Il 9 nevembre 2006 due amiche, Babs ed Els, salgono sul Cessna di un aeroclub del Belgio insieme all’istruttore e a un altro uomo. Raggiunti i 4000 metri d’altezza, si lanciano tutti insieme come hanno fatto tante altre volte. Prima di aprire i paracadute, tre di loro uniscono le mani per alcuni attimi, disegnando con i corpi una stella in mezo al cielo. Poi, spingendosi a vicenda, si separano. Babs, che si era lanciata una frazione di secondo più tardi, non è riuscita a unirsi agli altri come avevano programmato. Non le rimane che tirare la cordicella del paracadute, per planare dolcemente verso terra. Uno dopo l’altro, nel cielo si aprono tre grandi fiocchi bianchi. Manca solo Els, che dopo avere tirato la sua cordicella, si accorge con orrore che dalla sacca legata dietro la schiena non è uscito niente. Precipitando nel vuoto, raggiunge i 200 chilometri orari, una velocità che manterrà costante fino a quando impatterà al suolo, se non vi porrà subito rimedio. La donna tenta disperatamente di aprire il secondo paracadute, quello di riserva, ma incredibilmente neppure questo si apre. Il terribile schianto avviene nel giardino di una villetta nei pressi di Opglabbeek, una cittadina del Belgio. Il Belgio è una piccola nazione posta tra la Francia e l’Olanda. Nella regione orientale, la Vallonia, si parla francese, mentre in quella coccidentale, le Fiandre, la lingua ufficiale è il fiammingo (una varietà dell’olandese). La storia che stiamo raccontando si svolge nelle Fiandre. Els Clottemans è una giovane di 22 anni che si fa chiamare con il nomignolo di “Babs”. Una single sovrappeso che lavora come insegnante alle scuole elementari. Nel 2005 le è sbocciata la passione per il paracadutismo, per questo si è iscritta all’aeroclub di Zwartberg. Qui incontra e fa amicizia con una paracadutista già esperta di 37 anni che ha il suo stesso nome di battesimo, Els Van Doren. Madre di due ragazzini, durante al settimana Els dà una mano al marito, un gioielliere di Anversa, mentre trascorre i fine settimana all’aeroclub per dare sfogo alla sua passione sportiva. L’istruttore che segue da vicino Babs nei primi tempi è Marcel Somers, un affascinante olandese di 25 anni. Tra un lancio e l’altro, lei gli fa una corte serrata fino a farlo capitolare. Marcel deve essere uno di quegli istruttori che coltivano l’hobby di frequentare tutte le allieve, perché non si fa scrupoli di andare a letto anche con Els. Inevitabilmente, le due donne si rendono conto della situazione molto particolare in cui si sono venute a trovare. Ma se per la sposata Van Doren si tratta solo di una relazione trasgressiva, che non mette in discussione la sua serena vita coniugale, la nubile Clottemans la pensa in tutt’altro modo. Lei ama appassionatamente Marcel, e soffre a saperlo tra le braccia dell’amica. Il 12 novembre 2006, Babs ed Els si dirigono in macchina verso la vicina Olanda perché Marcel le ha invitate a casa sua. Dopo la cena, entrambe sperano di essere scelte dall’istruttore per trascorrere la notte con lui. Marcel cinge la vita della Van Dorren e tutto diventa chiaro. Rimasta sola, Babs pensa tristemente che dovrà accontentarsi del divano. Ma, probabilmente, quando inizia a sentire gli inequivocabili rumori provenire dall’altra stanza, si convince che quella notte le sarà impossibile chiudere occhio. Mentre gli artigli della gelosia la lacerano senza pietà, i suoi occhi si posano casualmente sulla sacca del paracadute di Els appoggiata su un mobile del soggiorno. Si sente messa da parte per colpa del sovrappeso che la perseguita sin dall’infanzia. No, non può continuare così. La giovane fissa le sacche dei paracadute appoggiate in salotto. All’aeroclub le hanno insegnato a ripiegarli, le hanno anche spiegato la funzione di ogni singola cordicella e ormai è diventata un’esperta. Quello che Babs farà veramente negli attimi successivi, approfittando del fatto che gli altri due sono troppo occupati per badare a lei, sarà materia di lunghissime disquisizioni. Una settimana dopo è in programma un nuovo lancio: è prevista la realizzazione di una coreografia aerea a forma di stella. Babs non fa in tempo a unirsi agli altri e subito dopo avviene la tragica morte di Els Van Doren. La probabilità che entrambi i paracadute della sacca non si aprano sono pari a zero, per questo motivo la notizia dell’incidente desta grande scalpore. Dopo un attento esame, gli esperti della polizia stabiliscono che una mano sconosciuta ha manomesso il paracadute principale e quello di riserva. Una mano che sapeva bene come muoversi, perché ha reciso di netto solo le due corde necessarie alla loro apertura. Questo particolare è più che sufficiene alla sorella di Els per lancare una dura accusa, durante l’orazione funebre, davanti a un migliaio di partecipanti: “Hai fatto tutto quello che hai potuto per salvarti nel tuo salto finale, Els, ma qualcuno non voleva che tu continuassi a vivere”. Nei giorni successivi, Babs Clottemans viene interrogata dalla polizia insieme ad altri testimoni della tragedia. Nessuno sospetta che l’amica del cuore centri qualcosa. Però la donna, a dicembre, riceve l’invito a presentarsi in pretura per rispondere a qualche nuova domanda. Invece di andarci, Babs tenta il suicidio ingoiando una grande quantità di sonniferi. Questo gesto lascia perplessi gli investigatori, che decidono di indagare più a fondo sul suo passato. Scoprono così che negli anni precedenti la Clottemans aveva avuto diversi problemi psicologici. Non solo, era anche stata arrestata con l’accusa di aver tentato di uccidere il suo ex fidanzato investendolo con l’auto. Poi, però, era stata rilasciata perché non c’erano prove contr di lei. Michel Zegers, il procuratore di Tongres, dichiara che la Clottemans è la sospettata numero uno: “Sono convinto che si sia trattato di un delitto passionale”. Il mese dopo, nel gennaio del 2007, Zegers dispone che la Clottemans venga internata in un centro psichiatrico, dal quale uscirà su cauzione l’anno dopo. Il processo si svolge a Tongres nell’ottobre del 2010. Per l’accusa, il movente di Babs Clottemans sarebbe il desiderio di avere un rapporto esclusivo con l’amato Marcel Somers. Il procuratore si dice sicuro che l’imputata aveva tagliato le cordicelle del paracadute con una forbice, la sera in cui era stata invitata insieme a Els nella casa dell’Istruttore. Nei mesi precedenti, aveva inviato numerose lettere anonime al marito della Van Doren per rivelargli la tresca con l’istruttore, ma l’uomo se ne era disinteressato. Inoltre, secondo il rapporto degli esperti del tribunale, l’imputata è una psicopatica e rappresenta un pericolo per la società. In aula viene mostrato il drammatico filmato fatto dalla minitelecamera posta sul casco della vittima: l’inquadratura prima punta verso l’alto, dove la donna volge lo sguardo sperando di vedere fuoriuscire il paracadute, e poi verso il terreno che si avvicina asempre più fino all’impatto. Quando finalmente arriva il suo momento di deporre, Babs riconosce che: “I chili di troppo hanno condizionato tutta la mia vita. Marcel, per la prima volta da quando sono nata, aveva dato un senso alla mia esistenza. Comunque sapevo di essere la numero due per lui, mentre Els era la numero uno. Mi dispiaceva, ma non potevo farci niente e, in fondo, andava bene così”. Quindi proclama la propria completa estraneità all’omicidio. Marcel Somers, l’istruttore, afferma di non avere mai avuto alcuna relazione con Babs. Per lui non era né la numero uno né la numero due, non era niente. Forse nega tutto per non incrinare la propria serietà professionale. Dato il grande scalpore sollevato dal caso, la lettura della sentenza viene trasmessa in diretta televisiva. Il giudice condanna Babs Clottemans a trent’anni di carcere, riconoscendole le attenuanti per la sua “debole condizione psicologica”. Il marito di Els, seduto in un angolo del tribunale abbraccia i figli tra le lacrime. Il giorno dopo, gli editorialsti di alcuni giornali sollevano molti dubbi sulla colpevolezza di Babs Clottemans, perché durante le indagini non era mai emersa alcuna prova contro di lei: nessuna impronta digitale sul paracadute manomesso, nessun testimone e nessuna confessione. Ma l’anno successivo, il 2011, la condanna a 30 anni viene confermata in appello. Nel 2022 la donna ottiene la libertà vigilata con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico. 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