Dopo aver analizzato le prime due edizioni di “Mille e una Sera” qui e qui, passiamo alla terza, che fu anche l’ultima. La terza edizione del programma partiva il 7 ottobre del 1972, a cura di Mario Accolti Gil, con la presentazione e la consulenza di Gianni Rondolino. Si iniziò a parlare dei maestri degli anni ‘20, i pionieri del cinema d’animazione, per passare poi al ciclo: “Paese per paese”, dove si analizzò l’animazione in generale di alcuni paesi europei. Il 7 ottobre, per i maestri degli anni ’20, si partiva con Charlotte “Lotte” Reiniger, animatrice tedesca di “silhouette”. La silhouette, riproduce, in maniera grafica, il contorno bidimensionale di un oggetto o di una persona o di una qualsiasi figura. Fu trasmessa una favola orientale: Le avventure del Principe Achmed, che si ispira alle “Mille e una Notte”: è stato il primo lungometraggio di animazione nella storia del cinema, e ogni fotogramma fu colorato a mano. Reiniger iniziò a lavorarci già dal 1923 e l’opera fu completata nel 1926, con immagini ottenute con le ombre cinesi. Alla corte del Califfo arriva uno stregone con un cavallo magico in grado di volare. Il Califfo lo vorrebbe in dono, ma lo straniero chiede in cambio la mano della principessa Dinarsade; il principe Achmed, suo fratello, si oppone. Allora il mago lo fa salire in groppa al cavallo e lo spedisce su nel cielo. Il principe riesce poi a scendere, e atterra su di un’isola dove incontra, e si innamora, di una bella fanciulla. Ma il malvagio mago continua a dargli noie: rapisce la ragazza e spedisce Achemd in una zona desolata. Qui però il principe incontra una strega buona, nemica del cattivone, che lo aiuta a salvare l’amata. Ma ecco un nuovo pericolo: i demoni dell’isola rivogliono la fanciulla e se la riprendono con la forza. Per salvarla, Achmed deve ricorrere all’aiuto della Lampada di Aladino… Il 14 ottobre ancora Lotte Reininger con “Le Favole”, tra cui: Papageno (1935), un racconto fantasy basato sul Singspiel in due atti del 1791 del compositore austriaco Wolfgang Amadeus Mozart: “Il flauto magico”. Papageno, il cacciatore di uccelli del “Flauto Magico”, vuole una donna da sposare, ed ecco che arriva, però subito dopo viene spaventata da un serpente e fugge. Papageno è disperato, ma i suoi amici uccelli accorrono in suo aiuto… Poi: Cuore solitario (Das gestohlene Herz, 1934): narra di una città in cui tutti amano la musica e suonano vari strumenti musicali. Ma un gigante cattivo ruba tutti gli strumenti e li porta in una caverna appendendoli a una ragnatela… E infine: Il piccolo sarto coraggioso (Das tapfere Schneiderlein – The Gallant Little Tailor, 1954), basato sulla fiaba dei fratelli Grimm (Jacob e Wilhelm) linguisti e filologi tedeschi. Il piccolo sarto viene assoldato dal re di una città per eliminare la minaccia di due giganti prepotenti, così li affronta ricorrendo all’astuzia… Il 21 ottobre, sempre per i maestri degli anni ‘20, si parlò di Alexandre Alexeieff (Aleksandr Alekseev), regista russo che ha poi lavorato in Francia; inventò la tecnica dello schermo di spilli, cioè le immagini si evidenziavano su una superficie che veniva ricoperta con teste di spilli disposte a diversa altezza, e con una diversa illuminazione, per poter creare l’immagine voluta. Furono mandati in onda: Il processo (Le Procès, 1962), che è la sequenza d’apertura del film di Orson Welles. Poi: Una notte sul Monte Calvo (Une nuit sur le mont Chauve, 1933): realizzato sulle note del poema sinfonico del 1867 del compositore russo Modest Petrovič Musorgskij, in cui si parla di un giovane che di notte sogna un sabba di streghe che si riuniscono ogni anno tra il 23 e il 24 giugno, nella notte di San Giovanni, per evocare i demoni sul Monte Calvo. Poi: Il naso (Le nez, 1963): tratto dall’omonimo racconto del 1836 dello scrittore russo Nikolaj Vasil’evič Gogol, in cui si racconta di un naso che “scappa” dal volto di un uomo. Quindi: En Passant (1944), realizzato per la serie di canzoni popolari franco-canadesi “Chants populaires” della “National Film Board of Canada”; illustra la canzone “Et moi je m’enfouiyais”, il Canto popolare n° 5 della serie. Infine: Quadri di un’esposizione (Tableaux d’une exposition, 1971): Alexeieff “visualizza” alcuni dei brani che il compositore russo Modest Petrovič Musorgskij compose per pianoforte nel 1874, ispirandosi all’opera pittorica del pittore e architetto russo Viktor Aleksandrovič Hartmann, che era suo amico. Il 28 ottobre fu il turno di Oskar Fischinger, animatore e pittore tedesco che realizzò diversi cortometraggi basati sull’animazione astratta. Il 4 novembre iniziava il ciclo: “Paese per paese”. Il primo a essere analizzato fu il Belgio con i due più importanti centri di insegnamento dell’animazione belga, uno a Bruxelles dove insegnava il regista e sceneggiatore Raoul Servais, di cui fu trasmesso Dire o non dire (To speak or not to speak, 1972): un giornalista cerca, invano, di scoprire cosa pensa davvero la gente della situazione politica nonostante le continue interferenze dei “poteri” che indottrinano con facilità il popolo. E l’altro a Gand, presso l’Académie Royale des Beaux Arts, diretta dal pittore e disegnatore belga Pierre Vlerick. Degli allievi di Gand furono trasmessi: Il verme; In un batter d’occhio; Il dovere innanzi tutto; La trincea. L’11 novembre toccò alla Bulgaria, con l’animatore e regista Todor Dinov: Il Prometeo (Prometey, 1970), brevi racconti che mostrano cosa accadrebbe se Prometeo portasse il dono del fuoco all’umanità nel 20° secolo. Dell’animatore, regista, e fumettista bulgaro Donyo Donev furono trasmessi I tiratori (Trimata glupatzi – lovtzi, 1972) e I tre sciocchi (Trimata glupatzi, 1970), sono i primi due episodi della serie di 11 cortometraggi satirici animati, dal titolo: “Trimata glupatzi”, in cui si raccontano le disavventure di tre buffi personaggi. Poi il regista e sceneggiatore bulgaro Ivan Vesselinov con Gli eredi (Naslednitzi, 1970): dopo la morte del padre, i suoi sette figli si uccidono tra loro finché ne resta solo uno. Il sopravvissuto si sposa, ma la donna poi lo uccide, in seguito muore pure lei danzando con un giovane musicista, che prende l’eredità e si sposa con la ragazza che ama. Del regista bulgaro Asparuh Panov fu mandato in onda: Io sogno tu sogni. Di Pencio Bogdanov: Il lupo le pecore e i pastori. Il 18 novembre puntata dedicata alla Svizzera, con la messa in onda de: Il poeta e l’unicorno, realizzato dai pazienti di una clinica psichiatrica di Losanna. Il regista svizzero Gorgon Haas con: Le avventure di Hick e Hack (Die Abenteuer von Hick und Hack, 1970). Poi la coppia Ernest e Gisele Ansorge, marito e moglie; insieme hanno sviluppato un’animazione con la sabbia, utilizzando la sabbia di quarzo; furono trasmessi: I corvi (Les Corbeaux, 1967). Fantasmatic (1969): illustra le fasi della vita di un uomo, dall’infanzia alla vecchiaia. Alluniamoci (Alunissons, 1970), con la corsa alla Luna da parte di molti uomini. Il regista e seneggiatore Daniel Suter con Chewingo Home (1971): racconta le avventure di un soldato americano nell’Asia meridionale. Il regista svizzero Urs Graf con Una linea è una linea è una linea (Eine linie ist eine linie ist eine linie, 1971): sono dei disegni, tracciati direttamente sulla pellicola, che assumono varie forme. Infine Il predicatore, un “cortissimo” di 1 minuto, commissionato dal Consiglio Mondiale delle Chiese in Svizzera a un autore cecoslovacco. Dal 25 novembre si passò alla Francia con tre serate; la prima fu dedicata all’animatore Paul Grimault che, nel 1936, insieme con il produttore cinematografico André Sarrut, fondò il primo studio d’animazione europeo: Les Gémeaux (I gemelli). Inizialmente realizzava cortometraggi, poi, nel 1947, decise di realizzare un lungometraggio animato, ispirandosi alla fiaba di Hans Christian Andersen: La pastorella e lo spazzacamino (La bergère et le ramoneur); venne distribuito nel 1952, sceneggiata dal poeta francese Jacques Prévert, con musiche del compositore ungherese Joseph Kosma. Un re-tiranno si innamora di una pastorella e tormenta lei e il povero spazzacamino, amato dalla fanciulla; ma con vari aiuti riusciranno a opporsi… Il 2 dicembre la puntata dal titolo: Come ridono i francesi. Si partiva con il regista polacco Julien Pappé, trasferitosi poi in Francia dove ha fondato uno studio di produzione cinematografico chiamato “Magic Film”. Fu trasmesso il cortometraggio Sofia e la lezione di pianoforte (Sophie et les gammes, 1964). Sophie si impegna a seguire le lezioni di pianoforte, ma il suo maestro non è soddisfatto e critica il suo operato, la ragazza allora si arrabbia trasformandosi in un mostro… Poi: La Gioconda (La Joconde: Histoire d’une obsession, 1958), del regista francese Henry Gruel: il protagonista del cortometraggio è ossessionato dal celebre quadro di Leonardo Da Vinci; praticamente lo vede ovunque, in diverse forme e in vari luoghi: al museo, da un libraio, lungo la Senna, in un bar, per le strade… Poi la regista francese Jeanne Barbillon, con L’Incertaine Vocation de Médéric Plougastel (1966): un piccolo burocrate per avere successo nel suo lavoro, vuole eliminare uno dei suoi colleghi, ma ci sono situazioni impreviste… Si parlò anche del regista francese Michel Boschet, che ha lavorato insieme al critico francese André Martin. Infine il fumettista umorista francese Yvan Francis Le Louarn, detto “Chaval”, con Gli uccelli sono dei fessi (Les oiseaux sont des cons, 1965): una caricatura degli uccelli paragonati agli uomini. Il 9 dicembre ultima puntata dedicata alla Francia, dal titolo: Humor noir. Protagonisti il regista e animatore francese Renè Laloux, e lo scrittore, disegnatore e attore francese Roland Topor, con Le lumache (Les Escargots, 1965). Un contadino è disperato perché il suo raccolto è misero, finché non scopre che innaffiando le piantine con le sue lacrime, queste crescono a dismisura. Il problema è che si ingigantiscono pure le chiocciole, che seminano distruzione; una volta fermate, tocca alle carote e ai conigli… E Tempi morti (Les Temps morts, 1964): un ironico e amaro racconto sulla natura dell’uomo, che sa fare solo guerre e uccisioni… Poi, del solo Laloux: I denti della scimmia (Les Dents du Singe, 1960), la trama di questo cortometraggio animato è stata ideata dai pazienti di una clinica di salute mentale francese. La storia ci parla di un dentista che ruba i denti ai clienti poveri per venderli a quelli più ricchi; alla fine una scimmia magica gliela fa pagare. Fu trasmesso anche un film dell’animatore e illustratore polacco Jan Lenica, che si trasferì e lavorò in Francia. Penso sia stato trasmesso Adam II (1970): parla di un uomo identificato solo da un numero, il “44”, che viene oppresso dai genitori, dal governo e dalla società… Infine, del regista e scrittore greco Ado Kyrou, che si trasferì anche lui in Francia, il cortometraggio Un bandito d’onore (Un honnête homme, 1963). Nel 1900, un giovane raggiunge Parigi e fa fortuna, ma diventando un temuto bandito. Per amore di una donna cerca poi di redirmersi… Il 16 dicembre puntata dedicata a Walerian Borowczyk, regista polacco che nel 1959 si trasferì a Parigi, dove realizzò animazioni surreali, tra cui il lungometraggio trasmesso in quella puntata, Il teatro di Monsieur et Madame Kabal (1967); sono gli stessi personaggi visti nel cortometraggio del 1962: “Le Concert de Monsieur et Madame Kabal”. Nel “teatro” i due personaggi ne combinano di tutti i colori: si fanno a pezzetti, poi si ricompongono, poi si trasformano, vivendo situazioni surreali con la tecnica della “ripresa a passo uno”. Il 23 dicembre fu trasmesso il lungometraggio animato La notte di natale di Mr. Magoo (Mister Magoo’s Christmas Carol, 1962), di Stephen Bosustow (già trasmesso nella 1a edizione del programma, il 26 dicembre del 1970. Sui palinsesti è indicato solo il cartone, senza il titolo del programma). È l’adattamento della classica favola natalizia del 1843: “A Christmas Carol” di Charles Dickens, con Magoo che interpreta l’avaro Ebenezer Scrooge. Il 30 dicembre toccò a Le notti arabe di Mr. Magoo (1001 Arabian Nights, 1959), sempre di Stephen Bosustow (già trasmesso nella 1a edizione, il 5 dicembre del 1970). È stato il primo lungometraggio d’animazione prodotto dalla ditta indipendente Upa (United Productions of America) dopo che Bosustov aveva lasciato la Disney. Si ispira alla “Lampada di Aladino”, con Mr Magoo che interpreta lo zio di Aladino, Abdul Aziz Magoo. Il malvagio Wazir vuole sposare la figlia del Sultano, Yasminda, e si spaccia per un vecchio fratello di Magoo per farsi aiutare da Aladino a recuperare la lampada… ma Aladino usa la lampada per combattere il cattivo Wazir e sposare poi Yasminda. E con questa puntata terminò tutto il ciclo di “Mille e una Sera”, composto da tre edizioni. Dati, date e notizie sono state raccolte soprattutto grazie al “Radiocorriere Tv”. Navigazione articoli FILM DI DIABOLIK TROPPO MODESTI NORMAN TOKAR, REGISTA DI FILM DISNEY
Dopo aver analizzato le prime due edizioni di “Mille e una Sera” qui e qui, passiamo alla terza, che fu anche l’ultima. La terza edizione del programma partiva il 7 ottobre del 1972, a cura di Mario Accolti Gil, con la presentazione e la consulenza di Gianni Rondolino. Si iniziò a parlare dei maestri degli anni ‘20, i pionieri del cinema d’animazione, per passare poi al ciclo: “Paese per paese”, dove si analizzò l’animazione in generale di alcuni paesi europei. Il 7 ottobre, per i maestri degli anni ’20, si partiva con Charlotte “Lotte” Reiniger, animatrice tedesca di “silhouette”. La silhouette, riproduce, in maniera grafica, il contorno bidimensionale di un oggetto o di una persona o di una qualsiasi figura. Fu trasmessa una favola orientale: Le avventure del Principe Achmed, che si ispira alle “Mille e una Notte”: è stato il primo lungometraggio di animazione nella storia del cinema, e ogni fotogramma fu colorato a mano. Reiniger iniziò a lavorarci già dal 1923 e l’opera fu completata nel 1926, con immagini ottenute con le ombre cinesi. Alla corte del Califfo arriva uno stregone con un cavallo magico in grado di volare. Il Califfo lo vorrebbe in dono, ma lo straniero chiede in cambio la mano della principessa Dinarsade; il principe Achmed, suo fratello, si oppone. Allora il mago lo fa salire in groppa al cavallo e lo spedisce su nel cielo. Il principe riesce poi a scendere, e atterra su di un’isola dove incontra, e si innamora, di una bella fanciulla. Ma il malvagio mago continua a dargli noie: rapisce la ragazza e spedisce Achemd in una zona desolata. Qui però il principe incontra una strega buona, nemica del cattivone, che lo aiuta a salvare l’amata. Ma ecco un nuovo pericolo: i demoni dell’isola rivogliono la fanciulla e se la riprendono con la forza. Per salvarla, Achmed deve ricorrere all’aiuto della Lampada di Aladino… Il 14 ottobre ancora Lotte Reininger con “Le Favole”, tra cui: Papageno (1935), un racconto fantasy basato sul Singspiel in due atti del 1791 del compositore austriaco Wolfgang Amadeus Mozart: “Il flauto magico”. Papageno, il cacciatore di uccelli del “Flauto Magico”, vuole una donna da sposare, ed ecco che arriva, però subito dopo viene spaventata da un serpente e fugge. Papageno è disperato, ma i suoi amici uccelli accorrono in suo aiuto… Poi: Cuore solitario (Das gestohlene Herz, 1934): narra di una città in cui tutti amano la musica e suonano vari strumenti musicali. Ma un gigante cattivo ruba tutti gli strumenti e li porta in una caverna appendendoli a una ragnatela… E infine: Il piccolo sarto coraggioso (Das tapfere Schneiderlein – The Gallant Little Tailor, 1954), basato sulla fiaba dei fratelli Grimm (Jacob e Wilhelm) linguisti e filologi tedeschi. Il piccolo sarto viene assoldato dal re di una città per eliminare la minaccia di due giganti prepotenti, così li affronta ricorrendo all’astuzia… Il 21 ottobre, sempre per i maestri degli anni ‘20, si parlò di Alexandre Alexeieff (Aleksandr Alekseev), regista russo che ha poi lavorato in Francia; inventò la tecnica dello schermo di spilli, cioè le immagini si evidenziavano su una superficie che veniva ricoperta con teste di spilli disposte a diversa altezza, e con una diversa illuminazione, per poter creare l’immagine voluta. Furono mandati in onda: Il processo (Le Procès, 1962), che è la sequenza d’apertura del film di Orson Welles. Poi: Una notte sul Monte Calvo (Une nuit sur le mont Chauve, 1933): realizzato sulle note del poema sinfonico del 1867 del compositore russo Modest Petrovič Musorgskij, in cui si parla di un giovane che di notte sogna un sabba di streghe che si riuniscono ogni anno tra il 23 e il 24 giugno, nella notte di San Giovanni, per evocare i demoni sul Monte Calvo. Poi: Il naso (Le nez, 1963): tratto dall’omonimo racconto del 1836 dello scrittore russo Nikolaj Vasil’evič Gogol, in cui si racconta di un naso che “scappa” dal volto di un uomo. Quindi: En Passant (1944), realizzato per la serie di canzoni popolari franco-canadesi “Chants populaires” della “National Film Board of Canada”; illustra la canzone “Et moi je m’enfouiyais”, il Canto popolare n° 5 della serie. Infine: Quadri di un’esposizione (Tableaux d’une exposition, 1971): Alexeieff “visualizza” alcuni dei brani che il compositore russo Modest Petrovič Musorgskij compose per pianoforte nel 1874, ispirandosi all’opera pittorica del pittore e architetto russo Viktor Aleksandrovič Hartmann, che era suo amico. Il 28 ottobre fu il turno di Oskar Fischinger, animatore e pittore tedesco che realizzò diversi cortometraggi basati sull’animazione astratta. Il 4 novembre iniziava il ciclo: “Paese per paese”. Il primo a essere analizzato fu il Belgio con i due più importanti centri di insegnamento dell’animazione belga, uno a Bruxelles dove insegnava il regista e sceneggiatore Raoul Servais, di cui fu trasmesso Dire o non dire (To speak or not to speak, 1972): un giornalista cerca, invano, di scoprire cosa pensa davvero la gente della situazione politica nonostante le continue interferenze dei “poteri” che indottrinano con facilità il popolo. E l’altro a Gand, presso l’Académie Royale des Beaux Arts, diretta dal pittore e disegnatore belga Pierre Vlerick. Degli allievi di Gand furono trasmessi: Il verme; In un batter d’occhio; Il dovere innanzi tutto; La trincea. L’11 novembre toccò alla Bulgaria, con l’animatore e regista Todor Dinov: Il Prometeo (Prometey, 1970), brevi racconti che mostrano cosa accadrebbe se Prometeo portasse il dono del fuoco all’umanità nel 20° secolo. Dell’animatore, regista, e fumettista bulgaro Donyo Donev furono trasmessi I tiratori (Trimata glupatzi – lovtzi, 1972) e I tre sciocchi (Trimata glupatzi, 1970), sono i primi due episodi della serie di 11 cortometraggi satirici animati, dal titolo: “Trimata glupatzi”, in cui si raccontano le disavventure di tre buffi personaggi. Poi il regista e sceneggiatore bulgaro Ivan Vesselinov con Gli eredi (Naslednitzi, 1970): dopo la morte del padre, i suoi sette figli si uccidono tra loro finché ne resta solo uno. Il sopravvissuto si sposa, ma la donna poi lo uccide, in seguito muore pure lei danzando con un giovane musicista, che prende l’eredità e si sposa con la ragazza che ama. Del regista bulgaro Asparuh Panov fu mandato in onda: Io sogno tu sogni. Di Pencio Bogdanov: Il lupo le pecore e i pastori. Il 18 novembre puntata dedicata alla Svizzera, con la messa in onda de: Il poeta e l’unicorno, realizzato dai pazienti di una clinica psichiatrica di Losanna. Il regista svizzero Gorgon Haas con: Le avventure di Hick e Hack (Die Abenteuer von Hick und Hack, 1970). Poi la coppia Ernest e Gisele Ansorge, marito e moglie; insieme hanno sviluppato un’animazione con la sabbia, utilizzando la sabbia di quarzo; furono trasmessi: I corvi (Les Corbeaux, 1967). Fantasmatic (1969): illustra le fasi della vita di un uomo, dall’infanzia alla vecchiaia. Alluniamoci (Alunissons, 1970), con la corsa alla Luna da parte di molti uomini. Il regista e seneggiatore Daniel Suter con Chewingo Home (1971): racconta le avventure di un soldato americano nell’Asia meridionale. Il regista svizzero Urs Graf con Una linea è una linea è una linea (Eine linie ist eine linie ist eine linie, 1971): sono dei disegni, tracciati direttamente sulla pellicola, che assumono varie forme. Infine Il predicatore, un “cortissimo” di 1 minuto, commissionato dal Consiglio Mondiale delle Chiese in Svizzera a un autore cecoslovacco. Dal 25 novembre si passò alla Francia con tre serate; la prima fu dedicata all’animatore Paul Grimault che, nel 1936, insieme con il produttore cinematografico André Sarrut, fondò il primo studio d’animazione europeo: Les Gémeaux (I gemelli). Inizialmente realizzava cortometraggi, poi, nel 1947, decise di realizzare un lungometraggio animato, ispirandosi alla fiaba di Hans Christian Andersen: La pastorella e lo spazzacamino (La bergère et le ramoneur); venne distribuito nel 1952, sceneggiata dal poeta francese Jacques Prévert, con musiche del compositore ungherese Joseph Kosma. Un re-tiranno si innamora di una pastorella e tormenta lei e il povero spazzacamino, amato dalla fanciulla; ma con vari aiuti riusciranno a opporsi… Il 2 dicembre la puntata dal titolo: Come ridono i francesi. Si partiva con il regista polacco Julien Pappé, trasferitosi poi in Francia dove ha fondato uno studio di produzione cinematografico chiamato “Magic Film”. Fu trasmesso il cortometraggio Sofia e la lezione di pianoforte (Sophie et les gammes, 1964). Sophie si impegna a seguire le lezioni di pianoforte, ma il suo maestro non è soddisfatto e critica il suo operato, la ragazza allora si arrabbia trasformandosi in un mostro… Poi: La Gioconda (La Joconde: Histoire d’une obsession, 1958), del regista francese Henry Gruel: il protagonista del cortometraggio è ossessionato dal celebre quadro di Leonardo Da Vinci; praticamente lo vede ovunque, in diverse forme e in vari luoghi: al museo, da un libraio, lungo la Senna, in un bar, per le strade… Poi la regista francese Jeanne Barbillon, con L’Incertaine Vocation de Médéric Plougastel (1966): un piccolo burocrate per avere successo nel suo lavoro, vuole eliminare uno dei suoi colleghi, ma ci sono situazioni impreviste… Si parlò anche del regista francese Michel Boschet, che ha lavorato insieme al critico francese André Martin. Infine il fumettista umorista francese Yvan Francis Le Louarn, detto “Chaval”, con Gli uccelli sono dei fessi (Les oiseaux sont des cons, 1965): una caricatura degli uccelli paragonati agli uomini. Il 9 dicembre ultima puntata dedicata alla Francia, dal titolo: Humor noir. Protagonisti il regista e animatore francese Renè Laloux, e lo scrittore, disegnatore e attore francese Roland Topor, con Le lumache (Les Escargots, 1965). Un contadino è disperato perché il suo raccolto è misero, finché non scopre che innaffiando le piantine con le sue lacrime, queste crescono a dismisura. Il problema è che si ingigantiscono pure le chiocciole, che seminano distruzione; una volta fermate, tocca alle carote e ai conigli… E Tempi morti (Les Temps morts, 1964): un ironico e amaro racconto sulla natura dell’uomo, che sa fare solo guerre e uccisioni… Poi, del solo Laloux: I denti della scimmia (Les Dents du Singe, 1960), la trama di questo cortometraggio animato è stata ideata dai pazienti di una clinica di salute mentale francese. La storia ci parla di un dentista che ruba i denti ai clienti poveri per venderli a quelli più ricchi; alla fine una scimmia magica gliela fa pagare. Fu trasmesso anche un film dell’animatore e illustratore polacco Jan Lenica, che si trasferì e lavorò in Francia. Penso sia stato trasmesso Adam II (1970): parla di un uomo identificato solo da un numero, il “44”, che viene oppresso dai genitori, dal governo e dalla società… Infine, del regista e scrittore greco Ado Kyrou, che si trasferì anche lui in Francia, il cortometraggio Un bandito d’onore (Un honnête homme, 1963). Nel 1900, un giovane raggiunge Parigi e fa fortuna, ma diventando un temuto bandito. Per amore di una donna cerca poi di redirmersi… Il 16 dicembre puntata dedicata a Walerian Borowczyk, regista polacco che nel 1959 si trasferì a Parigi, dove realizzò animazioni surreali, tra cui il lungometraggio trasmesso in quella puntata, Il teatro di Monsieur et Madame Kabal (1967); sono gli stessi personaggi visti nel cortometraggio del 1962: “Le Concert de Monsieur et Madame Kabal”. Nel “teatro” i due personaggi ne combinano di tutti i colori: si fanno a pezzetti, poi si ricompongono, poi si trasformano, vivendo situazioni surreali con la tecnica della “ripresa a passo uno”. Il 23 dicembre fu trasmesso il lungometraggio animato La notte di natale di Mr. Magoo (Mister Magoo’s Christmas Carol, 1962), di Stephen Bosustow (già trasmesso nella 1a edizione del programma, il 26 dicembre del 1970. Sui palinsesti è indicato solo il cartone, senza il titolo del programma). È l’adattamento della classica favola natalizia del 1843: “A Christmas Carol” di Charles Dickens, con Magoo che interpreta l’avaro Ebenezer Scrooge. Il 30 dicembre toccò a Le notti arabe di Mr. Magoo (1001 Arabian Nights, 1959), sempre di Stephen Bosustow (già trasmesso nella 1a edizione, il 5 dicembre del 1970). È stato il primo lungometraggio d’animazione prodotto dalla ditta indipendente Upa (United Productions of America) dopo che Bosustov aveva lasciato la Disney. Si ispira alla “Lampada di Aladino”, con Mr Magoo che interpreta lo zio di Aladino, Abdul Aziz Magoo. Il malvagio Wazir vuole sposare la figlia del Sultano, Yasminda, e si spaccia per un vecchio fratello di Magoo per farsi aiutare da Aladino a recuperare la lampada… ma Aladino usa la lampada per combattere il cattivo Wazir e sposare poi Yasminda. E con questa puntata terminò tutto il ciclo di “Mille e una Sera”, composto da tre edizioni. Dati, date e notizie sono state raccolte soprattutto grazie al “Radiocorriere Tv”.
Auspicherei maggiore sintesi e minore bulimia iconografica. Maledetto sia il copia e incolla e chi lo ha inventato !! Rispondi
Ottimo articolo di Gianluca, come sempre. Quest’ultima stagione di Mille e una Sera si caratterizzò per la massiccia preponderanza di cartoni “d’essai” ( un po’ ostici, diciamo la verità… ), tendenza che si era già manifestata nella seconda. Nella mia memoria di bambino la prima rimane quella insuperata, e più ‘magica’. Rispondi
Grazie a entrambi ! La ricerca non è stata facile, non c’erano molti dati su cui lavorare, e qualche titolo infatti non sono riuscito a individuarlo; alcuni “cartoni” erano davvero “ostici” e penso che le immagini siano un giusto “aiuto” per ricordare visivamente ciò che è stato trasmesso e farsene un’idea, per aiutare inoltre chi magari tempo per mettersi a cercare non ha. Molte sono riuscite a ricavarle risalendo al titolo “tradotto” in lingua originale dei vari autori, e per fortuna qualcuno ha condiviso sul “tubo” i filmati necessari da cui ricavarle. Nel complesso una buona ricerca, che certo si può sempre migliorare. P.S. Anche io preferisco la prima edizione… 😉 Rispondi