La rivista Frigidaire, fondata nel 1980 da Vincenzo Sparagna e Stefano Tamburini, rappresenta un capitolo unico e irripetibile nella storia del fumetto e della cultura alternativa italiana. Nata in un periodo di fermento sociale e politico, Frigidaire riuscì a fondere elementi di satira, politica, arte e sperimentazione visiva, facendosi portavoce di una generazione controcorrente che sfidava le convenzioni. La rivista mescolava stili grafici e influenze diverse, dall’avanguardia punk alla cultura underground, creando un impatto visivo potente e innovativo. Contenuti e icone della rivista Gli artisti e gli autori di Frigidaire, come Tanino Liberatore, Filippo Scozzari, Andrea Pazienza e Massimo Mattioli, introdussero personaggi e stili grafici diventati iconici. Il fumetto non era solo una forma di intrattenimento, ma diventava un mezzo di critica sociale e introspezione psicologica affrontando temi come la politica, l’alienazione urbana, il consumismo e la violenza. Andrea Pazienza, per esempio, con Zanardi arrivò a rappresentare la complessità della gioventù italiana dell’epoca incarnando una ribellione senza redenzione, che si fa emblema del malessere di una generazione. Stile e approccio innovativo Lo stile grafico di Frigidaire mescolava influenze diverse utilizzando colori accesi, linee crude e sperimentazioni grafiche che oscillavano tra il fumetto tradizionale e l’arte concettuale. L’estetica della rivista era volutamente provocatoria, con contenuti che sfidavano la censura e rifiutavano ogni forma di convenzionalità. Questa combinazione di elementi ha reso Frigidaire un prodotto editoriale unico, che è riuscito a mantenere un’impronta alternativa e a portare avanti un messaggio dal forte spessore controculturale per almeno un decennio. Eredità di Frigidaire La rivista ha influenzato l’immaginario collettivo italiano, ispirando artisti e creativi in Italia e all’estero. Ancora oggi è ricordata come un’epoca d’oro del fumetto italiano, una stagione in cui l’arte del fumetto si è fusa con l’attivismo sociale e la sperimentazione. La rivista ha vissuto momenti diversi, dall’esplosione creativa iniziale, agli anni della affermazione come una componente del panorama fumettistico italiano fino agli anni della decadenza e del declino. Cercheremo di documentarli tutti. I primi dieci numeri I primi dieci numeri di Frigidaire, pubblicati tra il 1980 e il 1981, rappresentano un concentrato dell’estetica irriverente e sperimentale che ha caratterizzato la rivista. In questa fase iniziale abbiamo il secondo esordio di RanXerox, di Stefano Tamburini e Tanino Liberatore, un personaggio cyberpunk, violento e satirico, che appare in tutta la sua potenza visiva e narrativa nel decennio precedente sulle pagine di Cannibale. Nei primi dieci numeri esordisce anche Zanardi, uno dei personaggi più celebri e controversi della rivista che diventò simbolo della gioventù nichilista italiana schiacciata tra edonismo e autodistruzione. Frigidaire n. 1: Ranxerox L’apparizione di RanXerox su Frigidaire avvenne nel 1980 con un impatto così deflagrante da rappresentare agli occhi di tutti una svolta nella storia del fumetto italiano. Creato da Stefano Tamburini e Tanino Liberatore, RanXerox era un personaggio completamente fuori dagli schemi: un androide ultra-violento, costruito con pezzi di fotocopiatrici, inserito in una realtà urbana distopica e brutale. Le storie di RanXerox erano una provocazione che incarnava l’insofferenza verso le norme sociali e l’angoscia metropolitana. Frigidaire n. 5: “Giallo scolastico” Il personaggio di Zanardi fece il suo debutto su Frigidaire nel 1981 con la storia intitolata “Giallo scolastico”, un racconto che segna una pietra miliare nella storia del fumetto italiano. L’incipit, “Perché il freddo, quello vero, sa essere qui. In fondo al mio cuore di sbarbo”, mette a nudo una fragilità. Una fragilità che ci mette poco a trasformarsi in rabbia. Questa storia introduce Zanardi, un giovane cinico e privo di scrupoli, insieme ai suoi amici Colasanti e Petrilli, presentandoci un ritratto crudo e disturbante dell’adolescenza. I numeri dall’11 al 20 In questi numeri è probabilmente racchiuso il periodo migliore della rivista, che coincide con il periodo più creativo del suo artista di punta: Andrea Pazienza. Appaiono tra il 1981 e il 1982 le storie che sono alla base del mito di Zanardi: “Pacco”, “Verde matematico” e “Notte di carnevale”. Con uno stile graficamente dettagliato e provocatorio, Pazienza ritraeva una gioventù sfasata, disillusa e completamente persa. Frigidaire ne approfitta anche per pagare il tributo al suo padre spirituale: Magnus, con “Socrate’s count-down”. Frigidaire n. 11: “Pacco” “Pacco – Un’avventura estiva di Zanardi”, Andrea Pazienza lo realizza in vacanza, ma è tutto meno che un divertimento estivo. Non ha i pennarelli giusti, ma va bene così. Inizia con Zanardi che si tromba la donna di un altro, ma è ancora una storia di droga. Zanardi, Zanna per gli amici, e gli altri mettono insieme i soldi per acquistare hascish, ma finisce male. Un tipo chiamato “l’Impiccato” li frega. Zanna però non può accettarlo. Raggiunge l’Impiccato a settanta chilometri di distanza e lo colpisce con un mattone sulla testa. Frigidaire n. 12: “Fredd il detective prodigio” “Fredd il Detective Prodigio” di Giorgio Carpinteri è un fumetto che si distingue per il suo stile grafico e narrativo influenzato dal futurismo e dalle avanguardie artistiche. Carpinteri, portò nelle pagine di Frigidaire un linguaggio visivo innovativo, caratterizzato da linee dinamiche, geometrie astratte e colori intensi, che evocano le suggestioni delle opere futuriste di inizio Novecento. Fredd il Detective Prodigio è un esempio perfetto di questa estetica avanguardista applicata al fumetto. Frigidaire n. 14: “Socrate’s count down” “Socrate’s count down” è un’opera realizzata da Magnus (Roberto Raviola) nel 1982. È importante perché rappresenta il passaggio dell’autore dal fumetto seriale, del quale era stato uno dei principali protagonisti per quasi un ventennio, al “fumetto d’autore”. Questo fumetto presenta il filosofo Socrate nei momenti cruciali che precedono la sua morte. Lo stile di disegno di Magnus è in bianco e nero, con un tratto dettagliato e ricercato che esalta i contrasti e i chiaroscuri, aggiungendo profondità alla trama e alla caratterizzazione dei personaggi. Frigidaire n. 15 e 16: “Verde matematico” “Verde matematico” mette in scena un conflitto generazionale. Genitori e figli non si capiscono, hanno valori diversi. Zanardi e Petrilli sfruttano i problemi di una certa Lisa per sottrarre un ingente quantitativo di morfina dalla farmacia del padre. L’ennesima storia di droga, quindi, ma meno lineare e solida delle due precedenti. In un quadro di vuoto esistenziale generale, Zanardi risulta fin troppo umano, in confronto alla mediocrità degli altri personaggi che, come si dice, passano sul mondo senza lasciare un segno. Frigidaire n. 18: “Notte di carnevale” Il vero protagonista della prima storia a colori di Zanardi è in realtà il debole Petrilli. È vero che fa parte del terzetto di eroi che rappresentano le tre diverse personalità di Andrea Pazienza, ma fino adesso partecipava alle vicende rimanendo sempre sullo sfondo. Portatore di valori un po’ più “sani” degli altri due, Petrilli è destinato a soccombere, cosa che puntualmente si verifica in questa splendida storia, dove muore orrendamente consumato dalle fiamme di un incendio che ha contribuito a generare. Frigidaire n. 20: “Ferencvaros bella squadra” Questa storia di 13 pagine pubblicata nel luglio del 1982 è, detto senza mezzi termini, un capolavoro. Uno di quei momenti perfetti nei quali un fumettista azzecca il testo, né troppo corto né troppo lungo, e azzecca i disegni, né troppo leccati né tirati via. Tutto sembra scorrere in modo naturale, quasi come se la storia si fosse scritta e disegnata da sola. C’è la follia di Filippo Scozzari, tutta la sua unicità. C’è un caldo sentimento di euforica malinconia che tutto sostiene e tutto avvolge. “Mi venne di getto, in trenta secondi, chiavi in mano”, ricorda l’autore. I numeri dal 21 al 40 In questo periodo la rivista inizia a perdere la sua funzione trainante sul fumetto italiano di qualità, pur mantenendo il ruolo di punto di riferimento per la satira politica trattando temi di attualità, spesso con toni caustici e radicali. Attraverso l’ironia e il sarcasmo, la rivista offriva una lettura “controculturale” degli eventi italiani e mondiali. Nuovi collaboratori introdussero un’estetica influenzata dalla cultura punk e cyberpunk, che in breve diventò il marchio di fabbrica della rivista. Frigidaire n. 25: L’ultimo tragico giorno di Gori Bau e Callipigia Sister “L’ultimo tragico giorno di Gori Bau e Callipigia Sister” è una storia creata da Milo Manara, che, in procinto di diventare uno dei fumettisti più importanti d’Italia, si concede questa “One hit Wonder” per Frigidaire. Questa storia di erotismo e perversione esplora in modo onirico e simbolico i temi della libertà in uno stile iperdettagliato che deve molto al Moebius della “Deviazione”. Pur essendo tra i lavori meno noti di Manara, contribuisce a tracciare il percorso artistico. Frigidaire n. 28: “Il mare delle blatte” Tommaso Landolfi era uno scrittore visionario, quella di un mare completamente nero poiché ricoperto da scarafaggi rimane una delle immagini più potenti della letteratura italiana. Appena lesse il breve racconto, Scozzari rimase folgorato e si mise subito a lavorare alla trasposizione a fumetti. Molti la considerano il suo capolavoro. Come aveva fatto con Chandler, Scozzari rispetta quasi alla lettera il testo di Landolfi, già abbastanza surreale di suo. La forza di questo fumetto sta nell’uso del colore, i cui toni squillanti e acidi esaltano perfettamente la voluta assurdità della vicenda. Frigidaire n. 39: “Zombie night” “Squeak the Mouse” di Massimo Mattioli è uno dei vertici di Frigidaire. Squeak è un topo antropomorfo che vive in un ambiente violento e surreale, pieno di situazioni comiche e al contempo macabre. Mattioli utilizza il personaggio di Squeak per esplorare temi come la vita urbana, la lotta per la sopravvivenza e le dinamiche di potere, il tutto con uno stile visivo che mescola elementi cartoonistici a una grafica dettagliata e ricca di colori vivaci. L’opera è stata apprezzata per la sua originalità e per la capacità di affrontare argomenti seri con un approccio leggero e ironico. Frigidaire n. 40: Snake Agent contro Mr. Szigeti Snake Agent è una delle opere più caratteristiche di Stefano Tamburini. Questa serie di fumetti si distingue per uno stile narrativo audace e la satira sociale, caratteristica del periodo. La trama segue le avventure di Snake Agent, un investigatore privato che si trova a dover affrontare situazioni paradossali e grottesche in un mondo che mescola elementi di noir, fantascienza e satira politica. Snake Agent non è solo un fumetto, ma un pezzo di arte che esprime le contraddizioni e le tensioni di un’epoca. I numeri successivi al 40 Nei numeri successivi al 40, la rivista continuò a spingere i confini della cultura alternativa e del fumetto underground in Italia, pur attraversando un periodo di cambiamenti. Questi numeri rappresentano un’evoluzione nelle tematiche e nello stile, che si fecero ancora più critici verso la società e più sofisticati nella forma. Durante questa fase, Frigidaire abbracciò diverse forme di narrazione visiva, tra cui fotografia, collage e grafica sperimentale, con l’obiettivo di riflettere e amplificare il tumulto sociale e politico dell’epoca. Frigidaire n. 59: “Che cosa voglio disegnare” Filippo Scozzari voleva disegnare “atmosfere fumose e cazzotti disperati”, c’è riuscito? Solo in parte. Scozzari non possiede l’anima tormentata di Chandler, in lui finisce per prevalere sempre lo sberleffo. Voleva disegnare “navi che salpano a mezzanotte cariche di banane e delitto, con capitàni che fuggon da se stessi”. L’ha mai fatto? Nei suoi fumetti l’avventura fa spesso capolino, ma non riesce mai a farsi prendere sul serio. “Che cosa voglio disegnare” sa di dolorosa presa di coscienza di quello che poteva essere e non è stato. Di un autore dotato di talento che non sempre ha saputo o voluto realizzare delle opere all’altezza. La sua storia riassume un po’ quella della rivista della quale è diventato l’emblema. Partita con premesse straordinarie, che ne hanno fatto per qualche tempo l’ombelico del fumetto, Frigidaire si è poi sgonfiata piano piano tra abbandoni, morti per droga e miserie varie. Un peccato. Navigazione articoli MATITE BLU 405 DAVID MICHELINIE, CREATORE DI VENOM E CARNAGE
Superlativo!!! Nei primi anni 80 fu una Frecciata al Cervello…ancora oggi credo insuperato!! Rispondi