Yatsura & Ranma 1/2) e condensando la saga in un numero di episodi non esagerato! Rispondi