Franco Porchetti è stato uno dei nostri primi collaboratori. Nei primi mesi di vita di Giornale POP ha contribuito con i suoi articoli a dare corpo al progetto e oggi ci ritroviamo a intevistarlo in qualità di scrittore di narrativa.

I suoi libri vengono apprezzati per la scrittura scorrevole e brillante, e per l’accurata costruzione delle scene e dei personaggi. Riteniamo che il suo approccio al mondo dell’editoria possa essere interessante per gli aspiranti scrittori.

 

Allora, Franco Porchetti, editoria tradizionale o self publishing (SP)?

Entrambe, l’una non esclude l’altra. Non le ho mai percepite come un bivio, ma come due strade parallele. Certo, prima di arrivare a comprendere bene entrambi i mondi bisogna studiare e fare esperienze dirette.

Quindi, per te, il dubbio non esiste?


Per me no, ma mi rendo conto che per alcuni possa rappresentare un dilemma.

Quali consigli daresti a un aspirante scrittore?


Innanzitutto gli chiederei che cosa si aspetta dalla sua scelta. Se pensa di diventare ricco e famoso, gli consiglerei di fare altro. Se invece è la passione a muoverlo, allora gli consiglierei di entrare prima nel mondo dell’editoria tradizionale, perchè è importante avere un riscontro dagli addetti ai lavori sulle proprie qualità di scrittore, prima di lanciarsi nel settore. Ottenere la pubblicazione della prorpria opera da parte di un editore non a pagamento è il primo gradino di una lunga scala, ma è il più importante. Coloro che non riescono a salirlo, è meglio che si rassegnino a scegliersi un’altra passione prima di sprecare tempo e denaro in qualcosa che non gli riesce. Se invece il suo sogno è stringere tra le mani il proprio libro e regalarlo ad amici e parenti per Natale, va bene tutto, sia la pubblicazione a pagamento che il selfpubblishing.

Quindi, prima editoria tradizionale e poi SP?

Questa è la mia idea, ma è motivata anche da considerazioni puramente etiche: detesto l’idea che si abbattano alberi e si sprechi inchiostro per stampare dei componimenti che dovrebbero rimanere custoditi nel famoso cassetto. Dico questo perchè ci sono stati casi di autori che hanno cominciato con il SP e poi sono approdati in importanti case editrici, ma si contano sulle dita di una mano. Mentre si va ingrossando il drappello di autori affermati che si autopubblicano. La differenza sostanziale è di tipo economico: una casa editrice riconosce all’autore una royalty che va dal 6 al 10 per cento, mentre, per esempio, Amazon riconosce il 60 per cento. Un autore con un buon numero di lettori affezionati non può rimanere indifferente a tale opportunità.

FRANCO PORCHETTI, EDITORIA TRADIZIONALE O SELF PUBLISHING?

E tu come sei approdato alla pubblicazione?

Ho partecipato a un concorso letterario i cui finalisti venivano pubblicati da una piccola, ma seria, casa editrice. Il mio noir storico Black Angel è risultato finalista. L’anno dopo, ho conseguito lo stesso risultato con il thriller storico Windy City. Nel frattempo, ho pubblicato in SP una serie di romanzi con lo stesso protagonista e gli stessi personaggi principali: Le inchieste di Max Castellani. Ne ho pubblicati quattro e a giorni uscirà la quinta inchiesta. Sono ambientati negli anni settanta e hanno un taglio molto ironico: intrattenimento allo stato puro. Libri pensati per essere letti in una giornata.

FRANCO PORCHETTI, EDITORIA TRADIZIONALE O SELF PUBLISHING?

Che riscontro hai avuto da parte dei lettori?


La serie autopubblicata mi sta dando delle buone soddisfazioni, sia per le vendite sia per il riscontro, mentre i due romanzi con editore e ambientati nel secondo dopoguerra battono la fiacca come vendite, ma sono stati molto apprezzati: Black Angel ha avuto delle ottime recensioni professionali e si è classificato secondo al XVIII Premio letterario nazionale IoScrivo organizzato dalla testata Il giallista. Mentre Windy City, che è uscito da meno di due mesi, ha già avuto ottime recensioni da alcuni blogger del settore. Il deludente risultato delle vendite con editore si spiega anche con l’arrivo della pandemia che ha azzerato le fiere del settore che abitualmente rappresentano la migliore occasione per vendere libri di autori non ancora affermati.

 

 

 

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