L’attuale periodo cinematografico non tende certo a esaltare le potenziali qualità (comprese quelle estetiche) delle giovani attrici, tantomeno dalle nostre parti. Solo il cinema di genere (con ogni probabilità perché qualcuno ritiene che risulti di maggiore interesse per il pubblico maschile) continua, seppur in minima parte, a proporre volti e corpi che all’interno del film abbiano una certa rilevanza. I tempi della regola che Roger Corman suggeriva ai suoi registi, mostrare un buon numero di nudi femminili, sono ormai lontani. Ma nelle pellicole horror, fantasy e thriller non sembra essere del tutto disattesa. Sotto questo profilo, tra le opere recenti più interessanti vanno annoverate senza dubbio The Neon Demon di Nicholas Winding-Refn e The Green Inferno di Eli Roth. Il primo ha portato alla ribalta, dandole un ruolo da protagonista, la diciottenne Elle Fanning. Sorella minore della altrettanto celebre Dakota, Elle può essere considerata una tra le più talentuose e piacevoli giovani attrici americane. Con una carriera già abbastanza corposa alle spalle (ha esordito nel 2001) e, si spera, un radioso futuro. Super 8 di J. J. Abrams, e soprattutto Twixt di Francis Coppola (entrambi del 2011) sono i film che hanno messo in mostra le doti recitative della Fanning e la sua notevole presenza scenica. Tuttavia è stato The Neon Demon che, oltretutto, ne ha sottolineato la conturbante, seppur algida e forse poco carnale, bellezza. È di questi giorni la notizia che Elle, insieme alla sorella, sarà protagonista del rifacimento del film di Don Siegel “La notte brava del soldato Jonathan” (The Beguiled, 1971). Il nome della regista, Sofia Coppola (che ha già diretto la Fanning nel 2010 in Somewhere), non promette granché, ma auguriamoci almeno che la presenza di Elle valga il prezzo del biglietto. Tra i titoli recenti (girato nel 2013 è stato distribuito soltanto due anni più tardi), The Green Inferno è quello che si avvicina maggiormente a un’idea exploitation del cinema, da b-movie cormaniano: script delirante, sangue e donne poco vestite. Il tutto proposto, lasciando perdere il discorso qualitativo, con meno coraggio e intelligenza teorica. Ma qualcosa di buono resta. Grazie soprattutto alla presenza di Lorenza Izzo che, nella seconda parte, seminuda e dipinta di bianco, riporta alla memoria dello spettatore fotogrammi che sembravano ormai archiviati. Il film di Roth ha riscosso scarso successo di pubblico e tiepide se non negative accoglienze da parte dei critici. Quindi non sappiamo se possa aver sancito la definitiva affermazione della Izzo, la cui carriera sul grande schermo sembra, almeno per il momento, in fase di stallo. In ogni caso le sue poche performance sono tutte egualmente rimarchevoli. Nel successivo sexy-thriller di Roth, Knock Knock (2015), dove interpreta una delle due ragazze sadiche e disinibite (altra è Ana de Armas) che seducono un padre di famiglia rimasto solo in casa. Ancor più sorprendente e violenta l’attrice cilena si dimostra nell’episodio New Year’s Eve del film Holidays (2016), nel quale l’incontro con un partner occasionale diventa un modo non convenzionale per festeggiare la notte di Capodanno. Non passa inosservata nemmeno Margot Robbie nel recente Suicide Squad, diretto da David Ayer. Il film, ispirato ai personaggi della Dc Comics, non è certo un capolavoro. Comunque la bionda australiana, che è stata lanciata da Martin Scorsese nel 2013 in The Wolf of Wall Street, con indosso il costume, abbastanza ridotto, di Harley Quinn e armata di mazza da baseball, svetta sul resto del cast. Tanto da convincere i produttori a confermarla per i sequel. Una ragazza che sembra aver convinto tutti è Maika Monroe, protagonista dell’horror It Follows, diretto da David Robert Mitchell nel 2014. La Monroe si cala in un ruolo non facile, quello di un’adolescente tormentata da una presenza impalpabile e misteriosa, con disinvoltura e ammirevole fisicità. Successivamente l’abbiamo ritrovata nel cast di un blockbuster fantascientifico, “Independence Day – Rigenerazione” (2016). Impegnata su vari set, è di sicuro una delle giovani attrici in rampa di lancio. Come lo è, senza dubbio, l’inglese Daisy Ridley. Dopo varie partecipazioni a serie televisive, è esplosa grazie agli incassi stratosferici di “Star Wars – Il risveglio della forza” (2015) di J. J. Abrams, che rappresenta il suo esordio al cinema. L’aspetto incantevole, che sembra fatto apposta per i film di genere fantasy, e un piglio non comune da eroina, sembrano spianarle la strada verso il successo. Tra prossimi titoli in cui potremo ammirarla, oltre ovviamente a “Star Wars – Episodio VII” (che uscirà nell’inverno del prossimo anno) suscita particolare curiosità Murder on the Orient Express, attualmente in lavorazione e diretto da Kenneth Branagh. Giovanissima (appena diciottenne) e anche lei proveniente dalla televisione, Danika Yarosh ha esordito subito con il botto, ottenendo il ruolo della quindicenne Samantha, accanto alla star Tom Cruise, nell’action “Jack Reacher – Punto di non ritorno” (2016), regia di Edward Zwick. Non è certo casuale il fatto che le parti migliori del film siano quelle che la vedono in scena. Concludiamo con la nostra Ilenia Pastorelli (last but non least, in ogni caso). Dopo aver partecipato all’edizione 2011 del programma televisivo “Grande fratello”, ha sbalordito gli spettatori tratteggiando in maniera strepitosa il personaggio di Alessia nella pellicola rivelazione del 2015, “Lo chiamavano Jeeg Robot”, di Gabriele Mainetti. L’assegnazione del David di Donatello come Miglior attrice protagonista è una nota di merito, tuttavia servirà a ben poco se poi la Pastorelli non troverà altri ruoli che le permettano di esprimersi al meglio, e a tutto tondo. Intanto ha dimostrato di saperci fare anche come conduttrice televisiva nelle quattro puntate di Stracult, trasmesse da Rai Due la scorsa estate. Navigazione articoli LA FANTASCIENZA DEGLI ABISSI, 20 FILM DA RICORDARE CARMEN VILLANI, DALLA TELEVISIONE ALLA COMMEDIA SEXY