Con la scomparsa, il 15 luglio 2023, del grande maestro del Fumetto spagnolo Francisco Ibañez (non abbastanza pubblicato e conosciuto in Italia quanto avrebbe meritato), se ne va un altro pezzo della mia infanzia. È inevitabile, i nostri maestri sono come i nostri padri e quindi se ne vanno quasi sempre prima di noi. Infatti Ibañez aveva 87 anni, la stessa età di mio padre, che se ne è andato purtroppo anche lui, 11 giorni prima… Autoritratto di Francisco Ibañez Francisco Ibañez Talavera, nato a Barcellona il 15 marzo 1936 e appassionato di fumetti fin da piccolo, a 14 anni venne assunto in una banca come fattorino, ma nel tempo libero inventava e disegnava brevi storie. Dal 1952, a 16 anni, mentre lavorava ancora in quella banca, iniziò a pubblicare i suoi primi fumetti per bambini su riviste come Chicolino e La Risa (La Risata). Dal 1957 decise di dedicarsi totalmente al fumetto. Era passato a lavorare per la più importante editrice Bruguera, che gli accettò quella che sarebbe diventata la sua serie più famosa, su due buffi, confusionari investigatori, che nei primi tempi erano un po’ una parodia di Sherlock Holmes e Watson. Uno dei quattro titoli che propose era “Mortadelo y Filemón, Agencia de Persecución”, ma il redattore capo glielo fece modificare in “Mortadelo y Filemón, Agencia de Información”, pubblicandola poi dal 1958 sulla rivista El Pulgarcito (Il Pollicino) e dal 1962 anche sulla rivista Tío Vivo (che in spagnolo significa sia Zio Vivo sia Giostra). Da autore per l’infanzia, Ibañez creò anche varie altre serie originalissime, come “13, Rúe del Percebe” (Via del Cirripede 13), pubblicata dal 1961 su Tío Vivo, in cui lo spaccato di un caseggiato permette di mostrare una serie di situazioni buffe, che si svolgono al suo interno in contemporanea, coinvolgendo sempre gli stessi vari inquilini. Il titolo si riferisce ai piccoli crostacei attaccati sempre alla stessa roccia, ma “percebe”, in spagnolo, sta anche per “una persona goffa e ignorante”. La serie fu presa di mira dall’opprimente censura franchista, che obbligò l’autore a eliminare uno degli inquilini, uno scienziato creatore di mostri, al cui posto mise un semplice sarto pasticcione. Sulla stessa rivista, nel 1964 creò il suo “eroe” preferito, Rompetechos (alla lettera Rompitetti), un omino occhialuto la cui miopia provoca situazioni comiche, che fu anche il suo primo personaggio a cui venne dedicata una testata, quando nel 1968 il suo nome sostituì quello della rivista “Din Dan” dov’era allora pubblicato. Nel 1966 creò, sempre su Tío Vivo, la serie di “Pepe Gotera y Otilio, Chapuzas a Domicilio” (Pepe Gotera e Otilio, Disastri a Domicilio), sul capo d’una ditta e il suo operaio, l’uno pigro e l’altro goloso, entrambi maldestri in modo distruttivo, le cui disavventure furono poi raccolte in volumi a partire dal 1971. Se ne potrebbero citare ancora tanti altri… Alla fine degli anni sessanta, Ibañez si rese conto che i suoi lettori erano diventati adulti. Iniziò quindi a creare dei fumetti più lunghi ed elaborati ispirandosi ad autori come Franquin, a partire da El Sulfato Atómico (L’Insetticida Atomico) del 1969-1970, la prima d’una serie di parodie delle storie di spie in cui Mortadelo y Filemón sono agenti dell’agenzia Tìa (Zia in spagnolo, ovvero Tecnici di Investigazione Aeroterracquea, al posto di Cia) diretta dal Superintendente Vicente con la collaborazione del Profesor Bacterio, ideatore di disparate invenzioni. Tra i feroci malviventi loro nemici, nel quinto lungo episodio ci sono degli espliciti riferimenti alla mafia. Queste storie lunghe uscirono a puntate, prima sulla nuova rivista Gran Pulgarcito e dal 1970 sulla rivista di Mortadelo, per poi essere raccolte in album in stile franco-belga (quello in cui era presa in giro la mafia, da noi in Italia non uscì, benché fosse stato previsto). Nello stesso periodo, tra 1969 e 1971, uscirono al cinema (in Spagna) tre film animati intitolati “Festival de Mortadelo y Filemón”, con episodi tratti da vecchie storie brevi. Intanto alla testata Mortadelo si affiancavano Mortadelo Especial, Mortadelo Gigante, Súper Mortadelo e, tra il 1969 e il 1976, la serie ricevette per ben 4 volte il premio Anello d’oro per i personaggi per bambini più popolari dell’anno. Dal 1978, nei fumetti si aggiunse poi al gruppo anche la curvilinea signorina Ofelia, la segretaria del Superintendente perennemente innamorata di Mortadelo, oltre a vari altri agenti della Tìa. Dopo la morte di Francisco Franco, avvenuta nel 1975, Ibañez cominciò a inserire nelle sue storie anche battute satiriche contro la dittatura appena terminata. Fu inoltre un difensore dei diritti degli autori di fumetti in Spagna, anche perché, quando nel 1985 decise di passare a un altro editore in seguito a delle divergenze, l’editrice Bruguera si appropriò dei suoi personaggi e l’autore dovette lottare per la proprietà e il controllo sulle sue creazioni, che proseguite da altri senza il suo permesso né il suo genio non potevano che ridursi a delle pallide ombre di sé stesse… tanto che l’editore chiuse l’anno dopo. Intanto Francisco Ibañez dal 1986, sulla rivista Guai! (Oh!) di un altro editore, creava nuove serie, come “Chicha, Tato y Clodoveo, de Profesión sin Empleo” (Chicha,Tato e Clodoveo, di Professione Disoccupati), che rifletteva la crisi economica della Spagna di quegli anni, e “7, Rebolling Street” (Via Ribelle 7, in inglese) in cui riutilizzò l’impostazione dello spaccato aperto di “13, Rúe del Percebe”. Fortunatamente nel 1987 la nuova Legge della proprietà intellettuale riconobbe agli autori di fumetti spagnoli i diritti sulle loro opere, così Ibañez rientrò in possesso di tutti i suoi personaggi. Inizialmente poté pubblicare di nuovo Mortadelo y Filemón su una rivista dal generico nome di “Yo y Yo”, perché non poteva comunque usarne i nomi in copertina. Poi, una volta sbloccata la situazione legale tramite un nuovo accordo con le Ediciónes B (nuova veste della ex editrice Bruguera), “Yo y Yo” chiuse, mentre Ibañez riportava i suoi personaggi sulla rivista Mortadelo, che ripartì dal n. 49 del 1988. Dapprima, per soddisfare le richieste dei lettori e dell’editore, su quella e su altre due testate, “Súper Mortadelo” e “Mortadelo Extra”, Ibañez dovette ricorrere a sua volta all’aiuto di disegnatori e, nonostante le storie portassero ora di nuovo la sua firma, si avvertì comunque un calo di qualità. Ma dal 1991, riprese in mano la serie con un rinnovato spirito e nelle nuove storie di Mortadelo y Filemón apparvero sempre maggiori riferimenti all’attualità ed efficaci caricature di personalità famose. Dal 1983 al 2023, Francisco Ibañez ha ricevuto molti premi e riconoscimenti, venne anche dato il nome Mortadelo d’Oro a un premio di Fumetto umoristico, oltre a varie mostre a lui dedicate a Barcellona e a Madrid. In Italia, dei suoi tanti personaggi, si sono visti solo Mortadelo y Filemón, da noi ribattezzati Mortadella e Filémone, in quattro album editi dall’editrice Williams Inteuropa nel 1972, poi Mortadello e Filemone sulla rivista Supergulp! nel 1978, e con i nomi originali in appendice a Lupo Alberto nel 1990. Ma della sua più recente e forse anche più interessante produzione a fumetti da noi non si è visto nulla. In compenso sono usciti in edizioni italiane la serie televisiva a cartoni animati “Mortadelo y Filemón”, a cui collaborò Ibañez stesso, messa in onda nel 1995 su Italia Uno come “Mortadello e Polpetta, la Coppia che Scoppia”, e due film di Javier Fesser, uno dal vivo del 2003, intitolato in originale “La Gran Aventura de Mortadelo y Filemón” e in italiano “Spia + Spia – Due Superagenti Armati Fino ai Denti”, con i protagonisti ribattezzati Mortazzólo e Rincobronco, l’altro animato in 3D del 2014, intitolato in originale “Mortadelo y Filemón Contra Jimmy el Cachondo” e in italiano “Mortadello e Polpetta Contro Jimmy lo Sguercio” (anche se in spagnolo “El Cachondo” significa piuttosto “Il Burlone”). Manca all’appello in italiano un secondo film dal vivo di Miguel Bardem del 2008, “Mortadelo y Filemón, Misión: Salvar la Tierra”, forse perché in Spagna non aveva avuto altrettanto successo degli altri due. Sembra invece che in qualche paese dell’Est-Europa il film del 2003 circoli col titolo italiano “Agenti Dem*nti” e quello del 2008 come “Agenti Dem*nti 2”. Navigazione articoli PV – BOTANICA MATITE BLU 349
Grande autore dalla fantasia sconfinata, troppo poco conosciuto in Italia. Fu geniale l’edizione italiana sul “Supergulp” della Mondadori, con i protagonisti, Mortadello e Filemone, che lavoravano per la S.C.A.R.S.I. (Supremo Corpo Adibito a Rimozione Spie Internazionali), con Bacterio che diventava Kornibus, ecc. Rispondi